non ci vado da solo penso Rawlins.

La voce di Boardman disse, calma: Fa’ come dice, Ned. Entra nella gabbia. Dimostragli che hai fiducia in lui.

Di lui mi fido penso Rawlins, ma non mi fido di quella gabbia. Nella mente gli passo la visione di un pavimento che sprofondava silenziosamente non appena le sbarre si erano richiuse, facendolo precipitare in un serbatoio sotterraneo di acido, o in un lago di fuoco. Un trattamento riservato ai nemici della citta.

Forza, Ned lo sollecito Boardman.

Un gesto grandioso e pazzesco. Rawlins passo oltre la fila di fori, e si appoggio con la schiena alla parete. Quasi istantaneamente, le sbarre spuntarono dal pavimento e si inserirono nel muro senza lasciare la minima fessura. Il pavimento, comunque, non sprofondo, e nessun raggio mortale fulmino il prigioniero.

«Magnifico!» disse Muller. «Probabilmente «sente» una creatura intelligente. Quando ho provato con gli animali non e successo niente. Che ne dici, Ned?»

«Sono felicissimo che il vostro esperimento sia riuscito, ma sarei anche piu felice se adesso mi faceste uscire.»

«Non posso controllare i movimenti delle sbarre.»

«Avete detto che le avreste tagliate col laser.»

«Ma perche distruggerle subito? Aspettiamo ancora un poco. Puo darsi che si aprano di nuovo, spontaneamente. Li sei perfettamente al sicuro. Ti portero da mangiare, se hai fame.»

Non perdere la calma gli raccomando Boardman. Se sara necessario ti tireremo fuori noi. Devi cercare di accontentarlo il piu possibile fino a quando non sarai riuscito a stabilire con lui veri rapporti di amicizia.

«Hai dato prova di grande coraggio, Ned. O di stupidita. Non sono del tutto sicuro che fra le due cose ci sia qualche differenza. Comunque, ti sono riconoscente. Dovevo sapere a che cosa servivano quelle gabbie.»

«Sono contento di esservi stato utile. Come vedete, gli esseri umani non sono poi dei mostri!»

«Coscientemente, no. E il marciume interno che e disgustoso, Ned.» Si sedette per terra, a gambe incrociate.

«Non avete cercato di farvi curare, quando siete tornato sulla Terra?»

«Ho parlato con alcuni specialisti di rigenerazione; ma non sono riusciti neanche a intuire quali alterazioni fossero state apportate al mio flusso neurale e di conseguenza non sono riusciti a capire che cosa si potesse fare.»

«Quanto ci siete rimasto, sulla Terra?»

«Pochi mesi, ma abbastanza per rendermi conto che non esisteva un solo essere umano capace di resistere vicino a me piu di pochi minuti. Ho provato con una quantita di farmaci, poi sono passato all’alcol, e alla fine ho cercato di vivere il piu pericolosamente possibile. Ma sono rimasto vivo. Nel giro di un mese sono stato ricoverato in quattro istituti neuropsichiatrici, l’uno dopo l’altro. Ho provato a portare un elmetto di piombo perche facesse da schermo alle emanazioni mentali. Ma era come cercare di tener chiusi dei neutrini servendosi di un secchio.» Muller sputo. «Sai, io ero un tipo socievole, ma sapevo anche star solo. In mezzo alla gente stavo bene, riuscivo simpatico a tutti per la mia cordialita. Ma non ero un tipo tranquillo, angelico come te, che irradi cortesia e nobilta da tutti i pori. Ho sempre condotto una vita ricca ai relazioni, complessa, agitata. Tuttavia, durante i miei viaggi me ne stavo anche un anno senza vedere anima viva, e non ne soffrivo affatto. Pero, quando mi sono accorto di essere escluso dalla societa per sempre, ho capito che in fondo avevo bisogno degli altri. Adesso, pero, e tutto superato. Ho vinto questa esigenza, ragazzo mio. Posso passare anche cent’anni in solitudine, senza sentire la mancanza di nessuno. Mi sono abituato a considerare l’umanita come l’umanita considera me: qualcosa di nauseante, che e meglio evitare. Andate tutti al diavolo! Io non devo niente a nessuno di voi, neanche l’amore. Non ho obblighi e potrei anche lasciarti marcire in questa gabbia, Ned, senza sentirmi turbato. Potrei benissimo passare davanti a questa gabbia due volte al giorno e ridere alla vista del tuo cadavere in decomposizione!»

«Parlate come se apparteneste a un’altra razza.»

«No. Appartengo alla razza umana. Anzi, sono l’essere umano piu umano che esista, perche sono l’unico che non riesce a nascondere la propria «umanita». Quello che e dentro di me, e anche dentro di voi. Io sono il teschio che sta dietro la faccia, lo scheletro nascosto. Sono tutta la sporcizia che fingiamo di non vedere, la lussuria, l’odio, la ripugnanza, l’invidia.»

«Perche avete deciso di venire proprio qui, su Lemnos?» chiese Rawlins, pacatamente.

«Un certo Charles Boardman mi ha messo l’idea in testa.»

17

Rawlins si mostro sorpreso, sentendo quel nome.

«Lo conosci?» domando Muller.

«Si, naturalmente. E un personaggio molto importante nel governo.»

«E stato lui a mandarmi su Beta Hydri IV. Oh, non ha avuto bisogno di ingannarmi, di usare i suoi sistemi ambigui. Ha semplicemente fatto leva sulla mia ambizione. C’e un mondo su cui vive una specie sconosciuta mi disse, e vogliamo che un uomo vada a esplorarlo. Probabilmente si tratta di una missione-suicidio, ma chi la portera a termine sara il primo uomo ad avere avuto contatti con una specie intelligente che non sia la nostra. La cosa v’interessa? Naturalmente accettai. E poi, quando tornai conciato a quel modo, lui cerco di sfuggirmi. Non so se non poteva sopportare la mia presenza, o se si sentiva colpevole. Finalmente riuscii ad acciuffarlo e gli dissi: Guardatemi, Charles. Ecco come sono ridotto, ora. Che cosa posso fare? Dove posso fuggire? E gli andai vicino. La sua faccia cambio colore e gli lessi il disgusto negli occhi. Poi lui mi ricordo il labirinto di Lemnos.»

«Perche?»

«Me lo propose come un rifugio ideale. Forse sperava che ci sarei crepato. Ma io gli risposi che non ci pensavo nemmeno, che non avrei mai fatto niente di simile. Poi me ne andai per un mese nella New Orleans Sotterranea, e quando tornai alla superficie noleggiai un’astronave e venni qui, facendo il possibile per far perdere le mie tracce, perche nessuno scoprisse dov’ero diretto.»

«Ma come avete fatto a penetrare nel labirinto?»

«E stata pura sfortuna.»

«Sfortuna?»

«Avrei voluto morire in una vampata di gloria, non me ne importava niente di sopravvivere. Sono entrato diritto, e ho puntato verso il centro. Il guaio e, Ned, che ho la pelle dura. Sono refrattario alla morte; e un dono innato, forse una qualita paranormale. Ho dei riflessi fuori del comune, e anche il mio istinto di conservazione e particolarmente sviluppato. E poi avevo dei rivelatori di massa e qualche altro apparecchio utile. Cosi sono entrato nel labirinto; ogni volta che incontravo uno scheltro facevo un po’ piu attenzione del solito. E quando mi accorgevo che la visione delle cose si faceva confusa, mi fermavo e riposavo. Ero certo che sarei morto nella zona H. Lo desideravo. E invece sono riuscito dove tutti gli altri avevano fallito. Hai fame, ragazzo?»

«Un po’.»

«Sta’ tranquillo, ti porto qualcosa da mangiare.»

Muller s’avvio verso gli edifici vicini e scomparve. Rawlins disse, con calma: «E terribile, Charles. Ha perso l’uso della ragione.»

«Non contarci troppo» rispose l’altro. «Puo darsi che stia recitando una commedia per provare la tua buona fede.»

Infine Muller torno, con un piatto di carne e una bella coppa di cristallo piena d’acqua. «E tutto quello che ho» disse.

L’acqua aveva un profumo gradevole, o meglio, mancava completamente di qualsiasi odore sgradevole. Muller si sedette tranquillamente davanti alla gabbia, e comincio a mangiare anche lui. Rawlins noto che l’effetto delle sue radiazioni non pareva piu cosi tormentoso, neanche a una distanza inferiore ai cinque metri. Evidentemente

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