«Signora, non credo sia possibile discuterne senza che lei abbia l’assistenza di un legale.»
Vera guardo alle spalle di Simeon. La porta era ancora aperta e lei scorse distintamente un poliziotto che stava dirigendosi alla sua auto con in mano un sacchetto di plastica, contenente un oggetto pesante. «Che cosa stanno portando via?» domando.
Simeon scosse la testa. «Mrs. McKay, non si ostini. Lei deve avere un avvocato.»
«E se non posso disporre subito di Ned?»
Simeon sbircio l’auto della sezione di medicina legale, che stava partendo in quel momento. «Facciamo cosi», disse, «devo fare un salto al laboratorio. Che cosa ne dice di telefonare da li a Mr. McKay e trovarsi sul posto?»
«D’accordo», rispose Vera, con calma. «Ma voglio che mi dica che cos’hanno portato via dal mio garage.»
Simeon la fisso dritto negli occhi, uno sguardo freddo e sicuro. «Signora», ribatte, «penso lo sappia benissimo anche lei.»
Il laboratorio della polizia era in un edificio di mattoni, a un piano, in una strada di campagna nella zona nord di Tarrytown. Simeon vi porto il suo reperto e vi rimase per quattro ore, ordinando al proprio ufficio che la sua presenza li o altrove non doveva essere comunicata ai giornalisti. Durante la sosta al laboratorio fece diverse telefonate a Tremont, che si barrico nel proprio ufficio, disdicendo ogni impegno. Un’atmosfera di attesa gravava sia sul laboratorio sia sull’ufficio del Procuratore Distrettuale.
La fonte di tutto cio era un martello.
Uno degli agenti di Simeon lo aveva scoperto, notando che presentava sulla sua superficie macchie marrone scuro. In quel momento i tecnici stavano esaminando ogni millimetro dell’oggetto, prelevandovi particelle di terriccio, una parte di capello umano e le macchie incrostate. Il martello venne cosparso di polvere per le impronte digitali e la sua superficie contundente fotografata sotto un potente microscopio. Quando l’esame fu completato, il martello fu sigillato in una scatola di plastica e restituito a Simeon. Il detective telefono a Ned McKay, gli disse che occorreva urgentemente un incontro, presente Vera, e ne concordo l’ora.
Simeon disse a Ned che l’incontro sarebbe stato traumatizzante.
L’indomani Simeon, Ned e Vera si trovarono a casa di lei. Annie era stata mandata a giocare a casa dei Moran. Simeon permise a Marie Neuberger di presenziare, data la sua qualita di consulente medico di Vera. Il detective era anche accompagnato da un collaboratore, un giovane agente della Omicidi. Il giovanotto aveva con se il martello, ancora sigillato nella sua scatola.
L’atmosfera era tesa ed elettrica, con Vera che ormai si affidava interamente a Ned e con Ned fornito di carta, penna e un piccolo registratore.
Ne Vera ne Ned sapevano che il Procuratore Distrettuale Tremont aveva gia indetto una conferenza stampa per l’ora successiva e aveva informato i mezzi di comunicazione che era in procinto di rilasciare una dichiarazione di importanza decisiva.
Simeon sedeva a disagio su una grande poltrona di fronte a Vera, che, come d’abitudine, si era sistemata su un angolo del divano, con Ned all’altra estremita. La Neuberger e l’aiutante di Simeon stavano su sedie prese in cucina.
«Mrs. McKay», esordi Simeon, «sono certo che lei si rende conto che questa e un’indagine ufficiale di estrema gravita.» La voce era esitante e sommessa. «Desidero sottolineare che qualsiasi cosa lei dica puo essere usata piu tardi contro di lei.»
Vera guardo Ned.
«Mrs. McKay se ne rende conto», rispose lui. «Dal momento che ovviamente non ha niente da nascondere, la sua premessa non significa molto.»
«Bene», disse Simeon meccanicamente. «Ora, Mrs. McKay, il soggetto di questo nostro incontro e un oggetto trovato nel suo garage.»
«Che cos’e?» domando Vera.
«Un martello.»
«Eh?»
«Lei possiede un martello, vero, signora?»
«Si. Naturalmente.»
«Lo usa, Mrs. McKay?» Era una domanda strana e Simeon, nel formularla, la scruto negli occhi, cercandovi il minimo segno di nervosismo.
«A volte», rispose Vera. «Molte piccole riparazioni le faccio io stessa.»
«Naturale.»
«Che cos’e tutto questo interesse per un martello?» chiese lei.
Simeon, prima di rispondere, fece una pausa a effetto, per cercare di esasperare la tensione. Fisso Vera, poi Ned, poi la Neuberger e di nuovo Vera. «E stato usato per uccidere suo marito», disse alla fine.
Lei si irrigidi. Si porto le mani al viso, poi giro di scatto la testa verso Ned.
Lui risulto non meno scioccato di Vera. «Questo come lo sa, signor Simeon?» chiese, trattenendo uno scatto d’ira.
«Analisi di laboratorio», rispose il detective. «Signore, il sangue di Harry McKay appartiene allo stesso gruppo di quello trovato sul martello. Ci sono anche frammenti d’osso che corrispondono al tipo di osso nella ferita.»
Vera si era fatta cerea ed era rimasta col fiato mozzo alla descrizione. «Lei ha trovato quello nel mio garage?»
«Eh si, signora. Ed era anche accuratamente nascosto.»
«Non capisco», mormoro lei.
«Intende dire», spiego Ned, guardando cupamente Simeon, «che qualcuno non voleva che fosse trovato.»
«Proprio cosi, signora. Noi riteniamo che Mr. McKay sia stato ucciso con quest’arma e poi trasportato la dove fu seppellito. L’arma fu riportata qui e nascosta.»
Scese un silenzio di tomba. «No!» sussurro Vera inorridita. «Oh no, non sta per caso dicendo che io…»
«Signora, l’evidenza…»
«Mi rifiuto di ascoltarla!» scatto Vera. «E disgustoso! E infame! E degno di quelle donne!» Si giro verso Ned. «Diglielo tu!»
Ma Ned si limito a scuotere la testa, costernato. «Vera», disse sommessamente, «sentiamo il resto. Sono certo che c’e un equivoco.» Riporto lo sguardo su Simeon.
«Signora», disse il detective, «ho fatto un sacco di considerazioni su questa faccenda. Lei e l’unica che abbia facile accesso al garage, ho notato che e sempre chiuso a chiave. Chiunque altro avrebbe o sotterrato o buttato nel fiume il martello. Certo nessuno estraneo si sarebbe arrischiato a penetrare nel suo garage per nasconderlo. Non ne aveva motivo.»
«Si, per poi accusare me!»
«Lei ha visto troppi film gialli, signora. Quando io metto questo martello insieme con le affermazioni di tutte quelle donne, disposte a confermarle sotto giuramento in tribunale, il quadro e abbastanza eloquente.»
Vera si abbandono contro lo schienale, ancora incredula. «Non e vero», disse a bassa voce. «Mi vogliono torturare. E criminale, Harry, io lo amavo. Tutti lo sanno.» Lascio ricadere la testa sul petto. «Sto sognando, non puo essere vero.»
«Credo che abbia il diritto di vedere la cosiddetta arma del delitto», disse Ned stizzito.
«Naturalmente», rispose Simeon. Fece un cenno al suo collaboratore, che gli consegno il pacco.
«Posso pensare a molte possibilita al riguardo», prosegui Ned. «So che lei non vorra negare a Mrs. McKay ogni opportunita di confutare questa sua strana teoria.» Si rivolse a Vera. «Non preoccuparti. Questi pasticci sono all’ordine del giorno.»
«Io voglio solo giustizia», disse il detective. Comincio a disfare il pacchetto. La scatola di plastica scintillo alla luce. Simeon si alzo e ando da Vera. La Neuberger, che era rimasta praticamente immobile per tutto l’incontro- scontro, fisso intensamente la scatola, sapendo che quanto conteneva poteva significare la rovina di Vera. Anche Ned la fisso, ma senza perdere la propria freddezza professionale.
Simeon mise la scatola sotto il naso di Vera. «Signora», disse piano, «sono certo che lei riconoscera questo
