«E che cosa ci guadagnerei, mentendo?»
«Questo non lo so.»
«E va bene, allora. Avete ragione voi» disse Rawlins brusco. «E impossibile aiutarvi. Parliamo d’altro.»
«Perche mi hai raccontato questa storia, se non e vera?»
«Vi ho detto di cambiare discorso.»
«Supponiamo per un momento che sia vero» insiste Muller. «Cioe che tornando sulla Terra potrei curarmi e guarire. Premetto che la cosa non m’interessa minimamente: ormai ho conosciuto la vera natura degli uomini. Mi hanno preso a calci quando ero laggiu. Non scherzavano, Ned. Sono loro che puzzano. Erano contenti di quello che mi era successo.»
«Non e vero!»
«Come fai a saperlo? Eri un bambino, tu. Mi hanno trattato in quel modo schifoso perche io rappresentavo, fisicamente, quello che loro, ognuno di loro, aveva dentro. Ero lo specchio della loro anima. Perche dovrei tornare tra gli uomini? Li ho visti come sono veramente, in quei pochi mesi passati sulla Terra dopo il mio ritorno da Beta Hydri IV. Il loro sguardo, i sorrisi imbarazzati mentre si ritraevano da me.
«Posso dirvi una cosa che potrebbe anche offendervi?» chiese Rawlins.
«Non riuscirai a offendermi. Comunque, prova.»
«Secondo me, avete una visione sbagliata delle cose. Non riuscite piu a vedere niente nella prospettiva giusta. Detestate l’umanita perche e… umana. Non e facile accettare uno come voi. Se foste al mio posto, e io al vostro, capireste. E una sofferenza. Anche adesso sento il dolore stiracchiarmi i nervi. Se vi avvicinaste ancora un poco, scoppierei a piangere. Non potete aspettarvi che la gente si abitui in fretta a uno come voi. Nemmeno chi vi ama…»
«Nessuno mi ama.»
«Eravate sposato.»
«Divorziato.»
«Amici?»
«Sono scappati tutti, come razzi.»
«Non gli avete dato tempo.»
«Di tempo ne hanno avuto fin troppo.»
«No» disse Rawlins. «Ora sto per dirvi qualcosa che vi ferira davvero, Dick. Mi spiace, ma devo farlo. Le vostre parole mi ricordano i discorsi che sentivo all’universita. Cinismo da matricola. Dite che il mondo e disgustoso: male… marcio… schifo dappertutto. Avete scorto la vera natura dell’uomo e non volete avere piu niente a che fare con lui! Tutti parlano cosi, a diciott’anni, ma e una fase transitoria. Superata la crisi, ci accorgiamo che il mondo e un luogo decente, che la gente cerca di fare del suo meglio, che siamo imperfetti, e vero, ma non abominevoli…»
«Un diciottenne non ha il diritto di affermare cose del genere! Io invece parlo per esperienza: ho pagato di persona.»
«Ma perche continuate a ostinarvi? Sembra che vi gloriate della vostra miseria. Liberatevi, scuotetevela di dosso! Tornate sulla Terra con noi e dimenticate il passato. O almeno, perdonate.»
«Non voglio perdonare e non voglio dimenticare.» Muller si rabbuio. Un tremito di paura lo scosse. E se fosse vero? La guarigione. Lasciare Lemnos? Si sentiva incerto, turbato. Il ragazzo l’aveva colpito nel vivo con quell’accenno al cinismo da matricola. Aveva ragione. Lui, Muller, era davvero un misantropo? Macche, tutta una posa. Ned l’aveva obbligato ad assumerla, e adesso lui si sentiva soffocare nella propria caparbieta. No, non c’era nessuna cura… Ma il ragazzo sembrava sincero. No, mentiva. E perche? Voleva ingannarlo, attirarlo sulla sua nave. E se invece fosse stato vero? Perche non tornare? Muller lo sapeva, il perche. Aveva paura. Paura di rivedere i suoi simili, d’inserirsi di nuovo nella corrente della vita. Nove anni trascorsi su un’isola deserta… Aveva paura.
«Sento che state cambiando idea. Vi leggo nella mente.»
«Davvero?»
«Per modo di dire. Prima eravate amaro e rabbioso, adesso, taciturno e assorto.»
«Nessuno mi ha mai letto nella mente» mormoro Muller.
«E allora, perche fate quella faccia? Pensate alla Terra?»
«Puo darsi.» Muller si affretto a tappare la breccia apertasi nella sua armatura. La sua faccia si rabbuio di nuovo, e le mascelle s’irrigidirono. Poi si alzo e si avvicino a Rawlins, mentre il giovane dava segni evidenti di disagio.
«E meglio che torni alla tua archeologia, Ned.»
«Ho ancora un po’ di tempo.»
«No. Vattene. Vai via.»
21
Sfidando l’ordine di Boardman, quella sera Rawlins torno al campo della zona F. Boardman stava cenando. Era seduto davanti a una tavola di legno scuro e lucido, dove, in eleganti ciotole di pietra, facevano bella mostra frutti canditi, verdure sott’aceto, pseudo-bistecche e salse piccanti. Una caraffa di vino color verde oliva era posata vicino alla mano grassa del diplomatico. Sopra un blocco di vetro nero c’erano diverse pillole, e ogni tanto Boardman se ne infilava una in bocca. Per un po’, Rawlins rimase in piedi presso l’ingresso, senza che il Consigliere mostrasse di accorgersi della sua presenza.
«Ti avevo detto di non venire qui» disse infine il vecchio.
«Muller vi manda questo.» Rawlins poso la fiaschetta presso la caraffa.
«Avremmo potuto parlarci anche da lontano.»
«Sono stufo di questa storia! Volevo vedervi.»
Boardman lo lascio in piedi, e continuo a mangiare.
«Charles, non riesco piu a fingere con lui.»
«Hai fatto un lavoro eccellente, oggi» disse Boardman, tra un sorso e l’altro di vino. «Sei stato molto convincente.»
«Si. Sto imparando a mentire. Ma a che scopo? L’avete sentito: il genere umano lo disgusta. Non vorra assolutamente collaborare con noi, una volta fuori dal labirinto.»
«Non pensa veramente a quello che dice. L’hai capito anche tu, Ned. Cinismo da matricola… In fondo, Muller ama l’umanita. Per questo e cosi amaro: perche l’amore ha preso un gusto amaro nella sua bocca. Ma non si e ancora trasformato in odio.»
Rawlins si accovaccio sul pavimento, per mettersi al livello di Charles. Questi infilzo un candito con la punta della forchetta e se lo porto alla bocca con un gesto lento.
«Dicendo che non ti credeva. Ma invece ti crede, Ned. Solo che ha paura di uscire dalla sua tana.»
«Ascoltate, per favore. Supponiamo che veramente lui mi creda. Supponiamo che esca dal labirinto e che si metta nelle vostre mani. Che faremo allora? Chi si prendera l’incarico di dirgli che non esiste nessuna cura per la sua malattia, che l’abbiamo ingannato spudoratamente, e che vogliamo soltanto che accetti di diventare il nostro ambasciatore presso un popolo di alieni venti volte piu strani e cinquanta volte piu pericolosi di quelli che gia l’hanno rovinato? Io non ho intenzione di dargli questa bella notizia.»
«Non sarai tu a farlo, Ned. Glielo diro io.»
«E come reagira? Credete che si limitera a sorridere e a complimentarsi con voi per la vostra astuzia? Che