20
S’incontrarono di nuovo tre giorni dopo, a mezzogiorno, nella zona B. Rawlins attraverso diagonalmente la piazza ovale, che si apriva tra due tozze torri blu, e Muller gli fece cenno di avvicinarsi.
«Come vanno le gambe?»
«Bene.»
«E il tuo amico? Gli e piaciuto il liquore?»
«Molto» disse Rawlins, ripensando al lampo di avidita che aveva letto negli occhi voraci di Boardman. «Vi rimanda la fiaschetta, piena di un’acquavite speciale, e spera di poter fare un altro scambio.»
Muller guardo il recipiente che Ned gli tendeva. «All’inferno!» disse gelido. «Non ho intenzione di mettermi a commerciare con nessuno. Se mi rendi quella fiaschetta la mando in pezzi davanti ai tuoi occhi.»
«Ma… perche?»
«Vieni qua, che ti faccio vedere! No… aspetta. Ho cambiato idea: dammela.»
Rawlins gliela diede. Lui l’accarezzo teneramente, la stappo e se la porto alle labbra. «Siete dei demoni» brontolo. «Da dove viene questo? Da Deneb XIII?»
«Non so. Il mio amico ha detto soltanto che vi sarebbe piaciuto.»
«Demoni… Tentazioni… Questo e il commercio. Ma solo per una volta. A proposito, dove sei stato in questi giorni?»
«Ho lavorato.»
«Dove state scavando?»
«Non scaviamo affatto. Impieghiamo sonde acustiche al confine tra la zona E e la F. Stiamo cercando di stabilire se il labirinto e stato costruito tutto in una volta o in periodi successivi, partendo dal centro. Che ne dite voi, Dick?»
«Andate all’inferno! Non do consigli gratis agli archeologi, io!» Inghiotti un altro sorso di acquavite, e disse: «Mi sei abbastanza vicino, adesso, no?»
«Quattro o cinque metri.»
«Quando mi hai dato la fiaschetta erano anche meno, come mai non avevi l’aria nauseata? Non sentivi l’effetto delle radiazioni?»
«Si che lo sentivo.»
«Allora ti sei dominato… Che tipo stoico!»
Rawlins si strinse nelle spalle e disse, in tono cordiale: «Credo che con l’andare del tempo ci si abitui anche a questo. Non l’avete mai constatato in altre occasioni?»
«Non ci sono state altre occasioni» disse Muller. «Vieni, ragazzo. Ti mostrero tutto quello che c’e da vedere. Ecco la mia riserva d’acqua. Una raffinatezza, no? Questo tubo nero gira tutto intorno alla zona B.» S’inginocchio per accarezzarlo e aggiunse: «Dev’esserci un sistema di pompe che aspira l’acqua da qualche vena sotterranea, forse a mille metri di profondita. Questo e un rubinetto. Ce n’e uno ogni cinquanta metri. Secondo me, l’acquedotto rifornisce d’acqua tutta la citta. Forse i suoi abitanti non ne adoperavano molta. Non ho trovato nessun altro condotto.»
Poi Muller uni le mani a coppa e le mise sotto il rubinetto decorato da cerchi concentrici: l’acqua zampillo immediatamente. Lui ne bevve alcuni sorsi e ogni volta che staccava le mani il getto si arrestava.
S’inoltrarono nella zona A, come per una passeggiata. Muller era in vena di chiacchierare, e il dialogo fluiva facile, dissolvendosi a tratti in una nebbia acida di rabbia o di auto-commiserazione, ma per lo piu pacato e piacevole: uno scambio di opinioni, esperienze, riflessioni tra un uomo maturo e un giovane che provavano piacere nella compagnia reciproca. Muller parlo della sua carriera, dei pianeti che aveva visitato, dei delicati negoziati che aveva condotto per conto della Terra con le colonie di altri mondi, spesso tutt’altro che concilianti. Pronuncio parecchie volte il nome del Consigliere Boardman, ma Ned non lascio trapelare nessuna emozione.
«Perche non mi racconti niente di te?» chiese infine Muller. «Sei piu sveglio di quanto non sembri. Un po’ timido, forse, ma con un’ottima intelligenza nascosta dietro le tue virtu da collegiale. Dove vuoi arrivare, Ned? Che cosa ti offre l’archeologia?»
Rawlins lo guardo fisso. «La possibilita di ricostruire milioni di vicende passate. Sono avido quanto voi. Voglio studiare, conoscere la storia delle civilta. Non solo del sistema solare, ma di tutte le civilta conosciute.»
«Ben detto!»
«Avrei anche potuto intraprendere la carriera diplomatica, come avete fatto voi. Invece ho scelto questa, e credo che mi ripaghera. C’e molto da scoprire qui e dappertutto: abbiamo appena cominciato a cercare.»
«Nelle tue parole si sente la forza di un ideale. Anch’io parlavo cosi.»
«E perche non pensiate che io sia esageratamente disinteressato, devo precisare che sono spinto dalla curiosita, piu che dall’amore astratto per la conoscenza.»
«Comprensibilissimo, e perdonabile. Non siamo molto diversi, noi due, a parte i quarant’anni e piu di differenza. Non preoccuparti troppo dei motivi che ti spingono, Ned. Vai sulle stelle, guarda, godi, agisci. Alla fine, la vita ti schiaccera come ha schiacciato me, ma c’e ancora tempo.»
Rawlins sentiva il calore dell’uomo, adesso, il vibrare di sentimenti autentici. Tuttavia c’era ancora l’onda portante di quell’incubo, l’emozione continua che proveniva dalle profondita dell’anima, attenuata, a quella distanza, ma inconfondibile. Trattenuto dalla pieta, Ned non aveva il coraggio di dire quello che ormai era necessario dire. Boardman lo incitava, irritato:
«Sembri distratto» disse Muller.
«Sto pensando che e molto triste questa sfiducia nei vostri simili, questo vostro atteggiamento negativo nei confronti dell’umanita.»
«Sono stato costretto ad assumerlo.»
«Ma non e necessario che passiate il resto della vostra vita in questo labirinto. C’e una via d’uscita.»
«Non voglio uscirne.»
«Ascoltatemi.» Rawlins respiro profondamente, e la sua faccia s’illumino di un sorriso limpido. «Ho parlato del vostro caso al medico della spedizione, specialista in neurochirurgia. Dice che ci sarebbe la possibilita di risolvere il vostro problema, adesso. E una scoperta recente, degli ultimi due anni, e blocca ogni emanazione. Vi riporteremo sulla Terra per farvi operare, Dick… Guarirete.»
La parola inattesa gli arrivo fluttuando in un torrente di suoni banali e penetro a fondo in Muller.
«Come fate a esserne tanto sicuro?»
«Lo so.»
«La scienza fa progressi, in nove anni! Adesso si sa come funziona il cervello, si conosce la natura delle onde cerebrali. Hanno costruito un enorme cervello in uno dei laboratori lunari e l’hanno studiato nei minimi particolari.»
«Hai un’aria cosi angelica» disse Muller «coi tuoi occhi azzurri e i capelli d’oro! A che gioco stai giocando, Ned? Perche mi dici tutte queste sciocchezze?»
«Non sono sciocchezze.»
«Non ti credo. E non credo nella tua cura.»
Ci fu un lungo silenzio.
Muller era perso in un labirinto di pensieri. Lasciare Lemnos… Essere finalmente libero dalla maledizione… Potere stringere ancora tra le braccia una donna… Sentirne il calore… Ricostruire la propria carriera… Solcare nuovamente il cosmo… Scuotersi di dosso nove anni di angoscia… Credere? Partire?
«Ma c’e davvero una possibilita di guarigione?»
«Il medico ha detto di si.»
«Sono certo che menti, ragazzo.»