«Sei tu importante», dice, «tu sei giovane, devi decidere. Senti… se vuoi attraversare le linee, non preoccuparti per me, non ti sparero nella schiena. E scrivero sul mio rapporto che sei passato dall'altra parte per motivi artistici.»
E questo che non sopporto in Oscar, cerca sempre di farmi pensare, di farmi decidere.
25 novembre 1936, periferia di Madrid
Abbiamo rinunciato a un assalto diretto a Madrid. Il mese cruciale che abbiamo impiegato nella liberazione di Toledo ha dato il tempo ai repubblicani di organizzarsi. Potremmo continuare a martellarli, ma ci costerebbe troppo. La strategia e cambiata. Occuperemo le campagne intorno a Madrid e porremo l'assedio alla citta. Siamo un esercito che passa dalle tecniche piu moderne (i bombardamenti aerei) a quelle medievali (l'assedio)…
Nello spazio di sei settimane sembra che le forze tra i due eserciti si siano equilibrate. I rossi ora hanno i carri armati e gli aerei russi e uomini da tutto il mondo combattono nelle loro brigate internazionali. Hanno possibilita di rifornirsi attraverso i porti del Mediterraneo, Barcellona, Tarragona, Valencia. Oscar aveva sempre detto che sarebbe finito tutto per Natale, ma ora crede che ci vorranno anni.
18 febbraio 1937, nei pressi di Vaciamadrid
Siamo stati respinti dalla strada Madrid-Valencia, cosa che ci aspettavamo da quando l'avevamo occupata. I caccia russi ci mitragliano incessantemente. Siamo bloccati ora e possiamo soltanto stare a vedere come va nel Nord. Abbiamo tempo a disposizione e una buona scorta di sigarette e di caffe. Oscar ha fabbricato i pezzi degli scacchi usando cartucce vuote e noi due giochiamo, o per meglio dire lui mi insegna a perdere con grazia. Conversiamo per migliorare il mio tedesco rudimentale, la lingua che mi sta insegnando.
«Perche sei nazionalista?» mi domanda, muovendo un pedone.
«E tu perche lo sei?» ribatto, spostando uno dei miei di fronte al suo.
«Io non sono spagnolo», dice, minacciando il mio pedone con il cavallo. «Io non devo decidere.»
«Nemmeno io», replico, proteggendo il pedone con un altro. «Sono africano.»
«I tuoi genitori sono spagnoli.»
«Ma io sono nato a Tetuan.»
«E questo ti permette di essere apolitico?»
«Significa che non ho le basi per avere un'opinione politica.»
«Tuo padre era di destra?»
«Non ho un padre.»
«Ma lo era?»
Nessuna risposta da parte mia.
«Che lavoro faceva?»
«Aveva un albergo.»
«Allora era di destra», dice Oscar. «Andava a messa?»
«Solo per bere il vino.»
«Queste sono le tue basi, hai imparato la politica a tavola.»
«E tuo padre?»
«Era un medico.»
«Difficile», dico. «E andava a messa?»
«Noi non abbiamo la messa.»
«Ancora piu difficile.»
«Era socialista», dice Oscar.
«Allora sei di sicuro dalla parte sbagliata.»
«Gli ho sparato il 27 ottobre del 1923.»
Alzo la testa per guardarlo, ma lui continua a studiare la scacchiera.
«Scacco matto in tre mosse», dice.
23 novembre 1937, Cogolludo, vicinanze di Guadalajara
La nostra Bandera e stata sciolta e gli uomini distribuiti tra gli altri reparti dell'esercito. Pensiamo di trovarci qui per sferrare un nuovo attacco alla capitale. Oscar non mi parla, perche sto registrando la mia prima vittoria sul piu arduo dei fronti: la scacchiera.
15 dicembre 1937, Cogolludo
I rossi ci hanno sorpresi lanciando un'offensiva contro Teruel proprio quando ci stavamo preparando ad assaltare la capitale e a trascorrere il Natale sulla Gran Via. Sappiamo soltanto che Teruel e il posto piu freddo della Spagna e che quattromila nazionalisti sono assediati all'interno della citta.
31 dicembre 1937, vicinanze di Teruel
Freddo mortale: –18°. Tempesta di neve. Neve alta un metro. La odio. Faccio fatica a scrivere e scrivo solo per distrarre la mente da queste condizioni terribili. Il contrattacco e stato fermato, ma continuiamo a bombardare la citta, che ormai e solo un cumulo di rovine coperte di neve. Ci fermiamo quando la visibilita e a zero.
8 febbraio 1938, Teruel
Ieri abbiamo sferrato l'attacco, cercando di forzare un accerchiamento. Il combattimento e furioso. Oscar e stato ferito allo stomaco e abbiamo dovuto trasportarlo nelle retrovie. Ho preso il suo posto come sottufficiale.
10 febbraio 1938, Teruel
Trovo Oscar nell'ospedale da campo, soffre moltissimo nonostante la morfina. Sa che non sopravvivra alla ferita. Mi ha lasciato i suoi libri e gli scacchi e mi ha dato istruzioni severissime di bruciare i suoi diari senza leggerli. Piange dal dolore della ferita e mentre mi bacia sento le sue lacrime calde sulla faccia.
23 febbraio 1938, Teruel
Abbiamo seppellito Oscar stamani. Dopo ho bruciato i suoi diari, ho ubbidito alle sue istruzioni e ho lasciato cadere il primo quaderno nel fuoco senza aprirlo. Mentre bruciava non ho resistito alla tentazione di sfogliare le pagine del secondo, parlavano tutte di un amore che pareva non corrisposto. Non menzionava mai il nome della ragazza, ma la cosa non mi ha sorpreso perche non parlava mai di fatti personali, salvo quando mi ha detto di aver sparato a suo padre. Nel terzo aveva cominciato a usare dialoghi immaginari, piu facili della sua prosa pesante. Ho avuto un soprassalto nel leggere parole dette da me e sono arrivato alla conclusione strabiliante che ero io l'amante crudele. Ne ho avuto la conferma quando, infuriato per qualche mia osservazione inconsapevole, mi ha chiamato «Die Kunstlerin». Ho bruciato il resto senza leggerlo.
Ora sono seduto qui a scrivere, una candela stretta fra le ginocchia. Mi e venuto in mente che forse Oscar ha insistito tanto per farmi tenere un diario nella vana speranza che io mi rivelassi a lui. Deve essere rimasto deluso dalle mie interminabili annotazioni di carattere militare.
Non provo nessun disgusto sebbene Oscar fosse fisicamente repellente. Sono triste per aver perso il mio maestro e amico, l'uomo che e stato per me piu del mio vero padre. Sono di nuovo solo senza quella sua figura brutale, senza la sua mente sferzante, senza la sua sicura guida militare. Ho pensieri incomprensibili. In me e stato disturbato qualcosa che posso riconoscere soltanto come un bisogno privo di forma. Non lo comprendo. Rifiuta di lasciarsi definire.