Falcon si presento di nuovo e chiese un appuntamento.

«Non ho niente da dirle, Inspector Jefe. Niente che possa aiutarla. Mio padre e io non avevamo piu alcun rapporto da trent'anni.»

«Davvero?»

«Tra noi e successo molto poco.»

«Vorrei parlare con lei di questo, ma non al telefono», insistette Falcon. Jimenez non reagi. «Posso essere da lei all'una e andarmene prima di pranzo.»

«Davvero non mi e comodo.»

Falcon era preso da un desiderio sfrenato di parlare con quell'uomo, ma poteva farlo solo nel suo tempo libero. Insistette.

«Sto conducendo un'indagine su un omicidio, signor Jimenez. Un assassinio non e mai comodo.»

«Non posso fare nessuna luce sul suo caso, Inspector Jefe.»

«Devo conoscere lo sfondo, il passato.»

«Chieda a sua moglie.»

«E che cosa sa della sua vita prima del 1989?»

«Perche risalire a tanto tempo fa?»

Ridicolo battagliare cosi per parlare con quell'uomo. Falcon divenne piu determinato.

«Ho un modo curioso ma efficace di procedere nelle mie indagini, signor Jimenez», replico, tanto per farlo restare all'apparecchio. «E sua sorella? La vede mai?»

L'etere sibilo per un'eternita.

«Mi richiami tra dieci minuti», disse l'altro e riattacco.

Per dieci minuti Falcon passeggio avanti e indietro nell'atrio della stazione, pensando a una nuova strategia. Al momento di richiamare aveva una serie di domande allineate come proiettili in una cartucciera.

«L'aspetto all'una», disse Jimenez, e riaggancio.

Falcon compro un biglietto e sali sul treno. A mezzogiorno l'AVE lo aveva consegnato alla estacion de Atocha nel centro di Madrid. Prese la metropolitana per Esperanza, il che gli parve di buon auspicio, e da li il tragitto fino all'appartamento di Jimenez fu breve.

Jose Manuel Jimenez lo fece entrare. Era piu basso di Falcon, ma di corporatura piu robusta e teneva la testa come se dovesse passare sotto una trave o portare sulle spalle un carico. Mentre parlava gli occhi saettavano di qua e di la sotto sopracciglia massicce e scure che evidentemente non erano affidate alle cure della moglie. L'effetto, in luogo di essere furtivo, era di deferenza. Prese il soprabito di Falcon e lo guido lungo un corridoio dal pavimento di legno fino allo studio, lontano dalla cucina e dalle voci della famiglia, camminando piegato in avanti, come se stesse trascinando una slitta.

Diversi tappeti marocchini ricoprivano il parquet dello studio; la scrivania, in stile inglese, era di noce. Alle pareti, fino alla finestra, scaffali di libri rilegati, strumenti di lavoro di un avvocato. Il caffe fu offerto e accettato. Nei minuti in cui venne lasciato solo, Falcon ispeziono le fotografie di famiglia posate su un mobile con le ante di vetro. Riconobbe Gumersinda con i due figli piccoli. Nessuna di Raul, e nessuna della figlia in cui la ragazzina avesse piu di dodici anni. Le altre, che ritraevano la famiglia di Jose Manuel Jimenez in varie epoche, culminavano con due foto dei figli diplomati.

Jimenez rientro con il caffe. Cercarono di manovrare per non urtarsi mentre Falcon ritornava al suo posto e Jimenez sedeva alla scrivania, le mani intrecciate, i bicipiti e le spalle in rilievo sotto la giacca di tweed verde.

«Tra le vecchie foto di suo padre ne ho trovata una di mio padre», esordi Falcon seguendo la sua strategia dell'approccio tangenziale.

«Mio padre possedeva vari ristoranti, sono sicuro che aveva moltissime foto dei suoi clienti.»

E cosi di suo padre sapeva perlomeno quello.

«Questa non si trovava tra quelle delle celebrita…»

«Suo padre e una celebrita?»

Non avrebbe voluto parlarne, ma Falcon penso che forse, come aveva dimostrato Consuelo Jimenez, dire qualcosa di se avrebbe portato a rivelazioni sorprendenti da parte di altri.

«Mio padre era il pittore Francisco Falcon, ma non e per…»

«Allora non sono sorpreso che non fosse sulla parete tra le celebrita», lo interruppe Jimenez. «Mio padre aveva gli interessi culturali di un contadino, quale era in realta.»

«Ho notato che fumava le Celtas togliendo il filtro.»

«Un tempo fumava le Celtas cortas, che non avevano il filtro ma erano meglio dello sterco secco che aveva dovuto fumare dopo la Guerra civile, diceva lui.»

«Quando aveva fatto il contadino?»

«I suoi genitori avevano un po' di terra dalle parti di Almeria, la lavoravano loro. Furono uccisi durante la Guerra civile, ando tutto perduto, e dopo la loro morte mio padre se ne ando. Non so altro. Probabilmente questa e la ragione per cui il denaro era diventato cosi importante per lui.»

«Vostra madre non…?»

«Dubito che lo sapesse. Comunque sia, a noi non l'ha mai detto. Davvero, non credo che sapesse niente della sua vita prima del loro incontro e mio padre non ne avrebbe certo parlato con i genitori di lei.»

«Si sono conosciuti a Tangeri?»

«Si. La sua famiglia si era trasferita la all'inizio degli anni '40. Suo padre era un avvocato, era andato a Tangeri, come tutti gli altri, per fare fortuna dopo la Guerra civile che aveva lasciato la Spagna in rovina. Lei era una bambina, poteva avere otto anni, penso. Mio padre entro sulla scena un po' dopo, forse nel '45. Si innamoro di lei a prima vista.»

«Sua madre era ancora molto giovane, no? Tredici anni?»

«E mio padre ne aveva ventidue. Un rapporto curioso, disapprovato dai genitori di lei. Vollero che aspettasse di avere diciassette anni per sposarsi.»

«Era solo per la differenza di eta?»

«Avevano solo quella figlia», spiego Jimenez, «e non credo che fossero molto contenti della mancanza di retroterra familiare di mio padre. Devono aver capito di che metallo vile fosse fatto. Era anche un uomo che amava l'ostentazione.»

«Era gia ricco a quel tempo?»

«Aveva fatto un sacco di soldi laggiu e gli piaceva spendere.»

«Come aveva costruito la sua fortuna?»

«Probabilmente con il contrabbando. Non li aveva fatti legalmente, i soldi, questo e sicuro. In seguito si era dedicato alla finanza, a un certo punto ha perfino posseduto una banca… non che cio significasse gran che. Entro anche nel settore edile e immobiliare.»

«Come sa tutto questo?» domando Falcon. «Lei aveva solo dieci anni quando ve ne andaste e dubito che suo padre le abbia rivelato molto.»

«Ho messo insieme i vari pezzi, Inspector Jefe, cosi funziona la mia mente. E stato il mio modo di trovare un senso in cio che e successo.»

Il silenzio scese nella stanza come la notizia di un lutto. Falcon voleva che l'altro continuasse, ma Jimenez stringeva le labbra, cercando il coraggio.

«Lei e nato nel 1950», disse Falcon, incitandolo.

«Nove mesi esatti dopo il loro matrimonio.»

«E sua sorella?»

«Due anni dopo. Per lei ci furono complicazioni nel parto, so che rischio di morire e che mia madre rimase molto debole. Avrebbero voluto molti bambini, ma mia madre non pote piu averne. Anche mia sorella ne subi le conseguenze.»

«Quali?»

«Era una bambina dolcissima, sempre in pena per tutto… gli animali, specialmente i gatti, Tangeri era piena di gatti randagi. Non c'era niente da fare… lei era…» esito, fece un gesto in aria con le mani, costringendosi a tirare fuori le parole. «Era una semplice, tutto qui. Non stupida, solo… semplice. Diversa dagli altri bambini.»

«Sua madre ha mai recuperato le forze?»

«Si, si, le ha recuperate completamente. Lei…» La voce si affievoli, Jimenez contemplo il soffitto. «Rimase perfino incinta un'altra volta. Fu un periodo molto difficile. Mio padre fu costretto a lasciare Tangeri, ma mia

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