«Non e vero.»
«E che cos’altro, allora? Vuoi forse che consenta a Boardman di disporre di me un’altra volta?»
«Potreste… potreste collaborare» disse Rawlins. Aveva la gola arida.
«Questo mai.»
«Non vi comportate in modo ragionevole.»
«Non sono mai stato ragionevole e non ho intenzione di cominciare a esserlo adesso. Anche se accettando di diventare ambasciatore presso i radio-esseri potessi cambiare in qualche modo il destino dell’umanita, cosa di cui non sono affatto convinto, bada bene, sarebbe per me un vero piacere non compiere questo dovere! Ti sono grato per avermi avvertito. Adesso so che cosa sta succedendo e ho trovato la scusa che cercavo da tanto tempo: ci sono almeno mille trabocchetti qui, che danno una morte rapida e probabilmente indolore. Che Charles Boardman vada a parlare coi suoi alieni di persona. Io…»
«Vi consiglio di non muovervi, Dick» disse Boardman, comparendo a una trentina di metri da lui.
23
Boardman trovava quella faccenda estremamente disgustosa, ma inevitabile. Non era sorpreso che gli avvenimenti avessero preso quella piega. Nel fare i suoi piani aveva considerato due possibilita: la prima, che Rawlins riuscisse a trascinare Muller fuori del labirinto; la seconda, che finisse col ribellarsi e raccontasse a Muller la verita. E si era preparato per fronteggiare entrambe le eventualita.
Ora Boardman si era addentrato nel centro del labirinto, in cerca di Rawlins, per evitare che Ned causasse un danno irreparabile. Infatti, tra le probabili reazioni di Muller ce n’era una che lui, Boardman, doveva assolutamente scongiurare: il suicidio. Muller non si sarebbe mai ucciso per disperazione, ma sarebbe stato capacissimo di farlo per vendetta. Cosi Boardman aveva portato con se Ottavio, Davis, Reynolds e Greenfield. Hosteen e gli altri osservavano dalle zone periferiche.
Muller si volto di scatto. Non era facile sostenere il suo sguardo.
«Mi dispiace, Dick» disse Boardman «ma dovevo farlo.»
«Non avete nessun pudore, voi, vero?»
«Quando si tratta del bene della Terra no.»
«Me ne sono accorto gia da parecchio. Ma credevo che in fondo foste un uomo come gli altri, Charles. Non vi avevo capito fino in fondo.»
«Avrei preferito che non si dovesse ricorrere a questi sistemi, Dick, ma ci siamo costretti. Venite con noi.»
«No.»
«Non potete rifiutarvi. Il ragazzo vi ha detto che cosa c’e in gioco. Abbiamo gia un debito immensamente grande con voi, aggiungeteci anche questo. Ve ne prego.»
«Non lascero mai Lemnos. Non sento nessun dovere verso l’umanita. Non voglio fare il vostro gioco.»
«Dick…»
«A cinquanta metri da qui, c’e una voragine di fiamme. La raggiungero e mi ci buttero dentro. Tra dieci secondi Richard Muller non esistera piu. Una disgrazia ne cancellera un’altra, e la Terra non stara peggio di come stava prima che io avessi acquisito questa mia facolta particolare.»
«Una soluzione puerile, Muller. Una sciocchezza di cui non vi avrei mai ritenuto capace.»
«E stato puerile sognare le stelle» disse Muller. «Adesso sono soltanto coerente. Le galassie possono anche mangiarvi vivo, Charles. Buon appetito a loro. Non vi va di diventare schiavo? Capisco! In un punto imprecisato del cranio continuereste a esitare, a urlare che vorreste essere libero, mentre i messaggi radio vi ordinerebbero di alzare una gamba, un braccio… Vorrei esserci per vedervi! Ma io saro nella voragine di fiamme.»
Dopo una breve pausa, Boardman disse: «Almeno venite con me nella zona F. Potremmo discutere davanti a un buon bicchiere di acquavite.»
«Seduti l’uno accanto all’altro?» Muller scoppio a ridere. «Vomitereste. Non potreste sopportare la mia vicinanza.» Fece un passo indietro. Il suo corpo vigoroso sembrava essersi improvvisamente rattrappito, appassito: un insieme di tendini, tesi fino allo spasimo a reggere una struttura che sta per crollare. Fece un altro passo…
Boardman mosse impercettibilmente un dito. Greenfield e Reynolds balzarono avanti, di scatto.
Con la prontezza del felino che piomba sulla preda, i due afferrarono Muller per le braccia. Boardman li vide impallidire all’impatto con il campo misterioso. Il prigioniero lotto, si divincolo, cerco di liberarsi, ma anche Davis e Ottavio gli erano addosso, ora. Sarebbe stato assai piu semplice usare un’ipno-pistola, ma Boardman penso che a volte quelle armi potevano essere pericolose per l’uomo. E li non c’erano disponibili gli apparecchi necessari per rimediare a eventuali danni.
Dopo una breve lotta, Muller cadde in ginocchio.
«Disarmatelo» ordino Boardman.
Mentre Ottavio e Davis lo tenevano fermo, Reynolds e Greenfield lo perquisirono. In una tasca trovarono la piccola sfera con l’apertura. «Sembra che non ci sia nient’altro» disse Greenfield.
«Controllate accuratamente.»
Ubbidirono. Intanto Muller se ne stava immobile, come impietrito, lo sguardo assente. Aveva l’espressione del condannato a morte che sta per essere ghigliottinato. Infine Greenfield alzo la testa. «Niente» disse.
Allora Muller parlo: «In uno dei miei molari sinistri e inserita una fiala piena di una sostanza speciale» disse. «Contero fino a dieci, poi daro un morso e il mio corpo si sciogliera davanti ai vostri occhi.»
Greenfield si giro di scatto e strinse la mascella del prigioniero.
«Lasciatelo andare» disse Boardman. «Non e vero.»
«Ma come facciamo a sapere…»
«Lasciatelo andare, ho detto. Ritiratevi a cinque metri di distanza. Non andategli vicino, a meno che non si muova.»
Ubbidirono, felici di allontanarsi dal punto in cui le radiazioni di Muller si facevano sentire con forza particolare. Boardman, quindici metri piu in la, avvertiva gia fitte dolorose.
«Potete alzarvi, adesso» disse Boardman. «Ma, per favore, non cercate di fuggire. Vi assicuro che mi dispiace dovervi usare tutto questo trattamento, Dick.»
Muller si alzo, la faccia cupa, sfigurata dall’odio. Non parlo e non cerco di allontanarsi.
«Se sara necessario» continuo Boardman «vi immobilizzeremo con la schiuma autoadesiva e vi porteremo fuori di peso dal labirinto. Resterete avvolto nel collante fino al momento in cui incontrerete gli alieni, e non sarete in grado di difendervi in nessun modo. Ma non voglio che mi costringiate a dare questo ordine. Collaborate spontaneamente con noi, Dick. Seguiteci fino alla nave. Fate quello che vi abbiamo chiesto, e aiutateci per l’ultima volta.»
«Che ti si arrugginiscano le budella» disse Muller, in tono gelido. «Che tu debba vivere mille anni con i vermi che ti rodono le carni. Che tu possa soffocare nel tuo grasso senza mai riuscire a crepare!»
«Aiutateci. Di vostra volonta.»
Muller scoppio a ridere.
Boardman sospiro. Era un grosso guaio, quello. Lancio un’occhiata a Ottavio. «L’autoadesivo» ordino.
Rawlins, che era rimasto immobile, come ipnotizzato, si scosse all’improvviso. Balzo in avanti, strappo dalla fondina la rivoltella di Reynolds, e corse a darla a Muller. «Ecco» disse freddamente. «Adesso siete voi in vantaggio.»
Muller guardo l’arma come se non ne avesse mai vista una prima di allora, ma la sua sorpresa duro soltanto una frazione di secondo. Strinse il calcio nel palmo della mano e poso il dito sul grilletto. Era un modello standard, poco diverso da quelli in uso al suo tempo. Con una sola scarica poteva ucciderli tutti. Oppure uccidersi.
Indietreggio di qualche passo, per impedire che lo assalissero alle spalle, poi descrisse con l’arma un arco molto ampio, in modo da includere nel gesto tutti i presenti.
«Mettetevi vicini!» ordino. «Tutti e sei. A un metro di distanza l’uno dall’altro, in riga. E tenete le mani in alto, che le possa vedere.»
L’occhiata che Boardman diede a Rawlins lo diverti immensamente. Il ragazzo aveva l’aria sconvolta, confusa, trasognata. Muller aspetto pazientemente che gli uomini si mettessero in riga davanti a lui. Era sorpreso della