parecchi isolati individuarono dei camion delle reti televisive, allineati lungo il bordo della strada. Videro quindi, a un isolato davanti a loro, la barriera blu.

«Che ore sono?» chiese Matt, con la speranza che il suo orologio e quello preso da Ellen dalla scrivania di Heidi non concordassero.

«Le tre passate», rispose Ellen tristemente, «da cinque o sei minuti. Lei ha fatto l’impossibile.»

Quanto sarebbe durato in tutto quello spettacolo, si chiese Matt. Non piu di dieci o quindici minuti, penso, seguito forse da alcuni commenti dei guru della salute di varie compagnie televisive. Sarebbero passate ore prima che i telegiornali normali mandassero in onda la loro storia, avvisando cosi i pediatri di tutto il paese che le vaccinazioni erano state bloccate. Non erano riusciti a fermare la prima iniezione, ma forse sarebbero riusciti a contattare in tempo una qualche autorita e a evitare migliaia di altre vaccinazioni pericolose. Tre per cento.

«Barricate», annuncio Matt. «Siamo arrivati.»

Mentre raggiungevano l’incrocio, un giovane poliziotto di Washington si diresse lentamente verso di loro. Fisso in modo strano la Nonnetta Motociclista, appollaiata comodamente sul sedile rialzato del passeggero dietro Matt.

«Qui non si puo entrare», li avviso. «Dovrete dirigervi da quella parte per due isolati fino a che non troverete l’agente di polizia, o tornare sulla circonvallazione.»

«Parlo con lui?» domando sottovoce Ellen.

«Abbiamo un’unica opportunita e non credo proprio sia lui. Quando finira di parlare con il suo sovrintendente, che a sua volta chiamera il suo capo, sara gia domani.»

«Che fare, allora?» chiese Ellen.

A quel punto, dietro di loro si erano incolonnate molte altre automobili. L’agente di polizia ripete le stesse istruzioni anche agli occupanti di un minifurgone color argento.

«Secondo me, dobbiamo salire alcuni gradini nella scala del commando. Resista.»

«Preghiamo soltanto che quel ragazzino in divisa da poliziotto non inizi a sparare.»

«Non e lui che mi preoccupa», ribatte Matt. «Si tenga salda. Voglio provare a raggiungere la porta d’entrata della clinica. Che ore sono?»

«Le tre e dieci.»

«Dannazione.»

Matt attese che il poliziotto fosse passato a un’altra macchina, quindi aggiro a gran velocita la barricata, balzo sul basso cordolo e si lancio lungo il marciapiede. Se il poliziotto aveva sparato contro di loro, non udirono il colpo. Si stavano avvicinando rapidamente alla falange di furgoni delle compagnie televisive che indicavano l’entrata della clinica. Novanta metri… quarantacinque… Matt gia si vedeva sfondare la porta a vetri, quando, con la coda dell’occhio, colse un movimento alla sua sinistra. Rallento e stava girando la testa, quando una donna si lancio su di loro. Le braccia tese, sbatte contro le spalle di Matt ed Ellen e li fece volare dalla motocicletta e atterrare sulla terra battuta di un terreno coperto d’erbacce e immondizie. La Harley, senza guidatore, sbando di lato lungo il cemento e si fermo contro la base di un albero. La donna, un’atletica brunetta sulla trentina, li tenne a terra finche non arrivarono altri due agenti dei servizi segreti, le pistole puntate.

«Non muovetevi», sibilo uno di loro, la pistola puntata. «Toglietevi il casco, lentamente, lei per primo.»

Ellen e Matt ubbidirono.

«Sono un medico», si presento Matt.

«Vi prego, ascoltateci», li imploro Ellen. «Io sono un membro della commissione che ha approvato il vaccino che e stato appena inoculato a quel bebe la dentro. Mi chiamo Ellen Kroft. Abbiamo scoperto che l’Omnivax presenta un grave problema. Dobbiamo assolutamente parlare con qualcuno di autorevole mentre la televisione sta ancora trasmettendo, per poter avvertire la cittadinanza e impedire che altri bambini vengano vaccinati. Centinaia di vite potrebbero essere in pericolo. Vi prego! Sto dicendo la verita. Il vaccino contiene un elemento infettivo. Bisogna avvisare la signora Marquand.»

Uno degli agenti, un dinoccolato uomo nero con una cicatrice che gli attraversava il mento, li fisso sospettosamente, quindi lancio un’occhiata interrogativa agli altri due, che scrollarono le spalle.

«Certificato d’identita?» chiese.

Ellen scosse la testa.

«Lo immaginavo.»

«Portafogli, nella tasca della giacca», disse Matt.

«Lo tiri fuori lentamente.»

L’agente porse il portafogli di Matt al collega che esamino il contenuto.

«Concessione del West Virginia. Matthew Rutledge. Dice che e un dottore.»

«E io sono il Papa», borbotto il primo agente, prendendo un paio di manette dalla tasca posteriore. «In piedi, tutti e due. Jill, perquisiscili.»

«Per favore», ripete Matt disperatamente, mentre il suo polso sinistro veniva ammanettato a quello destro di Ellen, «dobbiamo andare laggiu prima che venga interrotta la trasmissione dal vivo.»

«Stia zitto!» L’agente si rivolse agli altri due. «Allora?»

Jill sollevo dal fianco la radio ricetrasmittente.

«Bert, sono Jill. Quanto ritardo ancora prima che inizi lo spettacolo?»

«Ritardo?» domando Ellen.

«Ho detto, silenzio!»

«Alan, Bert dice ancora dieci minuti», riferi Jill all’agente nero.

L’uomo sospiro.

«Digli che gli portiamo giu due non invitati. Prima ce li togliamo dalle mani e li passiamo alle sue, meglio e.»

«Grazie», esclamo Ellen, decisamente sollevata. «Ha fatto la cosa giusta.»

«Perche le sue parole suonano piu come ‘Si trovi un altro lavoro?’»

«Hanno gia iniettato il vaccino?» oso chiedere Ellen.

«No, non sono neppure andati ancora in onda.»

«Che e successo?»

«E successo che un pazzo e entrato la dentro vestito da elettricista. Con un paio di forbici ha troncato il cavo che collega la telecamera all’interno della clinica con il camion che trasmette il segnale a tutte le stazioni televisive. Abbiamo accumulato un ritardo di quarantacinque minuti. Credo pero che stiano sostituendo il cavo proprio ora.»

«Affrettatevi, allora», li esorto Matt. «Portateci da uno dello staff della signora Marquand prima che facciano quell’iniezione e vi prometto che diventerete degli eroi.»

«Spero per lei che abbia ragione.»

Scortati da due agenti ai fianchi e da una folla che li scherniva dalle finestre delle case popolari, Ellen e Matt percorsero il vialetto verso la clinica.

«Non riesco a credere che ce l’abbiamo fatta», esclamo Matt.

«Glielo avevo detto di non arrendersi.»

«No, ero stato io a dirlo a lei.»

Ellen si rivolse a Jill.

«Ha una qualche idea del perche quell’uomo ha tagliato il cavo?»

«Come ha detto Alan, e l’opera di un pazzo. Sentite, se ancora non se ve foste resi conto, questa per noi non e una gran bella giornata. Se ci state prendendo in giro riguardo alla vostra identita o al vaccino, vi ammanetteremo allo stesso albero che sta abbracciando quel pazzo e vi faremo passare li la notte a saggiare l’ospitalita del quartiere.»

L’agente indico alla loro destra, dove se ne stava il colpevole, le braccia ammanettate attorno a una grossa quercia.

Ellen sorrise mentre superavano l’uomo dirigendosi verso il luccicante centro sanitario.

Rudy agito la punta delle dita.

«Ehi, Rudy», grido Ellen, «questo e il mio nuovo amico, Matt Rutledge. Matt, lui e il mio… qualcuno che significa molto per me, Rudy Peterson.»

Вы читаете Sindrome atipica
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату