Falcon si chiese se il dottore avesse parlato cosi per consolarlo del fatto di essere impazzito.

«Stavo cominciando a pensare di essere completamente matto», ammise.

«Tu sei sottoposto a una pressione molto particolare, ti trovi coinvolto nei momentanei crolli che periodicamente si manifestano della nostra civilta, quando le condizioni diventano intollerabili e il filo si spezza. E tu devi affrontarne le conseguenze. Non e un'impresa facile. Forse dovresti parlarne con qualcuno… qualcuno che conosca dall'interno il tuo lavoro.»

«Lo psicologo della polizia?»

«E li per questo.»

«Entro un'ora tutti saprebbero che Javier Falcon sta dando i numeri.»

«Non esiste il segreto professionale?»

«Si viene a sapere sempre tutto. Alla Jefatura e come vivere in una caserma o in un collegio, tutti sanno che stai lasciando la tua ragazza ancor prima che lo sappia tu stesso.»

«Parli per un'esperienza dolorosa, Javier.»

«Nel mio caso e stato ancora peggio. Essendo Ines una fiscal e una fiscal molto in vista e ben poco riservata… Forse non dovremmo cominciare da Ines, dottor Fernando.»

«Allora non vuoi consultare lo psicologo della polizia?»

«Voglio qualcosa di piu privato. Non m'importa pagare. Forse e giusto, forse parlarne potrebbe aiutarmi.»

«Non e facile trovarlo e poi nella scienza della mente gli approcci sono molti e diversi. Qualcuno percepisce la cosa unicamente come una condizione clinica, uno squilibro chimico che deve essere normalizzato con i farmaci. Altri usano farmaci e psicoterapia, con un approccio teorico fondato, diciamo, su Jung o Freud, tra gli altri.»

«Avrei bisogno di un consiglio.»

«Io posso dirti soltanto che il tale e un bravo psicologo, che il talaltro ha un approccio esclusivamente farmacologico, che il tizio e un freudiano serio. Potresti non gradire i loro metodi. Sai, il genere: 'Che cosa c'entra la mia caca di quando ero bambino con i miei problemi di adulto?' Ma non significa che non sappiano fare bene il loro mestiere.»

«Credi ancora che dovrei andare dallo psicologo della polizia?»

«Avresti anche il vantaggio della disponibilita.»

«Vorresti dirmi che nella ciudad de alegria,Sevilla la maravilla, non esiste un solo strizzacervelli disponibile? Somos todos chiflados! »

«Soffriamo tutti», disse il dottor Fernando. «Gli spagnoli, non solo i sivigliani, superano i loro problemi con… la fiesta. Parliamo, cantiamo, balliamo, beviamo, ridiamo e facciamo baldoria una notte dopo l'altra. E il nostro modo di affrontare il dolore. I nostri vicini di casa, i portoghesi, sono molto diversi.»

«Sono depressi per costituzione», disse Falcon. «Si sono arresi alla condizione umana.»

«Non credo. Sono malinconici per natura, come i nostri galiziani, dopotutto hanno l'Atlantico da affrontare ogni giorno. Ma amano molto i piaceri della carne, sarebbero capaci di suicidarsi in massa se nel loro paese venisse abolito il pranzo, sanno mangiare, bere e godersi le belle cose.»

«Si», convenne Javier, cominciando a essere interessato. «E gli inglesi? Mio padre aveva una grande ammirazione per gli inglesi. Come affrontano la vita? Sono cosi riservati, inibiti…»

«Be', fanno questo effetto a noi, ma tra di loro… credo che abbiano questa espressione: to take the piss, prendere in giro.»

«Proprio cosi», confermo Javier, «non prendono mai le cose troppo sul serio, sorridono di tutto, niente e sacrosanto per loro. Il famoso senso dell'umorismo degli inglesi. E i francesi?»

«Sesso. Amore. E tutto quello che porta a queste due cose. La table.»

«I tedeschi?»

«Ordnung.»

«Gli italiani?»

«La moda.»

«I belgi?»

«Le cozze», dichiaro convinto il dottor Fernando e risero entrambi. «Non conosco nessun belga.»

«E gli americani?»

«Gli americani sono piu complicati.»

«Hanno tutti il loro psicoterapeuta personale.»

«Si, be', non e facile essere la nazione guida del mondo moderno, con la ricerca della felicita scritta nella costituzione», rispose il medico. «E sono un miscuglio di europei del Nord, di ispanici, di neri, di orientali. E forse e questo, forse hanno perso il contatto con le loro tradizionali valvole di sicurezza.»

«Una bella teoria. Dovresti scriverci un saggio.»

«Ti stai divertendo, Javier.»

«Si», rispose Falcon alzando lo sguardo, con l'aria di domandarsi perche mai si trovasse li.

«Forse dovresti uscire di piu, lavorare meno, frequentare gente.»

«Vorrei comunque che tu mi trovassi qualcuno con cui parlare», torno a insistere Falcon, il fardello di nuovo pesante sulle spalle.

Il dottor Valera annui e scrisse una ricetta per un blando ansiolitico, l'Orfidal, e per qualcosa che lo aiutasse a dormire.

«Una cosa e certa, Javier», disse alla fine, porgendogli il foglio. «L'alcol non risolvera nessuno dei tuoi problemi.»

Falcon porto la ricetta in una farmacia in Republica Argentina e ingoio una pillola di Orfidal con la saliva. Ramirez lo stava aspettando in ufficio con un pacchetto indirizzato all'Inspector Jefe Javier Falcon. Il pacchetto aveva il timbro postale di Madrid.

«E stato passato ai raggi X», disse Ramirez. «E una videocassetta.»

«Bisogna portarla alla scientifica e farla controllare.»

«Un'altra cosa che potrebbe essere interessante. Ieri ho mandato Fernandez alle Mudanzas Triana per aiutare Baena a interrogare il personale e lui ha attaccato bottone con il caporeparto. E saltato fuori che Raul Jimenez ha usato le Mudanzas Triana perche le aveva gia utilizzate in passato. Hanno conservato in magazzino diversi suoi beni dai due ultimi traslochi.»

«La moglie ha detto che si sono trasferiti nell'Edificio Presidente a meta degli anni '80.»

«Da una casa a El Porvenir.»

«E prima Jimenez abitava in plaza de Cuba.»

«Da dove ha traslocato nel 1967.»

«Quando e morta la prima moglie.»

«Alle Mudanzas Triana, quando hanno messo il suo nome nel computer, hanno scoperto che avevano ancora delle cose sue in magazzino. Gli hanno chiesto se dovevano portarle nella nuova casa. Ha risposto di no, con molta veemenza. Allora gli hanno proposto di mandare tutto alla discarica, perche gli stava costando un bel po' di soldi e di nuovo lui ha detto di no.»

Ramirez se ne ando con il pacchetto. La mano di Falcon rimase sospesa per qualche momento sul telefono. Appoggiandosi allo schienale, riflette su quell'informazione. L'Orfidal stava facendo effetto, si sentiva calmo e in grado di concentrarsi, anche se si rendeva conto di una lieve tendenza alla paranoia, a credere che Ramirez volesse distrarre la sua attenzione con un'informazione allettante ma infruttuosa. Aveva davanti a se due possibilita: la prima era chiedere un mandato di perquisizione e questo avrebbe significato mettere nero su bianco come egli credesse nella possibilita che eventi di trentasei anni prima avessero a che fare con l'omicidio. Oppure avrebbe potuto chiedere la collaborazione della signora Jimenez, la quale, pero, gli aveva gia chiuso la porta in faccia sulla questione della commissione per gli appalti.

Lo squillo del telefono lo fece sobbalzare. Il Juez Calderon voleva vederlo, aveva appena ricevuto la visita inaspettata del Magistrado Juez Decano de Sevilla, Alfredo Spinola. Si accordarono per incontrarsi prima di colazione all'Edificio de los Juzgados.

Ramirez torno con la cassetta «ripulita» dalla Policia Cientifica. Insieme con la cassetta, un cartoncino

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