nel nascondiglio e starsene buona. Quelli non sanno che e qui. Disgraziatamente sanno che ci sono
— Non essere tanto nobile, amore. Non ti si addice. Fonderemo i due piani. Se, no, quando verranno a cercare uno di voi o tutti e due, vi infilate nel rifugio e ci restate tutto il tempo necessario. Giorni. Settimane. Quello che e.
Georges scosse la testa. — Non io. Umido. Insalubre.
— E poi — aggiunse Ian — ho promesso a Marj che l’avrei protetta da Georges. Che senso ha salvarle la pelle se poi la consegni a un maniaco sessuale franco-canadese?
— Non credergli, tesoro. Sono i liquori il mio debole.
— Amore, vuoi essere protetta da Georges?
Risposi, in tutta sincerita, che forse era Georges a dover essere protetto da me. Non offrii spiegazioni.
— In quanto alle tue lamentele sull’umidita, Georges, il buco ha esattamente la stessa umidita del resto della casa, una confortevole u.r. di quarantacinque. L’ho progettata io cosi. Se sara necessario ti infileremo nel buco, ma non ti consegneremo alla polizia. — Janet si giro verso di me. — Vieni, amore. Ci facciamo un giretto. Piuttosto bagnato.
Mi porto alla stanza che mi avevano dato, raccolse la mia sacca. — Cosa hai qui dentro?
— Non molto. Un paio di mutandine di ricambio e qualche calza. Il passaporto. Una carta di credito inutile. Un po’ di soldi. Carta d’identita. Un taccuino. I miei veri bagagli sono al deposito del porto.
— Tanto meglio. Perche tutte le tracce della tua presenza finiranno nella mia camera. In fatto di vestiario, tu e io abbiamo piu o meno la stessa taglia. — Frugo in un cassetto e tiro fuori un busta di plastica infilata a una cintura: una comune cintura di portamonete per donne. La riconobbi anche se non ne avevo mai usata una; nella mia professione non servono. Troppo ovvie. — Metti qui dentro tutto quello che non puoi permetterti di perdere, poi infilati la cintura. La sigilleremo. Perche ti ritroverai umida dalla testa ai piedi. Ti da fastidio bagnarti i capelli?
— Santo cielo, no. Li asciughero con una salvietta e li scuotero un po’. Oppure li ignorero.
— Bene. Riempi la busta e spogliati. Inutile bagnare i vestiti. Pero se dovessero arrivare i gendarmi, tuffati vestita. Farai asciugare tutto nel buco.
Qualche attimo piu tardi eravamo nella grande vasca da bagno. Io indossavo la cintura sigillata, Janet solo un sorriso.
— Tesoro — disse, puntando l’indice — guarda sotto il sedile la in fondo.
Mi spostai un po’. — Non vedo bene.
— L’ho progettata io cosi. L’acqua e chiara e si vede il fondo dappertutto. Ma nell’unico punto dove si riuscirebbe a vedere sotto il sedile, la luce si riflette sull’acqua e ti arriva negli occhi. Sotto il sedile c’e un tunnel. Non puoi vederlo da nessun punto, ma se ti ficchi a testa in giu nell’acqua lo sentirai tastando con le mani. E largo poco meno di un metro, alto circa mezzo metro, e lungo sei metri. Ti trovi a tuo agio nei posti chiusi? Hai problemi di claustrofobia?
— No.
— Benissimo. Perche l’unico modo per arrivare nel buco e riempirsi i polmoni d’aria, tuffarsi, e infilarsi nel tunnel. Spingersi avanti e abbastanza facile; sul fondo ci sono scanalature sporgenti. Pero devi credere che non e troppo lungo, che riemergerai all’aperto prima che la tua scorta di fiato si esaurisca, e che ti bastera rimetterti in piedi per tornare a respirare. Sarai al buio, ma la luce si accende in fretta; e un interruttore a radiazioni termiche. Questa volta ti precedero io. Pronta a seguirmi?
— Penso di si. Si.
— Si parte. — Janet scese dal sedile, si sposto sul fondo della vasca. L’acqua le arrivava alla vita o un poco piu sopra. — Un respiro profondo! — Si riempi i polmoni di aria, sorrise, scomparve sott’acqua e sotto il sedile.
Io scesi in acqua, mi iperventilai, e la seguii. Non vedevo il tunnel ma fu facile trovarlo al tatto, facile avanzare, grazie alle scanalature sul fondo spesse un dito. Pero mi parve che il passaggio fosse parecchie volte piu lungo di sei metri.
All’improvviso una luce si accese davanti a me. Tesi le braccia, mi tirai su; Janet mi diede una mano, mi aiuto a uscire dall’acqua. Mi trovai in una stanza molto piccola, col soffitto a non piu di due metri dal pavimento in cemento. Era piu carina di un loculo, ma non troppo.
— Girati cara. Di qui.
«Di qui» era una pesante porta d’acciaio alta sopra il pavimento che partiva dal soffitto; la attraversammo tirandoci a sedere sulla soglia e buttando i piedi dall’altra parte. Janet la chiuse alle nostre spalle; ci fu un soffio cupo, come fosse la porta di una cripta. — E a sovrappressione — spiego lei. — Se una bomba cadesse nelle vicinanze, le onde d’urto farebbero arrivare l’acqua fin qui attraverso il tunnel. La porta la fermerebbe. Ovviamente, se ci centrassero in pieno… Non ce ne accorgeremmo nemmeno, per cui non ho preso precauzioni particolari. — Aggiunse: — Guardati in giro, ambientati. Ti cerco una salvietta.
Eravamo in una stanza lunga, stretta, col soffitto ad arco. Lungo la parete destra c’erano brandine, un tavolo con sedie e un terminale piu indietro, e in fondo, sulla destra, una piccola galleria e una porta che evidentemente conduceva a un bagno, visto che Janet vi entro e ne usci subito con una grande salvietta.
— Stai buona e lasciati asciugare da mamma — disse. — Qui non ci sono apparecchi ad aria calda. Tutto e il piu semplice e meno automatizzato possibile, e perfettamente funzionale.
Mi sfrego fino a farmi diventare rossa la pelle, poi presi io la salvietta e ripetei l’operazione su di lei. Fu un piacere, perche Janet e proprio un bel pezzo di donna. Alla fine lei disse: — Basta amore. Adesso ti faccio fare in tutta fretta il giro turistico da cinque dollari. Qui non ci tornerai piu, a meno che non sia costretta a usarlo come rifugio… E potresti essere sola, si, potrebbe succedere, e la tua vita potrebbe dipendere dal sapere tutto di questo posto.
«Per prima cosa, vedi quel libro appeso a una catena alla parete sopra il tavolo? Contiene le istruzioni e l’inventario e la catena non l’ho messa per scherzo. Con quel libro non hai bisogno del giro da cinque dollari. Li dentro c’e scritto
Pero mi concesse, in fretta, un giro come minimo da tre dollari e novantacinque: scorte di cibo, frigorifero, scorte d’aria, pompa a mano per l’acqua nel caso dovesse mancare la pressione, abiti, medicinali, eccetera. — L’ho costruito — mi disse — per tre persone per tre mesi.
— Come fai per il ricambio delle scorte?
— Tu come faresti?
Riflettei. — Svuoterei la vasca di tutta l’acqua.
— Si, esatto. C’e un serbatoio d’accumulo che non appare sulla pianta della casa. Niente di tutto questo e riportato sulla pianta. Ovviamente parecchie cose si possono bagnare o si possono portare qui in contenitori a tenuta stagna. Tra parentesi, la busta con le tue cose e intatta?
— Credo di si. Ho fatto uscire tutta l’aria prima di sigillarla. Jan, questo posto non e un semplice rifugio antibomba, se no non avresti impiegato tanta fatica e soldi per nasconderne l’esistenza.
Lei si rannuvolo. — Amore, sei molto acuta. No, non mi sarei mai preoccupata di costruirlo se fosse un semplice rifugio antibomba. Se dovesse cadere una pioggia di bombe H, non avrei nessun’ansia particolare di sopravvivere. L’ho costruito in primo luogo per proteggerci da quelli che vengono pittorescamente definiti
Continuo: — I miei nonni mi raccontavano sempre di un’epoca in cui la gente era buona, cortese, e nessuno aveva paura di uscire di sera, e spesso non si chiudevano nemmeno le porte a chiave, e tanto meno si recingevano le case con steccati e mura e filo spinato e laser. Puo darsi che sia vero; non sono tanto anziana da poterlo ricordare. Personalmente ho l’impressione che in vita mia le cose non abbiano fatto che peggiorare. Il mio primo lavoro, appena finita l’universita, e stato progettare difese segrete per vecchi edifici da ristrutturare. Ma le attrezzature usate allora, e guarda che non sono passati tanti anni! sono gia obsolete. All’epoca l’idea era quella di fermare e spaventare l’intruso. Oggi si usano difese a due livelli. Se il primo livello non ferma l’intruso, il secondo lo uccidera. E del tutto illegale, e chiunque possa permetterselo fa cosi. Marj, cosa non ti ho mostrato? Non guardare nel libro, non lo troveresti. Guarda nella tua testa. Qual e la caratteristica essenziale del buco che non ti ho fatto vedere?
(Voleva davvero che glielo dicessi?) — A me sembra completo… Basta che mi mostri gli Shipstone e gli Shipstone ausiliari.