che quindi potevo rimettermi in piedi da solo.
«Cosa e accaduto alla tua faccia?»
«Non farmi innervosire. Cosa ti stava dicendo? Stava dicendoti qualcosa su John? Mi e sembrato di sentire il suo nome.»
«No. Stanno cercando Paul.»
Mi afferro per il braccio e mi aiuto a tornare in posizione eretta. Traballavo vistosamente e facevo fatica a tenermi in equilibrio. Ritrovata una certa stabilita respirai profondamente, tenendo le mani poggiate sulle ginocchia.
Quando mi raddrizzai vidi Nina china sul tizio. Udii tre spari provenire da una certa distanza davanti a noi. Nina non si mosse.
«Nina…»
«Aspetta un minuto,» disse.
L’uomo a terra stava cercando di sollevare il busto. Perdeva sangue da una coscia e dalla parte posteriore del collo. Si muoveva lentamente, dando comunque l’impressione di riuscire a resistere. Nina gli sferro un calcio in un fianco.
«Questo e per Monroe,» disse con voce bassa e rabbiosa. «E uno stronzo, ma e il mio stronzo.»
«E corrotto,» disse l’uomo e la sua voce era poco piu di un sospiro.
«Chi non lo e?» Il viso di Nina era teso. «E poi, visto che gli avevate gia passato l’informazione, perche diavolo avete ucciso quel poliziotto?»
«Per forzargli la mano. Monroe non aveva fatto nulla dopo il primo avvertimento.»
«Il nome dell’agente era Steve Ryan.»
«Chiunque fosse, stavo solo facendo il mio lavoro,» disse sogghignando.
«Giusto,» disse Nina. Annui una volta e poi fece per andarsene.
Poi si volto e gli sparo alla testa. Si chino verso di lui e gli disse: «Questo e da parte di sua moglie.»
Capitolo trenta
Patrice era raggomitolata da circa dieci minuti quando udi il rumore di qualcuno o qualcosa che si muoveva velocemente, che si infilava tra i cespugli della gola. Rimase incerta sul da farsi. In fin dei conti ognuno di noi e convinto che rimanendo assolutamente fermi e non guardando, i mostri non ci vedranno.
Ma lei decise che doveva sapere.
Sollevo la testa e vide la Morte spiccare un salto nel letto del torrente, e fermarsi poi indecisa in mezzo al corso d’acqua, apparentemente dimentica della sua presenza li. Patrice la vide valutare le diverse opzioni, e poi cominciare a risalire il fiume a lunghi balzi e scomparire dietro un paio di grossi alberi. Ma Patrice sapeva che non si era allontanata molto.
Frugai nella giacca dell’uomo e presi tutte le pallottole che trovai, poi mi resi conto che non avevo intenzione di usare l’arma di quell’assassino, e la lasciai cadere al suo fianco.
«E successo qualcosa lassu,» dissi.
«Merda,» disse Nina. «Si, ho sentito gli spari.»
Ci precipitammo su per il sentiero dal quale eravamo venuti. Faceva freddo e il vento, sferzante, continuava a ululare facendomi sentire lontano anni-luce da casa. Ora cominciavo a zoppicare, e il dolore tremendo nella parte destra della schiena mi diceva che dovevo avere qualche costola rotta. Ci eravamo allontanati piu di quanto credessi. Passarono cinque minuti prima che vedessi Nina irrigidirsi e bloccarsi; alzai lo sguardo e vidi una figura di fronte a noi, vicino alla sommita del crinale.
«Non sparate.» Era Phil. «Cristo,» disse. «State bene? Cosa vi e successo?»
«Ne abbiamo steso uno,» dissi. «E tu?»
Scosse la testa, si volto e comincio a camminare rapidamente verso la posizione di Connelly. Noi lo seguimmo.
«L’ho inseguito,» disse. «Ma non sono riuscito a trovarlo. Poi ha cominciato a sparare da non so dove e c’e mancato poco che mi facesse saltare le cervella. Io ho risposto al fuoco e mi sono riparato dietro una grande roccia, cercando di trovare una via d’uscita, ma ho incontrato un burrone e cosi ho pensato che per me era finita. Non potevo andare da nessuna parte e…»
Per un attimo sembro vergognarsi. «Forse avrei dovuto sparare prima, ma non l’ho fatto. Non ho mai tentato di uccidere qualcuno prima d’ora. Cosi, mi sono alzato, dicendomi che dovevo cercare un’altra strada per tornare, ed e in quel momento che ho visto quest’altro tizio.»
«Quale tizio?»
«Non lo so. E spuntato fuori dal nulla e l’ho visto per un secondo soltanto. Ha fatto una cosa del genere…» Phil mimo qualcuno che si portava il fucile alla spalla, «…e ha fatto fuoco ancora prima che fosse in posizione. Solo un colpo.
«Non gli hai sparato tu?»
«No. Ve l’ho detto. Ma lo ha fatto qualcun altro. Sono andato a osservare il corpo. Aveva un solo buco nel centro della fronte, come se ci avessero disegnato un bersaglio. Chi diavolo era quello? Che cavolo sta succedendo qui?»
«Deve essere stato John,» dissi.
Nina scosse la testa. «John e un uomo di citta. Non ce lo vedo avvicinarsi furtivamente a uno di questi uomini e farlo fuori con un solo colpo. Per quel che ne so non ha mai usato un fucile da caccia in vita sua.»
«Allora chi e?»
«L’Homo Erectus,» disse. «Deve essere lui. Gli altri sono venuti a uccidere lui, non noi.»
«Non ci credo. Avrebbe lasciato che uccidessero prima noi.»
«Tu sei suo fratello, Ward.»
Non capivo che differenza potesse fare.
Quando tornammo da Connelly lo trovammo in piedi, appoggiato a un albero, ma diritto.
«Cristo, sceriffo, si risieda.»
«Sto bene.»
«Signore, con tutto il rispetto, non e cosi,» disse Nina. «Sta sanguinando come un maiale sgozzato.»
L’omone guardo in basso e vide le scure macchie di sangue che avevano cominciato ad allargarsi sui suoi pantaloni. «Avete ragione. Faremmo meglio a sbrigarci, allora.»
Infilo una mano nella tasca del cappotto e tiro fuori il GPS. La mano tremava, ma non troppo. Un lampo dello schermo, e poi lo sceriffo indico con un cenno della testa la direzione da seguire: davanti a noi sulla destra.
Procedemmo tra gli alberi. Superammo il corpo dell’altro cecchino, sdraiato schiena a terra. Phil aveva ragione: chi lo aveva ucciso, era un professionista.
Dopo un po’ il terreno si appiatti su entrambi i lati, finendo per formare una sorta di tunnel fiancheggiato da alberi e ombre: ipotizzai che si trattasse del letto di un corso d’acqua ormai asciutto o piu probabilmente di un canale dell’era glaciale. Anche il vento riprese vigore, e noi ci muovemmo con meno precauzioni, confidando che avrebbe coperto il rumore dei nostri passi.
Connelly inciampo, si fermo, poi perse l’equilibrio e cadde in avanti. Feci per chinarmi, ma lui scrollo il capo lentamente.
«Andate,» disse.
Mi tolsi il cappotto e lo coprii.
E cosi ripartimmo. I cespugli erano come enormi palle di cotone ghiacciato. I rami piu bassi degli alberi oscillavano in continuazione, come mossi dalle mani di un pazzo. Qualcosa sibilo alla nostra sinistra, ma stimai che fosse il vento.
Nina allungo il braccio e si fermo. «Laggiu.»
