faccenda organizzata. Potrebbe magari essere una porcheria escogitata in un ambiente studentesco.»
«Vede, signora», disse Simeon, diffidando, da buon professionista, sia delle telefonate sia di Vera, «queste donne hanno detto che sarebbero pronte a deporre contro di lei. Il che non puo non riguardarci.»
«Ma mi faccia il piacere!» sbotto Ned. «Certi scherzi non riguardano voi. Sono una maledizione solo per noi.»
«Puo darsi, ma io devo andarci a fondo. Mrs. McKay, ci sara un’indagine sul suo conto. Vede, in tutta franchezza, posso dirle che una di queste donne si e offerta di vedermi segretamente. Ha detto che in questa occasione rivelera la propria identita e che portera un’amica. La faccenda si fa seria quando la gente esce allo scoperto.»
«Il che non accadra», affermo Ned.
«E gia accaduto», confido Simeon.
Vera lo fisso, sbalordita. Ned resto a bocca aperta. La Neuberger scosse la testa.
«Sta scherzando, naturalmente», disse Ned.
«Ho avuto un colloquio con la donna mezz’ora fa», ribatte Simeon.
Vera lo guardo dritto negli occhi, il viso sconvolto dalla collera. «Chi e?»
«Non posso dirlo», rispose Simeon deciso. «Dobbiamo tutelarla. Ma le posso dire, Mrs. McKay, che e persona stimatissima qui da noi.»
«Impossibile!»
«Lo e, signora. E so anche che lei e questa donna siete, a quanto mi risulta, amiche.»
«Bell’amica», mormoro Vera, lottando per dominare la rabbia.
«Ci ha raccontato di essere stata con lei in alcuni ristoranti, precisandone le date in modo che io potessi controllare e, signora, le garantisco che quelle colazioni ci sono proprio state.»
«Vado al ristorante un sacco di volte», ribatte Vera. «Perlomeno, ci andavo prima che Harry… sparisse. Non e un delitto pranzare fuori casa.»
«No, certo», ammise Simeon. «Ma quello di cui la signora dice che avete parlato e…»
«Per favore!» scatto Ned. «Deve proprio torturare questa povera donna?»
«Sto solo citando dei fatti», replico il detective.
«Okay», disse amaramente Ned, «ma cerchi di capire quello che sta provando Vera. Se lei e mai stato bersagliato di una campagna di calunnie…»
«E questo il punto», disse Simeon. «Perche mai queste donne dovrebbero fomentare una campagna simile contro Vera McKay?»
«L’ho gia detto. Menti malate, malvagita.»
«Signore, sono troppe le persone coinvolte. Non puo spiegarlo in questo modo.» Simeon si rivolse a Marie Neuberger, estremamente imbronciata, che indossava un paio di logori blue jeans, ballerine e un maglione di lana troppo grande per lei. «Lei, signora, e molto taciturna. Ha qualche idea al riguardo?»
La Neuberger alzo gli occhi al soffitto. «Si aspetta forse che io analizzi un’intera citta?» chiese. «Lei parla come un pivello. No, non ho nessuna teoria. E tutto uno schifo. Mi si rivolta lo stomaco.»
«Anche a me», riconobbe Simeon. Arrischio un sorriso all’indirizzo di Vera. «Mrs. McKay, la faccenda presenta un bel po’ di problemi, per lei e per me.»
«Ma io non ho fatto niente!» protesto Vera.
«Personalmente, le credo», rispose Simeon. «Pero e inevitabile che ci saranno dei sospetti.»
«Che cosa intende dire, quali sospetti?» domando Vera.
«Vuole dire», intervenne sarcasticamente Ned, «che qualche genio pensera che tu sei coinvolta nell’omi…»
«Oh, no!» mormoro Vera, interrompendolo. «Oh, mio Dio, no!» E si nascose la testa tra le mani.
«Odio dover fare cosi», brontolo Simeon. «Mi dispiace dover riferire notizie cosi brutte. Adesso bisogna che vada.»
Ned lo guardo con squisita comprensione. «Non e colpa sua», disse calmo. «Lei sta facendo il suo dovere.»
Il detective lo ringrazio con un cenno del capo, si alzo lentamente e scivolo fuori della casa, senza che Vera in realta se ne accorgesse.
Nel soggiorno dei McKay cadde un lungo silenzio. Annie apparve per un attimo sulle scale, dopo un sonnellino, vide l’aria che tirava e ritorno nella solitudine della sua stanza. Alla fine Marie Neuberger si alzo, osservo alcune foto di famiglia appese a una parete e batte le mani.
«Non mi va affatto a genio», dichiaro con solennita tutta europea. «Questa faccenda crea una complicazione dopo l’altra.»
Ned parve preso in contropiede. «Dottoressa, lei non crede a una virgola di tutto questo, vero?»
«Sono una scienziata», rispose la Neuberger. «Io mi baso solo sui fatti, non su isterie collettive come chi mi critica. Come si fa a credere a qualcuno, qui? E che importanza ha? Chiacchiere e stampa esploderanno e semineranno dolore e dispiaceri. Dobbiamo tagliare la testa al toro.»
«In che modo?» domando Vera.
«So che ci sono psicologi che, dopo aver tentato inutilmente tutto, ricorrono a macchine per scoprire le bugie.»
«La macchina della verita?» chiese Ned.
«Esattamente. Con certa gente spregevole dobbiamo adeguarci. Voglio che Vera si sottoponga a una di quelle prove.»
«No!» obietto subito Ned.
«Perche dice di no?»
«Non permettero che Vera si sottoponga alla prova della macchina della verita. Come avvocato, posso dirle che quegli strumenti sono affidabili solo all’ottanta per cento, il che per me non e sufficiente. Persone che dicono la completa verita, spesso risultano bugiarde. Niente da fare.»
Vera sollevo lentamente la testa. «Io sono disposta, invece», affermo tranquilla.
«Ecco!» esclamo la Neuberger. «Lei si che ha coraggio.»
«Spiacente!» insiste Ned. «Adesso parlo come avvocato della famiglia. Sono io che decido che cosa fare o non fare.»
Ci fu un nuovo lungo, pensoso silenzio. La Neuberger era chiaramente scontenta. «Allora», domando poi, «come facciamo a vedere dove sta la verita?»
La risposta non era facile e le due donne guardarono Ned. Evidentemente si era nel suo campo specifico. «Vede», disse lui, «questo mi spiace. Dottoressa Neuberger, ho cercato di vedere le cose dal suo punto di vista e nutro un grandissimo rispetto per lei. Ma mi sorprende e mi turba che lei possa dubitare di Vera con tanta facilita.»
«Non dubito per niente», ribatte la Neuberger. «Badi bene, questa famiglia mi piace. Ma che piaccia a me, conta poco.»
Di nuovo Vera cerco di calmare le acque. «Non essere in collera con la dottoressa Neuberger», disse a Ned. «Posso capire quello che prova. Queste donne bisogna affrontarle direttamente. Le loro calunnie vanno controbattute.»
«Le controbatteremo in tribunale», disse Ned cupo.
«Potrebbe essere troppo tardi», obietto la psicanalista.
«Non c’e altro modo», disse Ned. «Quelle mentono. Hanno montato una congiura. E quasi impossibile smentire una campagna cosi subdola. Ma metto la gente sotto giuramento, la sottopongo a un controinterrogatorio stringente e vedrai che le contraddizioni saltano fuori, eccome.»
Ma Vera era preoccupata per la Neuberger. «Per quanto riguarda lei, qual e il suo parere?»
«Una gran confusione», rispose la dottoressa. «Vera, cerchi di capire che sono stata tradita molte volte. Devo essere prudente. Ma non l’abbandonero per i pettegolezzi di altre femmine. Finora lei non ha fatto niente per cui potessi sospettarla. E verso Annie ho degli obblighi. Rimango al vostro fianco… a meno che non venga provato che le cose siano tutte a suo netto sfavore.»
Il fatto che la Neuberger non le lasciasse sollevo molto Vera. Adesso, i sospetti che fosse stata lei, Vera, a fare fuggire Harry sarebbero tornati a galla, si sarebbero dilatati in qualcosa di molto peggio. Giornalisti come Larry Birch non ci avrebbero creduto tanto facilmente. Ma Simeon, era evidente, la considerava come una
