15 aprile 1938, Lerida

Sono rimasto privo di sensi per qualche ora e mi hanno trasportato all'ospedale. Devono ricordarmi che lo abbiamo ripreso noi quasi due settimane fa. Non ho piu scritto nulla dal funerale di Oscar. Sono furioso con me stesso perche non ricordo se avessi fatto qualche progresso con i miei pensieri. Quel «bisogno» di cui ho scritto e un vuoto nella mia mente. Gli eventi si stanno al contrario ridisegnando. L'avanzata senza soste dopo che a Teruel abbiamo messo in fuga i repubblicani. La traversata del fiume Ebro e la presa di Fraga. Perfino l'assalto a Lerida comincia a prendere forma. Ma per quanto mi sprema le meningi non riesco a ritrovare cio che stavo pensando, che cosa era scritto nei diari di Oscar che ho sfogliato. Mi sento privato di qualcosa senza sapere perche.

18 novembre 1938, Ribarroya

Questa e l'ultima testa di ponte dei repubblicani. Ormai sono tutti al di la dell'Ebro e la situazione e tornata quella di luglio tranne per il fatto che ora cade la neve e che ventimila uomini hanno perso la vita sulle montagne. Ricordo tutte quelle partite a scacchi con Oscar prima che imparassi a ragionare in modo piu sottile. Partivo sempre all'attacco, mentre Oscar giocava in difesa, finche, avendo capito i miei piani poco segreti, passava a un contrattacco feroce e mi spazzava via dalla scacchiera. Accade la stessa cosa ai nostri eserciti. I repubblicani attaccano e nel farlo rivelano la concentrazione delle loro forze e la pochezza dei loro scopi. Noi ci difendiamo, regoliamo la nostra reazione e li respingiamo in una posizione dove sono piu deboli di quanto non fossero stati prima. Come diceva Oscar: «E sempre piu facile reagire che agire per primi. Scoprirai che questo vale nell'arte come nella vita».

26 gennaio 1939, Barcellona

Ieri siamo entrati nella citta deserta dietro i carri armati che non hanno incontrato resistenza. Abbiamo attraversato il Llobregat l'altro ieri e gia si avvertiva la disperazione sospesa sul crollo della volonta dei repubblicani. Non c'era nessun senso di trionfo. Eravamo esausti al punto di non capire nemmeno se eravamo contenti di essere vivi. La sera avevamo il controllo della citta ed e stato allora che i nostri sostenitori si sono sentiti abbastanza sicuri e si sono avventurati nelle strade per esultare e, ovviamente, per vendicarsi sugli sconfitti. Non li abbiamo fermati.

XV

Lunedi 16 aprile 2001, casa di Falcon, calle Bailen, Siviglia

Un'altra sveglia a ventimila volt, come se avesse avuto un attacco di cuore e fosse stato riportato in vita dal defibrillatore. L'orologio gli comunico che erano le sei, il che significava un sonno di un'ora e mezzo, o meglio, non un sonno, ma una specie di morte. Il cervello: strano organo che lo teneva sveglio con pensieri tormentosi su suo padre, sulla Guerra civile, sull'arte, sulla morte… e poi, proprio quando stava per rinunciare alla possibilita di riuscire mai piu a dormire, buio totale. Nessun sogno. Nessun riposo, ma un attimo di respiro. Il cervello, incapace di sostenere piu a lungo quel farfugliare incessante, aveva abbassato la saracinesca.

Con il cuore in tumulto, si trascino alla cyclette e comincio a pedalare finche non ebbe la sensazione di essere inseguito, tanto che si giro a guardarsi alle spalle. Si fermo e, smontando dal sellino, si domando se non gli facesse male, psicologicamente, sprecare tanta energia per non andare da nessuna parte. Una stasi agitata. Ma ne aveva bisogno, per acquietare quei pensieri ciclici. Ciclici? Si, stava semplicemente facendo al corpo cio che faceva alla mente. Corse sino al fiume e prosegui fino alla Torre del Oro e ritorno. Non incontro nessuno.

Arrivo per primo in ufficio dopo aver guidato attraverso le vie silenziose, e sedette alla scrivania, desolato in quell'arredamento spartano e nel silenzio massiccio di cemento della Jefatura. Ramirez si presento alle otto e trenta e Falcon lo accolse con la notizia della scomparsa di Eloisa Gomez. Controllo se fossero stati segnalati incidenti, ma l'attivita era stata scarsa; dopo una settimana di appassionata Mariolatria e di baccanali Siviglia era troppo sfinita per avere la forza di sollevare un ricevitore.

Ramirez tiro fuori la busta che aveva ritirato dalla sezione informatica. Tutte le otto immagini del cameraman del cimitero erano la e l'operatore aveva reso piu nitidi i due fotogrammi migliori. Ma non potevano comunque servire; gli occhi non si vedevano, il naso era in ombra sotto la visiera del berretto da baseball e la linea del mento era nascosta dal collo della giacca. Il colore e la grana dalla ristretta porzione di pelle visibile non erano distinguibili. L'operatore del computer aveva mostrato le foto a un esperto di televisione a circuito chiuso, il quale aveva azzardato l'ipotesi che l'assassino fosse maschio, tra i venti e i quarant'anni.

«Non ci aiutera», disse Ramirez, «ma almeno avremo qualcosa da servire sul piatto del Juez Calderon. Il nostro primo avvistamento dell'assassino… sempre meglio che nessun avvistamento.»

«Ma chi e?» domando Falcon, sorprendendo Ramirez con un'improvvisa esplosione di collera. «Agisce da solo? Lo paga qualcuno? Qual e il suo movente?»

«Siamo poi sicuri che per la vittima fosse uno sconosciuto?» domando a sua volta Ramirez, assumendo il tono di Falcon.

«Io si. Non vorrei doverlo provare in tribunale, ma sono certo che abbia avuto le informazioni dalle Mudanzas Triana, che abbia usato Eloisa Gomez per entrare nell'appartamento e che per uscire abbia atteso che arrivasse la domestica. E che sia stato fatto tutto per confonderci.»

«Allora credo che dovremmo far venire qui Consuelo Jimenez e metterla sotto torchio a proposito dell'avvistamento… stare a vedere se crolla», suggeri Ramirez. «E la sola persona che fosse vicina alla vittima, in possesso di tutte le informazioni e in possesso di un movente solido.»

«A questo punto preferisco lavorare con Consuelo Jimenez invece che contro di lei. Devo vederla a mezzogiorno per stabilire chi fossero le persone che avevano rapporti di affari con Jimenez e dividerle tra quelle che avevano un motivo per ucciderlo e quelle che non l'avevano.»

«Questo non conferisce a quella donna il controllo dell'indagine, Inspector Jefe?»

«Non proprio… perche noi svolgeremo altre indagini indipendenti. Lei ha trovato quel Joaquin Lopez del Cinco Bellotas. Merita di essere interrogato. E Perez puo andare in Comune a cercare i nominativi delle aziende che hanno avuto contatti con la commissione per gli appalti dell'Expo '92. Fernandez andra all'ufficio Licenze e tirera fuori dei nomi, e dopo potra dare un'occhiata al dipartimento d'Igiene e ai vigili del fuoco e solo quando avremo controllato tutto, fino a quelli che frequentano i ristoranti per vendere fiori ai clienti che dimenticano di essere romantici, solo allora lasceremo in pace la signora Jimenez. Percio lavoreremo con lei, ma dovra sentire la nostra pressione sul collo.»

«E il racket locale?»

«Se si fosse trattato di questo, sarebbe stato incendiato uno dei ristoranti, non avrebbero torturato e ucciso il proprietario. Ma terremo gli occhi aperti.»

«La droga?» suggeri Ramirez. «Visto che abbiamo a che fare con un comportamento estremo, con una violenza da psicopatico…»

«Parli con la squadra narcotici, veda se Raul Jimenez o qualcuno collegato con lui sia mai stato fermato o arrestato per spaccio.»

Gli altri uomini della squadra arrivarono nel quarto d'ora successivo e Falcon li mise al corrente, mostro le immagini riprese dalla videocamera e li spedi a portare a termine una giornata di lavoro pesante e noioso. Si informo da Serrano sul cloroformio e sugli strumenti chirurgici; nessuna notizia dagli ospedali, che stavano ancora controllando le loro scorte. E stava proseguendo la ricerca nei laboratori. Poi mando Baena alle Mudanzas Triana per interrogare i dipendenti e accertare che cosa avessero fatto il sabato mattina durante il funerale di Raul Jimenez. Uscirono tutti. Falcon parlo lungamente al telefono con Calderon, che lo aveva chiamato, nonche con il Comisario Lobo. Normalmente quelle interminabili ripetizioni lo avrebbero irritato, ma quel giorno furono i suoi interlocutori a concludere per primi la telefonata. Subito dopo si dedico alle sue scartoffie, cosa che non faceva mai il lunedi mattina, specialmente durante un'indagine. Usci presto per andare all'appuntamento con la signora Jimenez, al ristorante.

Cominciarono col guardare il video dei partecipanti al funerale. La signora Jimenez diede un nome a tutti e spiego il loro rapporto con suo marito. Non c'era niente di insolito tra la folla. Ricostruirono le ultime

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