David Cohen indosso la tuta termica e programmo il GPS in modo da individuare con precisione il punto dove i suoi sismografi avevano registrato la leggera attivita tellurica nella calotta polare antartica.

Quindi usci attraverso la porta, che era dotata di un meccanismo di pressurizzazione simile a quello dei mezzi sottomarini, per evitare che la gelida aria esterna riuscisse a filtrare nella stazione di ricerca. Il suo viso era coperto da una maschera, e nessun lembo di pelle era esposto all’aria.

Il giovane sismologo sali sulla motoslitta e parti nella direzione che si era prefissato: lungo il 60° meridiano, in direzione del Polo dell’Inaccessibilita, a circa quindici miglia dal rifugio. Il sole si manteneva poco sopra l’orizzonte.

La motoslitta supero grandi distese bianche, s’inerpico su picchi che sembravano sculture, aggiro montagne di ghiaccio ma, dopo circa un’ora, David fu costretto ad abbandonarla per proseguire a piedi: un costone di ghiaccio gli sbarrava la strada e gli precludeva la vista.

L’aria gelata, sebbene filtrata dalla maschera, gli faceva mancare il respiro. Arranco lungo le pareti del costone, su un ghiaccio duro e compatto che i chiodi degli scarponi riuscivano ad aggredire soltanto a costo di grandi sforzi.

Ma finalmente arrivo ad adagiarsi sulla cresta ed estrasse il binocolo: cio che vide gli taglio il fiato molto piu dell’aria gelata.

Una trivella per prospezioni petrolifere o carotaggi nel ghiaccio era piazzata al centro di una radura bianca, in una zona dove il ghiaccio raggiungeva uno spessore di circa tremila metri.

Nei pressi della grossa trivella operavano alcuni mezzi pesanti, e a poca distanza dalla perforazione in corso c’erano almeno altri quattro grossi fori, disposti a semicerchio. Tutta la zona era presidiata da sentinelle armate, e tre uomini erano alle prese con un rivelatore radar, probabilmente bloccato dal ghiaccio.

Era certamente questo il motivo per cui lo strumento non aveva rilevato l’avvicinamento del giovane sismologo. Tutti gli uomini erano in divisa militare, ma nessun segno identificativo ne indicava la nazione. Uno dei gatti delle nevi si avvicino al foro, e ne smontarono due uomini, che aprirono il portello posteriore. La cassa che prelevarono era costellata di scritte in cirillico, tra le quali si vedeva perfettamente il simbolo giallo e nero del pericolo di contaminazione radioattiva.

David si lascio scivolare con la massima cautela sul costone di ghiaccio. Poteva soltanto sperare che la riparazione del radar durasse quanto bastava perche lui potesse portarsi al sicuro.

Ma era partito da pochi minuti quando si accorse di essere seguito. Due motoslitte e un mezzo cingolato avevano fatto capolino sulla sommita che aveva appena lasciato.

In quello stesso momento prese a soffiare un fortissimo vento che David conosceva molto bene: era il gelido blizzard, che spazza la calotta ghiacciata e spesso assume l’intensita dei piu violenti uragani.

Se non avesse trovato un buon riparo, David sapeva di avere poche probabilita di cavarsela. Ma era altrettanto vero che quell’improvvisa minaccia gli dava l’unica possibilita di sfuggire agli inseguitori, e un anno di ghiacci polari gli aveva dato un’esperienza senza dubbio maggiore di quella dei misteriosi uomini armati.

Si rannicchio dietro il parabrezza della motoslitta e la spinse alla massima velocita possibile, compatibilmente con la visibilita che si andava progressivamente riducendo con il montare della tormenta. Per orientarsi poteva contare soltanto sulla bussola.

Per fortuna la tempesta non era delle piu violente, altrimenti, nonostante l’esperienza, non ne sarebbe uscito vivo. Riusci a trovare la pista battuta dell’andata: poco piu che un sentiero nel ghiaccio, tracciato dai mezzi del centro nelle loro sortite, ma poteva appena vedere pochi centimetri oltre il muso della motoslitta. Quanto bastava, pero, a indicargli la strada.

David stava pensando a quale motivo potesse aver spinto quegli uomini a depositare materiale radioattivo nei fori aperti dalla trivella. Erano quasi certamente contrabbandieri di scorie radioattive, che avevano trovato il posto ideale per nascondere il pericoloso prodotto, ricavandone enormi profitti illeciti. Si, doveva proprio essere cosi.

Queste poche riflessioni bastarono a fargli perdere la concentrazione. La slitta urto contro uno sperone di ghiaccio, poi si mise di traverso e cappotto piu volte. David atterro su una montagnola di neve soffice, senza riportare alcun danno. Si alzo e torno di corsa verso la slitta cappottata. Vide la benzina uscire dal serbatoio, mentre il motore, rimasto accelerato, era imballato a un altissimo numero di giri. Le fiamme divamparono improvvise, spargendosi tutto intorno per un raggio di diversi metri.

David si lascio sfuggire un’imprecazione smorzata. Mancavano soltanto poche miglia alla salvezza.

Gli inseguitori raggiunsero la slitta rovesciata pochi minuti piu tardi. Il rogo aveva assunto dimensioni ancor piu vaste.

Due uomini scesero dal gatto delle nevi, cercando di distinguere un corpo umano tra le fiamme.

«Qui non si riesce a vedere niente» grido uno di essi, tentando di superare il fragore del vento.

«Non credo che se la sia cavata. E, se per caso fosse ancora vivo, sara quasi certamente ferito. Ci pensera la tempesta. Tanto piu che non sappiamo che cosa sia riuscito a vedere. Magari era soltanto uno dei ricercatori che passano spesso nelle vicinanze della nostra base.»

«Hai ragione. Andiamo.»

David era appiattato nello strato di neve, a poca distanza, e sentiva tutto. Mosse le dita dei piedi. Il principio di assideramento gliele stava facendo formicolare. Doveva mettersi in movimento, prima che il gelo gli attaccasse gli organi vitali.

Dopo due ore ando quasi a sbattere contro uno degli edifici della base. Aveva camminato alla cieca nella tormenta, e spesso aveva temuto di non farcela.

Trovo ad aspettarlo alcuni dei colleghi. «Dove ti eri cacciato?» gli chiesero. «Stavamo per uscire a cercarti, anche se con questa tempesta…»

«Sono uscito a fare qualche prelievo, e mi ha sorpreso il blizzard. La mia motoslitta e andata distrutta in un incidente», menti. Per il momento preferiva non rivelare a nessuno la sua scoperta.

Aveva dimenticato molte parole di suo padre, ma non queste: «L’Intelligence e l’unica vera arma di difesa di Israele. Ogni situazione fuori della norma deve essere segnalata. Magari a te potranno sembrare dettagli di scarso interesse, ma loro sanno come custodire ogni informazione ricevuta e utilizarla in caso di bisogno».

Quando raggiunse la sua stanza, benedisse la grande rete telematica e la possibilita d’inviare messaggi a chiunque in qualsiasi parte del mondo. Sapeva bene chi doveva contattare: un caro amico, ufficialmente impiegato presso un’azienda commerciale di New York.

Due ore piu tardi, sul tavolo di Oswald Breil arrivo un rapporto dettagliato.

«Penso che abbiamo scoperto il disegno finale di quei pazzi assassini», disse Oswald a Erma. «L’Antartide ha una superficie di quattordici milioni di chilometri quadrati, quasi una volta e mezzo quella dell’Europa. La terraferma e quasi completamente coperta da una calotta di ghiaccio spessa fino a quattromila metri. Sa che cosa significherebbe far esplodere quegli ordigni li sotto? Buona parte dell’Antartide si scioglierebbe negli oceani, portando a un innalzamento del livello del mare tra i quaranta e i sessanta metri. Ricorda che cos’ha detto ancora Fosh? ‘L’onda purifichera i peccati, e sulle rovine ricostruiremo il Regno di Cristo.’ Eccola qui l’onda che dovrebbe purificare il mondo, un evento talmente catastrofico che nemmeno i piu pessimisti tra gli scienziati vogliono ipotizzarlo.»

«Dobbiamo intervenire immediatamente, ma come possiamo operare al polo Sud?»

Oswald riflette soltanto qualche istante, poi sollevo la cornetta del telefono.

«Mi chiami il presidente degli Stati Uniti sulla linea riservata. Voglio parlare personalmente con lui.»

Pochi istanti piu tardi si senti rispondere con molta cortesia dall’uomo piu potente del mondo.

«Sono Oswald Breil, signor presidente, il vice ministro della Difesa di Israele.»

«Sono stato informato, signor vice ministro. A che cosa devo questa chiamata?»

«Lei ha sicuramente seguito la recente vicenda dei terroristi legati a una setta segreta, che stanno disseminando il globo terrestre di ordigni nucleari.»

«Naturalmente, e so anche che dobbiamo a lei l’insuccesso di due azioni di quegli assassini. I nostri servizi stanno seguendo la vicenda con la dovuta attenzione, ma per il momento non siamo in possesso di alcun indizio.»

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