«Ci descriva l’incontro», disse Tremont.
Mrs. Crawford si tormento le mani, tentando di tirarsi le dita gonfie e irrigidite. «Be’», rispose, «Mrs. McKay mi ha telefonato, era agitatissima, e mi ha chiesto di riceverla.»
«Le ha precisato la ragione?»
«Oh, piu o meno. Ha detto di avere un problema, un problema di coscienza. Le ho chiesto perche non si rivolgeva a mio marito e mi ha risposto che non credeva che lui avrebbe capito, mentre io si, invece. Allora l’ho invitata a venire da me, senz’altro.»
«E Mrs. McKay che cosa le ha detto?»
Mrs. Crawford sospiro e scosse la testa, come fosse rattristata per quello che doveva rivelare. «Mi ha confessato che si era messa con un altro uomo.»
Di colpo Vera salto in piedi, rovesciando una pila di carte sul tavolo della difesa. «E una menzogna!» La sua voce echeggio per tutta l’aula. «Lei mente, come tutte le altre!» Frain tento di afferrarla, ma lei si giro e lo colpi in viso con il pugno sinistro, un colpo che ebbe molto piu effetto sulla gente in aula che non su Frain. Tuttavia l’avvocato piroetto su se stesso, facendo accorrere i suoi collaboratori.
«Tutto quanto qui e un’ignobile commedia!» grido Vera.
Si scateno il caos, mentre gli uscieri accorrevano per fermarla. «Non osate toccarmi!» gli ringhio Vera. E questa volta torno a sedersi, crollando con la testa sul piano del tavolo e singhiozzando.
Watson batte a piu riprese il martelletto, con poco successo.
Frain, con un livido sulla faccia, era seduto su una sedia vicino al tavolo della difesa e scuoteva la testa perche era tutto intontito. Un’infermiera di servizio accorse al suo fianco, ma lui coraggiosamente la congedo con un cenno, per difendere il proprio prestigio e la propria dignita.
Larry Birch non si era perso niente della scena ed ebbe la certezza di avere assistito al naufragio di qualsiasi possibilita di salvezza per Vera. La sua attenzione, pero, non era puntata su Vera, o su Frain e nemmeno su Tremont, ma sulla teste. Ecco li, pensava, la moglie di un sacerdote, una donna che asserisce che Vera era andata da lei per avere guida e conforto. Eppure, davanti al suo tormento, se ne resta seduta sul banco dei testimoni, limitandosi a guardare freddamente, priva di qualsiasi espressione, la sua vittima. Come se Frances Crawford fosse una specie di macchina.
Frain, malfermo sulle gambe ma indomito, ritorno al tavolo della difesa. Da buon attore quale era, il suo primo atto fu di preoccuparsi di Vera.
«Vostro onore!» esclamo Frain. «La mia cliente e sconvolta di fronte a questa deposizione altamente discutibile. Chiedo una sospensione.»
Watson guardo Tremont. «L’accusa ha obiezioni?»
«No, vostro onore», rispose Tremont, ovviamente soddisfatto del collasso nervoso dell’accusata. «La pieta rende necessaria una sospensione.»
Watson consulto l’orologio. «Vista la situazione e l’ora, la corte si aggiorna alle nove di domani mattina.»
L’aula fu fatta sgomberare e gli uscieri fecero eclissare Vera e Frain da una porta laterale, distante dai giornalisti. Tremont si fermo per essere intervistato, ma l’obiettivo principale della stampa era Ned che, di fronte all’esplosione di Vera, si era limitato a chinare la testa. Si avvio lentamente verso il fondo dell’aula e, anche se non si offriva apertamente ai giornalisti, non mostrava nemmeno di volerli eludere.
«Mr. McKay», gli chiese una giovane cronista, «che cos’ha pensato durante la protesta di Mrs. McKay?»
Ned abbasso gli occhi, cercando la risposta adatta. «E difficile esprimerlo a parole», disse. «Devo ammettere che in parte ho pensato a me stesso. Sembra che dovro avere cura di Annie piu a lungo di quanto prevedessi. Dovro cominciare a pensare a come allevarla, al vestiario, alla scuola, cose del genere.»
«La bambina e consapevole di quello che sta accadendo al processo?»
«Si, lo e. Abbiamo pensato che sia meglio farle vedere la televisione. Sa com’e, cerchi di nascondere le cose a un bambino e non fai che peggiorare la situazione.» Sospiro profondamente. «Adesso vado a casa, da lei. La scena di oggi l’avra sconvolta, naturalmente. Ha bisogno di me.» E, cosi dicendo, aggiro i giornalisti e si avvio in fretta alla sua automobile.
Frain e la Neuberger salirono in macchina con Vera per riportarla in fretta a casa. Troppo annichilita per connettere, se ne stava stoicamente sul sedile posteriore, distrutta. La Neuberger, al suo fianco, comprendeva come la sua amica si sentisse sola, brutalizzata e abbandonata.
«Una bella carogna, quella moglie del sacerdote», commento la dottoressa. Frain la sbircio, con aria seccata, ma lei lo ignoro. «Ho sempre diffidato della gente cosi intima con Dio. Ipocriti, ecco che cosa sono.»
Vera rimase in silenzio.
«Sono assalti rabbiosi che andranno a vuoto», prosegui la Neuberger. «Falliranno per il piu profondo dei motivi.»
Vera parve rianimarsi di colpo. «Perche?» domando, chiaramente scettica. «Perche dovrebbero fallire?»
La Neuberger, compiaciuta che Vera reagisse, rispose. «Al nostro uomo di legge, dal linguaggio ricercato, verra da ridere, ma noi abbiamo il nostro segreto, vero?»
Per la prima volta da lungo tempo Vera abbozzo un sorriso. Un debole sorriso, pieno di sofferenza. «Si», annui, comprendendo che la Neuberger stava alludendo alle visioni di Annie.
«Colei che dal nulla», continuo la dottoressa, «ci protegge non e ancora intervenuta. All’inizio ne ero preoccupata. Forse era la fine. Forse non vi avrebbe piu aiutate. Ma oggi, in tribunale, ho capito che c’era un’altra spiegazione. Non so al cento per cento se sia esatta, ma non manca di logica. Rifletta: questo angelo custode non ritiene che tutto quanto e successo in tribunale sia abbastanza grave da richiedere il suo intervento. Non crede che niente di questo arrechi danno effettivo. Aspetta, aspetta il momento in cui il suo aiuto sia effettivamente necessario.»
Frain si volto di nuovo e di scatto. «Cerchi di smetterla!» la imploro, patetico. «Lei puo influenzare molto negativamente il cervello di Vera.»
«No, invece!» esclamo Vera. «E l’unica che capisce.»
Frain roteo i suoi occhietti a mandorla.
«Pensa», domando Vera alla Neuberger, «che tornera?»
«Sono una comune mortale», rispose la dottoressa alzando la mano grinzosa con un’insolita aria di umilta, «ma se colei che protegge torna, lo fara tramite Annie.»
Vera degluti, cercando di controllarsi. «Annie non e con noi», disse con amarezza. «Potremmo non saperlo mai.»
«Allora, forse c’e qualcosa da tentare», rispose la Neuberger. Diede un colpetto sulla spalla di Frain. «Avvocato, lei conosce tutti quegli sfaticati delle alte sfere. Che cosa si puo tentare?»
«Proprio niente», ribatte Frain, la cui voce gia penetrante risuono ancora piu acuta nell’interno dell’auto. «Non credera mica che possa ottenere una revoca basata su questi vaneggiamenti?»
La Neuberger non rispose. Inutile rispondere, perche lei e Vera conoscevano la risposta. L’improvviso ottimismo di un attimo prima si rafforzo. Evidentemente Annie sarebbe rimasta da Ned. Ma se il pericolo era costituito da Ned, Annie aveva con lei l’angelo protettore e si sarebbe salvata. L’unica certezza di Vera era che il processo sarebbe continuato e che Elwood Frain sapeva quale ne sarebbe stato l’esito, nonostante ogni suo sforzo.
Finalmente arrivarono a casa. Frain aiuto Vera a scendere e la scorto fino all’ingresso buio. L’andatura di lei risultava piu lenta e esitante del solito e la Neuberger si rese conto che presto sarebbero occorse le cure del medico di famiglia per rimetterla, almeno fisicamente, in condizioni accettabili.
Ned McKay, di ritorno dal tribunale, saluto Annie con un abbraccio e un bacio. Chiaramente si era riguadagnato la sua fiducia, in parte coprendola di regali, tra cui il modellino funzionante di una stazione televisiva. Era di nuovo il vecchio zio Ned, pieno di entusiasmo e di attenzioni. Non c’era nessun presagio minaccioso o funesto.
«Come sta la mia mamma?» gli chiese Annie, come non mancava mai di fare.
«Oh, non c’e male», rispose Ned. «Oggi era un po’ nervosa, Annie cara. Lo vedrai alla TV. Ma credo che le passera subito.»