— Si, pero… — lan si interruppe.
Io dissi: — lan, il giorno che ci siamo conosciuti mi hai fatto notare che e impossibile colpire uno stato societario. Mi hai parlato anche dell’Ibm e della Russia.
— Non ho detto questo, Marj. Ho detto che la
Masticai un grosso crostino di pane che avevo intinto in quella zuppa celestiale, poi dissi: — Ian, esiste la vaga possibilita che sia una o piu delle multinazionali a condurre lo show, servendosi di fantocci?
Ian si rizzo di scatto sulla sedia, cosi in fretta da rovesciare la zuppa e sporcarsi il bavaglino. — Marj, mi sconcerti. All’inizio ti ho scelta in mezzo alla folla per motivi che non avevano nulla a che vedere col tuo cervello…
— Lo so.
— …Ma tu insisti ad avere un cervello. Hai intuito subito l’errore nell’idea della compagnia di assumere piloti artificiali, e usero il tuo argomento a Vancouver. Adesso hai preso questo assurdo puzzle di notizie e ci hai incastrato l’unico pezzo che da senso a tutto.
— Non sono certa che abbia senso — ribattei. — Pero, stando ai notiziari, ci sono stati omicidi e sabotaggi su tutto il pianeta e sulla Luna e addirittura su Cerere. Questo richiede centinaia di uomini, piu probabilmente migliaia. Omicidi e sabotaggi sono lavori da specialisti; richiedono addestramento. Dei dilettanti, anche ammesso di poterli reclutare, sbaglierebbero tutto sette volte su dieci. Insomma, questa storia significa soldi.
— Credo che tu abbia risolto l’enigma. Resta solo da scoprire il
— Non ho piu famiglia nell’Isola del Sud, Ian. I miei mariti e le mie sorelle di gruppo hanno chiesto il divorzio.
(Restai scioccata quanto lui.)
Ci fu silenzio in ogni angolo. Poi Ian degluti e disse piano: — Mi spiace molto, Marj.
— Non e necessario, Ian. E stato corretto un errore. Ormai e storia vecchia. Non tornero in Nuova Zelanda. Pero un giorno o l’altro mi piacerebbe fare un salto a Sydney, a trovare Bettie e Freddie.
— Sono sicuro che ne sarebbero felici.
— Io lo sarei senz’altro. E mi hanno invitata tutti e due. Ian, Freddie cosa insegna? Non me lo avete mai detto.
Rispose Georges. — Federico e un mio collega, cara Marjorie… Una lieta circostanza che mi ha condotto qui.
— Vero — convenne Janet. — Chubbie e Georges tagliavano geni assieme alla McGill, e tramite quell’amicizia Georges ha conosciuto Betty. Betty lo ha lanciato nella mia direzione e io l’ho preso al volo.
— Cosi Georges e io abbiamo stretto un patto — aggiunse Ian — visto che nessuno dei due riusciva a tenere testa a Jan da solo. Giusto, Georges?
— Hai ragione, fratello mio. Ammesso che assieme riusciamo a tenere testa a Janet.
— Sono io che ho problemi con voi due — commento Jan. — Dovrei convincere Marj a firmare come mia assistente. Marj?
Non presi sul serio quella quasi-offerta perche ero certa che non fosse seria. Tutti quanti stavano chiacchierando a vuoto per coprire la bomba che io avevo fatto cadere. Lo sapevamo bene. Ma nessuno, a parte me, si era accorto che l’argomento non era piu il mio lavoro? Sapevo cosa era successo; ma perche mai la parte profonda della mia mente aveva deciso di cambiar discorso in modo cosi melodrammatico? Non avrei mai svelato i segreti del Boss!
All’improvviso, avvertii il desiderio urgente di comunicare con Boss. Era coinvolto in quegli strani eventi? Se si, da che parte stava?
— Ancora un po’ di zuppa, cara signora?
— Non darle altra zuppa finche non avra risposto.
— Ma Jan, non dicevi sul serio. Georges, se prendo dell’altra zuppa mangero altro pane all’aglio. E diventero grassa. No. Non tentarmi.
— Altra zuppa?
— Be’… solo un pochino.
— Sono serissima — insistette Jan. — Non sto cercando di metterti le manette, anche perche probabilmente avrai il dente avvelenato col matrimonio. Pero potresti provarci, e fra un anno potremmo discuterne. Se ne avrai voglia. Nel frattempo, ti terro come mio cagnolino… E permettero a quei due caproni di restare nella stessa stanza con te solo se saro soddisfatta di come si comporteranno.
— Aspetta uri minuto! — Protesto Ian. — Chi l’ha portata qui?
— Il dolce amore di Freddie, stando a Betty. Tu l’hai portata qui per delega di Betty. In ogni caso, questo accadeva ieri, e oggi lei e il
— Se lo dici tu, Jan. Ma la questione e puramente teorica, perche io devo assolutamente andarmene. Avete in casa una carta a scala grande del confine? Il confine a sud, intendo.
— Abbiamo un’ottima carta. Richiamala sul computer. Se vuoi uno stampato, usa il terminale del mio studio, a destra della camera da letto.
— Non voglio interferire coi notiziari.
— Non interferirai. Possiamo scollegare qualunque terminale dagli altri. E necessario in una casa di individualisti indemoniati.
— Specialmente Jan — convenne Ian. — Marj, perche vuoi una carta del confine dell’Impero?
— Preferirei tornare a casa in sotterranea. Ma non posso. Visto che non posso, devo trovare qualche altro modo.
— Come pensavo. Tesoro, dovro nasconderti le scarpe. Non ti rendi conto che se cerchi di attraversare quel confine possono spararti? Poco ma sicuro, in questo momento le guardie su tutti e due i lati avranno il grilletto facile.
— Ehm… Posso almeno studiarmi la carta?
— Sicuro. Se prometti di non tentare di passare dall’altra parte del confine.
Georges disse dolcemente: — Fratello mio, non si dovrebbe mai indurre una persona cara a mentire.
— Georges ha ragione — decise Jan. — Niente promesse forzate. Fai pure Marj. Sparecchio io. Ian, ti sei offerto volontario per darmi una mano.
Trascorsi le due ore seguenti al terminale del computer, nella stanza presa a prestito. Memorizzai il confine nel suo insieme, poi passai all’ingrandimento massimo e imparai alcune zone nei minimi particolari. Nessun confine puo davvero essere chiuso al cento per cento, nemmeno le impervie mura con cui alcuni stati totalitari circondano i loro sudditi. Di solito le rotte migliori sono nei paraggi dei porti d’ingresso custoditi; in quei punti, spesso, le vie di contrabbando filano lisce come l’olio. Ma io non avrei seguito una rotta gia nota.
Non lontano c’erano molti porti d’ingresso: Emerson Junction, Pine Creek, South Junction, Gretna, Maida, eccetera. Studiai anche il Roseau River, ma pareva scorrere nella direzione sbagliata, verso nord fino a immettersi nel Red River (la carta non era chiara).
C’e una bizzarra fetta di terreno che si protende nel Lake of the Woods a est-sudest di Winnipeg. I colori della mappa la rappresentavano come una parte dell’Impero, e non c’era nulla che impedisse di superare il confine in quel punto; purche si fosse disposti ad affrontare diversi chilometri di terreno paludoso. Io non sono una superdonna; potrei fare una brutta fine in una palude; ma quel pezzetto non sorvegliato di confine mi tentava. Alla fine lo lasciai perdere perche, anche se legalmente la fetta di terreno faceva parte dell’Impero, era separata dall’Impero vero e proprio da ventun chilometri d’acqua. Rubare una barca? Ero pronta a scommettere che