Non sembrava affatto male.

Capitolo tredici

Dieci minuti dopo la sua conversazione telefonica con lo sceriffo Connelly, Patrice si trovava ancora nel piccolo vano cucina di casa sua. Era solo uno striminzito angolo di un metro per due ricavato dalla zona soggiorno, con una finestra che dava sugli alberi. In quel momento la donna stava guardando fuori, anche se, a dire il vero, non stava osservando nulla.

Nulla che qualcun altro avrebbe potuto vedere, a ogni modo.

Bill e Patrice Anders avevano vissuto quasi tutta la loro vita a Portland. Quando i ragazzi se ne andarono di casa verso la meta degli anni ’80 i genitori cominciarono con qualche incertezza a cercare di ricordarsi come si passasse il tempo libero, come fossero stati dei dipendenti di uno zoo abbandonato, congedati dopo che gli animali erano stati lasciati Uberi di tornare nella giungla. Iniziarono a lasciare la citta nei weekend, divertendosi in un modo un po’ insulso, ma fu solo quando scoprirono Verona che tornarono ad avere i loro orizzonti.

Poco piu che una gobba sulla 101, la strada costiera che scendeva dall’estremita dello stato che dava sul Pacifico, Verona era costituita da una manciata di strade, qualche edificio di legno, una drogheria e non molto altro: c’erano buone probabilita di attraversarla e lasciarsela alle spalle senza che venisse in niente di fermarsi. Ma se per caso qualcuno, bighellonando verso sud, avesse tenuto gli occhi aperti uscendo dal paese, proprio dopo il ponte che sovrastava l’insenatura, avrebbe visto un cartello con l’indicazione «Redwood Lodgettes». Un’insegna trasformata dal calore del sole in un vecchio pezzo di legno, puntato verso gli alberi. Patrice lo aveva notato e si erano fermati per dare un’occhiata. Quella decisione improvvisa cambio il resto della loro vita.

Le Redwood Lodgettes erano un pezzo di storia in via di estinzione, una localita vacanziera da vecchia scuola che segnava la fine di una mattinata di viaggio e l’inizio di un pomeriggio di nuotate, urla, corse in mare e ritorno con la sabbia e gli aghi di pino sotto i piedi: mamma era felice perche il posto era carino e c’era anche modo di lavare gli indumenti; papa era contento perche aveva rispettato il budget; i bambini, consci, anche se vagamente, di tutto questo, si crogiolavano nel calore di una famiglia, per una volta unita da una gioia semplice. Quattordici bungalow erano sparsi su un paio di acri di terreno alberato, circondati dal lato da un litorale roccioso e dall’altro dalla piccola baia. In quella prima visita Bill volle fare uno schizzo della loro casetta (la numero 2), tanto era interessato dal modo in cui era stata messa insieme: salotto, angolo cottura, camera da letto, bagno e dispensa, che erano stati ottenuti occupando ogni centimetro abitabile di una robusta costruzione in legno di nemmeno quaranta metri quadri. Una stufa a legno nel salotto rendeva la casa il posto ideale per le frizzanti serate primaverili; la camera da letto era accogliente nelle fredde notti invernali. La veranda che circondava la casa era il posto dove si viveva in estate e in autunno, ascoltando gli uccelli e il mormorio distante dell’acqua, chiedendosi cosa ci sarebbe potuto essere per cena, tenendo un libro aperto in grembo per legittimare il non far niente, incluso il leggerlo.

Quella sera ripercorsero il ponte ed entrarono in paese. Trovarono un bar, sistemato su palafitte nella baia, che aveva tavoli da biliardo e musica ad alto volume che suonava loro familiare e piu in alto, sulla collina, un ristorante buono come quelli di Portland. Bevvero vino e birra del luogo e rimasero affascinati come non era accaduto loro da molto tempo. Alla loro eta realizzare un incantesimo non era una cosa semplice. Verona ci riusci. Bill e Patrice scoprirono di respirare meno affannosamente, tenendosi per mano sulla spiaggia e sorridendo alle altre persone che passeggiavano; osservavano il mare e percepivano la curvatura della terra. Scelsero gli stessi aperitivi per tre sere di seguito. La coppia di anziani che dirigeva Kedwood Lodgettes — i Willard — aveva cominciato a chiamarli per nome gia il secondo giorno. Quando arrivo il momento di andarsene, Patrice dovette essere quasi portata via a forza, non prima di avere strappato a suo marito la promessa che sarebbero ritornati appena possibile.

La decisione fu presa li su due piedi. Quello era il posto dove sarebbero venuti quando avrebbero avvertito la necessita di allontanarsi dal mondo.

Passarono dieci anni durante i quali vi tornarono venti volte, forse venticinque. I «Willard si ritirarono nel ’94, ma non cambio molto: Patrice e Bill continuarono ad approdare alle Lodgettes come quegli uccelli marini che due volte l’anno vengono a riva seguendo la marea. Una volta riuscirono quasi a portare i loro figli, ma naufrago tutto. Non che ci fosse nulla di insolito. Una volta in cui parlavano di Josh e Nicole, Bill descrisse il rapporto che avevano con loro come «cordiale», e le cose stavano proprio in questi termini. Si volevano bene, su questo non c’erano dubbi, ma in maniera estremamente controllata. Nessuno impazziva d’affetto. I contatti telefonici erano regolari, le visite cordiali; si incontravano per le feste comandate, quando si scambiavano regali ben scelti e ognuno dava una mano in cucina. I loro figli lavoravano sodo. Se le loro carriere erano piu importanti delle visite in famiglia, allora non c’era granche da fare. Bill e Patrice andarono lo stesso a Verona. Era bello avere un posto solo per loro, senza doversi preoccupare se altri lo trovavano accogliente. Non riproposero piu un viaggio di famiglia.

Poi, quando si trovarono a Verona per un weekend alla fine di agosto, capito loro di scambiare due parole con i nuovi proprietari. Non avevano un rapporto stretto — diversamente dai Willard, Ralph e Becca sembravano dimenticarsi di loro dopo ogni soggiorno, e ogni volta la confidenza doveva ripartire da zero — ma capirono subito che c’era qualcosa sotto. C’era un’aria di smantellamento. Lo chiesero, e Ralph lo confermo senza nessun evidente rimorso: quella era l’ultima estate delle Lodgettes.

Sentendo questo, Patrice avverti un colpo al cuore e la sua mano sali alla bocca. Ascoltava a malapena mentre le veniva detto che quell’attivita non rendeva abbastanza soldi, anche se la localita stava acquistando in popolarita, dato che Cannon Beach, Florence e Yachats stavano diventando troppo care e la gente cercava piu avanti lungo la costa piccoli angoli romantici. Questo non stava aiutando le Lodgettes. I giovani non volevano vecchie baite di legno, ma lettori DVD e succhi biologici. La «stone therapy» era un requisito fondamentale. Le Lodgettes erano state costruite in una zona di grandissimo pregio e una catena di hotel in quel luogo sarebbe stata una scelta immediata per qualcuno che aveva il fiuto per gli affari. Piu tardi Bill borbotto a Patrice che se Ralph e Becca si fossero sforzati di ricordarsi degli ospiti tra una visita e l’altra, allora tutto sarebbe stato diverso. Ma le cose stavano cosi, e un investitore di San Francisco aveva fatto un’offerta che loro non erano nelle condizioni di rifiutare.

Bill e Patrice sedettero sulla terrazza del bar prima di cena, sorseggiando i loro drink: una rara birra per lui e un ancora piu raro Sweet Manhattan per lei. Patrice sentiva una tristezza come da molto tempo non le accadeva. Perche la vita doveva essere cosi? Era come se, di anno in anno, il mondo accettasse sempre piu cose che per lei non significavano nulla, innovazioni che apparivano insignificanti o poco chiare, ma che erano annunciate come l’alba di una nuova era. Si era rassegnata a tatto cio, aveva fatto del suo meglio per comprendere le attrattive dei cellulari, di Windows e di Eminem. Ma perche le cose che interessavano a lei nel frattempo dovevano essere spazzate via? Anche Bill stava in silenzio. Sul viso aveva dipinta l’espressione di quando cercava di non pensare a una data cosa. Per tutta la durata della cena fu poco comunicativo, non preoccupandosi nemmeno di dare un’occhiata alla lista dei vini, cosa che — da quando aveva quasi smesso di bere birra — era diventata un’abitudine. Patrice si convinse che lui provasse i suoi stessi sentimenti, che si ponesse le sue stesse domande, soprattutto una che lei era troppo triste per poterla esprimere a parole: sarebbero tornati a Verona?

Senza piu le Lodgettes, scomparse sotto un altro hotel del tipo che abbonda in quelle guide che spiegano alle coppie di una certa eta dove andare per riaccendere il sentimento (o, piu probabilmente, per avere delle relazioni con i loro consulenti finanziari o con i vicini), dove sarebbero andati? C’era gia un hotel un po’ piu su sulla 101, nella zona nord della citta, ma era un’accozzaglia indefinita di mattoni, con un prato senza alberi, un posto dove uno non sarebbe andato di proposito o una seconda volta. Avrebbero potuto provare con il nuovo albergo una volta costruito, ma sarebbe stata una slealta commessa verso qualcosa di importante, un’infedelta per il vecchio posto. Patrice conosceva i sentieri tra gli alberi, non avrebbe potuto alzarsi al mattino e fare colazione su un terrazzino con vista su un parcheggio dove un tempo sorgeva la loro casetta.

Quindi cosa avrebbero fatto? Cercare da un’altra parte? Lei non voleva. Non voleva dover ricominciare. Conoscevano ogni chilometro di strada, sia all’andata che al ritorno si fermavano a pranzare sempre negli stessi posti. Avrebbero perso tutto quello, insieme a innumerevoli altri rituali troppo piccoli per avere un nome, compreso

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