«Non si trovera nessuna impronta», spiego Felipe. «Le custodie delle cassette sono pulite, il videoregistratore, il televisore, il mobiletto, il telecomando sono puliti. Questo tizio si era preparato bene.»

«Un uomo?» domando Falcon. «Questo non lo abbiamo ancora accertato.»

Felipe inforco un paio di occhiali fatti su misura, forniti di lenti di ingrandimento, e comincio a esaminare minuziosamente il tappeto.

Falcon era sbalordito dal comportamento degli uomini della scientifica. Di sicuro non avevano mai visto niente di cosi orrido in tutta la loro carriera, non li, non a Siviglia, eppure eccoli che stavano tranquillamente… Sfilo dalla tasca il fazzoletto perfettamente stirato e piegato in quattro e si asciugo la fronte. No, Felipe e Jorge non c'entravano affatto, il problema era suo. I due si comportavano cosi perche cosi si comportava normalmente lui e perche cosi lui aveva detto che occorreva comportarsi in un'indagine su un omicidio. Freddi. Obiettivi. Spassionati. Nel lavoro dell'investigatore, sentiva la propria voce dire nell'aula delle conferenze di un tempo, all'accademia, non si devono provare emozioni.

Che cosa c'era dunque di diverso nel caso di Raul Jimenez? Perche il sudore in quella fresca mattina di aprile? Sapeva che alla Jefatura Superior de Policia in calle Blas Infante lo avevano soprannominato El Lagarto. Il ramarro. Aveva creduto che fosse per via della sua impassibilita, delle sue fattezze inespressive, della sua tendenza a fissare intensamente l'interlocutore mentre lo ascoltava. Ines, la sua ex moglie, la moglie divorziata da poco, lo aveva disilluso in proposito. «Tu sei freddo, Javier Falcon. Sei gelido come un pesce. Non hai cuore.» Che cos'era quello che stava battendo cosi furiosamente nel suo petto, allora? Si premette il punto corrispondente della giacca con il pollice e si rese conto di avere la mascella contratta. Felipe, chino sul tappeto, aveva alzato su di lui occhi da creatura marina.

«Un capello, Inspector Jefe», disse. «Trenta centimetri.»

«Colore?»

«Nero.»

Falcon si diresse alla scrivania per controllare la foto della famiglia Jimenez. Consuelo Jimenez, in piedi, avvolta in una pelliccia lunga fino a terra, aveva i capelli biondi pettinati all'insu, stile torta nuziale, e i tre figli maschi in posa sorridevano all'obiettivo.

«Nel sacchetto», ordino prima di chiamare il Medico Forense. Nella fotografia Raul Jimenez era in piedi accanto alla moglie, i denti da cavallo scoperti in un sorriso, le guance flosce: lui sembrava un nonno e la moglie una figlia. Matrimonio in eta avanzata. Quattrini. Conoscenze. Falcon osservo il sorriso brillante di Consuelo Jimenez.

«Gran bel tappeto», disse Felipe, «seta, mille nodi ogni centimetro, folto, in grado di sostenere i mobili molto bene.»

«Quanto crede che pesi Raul Jimenez?» domando Falcon al medico legale.

«Be', direi che ora pesasse tra i settantacinque e gli ottanta chili, ma a giudicare dal ventre afflosciato deve essere arrivato a piu di novanta.»

«Le condizioni del cuore?»

«Se la moglie non le conosce, il suo medico curante ne e certamente al corrente.»

«Crede che una donna abbia potuto sollevarlo dalla poltrona dov'era sprofondato, per spostarlo sulla sedia con la spalliera alta?»

«Una donna?» domando il Medico Forense. «Pensa che sia stata una donna?»

«Non era questa la domanda, dottore.»

Il medico legale si irrigidi all'osservazione, che lo aveva fatto sentire stupido per la seconda volta.

«Ho visto infermiere addestrate a sollevare uomini molto piu pesanti. Uomini vivi, naturalmente, il che rende la cosa piu facile… ma non vedo perche no.»

Falcon si volto, aveva finito con lui.

«Dovrebbe chiedere a Jorge, se vuole sapere qualcosa sulle infermiere, Inspector Jefe», disse Felipe, il deretano in aria, il naso praticamente affondato nel tappeto.

«Sta' zitto!» ribatte Jorge, seccato.

«Per quel che ne so, e tutta una questione di fianchi», riprese Felipe, «e di contrappeso delle natiche.»

«E solo teoria, Inspector Jefe», disse Jorge, «lui non ha mai avuto la possibilita di farsi un'esperienza pratica.»

«E che ne sai?» replico Felipe, rialzandosi sulle ginocchia per afferrare un sedere immaginario, mimando l'amplesso. «Sono stato giovane anch'io.»

«Non che riusciste a combinare un gran che ai vostri tempi», obietto Jorge. «Erano serrate come ostriche, no?»

«Le ragazze spagnole, si», convenne Felipe. «Ma io sono di Alicante e Benidorm era a un tiro di schioppo. Tutte quelle ragazze inglesi negli anni '60 e 70…»

«Te le sei sognate», concluse Jorge.

«Si, ho sempre fatto sogni molto erotici», ammise Felipe.

I due uomini della scientifica risero e Falcon li guardo, chini con il naso sul pavimento come maiali in cerca di ghiande, le partite di calcio e la gara a chi scopava di piu che occupavano i loro cervelli. Ne fu leggermente disgustato e si giro di nuovo per studiare le foto alle pareti. Jorge accenno con il capo a Falcon e pronuncio silenziosamente la parola mariquita. Frocetto.

Risero di nuovo; Falcon li ignoro. Il suo sguardo, proprio come gli accadeva quando osservava un quadro, fu attirato dalle immagini alle estremita dell'esposizione. Si scosto dalle immagini centrali dove Raul era ritratto con le celebrita e ne trovo una dove teneva le braccia sulle spalle di due uomini entrambi piu alti e piu grossi di lui: alla sua sinistra il Jefe Superior de la Policia de Sevilla, Comisario Firmin Leon, e alla sua destra il procuratore capo, Fiscal Jefe Juan Bellido. Senti un peso gravargli addosso e si aggiusto la giacca, raddrizzando le spalle.

«Aha! Ora si che ci siamo», esclamo Felipe. «Ecco qui. Un pelo del pube, Inspector Jefe. Nero.»

I tre uomini si voltarono simultaneamente verso la finestra, perche avevano udito voci soffocate dietro i doppi vetri e un rumore meccanico simile a quello di un ascensore. Al di la della ringhiera del balcone comparvero lentamente due uomini in tuta blu, uno con i capelli neri e lunghi legati sulla nuca e l'altro con i capelli a spazzola e un occhio pesto. Stavano gridando qualcosa alla squadra che manovrava l'autoscala, diciotto metri piu in basso.

«Chi sono quegli idioti?» domando Felipe.

Falcon usci sul balcone, facendo sobbalzare i due in piedi sulla piattaforma, sollevata fin lassu dall'autogru ferma sulla strada.

«Chi diavolo siete?»

«Siamo della ditta di traslochi», risposero gli uomini, girandogli la schiena per mostrare la scritta applicata sulla tuta: MUDANZAS TRIANA TRANSPORTES NACIONALES E INTERNACIONALES.

II

Giovedi 12 aprile 2001, Edificio Presidente,

Los Remedios, Siviglia

Il Juez Esteban Calderon aveva firmato l'autorizzazione al levantamiento del cadaver, operazione che aveva permesso di trovare un nuovo elemento di prova da riporre nel sacchetto di plastica. Sotto il cadavere era stato rinvenuto un pezzo di stoffa sul quale si avvertiva odore di cloroformio.

«Un errore», osservo Falcon.

«Inspector Jefe?» domando perplesso Ramirez, accanto a lui.

«Il primo errore in un'operazione ben programmata.»

«E il capello, Inspector Jefe?»

«Se quel capello appartiene all'assassino… perderlo e stato un incidente. Dimenticare uno straccio imbevuto di cloroformio e stato un errore. Ha addormentato Raul Jimenez con il cloroformio, non ha voluto mettersi in tasca lo straccio e lo ha lasciato sulla sedia dove era legato Don Raul. Lontano dagli occhi, lontano dalla mente.»

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