proveniva dalla finestra e, studiandolo attentamente, dissi:
«Ma Madam Mina ha detto che eravate malato… che avevate avuto uno shock!».
Nell’udire cio sorrise, e rispose che era stato malato e che aveva avuto uno shock ma che io l’avevo curato con la mia lettera. Era un tipo onesto, piacevole — deve esserlo, per aver conquistato una moglie cosi brava come Madam Mina — e facemmo una piacevole cavalcata fino a casa sua. Per la strada, mi disse che voleva fornire qualsiasi aiuto avesse potuto contro il “conte”. Nei suoi occhi brillava un ardente desiderio (forse, persino grande come il mio) di vedere il mostro distrutto.
Nascondendo la mia inquietudine, gli dissi che avevo veramente bisogno del suo aiuto e immediatamente: il mio lavoro sarebbe stato grandemente facilitato se lui avesse potuto fornirmi informazioni riguardo a tutti gli affari conclusi con il “conte Dracula” prima del suo viaggio in Transilvania.
Promise di farlo prima che lasciassi Exeter nella tarda mattinata e, difatti, dopo che fummo ritornati a casa sua e dopo aver fatto colazione con Miss Mina, mi diede un fascio di carte che avrei potuto leggere sul treno che mi riportava a Londra.
Lui e sua moglie sono persone buone, gentili e, quando vedo cosa hanno gia sofferto per mano di Vlad, posso solo pensare a me e a Gerda quando eravamo giovani, prima che la nostra piccola famiglia fosse distrutta dal Vampiro. Qui a Londra, per la prima volta in molti anni, ho cominciato a sentirmi circondato di nuovo da una famiglia, da anime coraggiose e affettuose unite da un male comune. Non potevo sopportare di pensare che Harker e la dolce Madam Mina fossero separati o trasformati in meschine parodie di se stessi come Morti Viventi.
Ma come potevo proteggerli, senza eventualmente esporre John e gli altri a un ulteriore pericolo, se Jonathan era l’involontaria spia di Vlad?
Non lo sapevo ma, mentre Jonathan mi riportava alla stazione, chiesi piano:
«Se, in futuro, vi dovessi chiamare entrambi, voi e Madam Mina, a Londra, verreste?»
«Chiamateci quando volete», mi rispose, «e noi verremo».
Ho parlato francamente con John riguardo agli Harker. Lui e d’accordo che dobbiamo fare cio che possiamo per aiutare sia Madam Mina che suo marito ma, come me, e perplesso su cio che la traccia obliqua color indaco di Jonathan possa significare. Percio abbiamo deciso che, quando gli Harker verranno a Londra (e io non ho dubbi che verranno), staranno qui nel manicomio.
Loro non sapranno che
John si e mostrato d’accordo nel non rivelare agli Harker alcuna informazione che li possa mettere in allarme circa la profondita delle nostre conoscenze; invece, faremo finta di essere degli ingenui pasticcioni che non sanno nulla della nuova forza di Vlad. Cosi, se Vlad e a conoscenza dei pensieri di Jonathan, scoprira ben poco dei nostri piani.
Ho anche avvertito John che Madam Mina ha ricopiato il suo diario e quello del marito, e che me li ha offerti; potrebbe venire il momento in cui potrebbe essere chiamato a dare il suo. Per quanto riguarda me, posso facilmente dire che non ho alcun diario, poiche gli Harker non lo vedranno — ne vedranno me — al manicomio.
Ma John registra giornalmente sul suo fonografo — qualche volta piu di una volta al giorno — e la sua attrezzatura e troppo difficile da nascondere. Gli ho chiesto di non registrare alcun dettaglio che non desidera far ascoltare a chiunque o, almeno, di registrarli segretamente con la penna, in modo che non possa essere ascoltato, e il diario possa essere nascosto.
E stato d’accordo, e ritornera anche indietro per ascoltare quello che ha gia registrato. Ogni bobina che contenga registrazioni che rivelino troppo, sara nascosta nella mia cella e lui la registrera di nuovo per renderla coerente con cio che noi vogliamo che gli Harker — e, di conseguenza, Arthur e Quincey — sappiano. Ci siamo accordati che John fara la parte dello scettico, che non sa niente del Vampiro ed e restio a crederci.
Ho un’altra ragione per dissimulare, una che, forse, e sciocca: se Madam Mina, coraggiosa e forte anima, dovesse conoscere la misura dei poteri di Vlad, potrebbe perdere la speranza. E questo non riuscirei a sopportarlo.
Capitolo tredicesimo
Cosi, ecco la verita: devo registrarla in qualche modo, affinche non dimentichi tutto e non cominci a credere alle mie stesse menzogne.
Oggi, poco dopo mezzogiorno, il professore mi ha riportato alla tomba di Lucy. Il nostro piano per entrare nel cimitero era molto semplice: avremmo atteso un funerale, che si pensava avesse luogo a mezzogiorno, poi ci saremmo nascosti quando i partecipanti se ne fossero andati (sembrava non esserci ragione di suscitare sospetti scavalcando il muro nella piena luce del giorno). Il becchino, pensando che tutti se ne fossero andati, avrebbe chiuso a chiave il cancello di ferro dietro di se, poi saremmo stati liberi di fare come desideravamo, poiche Van Helsing mi aveva confidato di aver tenuto con se la chiave della tomba delle Westenra, che il becchino gli aveva consegnato per darla ad Arthur.
Lo ammetto: accompagnai Van Helsing con molta trepidazione. Il mio dolore per la morte di Lucy, sebbene non piu vivissimo, era ancora fresco, ed essere finalmente testimone della realta del vampirismo con
Il nostro piano funziono come un orologio. Andammo al cimitero e attendemmo finche il cancello fu aperto e i partecipanti al funerale furono arrivati. Poi anche noi entrammo: vestiti di nero, per adeguarci. Il professore aveva portato la sua borsa da medico, cosa che mi provoco un po’ di paura, poiche sentivo che avrebbe attirato l’attenzione su di noi; fortunatamente, aveva ragione riguardo al fatto che nessuno l’avrebbe notata o, se questo fosse accaduto, che ne avrebbe pensato qualcosa.
Era un giorno gelido, grigio, desolato e umido per la nebbia; un giorno appropriato per il nostro compito. Per tutto il funerale, restammo tranquilli ai margini del gruppo di persone. E, quando fu finito e la gente comincio a sparpagliarsi, andammo dietro la tomba piu lontana e aspettammo finche udimmo il rumore del becchino che chiudeva il cancello.
Infine, quando non ci fu piu nessuno, Van Helsing mi condusse al piccolo edificio quadrato, di pietra, sulla cui entrata era incisa la parola:
Ero stato troppo sconvolto durante il funerale di Lucy per ricordare dove si trovasse la tomba; il mio sguardo era concentrato sulla bara, coperta di lino e cosparsa di fiori bianchi, mentre cercavo di immaginarmi come sarebbe apparsa da Morta Vivente. Sarebbe stata ancora piu bella o anche riconoscibile come la dolce ragazza che era stata? Avrebbe avuto lunghe zanne piene di saliva e una forza inumana, mentre usciva dalla lastra di piombo che doveva contenere il puzzo dei suoi resti in putrefazione?
Il professore senti chiaramente la mia crescente riluttanza, poiche pose brevemente una calda mano sulla mia spalla per infondermi conforto e incoraggiamento. Poi si mise, con la chiave, a lavorare alla serratura. La