«Suppongo di si.»
«Lo suppone?»
«Ne sarei piu sicuro se potessi fare un controllo del sangue nelle feci. Kyle, che ne dici se vado lassu con un piccolo tampone?»
«No.»
«Senti, Kyle. Sono le tre e mezzo del mattino, tu sei malato e io ho bisogno di sapere perche. Per cui, o mi lasci eseguire questo procedimento o me ne vado a casa e torno a dormire.»
«Cosa?» esclamarono all’unisono Kyle e Jeannie.
«Non mi lasceresti mai, vero, dottore?» piagnucolo Kyle.
«Come no. Credimi, lo farei. Il dottor Ellis si prendera cura di te ora e al mattino troveranno un altro medico. Naturalmente, se sarai ancora vivo. Allora, cosa facciamo?»
Per trenta secondi regno il silenzio, poi, lentamente, Kyle si giro con il volto verso la parete e tiro su le gambe.
«Maledizione, sei proprio un cocciuto medico figlio di buona donna», rispose Kyle. «Eri cocciuto da bambino e non hai fatto che peggiorare.»
«Saro delicato», promise Matt.
Alle sei e mezzo, l’incombente crisi attorno a Kyle Slocumb era passata. L’esame rettale, effettuato con tanta fatica, aveva rivelato feci nere risultate positive alla presenza di sangue, intimidito forse dall’intervento, non aveva opposto troppa resistenza all’inserimento di un sottile tubo in plastica, che Matt aveva fatto scivolare su per una narice e scendere lungo la faringe fino nello stomaco. Anni di forti sigarette di tabacco coltivato in casa avevano distrutto il riflesso faringeo e reso cosi quella difficile inserzione una bazzecola. Il contenuto dello stomaco aspirato attraverso il tubo era composto di sangue vecchio che assomigliava a caffe macinato e alcune strisce di sangue fresco, rosso brillante. Le trasfusioni avevano rimpiazzato il sangue perso e la massa ematica circolante, cosi che, quando Kyle era stato portato nel reparto gastrointestinale per sottoporsi a un esame eseguito dal gastroenterologo Ed Tanguay, aveva ripreso il suo colorito e la pressione sanguigna si era stabilizzata.
«Tutto a posto», commento Lewis mentre usciva con Matt dal pronto soccorso. L’aria umida del mattino era fragrante.
«Quasi», replico Matt. «Incrociamo le dita e speriamo che il dottor Tanguay trovi solo una gastrite. E una specie di infiammazione del rivestimento dello stomaco. Andrebbe bene anche se fosse una piccola ulcera.»
«Se invece fosse un tumore, sarebbe finita per lui.»
«Non necessariamente. Possiamo curare il cancro allo stomaco chirurgicamente. Ma non pensiamoci, fino a che non sappiamo cosa ha trovato il dottor Tanguay. Siamo fortunati che abbia potato visitare Kyle immediatamente.»
«Anche se quel medico dice che Kyle deve passare la notte in ospedale, penso che se ne andra.»
«Secondo me dovrebbe rimanere in ogni caso, almeno per assumere alcuni farmaci per lo stomaco e fare forse un’altra trasfusione.»
«Senti, se puo camminare, non rimarra di certo.»
«Sono riuscito a fargli fare quell’esame, Lewis. Posso indurlo a rimanere.»
Lewis Slocumb si giro e guardo Matt. L’acutezza nei suoi occhi verde-azzurro era mascherata dal resto del volto sporco e segnato.
«Noi siamo diversi, Matthew», osservo. «E uno stile di vita che ci siamo scelti da soli e non c’importa che la maggior parte della gente ci consideri pazzi o addirittura malvagi. Cioe, finche non attraversiamo il confine con il loro mondo. Non e qualcosa che ci piace fare, credimi. Kyle e io abbiamo attraversato quel confine questa mattina. Ora vogliamo tornare indietro il piu rapidamente possibile. Per cui, fa’ che accada, dottore, e noi correremo i nostri rischi. La nostra razza, i montanari, pensa che, finche non si fa del male a nessuno, si puo essere come si vuole. La maggior parte della gente quaggiu in citta non e affatto gentile con noi, e questo vale anche per il tuo ospedale.»
Matt era talmente stupito che non riusci quasi a replicare. Da quando era tornato con il dottorato in medicina, Lewis Slocumb l’aveva sempre e soltanto chiamato dottore. E ora aveva anche pronunciato molte piu parole di quante Matt potesse ricordare.
«D’accordo», riusci a dire. «Faro tutto il possibile per far dimettere Kyle ma, se ritengo che sia in pericolo dovrai firmare l’autorizzazione contro il mio parere.»
«Lo faro. E tu smettila di preoccuparti. Non ti citeremo in giudizio, qualsiasi cosa succeda.»
Sghignazzo, tossi e sputo.
Matt fisso a est il primo bagliore del sole che illuminava il cielo da dietro le colline. Distrattamente, infilo la mano in tasca e sfioro la busta.
«Ehi, Lewis, dimmi che ne pensi di questa», disse, porgendogli il biglietto.
Era certo che tutti gli Slocumb sapessero leggere piu o meno bene.
«Non mi dice niente», rispose Lewis.
«Vuoi dire che non sai di che cosa sta parlando il tipo che ha scritto questo biglietto? Che non sai dov’e questo crepaccio?»
Lewis frego il terreno con la punta dei suoi logori scarponcini.
«Non lo so, ma forse lo so.»
«Lewis, ho appena salvato la vita a tuo fratello e per anni sono venuto alla fattoria per visitarvi. Questo biglietto e molto importante per me. Ha a che fare con la miniera.»
«So con cosa ha a che fare. Ce l’hai proprio con quella vecchia miniera.»
«Ho le mie ragioni», borbotto Matt, esasperato. «Mio padre e mia moglie, e sono due. Un paio di minatori deceduti, altri due… Lewis?»
«Apprezzo cio che hai fatto per Kyle la dentro, davvero.»
«E allora?»
«E realmente importante per te?»
«Lo e. Ho distribuito volantini offrendo una ricompensa a chi poteva darmi informazioni su scarichi illegali di rifiuti tossici della miniera, e qualcuno ha infilato questo biglietto sotto la mia porta.»
Lewis continuo a sfregare il terreno, pensieroso, ricoprendo gli incavi fatti nella sabbia. «Allora, niente di nuovo», affermo infine.
«Che intendi dire?»
«Voglio dire che un sacco di gente che vive nei boschi sa del crepaccio e della galleria e anche della merda che quelli della miniera tengono la dentro.»
Il polso di Matt accelero.
«Che intendi con ‘merda’?» chiese.
«Sostanze chimiche, proprio come hai detto tu. A barili.»
«Dannazione. Lewis, puoi portarmi la?»
Lewis sospiro.
«Dentro la montagna? Suppongo di si.»
«Quando?»
«Quando pensi di avere finito con Kyle?»
«Non lo so. Forse nel tardo pomeriggio.»
«Allora ne riparliamo nel tardo pomeriggio.»
«Pero tu sai qualcosa di questo veleno di cui parla il biglietto?»
«Si.»
«E mi porterai a vederlo di persona?»
«Immagino di si, ma ora non posso dirti quando. Dipende anche dai miei fratelli.»
«Lewis, sai che da tempo cercavo di venire a sapere qualcosa sulla BC C. Perche non mi avete detto nulla al riguardo prima?»
«Dottore, a noi tu piaci. Ma ci piace anche mangiare.»
«Che diavolo significa?»
«Significa che Stevenson e i suoi uomini alla miniera ci hanno pagati per non dire cio che sappiamo.»
«Non capisco. Che legame hanno con voi?»