«Non e una traccia poi cosi importante…»

«E un'indicazione sul modo di ragionare della persona con la quale abbiamo a che fare. Un individuo accorto, ma non un professionista: potrebbe essersi comportato in modo incauto anche in altre circostanze rilevanti, per esempio riguardo al posto dove si e procurato il cloroformio. Potrebbe averlo acquistato a Siviglia in un negozio di forniture mediche o di laboratorio oppure averlo rubato in un ospedale o in una farmacia. L'assassino ha pianificato in modo ossessivo cio che intendeva far subire alla vittima, ma non tutti i particolari della sua impresa.»

«La signora Jimenez e stata localizzata e informata. Un'auto lascera i figli a casa di sua sorella a San Bernardo, quindi la portera qui.»

«Quando pensa di eseguire l'autopsia, il Medico Forense?» si informo Falcon.

«Vuole assistere all'autopsia?» domando Calderon, soppesando il cellulare tra le dita. «Il medico legale ha detto che avrebbe cominciato subito.»

«No, non ci tengo in particolare», rispose Falcon. «Voglio solo i risultati. C'e moltissimo da fare qui. La cassetta nel videoregistratore, per esempio. Credo che dovremmo guardare tutti La Familia Jimenez prima che venga la signora. E arrivato qualcun altro della squadra, Inspector?»

«Fernandez sta parlando con il conserje, Inspector Jefe.»

«Gli dica di prendere tutti i filmati della telecamera di sicurezza, di guardarli con il conserje e di prendere nota delle persone che il portinaio non riconosce.»

Ramirez si avvio alla porta.

«E un'altra cosa… mandi qualcuno a controllare tutti gli ospedali, i laboratori e i negozi di forniture mediche per scoprire se sia stato venduto cloroformio a qualche sconosciuto o se manchi qualche bottiglia di quella roba. E anche strumenti chirurgici.»

Falcon sospinse il mobiletto della TV al suo posto nell'angolo della stanza. Calderon sedette sulla poltrona di pelle mentre Falcon infilava la spina nella presa. Ramirez, in piedi accanto alla sedia del morto gia avvolta nella plastica e pronta per essere trasportata nei laboratori della Policia Cientifica, mormoro qualcosa al telefonino. Calderon estrasse la cassetta, la esamino, torno a inserirla e premette il pulsante di riavvolgimento.

«Gli uomini della ditta di traslochi sono ancora qui, Inspector Jefe.»

«Non c'e nessuno che possa parlare con loro in questo momento. Che aspettino.»

Calderon premette play. Tutti presero posto e guardarono nel silenzio ovattato dell'appartamento vuoto. Il filmino iniziava con una ripresa della famiglia Jimenez che usciva dall'Edificio Presidente, Raul e Consuelo a braccetto, lei con una pelliccia lunga fino alla caviglia e lui con un soprabito color tabacco. I ragazzi erano vestiti in verde e bordeaux con abiti della medesima foggia. Camminavano dritti verso la telecamera che li riprendeva dal marciapiede opposto prima che svoltassero in calle Asuncion. Si passava poi a una ripresa dello stesso gruppo familiare con abiti diversi, in un giorno di sole, mentre usciva dal grande magazzino Corte Ingles nella plaza del Duque de la Victoria, per avviarsi verso la piazza gremita di bancarelle che vendevano bigiotteria, scialli, CD, borse di pelle e portafogli. Il gruppetto scompariva dentro Marks Spencer. Riprese su riprese della famiglia, finche due dei tre spettatori cominciarono a soffocare sbadigli di fronte a quella parata di centri commerciali, di raduni sulla spiaggia, e di passeggiate al parque de Maria Luisa.

«Vuole solo dimostrarci di essere stato diligente nel suo lavoro?» domando Ramirez.

«Decisamente noioso, no?» commento Falcon, pensando il contrario, scoprendosi curiosamente affascinato dalle dinamiche familiari mostrate dal gruppetto nei suoi vari spostamenti. Si sentiva attirato dall'idea di famiglia, specialmente di una famiglia in apparenza felice come quella e si domandava come sarebbe stato per lui averne una e perche non gli fosse riuscito.

Fu necessario un cambiamento nel genere delle riprese per riportarlo bruscamente al presente, la prima sequenza di una serie nelle quali la famiglia non compariva unita: Raul Jimenez e i figli allo stadio Betis in un giorno in cui, a giudicare dalle sciarpe, si giocava il derby.

«Me lo ricordo», disse Calderon.

«Abbiamo perso quattro a zero», confermo Ramirez.

«Avete perso voi. Noi abbiamo vinto.»

«Che mi dici mai!»

«Per che squadra tiene, Inspector Jefe?» domando Calderon.

Falcon non rispose. Nessun interesse. Ramirez gli lancio un'occhiata al di sopra della spalla, trovando la sua presenza imbarazzante.

La telecamera si era spostata sull'Edificio Presidente. Consuelo Jimenez da sola che saliva su un taxi, che pagava il tassista in un viale fiancheggiato da alberi, e aspettava qualche istante mentre l'auto si allontanava prima di attraversare la strada e salire una scalinata che portava a una casa.

«Dov'e?» domando Calderon.

«Ce lo dira lui», rispose Falcon.

Una serie di immagini mostrarono Consuelo Jimenez che arrivava presso il medesimo palazzo in giorni diversi, con abiti differenti. Poi il numero della casa: 17. E il nome della via: calle Rio de la Plata.

«E a El Porvenir», osservo Ramirez.

«Gia, il Futuro!» disse Calderon. «Un amante, direi.»

Ripresa notturna con la telecamera che indugiava sulla parte posteriore di una grossa Mercedes Classe E con un numero di targa di Siviglia.

«Non ha molto ritmo questo regista», osservo Calderon che stava raggiungendo rapidamente la soglia della noia.

«Vuole creare suspense», spiego Falcon.

Finalmente Raul Jimenez scese dall'auto, la chiuse, lascio la zona illuminata della strada per entrare nel buio. Stacco su un falo acceso nella notte, figure in piedi accanto alle fiamme guizzanti, donne con le gonne cortissime, qualcuna con il reggicalze in bella vista. Una di loro si giro, esponendo il sedere al fuoco.

Raul Jimenez comparve nel cerchio di luce, segui una trattativa della quale gli spettatori non furono in grado di udire i dettagli, poi l'uomo torno alla Mercedes seguito da una donna che incespicava con i tacchi alti sul terreno scabro.

«Siamo sull'Alameda», affermo Ramirez.

«Solo la merce piu economica per Raul Jimenez», commento Falcon.

L'uomo spinse la ragazza sul sedile posteriore, tenendole giu la testa come se fosse un elemento sospetto fermato dalla polizia, poi si guardo in giro e infine la segui nell'auto. L'obiettivo inquadro la portiera posteriore della Mercedes, movimenti indefinibili dietro il vetro. Non passo piu di un minuto. Jimenez scese dall'auto, sistemandosi la patta dei pantaloni e allungando una banconota alla ragazza. L'uomo torno al volante e la macchina si allontano. La ragazza sputo per terra, si schiari la gola e sputo di nuovo.

«Una sveltina nel vero senso della parola», osservo Ramirez, prevedibile.

Altre riprese notturne. Stesso schema fino a quando vi fu un brusco cambiamento di scena e la telecamera mise a fuoco un corridoio nel quale la luce penetrava da una porta aperta in fondo a sinistra. Poi l'obiettivo avanzo lungo il corridoio, rivelando un riquadro piu chiaro sulla parete di fondo e un gancio sopra di esso. I tre uomini si irrigidirono di colpo, consapevoli che quello ripreso era il corridoio che conduceva alla stanza dove erano seduti in quel momento. La mano di Ramirez ebbe uno scatto in quella direzione. Un sobbalzo della telecamera. La tensione crebbe mentre la mente dei tre veniva invasa dall'impressione di essere sul punto di vedere qualcosa di orribile. L'obiettivo raggiunse il limite dell'area illuminata, il microfono colse una specie di gemito proveniente dalla camera, un lamento tremolante, acuto, uno straziante gemito d'agonia. Falcon provo il bisogno di deglutire, ma la gola non gli ubbidi. Era completamente asciutta.

«Joder!» esclamo Ramirez, per spezzare la tensione. La telecamera ruoto e un istante dopo le riprese proseguirono nella stanza. Falcon era cosi coinvolto da quelle immagini che quasi si aspettava di vedere loro tre, seduti davanti al televisore. Dapprima l'obiettivo mise a fuoco il televisore, una confusione di onde e di tremolii a quella distanza, ma non tali da non lasciar distinguere una donna che masturbava un uomo le cui natiche nude si contraevano a ritmo.

L'inquadratura si allargo, mentre Falcon era ancora disorientato dal contrasto fra i suoni precedenti e le immagini. La faccia rivolta verso lo schermo del televisore, Raul Jimenez era inginocchiato sul tappeto persiano, il lembo della camicia penzolante sulle natiche, i calzini fino al polpaccio, i pantaloni in un mucchio sul pavimento dietro di lui. Carponi davanti a lui stava una ragazza dai lunghi capelli neri, la testa cosi immobile da far capire a

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