— Pensaci, tesoro. La casa sopra di noi e ridotta in briciole. O magari e occupata da invasori. O dalla nostra stessa polizia che cerca te e Georges. Che altro ci occorre?

— Be’… Tutte le cose che vivono sottoterra, le volpi, i conigli, i roditori, hanno un’uscita di sicurezza.

— Brava! Dov’e?

Finsi di guardarmi attorno per cercarla. Ma in realta una specie di prurito che senza dubbio risaliva all’addestramento intermedio (Non rilassatevi finche non avrete individuato la via di fuga) mi aveva spinta gia prima a fare indagini. — Se si puo scavare in quella direzione, direi che l’uscita di sicurezza dovrebbe essere in quell’armadio.

— Non so se congratularmi con te o riflettere su come avrei potuto nasconderla meglio. Si, si entra nell’armadio e si gira a sinistra. Le luci si accendono alle radiazioni a trentasette gradi, come quando siamo emerse dal tunnel. Hanno un loro Shipstone e in pratica dovrebbero durare per l’eternita, pero credo sia meglio portarsi una torcia elettrica e sai dove si trovano. Il tunnel e piuttosto lungo perche sbuca a una distanza notevole da casa nostra, in un ammasso di cespugli. C’e una porta camuffata, molto pesante, ma basta dare una spinta e poi si richiude da sola.

— Perfettamente studiato. Pero, Jan, se qualcuno trovasse la porta ed entrasse di li? O se lo facessi io? Sono praticamente un’estranea.

— Tu non sei un’estranea. Sei una vecchia amica che conosciamo da molto. Si, esiste la vaga possibilita che qualcuno scopra la nostra porta, nonostante il posto in cui si trova e il modo com’e nascosta. Per prima cosa, un orribile allarme risuonerebbe in casa. Dopo di che guarderemmo coi monitor nel tunnel e vedremmo l’immagine su uno dei nostri terminali. A quel punto potremmo prendere diverse misure; la piu mite e il gas lacrimogeno. Ma se non fossimo in casa al momento in cui la nostra porta viene scoperta, be’, mi spiacerebbe molto per Ian o Georges, o per tutti e due.

— Perche la metti cosi?

— Perche non sarebbe necessario dispiacersi per me. Avrei un attacco improvviso di travolgente debolezza femminile. Non mi sbarazzero mai di cadaveri, soprattutto di cadaveri che hanno avuto interi giorni a disposizione per marcire.

— Mmm… Si.

— Anche se quel corpo non sarebbe morto, se il suo proprietario avesse tanto cervello da pisciare sottovento. Ricorda che sono progettista professionista di difese, Marj, e tieni presente l’attuale politica dei due livelli. Immaginiamo che qualcuno si arrampichi come un verme su per una riva scoscesa, veda la nostra porta, e si rompa le unghie per aprirla. A quel punto non e ancora morto. Se e uno di noi, concepibile ma improbabile, fara scattare un interruttore nascosto appena dietro la porta. Dovro farti vedere dov’e. Se e un intruso, vedrebbe immediatamente un cartello: PROPRIETA PRIVATA — VIETATO FUMARE. Lui lo ignora ed entra e dopo pochi metri una voce ripete lo stesso avvertimento e aggiunge che la proprieta possiede difese attive. L’idiota continua ad avanzare. Sirene e luci rosse, e quello insiste… Dopo di che, il povero Georges o il povero Ian devono trascinare fuori dal tunnel quella spazzatura puzzolente. Non all’esterno comunque, e nemmeno in casa. Se qualcuno si fa ammazzare perche vuole a tutti i costi superare le nostre difese, il suo corpo non verra ritrovato. Scomparira. Senti il bisogno di sapere come?

— Sono sicurissima di non avere nessun bisogno di saperlo. — (Un tunnel laterale camuffato, Janet, e un pozzo di calce viva; e chissa quanti corpi ci sono gia dentro. Janet pare dolce come l’alba dalle rosee dita… e se qualcuno sopravvivra a questi anni folli, lei sara uno dei pochi. E tenera di carattere piu o meno quanto un Medici.)

— Lo penso anch’io. Vuoi vedere altro?

— Credo di no, Jan. Soprattutto perche e improbabile che debba mai usare il tuo fantastico rifugio. Torniamo?

— Fra un po’. — Supero lo spazio che ci divideva, mi mise le mani sulle spalle. — Cosa mi hai sussurrato?

— Mi pareva che avessi sentito.

— Si, ho sentito. — Mi attiro a se.

Il terminale sul tavolo si illumino. — Pranzo in tavola!

Jan era disgustata. — Rompiscatole!

13

Il pranzo fu delizioso. Un assortimento di cibi freddi (sottaceti, formaggi, panini, conserve di frutta, noccioline, ravanelli, scalogno, sedano e simili) circondava una pentola che bolliva su un fornelletto da tavola. Croccanti crostini di pane all’aglio grondavano burro. Georges distribui la zuppa con la dignita di una maitre d’hotel, versandola in grandi fondine. Appena mi fui seduta, Ian mi allaccio al collo un tovagliolo gigante. — Tuffatici come un porcellino — consiglio.

Assaggiai la zuppa. — Volentieri! — e aggiunsi: — Janet, devi aver passato tutta la giornata di ieri a curare la zuppa.

— Sbagliato! — ribatte Ian. — La nonna ha lasciato questa zuppa in eredita a Georges.

— Esagerato — obietto Georges. — E stata la mia cara mamma, che il buon Dio le conceda gioia, a dare il via a questa zuppa il giorno che sono nato. Mia sorella maggiore ha sempre sperato di riceverla, ma ha sposato un uomo di rango inferiore, un anglo-canadese, cosi la zuppa e passata a me. Io ho cercato di tenere viva la tradizione, anche se mi sembra che il sapore e il bouquet fossero migliori quando la faceva mia madre.

— Non sono pratica di queste cose — dissi. — So solo che questa zuppa non ha mai visto una lattina.

— La cottura l’ho cominciata io la settimana scorsa — disse Janet. — Poi Georges ha preso in mano la situazione e l’ha curata lui. Capisce le zuppe meglio di me.

— L’unica cosa che capisco della zuppa e che bisogna mangiarla, e spero che in quella pentola ci sia un dividendo anche per me.

— Possiamo sempre — mi assicuro Georges — buttare dentro un altro topo.

— Ci sono novita, nei notiziari? — chiese Janet.

— Che fine ha fatto il tuo ordine di non parlarne a tavola?

— Ian, amore mio, tu meglio di chiunque dovresti sapere che i miei ordini riguardano gli altri, non me. Rispondimi.

— In generale, nessun cambiamento. Non sono stati segnalati altri omicidi. Se si sono fatti vivi altri pretendenti al titolo di grandi organizzatori del disastro, il nostro governo paternalista ha deciso di non informarci. Porca miseria, odio questo atteggiamento da papa saputello. Papa non sa un accidente di niente, se no non ci troveremmo in questo caos. L’unica cosa che sappiamo e che il governo sta usando la censura. Il che significa che sappiamo niente. Mi viene voglia di sparare a qualcuno.

— Di sparatorie ce ne sono gia state abbastanza. O vuoi arruolarti negli Angeli del Signore?

— Sorridi quando dici cose del genere. O hai voglia di un bel labbro gonfio?

— Ricordi com’e andata l’ultima volta che hai cercato di sculacciarmi?

— E per questo che ho parlato di un labbro.

— Tesoro, ti prescrivo tre drink robusti o un Miltown. Mi spiace vederti sconvolto. La situazione non piace nemmeno a me, ma non credo ci sia altro da fare che aspettare che passi.

— Jan, a volte sei di una saggezza quasi irritante. La cosa che mi rovescia veramente lo stomaco e il grande buco nelle notizie, un buco senza alcuna spiegazione.

— Cioe?

— Le multinazionali. Si e parlato solo di stati territoriali, e non una parola sugli stati societari. Eppure, chiunque sia in grado di contare fino a dieci sulle punte delle dita sa dove sta il vero potere al giorno d’oggi. Quei buffoni assetati di sangue non lo sanno?

Georges disse dolcemente: — Vecchio mio, forse e proprio per questo motivo che le multinazionali non sono state indicate come bersagli.

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