«Non credo.» Pen si sfrego la faccia. «Potrei bere un bicchierino, pero.»

«Hai bevuto abbastanza», le fece notare sua sorella.

«Non mi pare, solo qualche bicchiere.»

«Pen e convinta di non poter scrivere se non si ubriaca…»

«Non sono un’ubriacona. Stasera, pero, preferirei essere sbronza.»

«Che cosa te lo impedisce?»

«Voglio risparmiarvi la vista di una che entra barcollando in ospedale.»

Joyce entro in soggiorno. Indossava un pullover bianco che sembrava di cashmere, giacca grigia in tinta con la gonna e scarpe con il tacco alto.

Joyce e Melanie con la gonna, io in jeans bianchi. Fantastico, penso Pen.

Avrebbe dovuto chiedere a Bodie di accompagnarla a casa a cambiarsi.

Chi se ne infischia? Si domando. Chi sono io per impressionare le infermiere? Papa non se ne accorgera neppure. E se lo nota…

Se lo immaginava sveglio, seduto nel letto che respirava da solo, senza tubi e fili.

Non sperarci troppo. Avrebbero chiamato.

«Ti senti bene?» s’informo Joyce guardandola. «Si, sto bene.»

«Troppo vino», decreto Melanie.

«Non abbastanza.» Pen si drizzo. «E ora di andare?»

«E un po’ presto», rispose Joyce. E rivolgendosi a Bodie soggiunse: «Vorrei guidare io».

«Benissimo.»

Joyce parcheggio la Lincoln Continental in uno spazio libero in Pico Boulevard e scesero.

Pen, notando che non avrebbero dovuto attraversare la strada, ripenso all’auto che quel mattino per poco non l’aveva investita. Una Porsche. Un’auto sportiva.

Un’auto sportiva aveva investito papa.

La stessa che quasi sbatteva giu anche me?

Pazzesco, concluse Pen. Solo una coincidenza. Non cercare di lavorarci sopra.

L’aria della sera penetrava nella camicetta. Con un brivido, strinse le braccia sul petto e serro i denti.

Melanie, davanti a lei, camminava rigida con le spalle abbassate, ma si appoggiava al fianco di Bodie, che le teneva un braccio attorno alla vita.

Il calore nell’atrio dell’ospedale era piacevole.

Entrarono nell’ascensore, Bodie premette il bottone. La musica nella cabina era una versione per orchestra di Bridge Over Troubled Water. Pen si chiese se la musica era stata scelta per ironia.

Quando emersero dall’ascensore, Joyce fece strada fino alla sala delle infermiere. Una di loro li guido nel corridoio e apri la porta della camera di papa.

Lui non era sveglio, non era seduto e non respirava per conto suo.

Sembrava come prima.

Sembrava morto.

Pen guardo il monitor. La linea sullo schermo si frastagliava a ogni battito del cuore. Ciascuna alterazione della linea era accompagnata da un bip.

Joyce si avvicino al letto e strinse la mano del malato.

Il ritmo del cuore non cambio.

Lui non sa nemmeno che siamo qui, penso Pen.

«Sono Joyce. Mi senti? Capisci quello che dico?» Joyce aspetto una risposta. «Ci sono anche le tue figlie. Melanie e venuta da Phoenix per stare con te. Guarirai.» La donna tacque per un momento. Poi guardo gli altri. «Potrei restare sola con lui per qualche minuto?»

Uscirono nel corridoio e Pen chiuse la porta.

«Perche non ci vuole in camera?» sussurro Melanie.

«E sua moglie», rispose Pen. «Desidera un po’ d’intimita con suo marito.»

«Lui e in coma.»

«Un po’ di intimita con una ragazza come Joyce potrebbe farlo uscire dal coma», sentenzio Bodie.

Melanie lo fulmino con lo sguardo.

«Scusa», borbotto lui. «La mia solita linguaccia.»

«Non preoccuparti di questo», disse Pen piu a sua sorella che a Bodie.

«Mi chiedo che cosa faccia la dentro.»

«Gli parla, probabilmente», suggeri Pen. «Di cose che non riguardano ne te ne me.»

«Forse gli sta dicendo di morire.»

Melanie, cosi severa e vittoriana con il suo nastrino di velluto nero e la camicetta bianca sulla gonna nera, aveva detto cio che non era neppure pensabile e fissava sua sorella come se Pen fosse una deficiente perche non capiva.

«Mio Dio, Mel», mormoro Pen.

«Se papa muore, lei si prende Harrison, l’assicurazione, l’eredita…»

«Sei impazzita?»

«Lei potrebbe perfino staccare la spina.»

«Scatterebbe l’allarme», bisbiglio Bodie. Aveva la fronte corrugata e scuoteva la testa. «Credo… che gli apparecchi siano collegati alla sala delle infermiere. Se succedesse qualcosa di simile…»

«Non lo farebbe mai», taglio corto Pen.

«No?»

«Gesu, Melanie!»

Melanie spalanco la porta.

Guardando sopra la spalla di sua sorella, Pen vide Joyce voltare la testa, sorpresa. La donna stava china sul letto intenta a sistemare una coperta sulle spalle di papa. Gli premeva una mano sul petto e sorrideva nervosamente. «Mi avete spaventata.»

«Scusa», disse Pen. «Va tutto bene?»

«Bene. Stavo per chiamarvi.»

I tre entrarono nella stanza.

«Ha fatto qualche… cenno di risposta?»

«Temo di no.»

Pen segui Melanie vicino al letto e inciampo in lei quando si fermo di colpo.

Melanie comincio a gemere.

Joyce parve sconcertata, poi allarmata.

Melanie inarco la schiena e improvvisamente vacillo. Si premeva i pugni alle tempie.

«Che cosa fa?» balbetto Joyce. «Mio Dio!»

Pen rimase impietrita mentre stava dietro sua sorella che si contorceva e gemeva.

«Non preoccupatevi», disse Bodie. Ma lui sembrava preoccupato. «E come l’ultima…»

Melanie barcollo contro Pen. Bodie le impedi di cadere. Con Bodie alle spalle, Pen strinse le braccia attorno al petto della sorella. Il corpo della ragazza era scosso da un tremito continuo, le spalle sussultavano. Pen tenne la faccia girata per evitare la testa che si muoveva a destra e a sinistra.

«La tieni?» chiese Bodie.

«Si.»

«Non lasciarla cadere.»

«Posso aiutare?» chiese Joyce.

«No. Passera», la rassicuro Bodie.

«Che cosa le e preso?»

Melanie piego indietro la testa e colpi Pen appena sotto l’orecchio. Il dolore fu terribile. Lei strinse gli occhi, ma non la lascio andare.

«Stai bene?» chiese Bodie.

Pen lo senti attraverso un ronzio nell’orecchio.

Вы читаете Melodia in nero
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату