ventiquattr'ore di Raul Jimenez e poi la sua ultima settimana, gli incontri, le colazioni di lavoro, i ricevimenti, le discussioni con l'impresa di costruzioni, con il vivaista che aveva progettato il giardino, con il tecnico dell'aria condizionata. Forni un elenco di societa con le quali il marito aveva trattato negli ultimi sei anni, persone che avevano avuto successo negli affari, altre che avevano fallito, altre ancora con le quali aveva interrotto i rapporti. Era difficile credere, dopo quanto aveva detto Ramon Salgado, che gli unici possibili nemici di Raul Jimenez fossero i macellai, i pescivendoli e i fioristi che avevano perso le forniture ai ristoranti. Gli sguardi di Consuelo Jimenez al suo costoso orologio si fecero piu frequenti e Falcon si decise a porre la domanda importante.

«Abbiamo controllato tutto tranne la commissione dell'Expo '92», disse. «Posso vedere i documenti sull'Expo?»

«Quali documenti?»

«I dati in possesso di suo marito.»

«Non sono qui», replico la signora Jimenez, «e nemmeno a casa.» Chiamo la segretaria.

Falcon le rivolse la stessa domanda e ricevette una risposta ben preparata dalla donna, che guardava la signora Jimenez con l'aria di aspettarsi un aumento di stipendio. Quest'ultima comincio a fargli fretta, a invocare la scusa dei figli. Falcon rimase seduto a guardarla mentre, in piedi accanto alla porta, tamburellava nervosamente sulla borsetta.

«Mi e stata molto utile», disse e lo pensava veramente, perche la visita calcolata di lei a casa sua la sera prima e la sua collaborazione selettiva di quella mattina gli avevano rivelato per la prima volta la possibilita che la volitiva Consuelo Jimenez si fosse trasformata, per ambizione, in una donna senza scrupoli.

Ando a casa per colazione. Encarnacion gli aveva lasciato una grossa scodella di fabada asturiana: fagioli, chorizo, morcilla. Non aveva appetito, ma sperava che il piatto pesante e i due bicchieri di vino lo inducessero al sonno. Si sdraio, la mente piena di dubbi a proposito del suo modo di condurre le indagini. Lo stomaco brontolava come una vecchia conduttura intasata, i muscoli delle gambe si contraevano: stasi agitata, ancora una volta. Invoco il sonno, ma inutilmente. Allora decise di telefonare a Ramon Salgado, ricordando subito dopo che quel giorno Salgado era andato a prendere sua sorella a San Sebastian per portarla a Madrid.

Le mani erano sudate sul volante mentre tornava in ufficio, le viscere irritate per l'unto della fabada, la lingua che pareva foderata di camoscio. Non riusciva a fissarsi su un solo pensiero e a portarlo alla sua conclusione. Un senso di disperazione scivolo come grasso rancido in quel miscuglio e permeo tutto. Si fermo in Republica Argentina e telefono al dottore, il quale non poteva riceverlo fino all'indomani mattina. Aveva davanti a se la notte da superare e l'idea lo agghiaccio, pur comprendendo quanto fosse ridicola. Ripenso a com'era stato solo cinque giorni prima, a quanto fosse stato bello quel senso di equilibrio. Senti le lacrime a fior di pelle e dovette premere la fronte sul volante. Ma che gli stava succedendo?

Sceso dall'auto, si asciugo gli occhi e si riscosse, entro nel bar piu vicino e ordino qualcosa che non beveva mai: brandy. Questo bevevano sempre nei film. Il grande riequilibratore del sistema nervoso. Il barman recito dei nomi, Soberano, Fundador. «Uno qualsiasi», disse Falcon, e ordino anche un cafe solo, per nascondere l'odore nell'alito.

Il liquore gli spacco in due i polmoni e per un attimo rimase senza fiato. Giocherello con la tazzina del caffe, spaventato al pensiero che la mano sul bancone d'acciaio non fosse la sua. La scosse, piego le dita, si tasto il viso. Il barman lo osservava, asciugando una fila di bicchieri.

«Un altro?» domando.

Falcon annui, incapace di credere a cio che stava facendo. Il liquido ambrato fu versato nel bicchiere e Falcon invidio la mano ferma del barman… ah, poter reggere una bottiglia sull'orlo di un bicchiere senza perderne totalmente il controllo. Trangugio il secondo brandy, si scotto il palato con il caffe, sbatte una banconota sul banco e usci.

Nel parcheggio della Jefatura si calmo, riusci a rallentare il ritmo dei pensieri, strizzandosi la testa tra le mani. Nel suo ufficio era accesa la luce. Ramirez, le spalle alla finestra, stava leggendo un rapporto e lo commentava con qualcuno seduto davanti alla scrivania. Si accorse che la gente lo guardava in maniera strana mentre saliva le scale e devio verso la toilette per controllarsi allo specchio. Aveva i capelli ritti e arruffati come un mare in tempesta, le guance colorite e gli occhi rossi, il colletto della camicia fuori dal bavero della giacca e il nodo della cravatta allentato. Il guscio si stava spezzando. Si inumidi il viso con l'acqua fredda, ma le viscere in subbuglio lo costrinsero a chiudersi in un gabinetto. Cibo avariato. Forse si trattava soltanto di questo, penso disperatamente, la fabada di Encarnacion andata a male.

Senti aprire la porta della toilette e la voce di Ramirez.

«… per quel che ne so, se la stara pure scopando.»

«L'Inspector Jefe?» esclamo Perez incredulo.

«Probabilmente e a terra per via del divorzio.»

Tacquero rendendosi conto che un gabinetto era occupato.

I due uscirono e Falcon si lavo le mani, restitui dignita al suo abbigliamento, si ravvio i capelli.

Gli altri erano nel suo ufficio, sulla scrivania il rapporto della scientifica.

«Niente di importante?» domando.

«Niente che possa aiutarci», rispose Ramirez.

«Che cosa aveva da dire Joaquin Lopez?»

«E stato molto interessante, specialmente a proposito della moglie», disse Ramirez, incapace di nascondere la sua antipatia per la signora Jimenez. «Sembra che le trattative fra Raul Jimenez e il signor Lopez fossero molto avanti, avevano discusso di tutto e si erano accordati sulla somma. Gli avvocati stavano gia preparando il contratto.»

«E poi Lopez ha visto Consuelo Jimenez e…» disse Falcon.

«Proprio cosi… ha visto la moglie. E lei non sapeva nulla della trattativa.»

«Probabilmente Raul Jimenez pensava di essere padrone di vendere.»

«Si. Era cosi infatti. Ma sia lui sia Joaquin Lopez avevano sottovalutato il potere della signora. Sono andati a pranzo insieme per conoscersi, il signor Lopez era rimasto impressionato dal modo in cui erano gestiti i ristoranti. L'arredamento, tutte le cose che faceva Consuelo Jimenez.»

«Non mi dica che le ha offerto un lavoro.»

«Ci stava pensando, l'incontro al ristorante era appunto per vedere se a lei sarebbe andata l'idea di continuare a occuparsi dei ristoranti o se il fatto di non essere piu la moglie del proprietario avrebbe fatto una differenza.»

«E l'incontro e andato male?»

«Lei lo ha gelato immediatamente. Joaquin Lopez ha capito che era stato gia tutto deciso in precedenza, Raul Jimenez era come un cane bastonato accanto alla moglie. Il signor Lopez non si e nemmeno preso la briga di richiamare, aveva capito benissimo che l'affare era saltato.»

«E che interpretazione da di questo fatto?» gli domando Falcon.

«Credo che l'abbia ammazzato lei», rispose Ramirez. «Puo pensare che abbia scelto un modo molto elaborato per farlo, ma e proprio questo il punto. Quella donna ha tanto successo nel lavoro perche sta attenta ai particolari, studia ogni dettaglio dal principio alla fine, non lascia niente al caso, si tratti di controllare che le cucine ricevano i prodotti giusti o di pianificare l'omicidio del marito.»

«Sa una cosa?» disse Falcon. «Sono d'accordo con lei. Credo che ne sia capace.»

Ramirez si senti allargare il cuore. Ando alla finestra e guardo dall'alto il parcheggio come se avesse contemplato il suo regno.

«Ma potrebbe esserci qualcos'altro», riprese Falcon. «Apparentemente ha collaborato di sua spontanea volonta e lei e io abbiamo avuto un incontro proficuo questo pomeriggio, anche se mi ha detto molto poco. E quando le ho chiesto di farmi vedere i documenti relativi all'Expo '92, ne ha negato l'esistenza e ha indotto la segretaria a fare altrettanto.»

«Ma e follia», intervenne Perez, «deve esserci una traccia!»

«Un'altra cosa: Raul Jimenez era un uomo d'affari di grande successo. Proveniva da una famiglia di contadini dell'Andalusia e a detta del figlio era privo di scrupoli nelle sue azioni. Al punto che trentasei anni fa gli rapirono il figlio minore, probabilmente per vendetta, e lui praticamente non collaboro con la polizia e lascio la citta con la famiglia. In seguito ha cancellato sistematicamente qualsiasi ricordo del bambino. Lo ha fatto perche si e trovato davanti a una scelta: perdere tutto o perdere tutto tranne la ricchezza e la posizione sociale.»

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