«Gli sei andato vicino e non hai sentito niente?»
«Niente. E… e guarito.»
«Allora tornera certamente fuori dal suo buco» ripete Boardman. «Lo terremo d’occhio, e quando ci chiedera di andare a prenderlo, andremo. Presto o tardi sentira il bisogno di vedere qualcuno. Ne ha passate tante, che sente la necessita di riordinare le idee, e probabilmente il labirinto gli sembra il luogo piu adatto per farlo. Non e ancora pronto per riprendere la vita normale. Diamogli due anni, magari tre. Uscira. Gli alieni extragalattici hanno cancellato quello che altri alieni prima di loro avevano fatto, e ora Muller puo benissimo reinserirsi nella societa.»
«Non credo che lo rivedremo» disse Rawlins, pacato. «Non credo che si possa cancellare tanto facilmente una cosa del genere. Sono convinto che ormai non e piu un essere umano.»
Boardman rise. «Scommettiamo? Cinque a uno che Muller esce dal labirinto di sua spontanea volonta tra cinque anni al massimo.»
«Ecco…»
«Bene. Abbiamo scommesso.»
Rawlins usci dall’ufficio del vecchio diplomatico. Era sera. Scese in strada. Tra un’ora avrebbe cenato con una creatura tenera, dolce e innamorata, incredibilmente orgogliosa della sua relazione con il famoso Ned Rawlins. Una creatura che sapeva ascoltare, che con le sue moine riusciva a fargli raccontare le avventure piu spericolate e annuiva gravemente quando lui parlava di quelle che ancora lo aspettavano. E anche a letto era una buona compagna.
Si fermo un attimo e guardo le stelle.
Milioni di punti luminosi palpitavano in cielo. Lassu c’erano Lemnos, Beta Hydri IV, i mondi assoggettati dai radio-esseri, e, invisibile ma reale, la galassia degli «altri». Lassu, lontano, c’erano il labirinto in mezzo a una vasta pianura, una foresta di alberi che parevano funghi alti centinaia di metri, mille pianeti con le citta costruite dai Terrestri, e un mondo prigioniero con un serbatoio misterioso che gli orbitava intorno. Nel serbatoio c’era un essere strano, indescrivibile. Sui mille pianeti appartenenti alla Terra, trepidavano esseri umani in pena per il loro futuro. Sotto gli alberi-fungo, passeggiavano creature silenziose, dall’incedere aggraziato. E nel labirinto viveva un uomo.
Era ancora troppo presto per prevedere come sarebbero andate le cose. Nessuno sapeva come avrebbero reagito i radio-esseri all’incontro con Muller. E gli Hydrani? In che modo avrebbero lottato per la propria esistenza? Tutto era ancora estremamente incerto. Il pensiero di essere abbastanza giovane per sperare di vedere la soluzione di tutti i quesiti eccitava Rawlins, ma lo spaventava anche, e non poco.
Riprese il cammino. Guardo ancora le astronavi che foravano il mantello scuro della notte. L’Universo intero lo chiamava, irresistibilmente, e ogni stella esercitava una sua particolare attrazione. Le luci del cielo lo attiravano, stordendolo. Sentieri luminosi lo attendevano, invitanti. Penso all’uomo nel labirinto. Penso anche alla ragazza che lo stava aspettando.
A un tratto si senti «come» Dick Muller. Il Dick Muller di ventiquattro anni, con la galassia intera ad attenderlo.
Si affretto a raggiungere la ragazza che lo stava aspettando. Bevvero un vino generoso, elettrizzante. Risero al lume di una candela tremula. Poi lei gli offri tutta la sua tenerezza. Piu tardi, su un terrazzo che si affacciava sulla citta piu grande della Terra, si strinsero l’uno all’altra. Le luci della metropoli si perdevano in lontananza e salivano incontro alle altre luci, alte nel cielo. Lui le passo un braccio intorno alla vita, e la strinse a se.
«Quanto tempo ti fermerai, questa volta?» chiese lei.
«Altri quattro giorni.»
«E quando tornerai?»
«Quando avro portato a termine la mia missione.»
«Non riposerai mai, Ned? Quando dirai che ne hai abbastanza, che non partirai piu, e sceglierai un pianeta per restarci sempre?»
«Lo faro» disse lui vagamente. «Almeno, credo. Tra un po’ di tempo.»
«Non lo dici convinto. Nessuno di voi si stabilisce mai in un posto…»
«Non possiamo» mormoro lui. «Dobbiamo andare… Ci sono sempre nuovi mondi… nuovi soli…»
«Tu pretendi troppo. Vuoi l’Universo intero. E un peccato, Ned. Bisogna darsi un limite.»
«Si» disse lui «hai ragione. Lo so che hai ragione.»
Le sue dita accarezzarono la pelle morbida come il velluto. Lei tremo. Ned disse: «Facciamo il nostro dovere, e cerchiamo d’imparare dagli errori degli altri. Serviamo la nostra causa e facciamo il possibile per essere onesti verso noi stessi. Come potrebbe essere diversamente?»
«L’uomo che e tornato nel labirinto…»
«…e felice» disse Rawlins. «Ha seguito la via che aveva scelta.»
«Deve odiarci molto per voltare le spalle all’Universo intero.»
«E al di la dell’odio» disse Rawlins. «E in pace. Comunque sia diventato.»
«Comunque?»
«Si» disse lui, piano. Poi soggiunse, mentalmente:
«Perche si e rinchiuso nel labirinto, Ned?»
«Per lo stesso motivo che l’aveva spinto a scendere su un mondo straniero. Per lo stesso motivo per cui si era ridotto cosi…»
«E qual e questo motivo?»
«Il suo amore per l’umanita.»
Era il migliore epitaffio che si potesse fare a Dick Muller. Ned strinse forte a se la ragazza.
Se ne ando prima dell’alba.