sulla natura dell’universo sono conseguentemente false.

Non esistono condizioni necessarie ne relazioni causali; percio la logica e tirannia.

Quando e giunto a una comprensione intima di queste premesse tutta l’irrequietezza l’abbandona. E in pace. Non e mai stato felice come da quando si trova nella forma dell’Aspettatore, perche adesso si rende conto che la gioia e la tristezza sono semplicemente aspetti della stessa delusione, non piu tangibili ne significative di elettroni, neutroni o mesoni. Puo fare a meno di tutte le sensazioni e vivere in un ambiente di astrazioni pure: tralasciare strutture, colori, tonalita, gusti e distinzioni di forma! Non si limita semplicemente a ripudiare il messaggio dei sensi: ne nega la realta complessiva. In questa nuova atmosfera di tranquillita riconosce rapidamente che l’Aspettatore deve essere considerato l’aspetto piu evoluto mai sviluppato dalla razza umana, poiche e quello maggiormente padrone dell’ambiente. Il fatto che l’umanita abbia continuato a mutare dopo aver sviluppato gli Aspettatori e un volgare paradosso, un’impressione basata su un’errata comprensione della casualita degli eventi, e lui non perde molto tempo ad analizzarla. Questi Sfioratori, questi Respiratori, questi Mangiatori, tutte le forme successive sono pietosamente inconsapevoli della loro irrilevanza nei confronti della non-struttura del non- universo.

Non lascera mai questo posto.

Pure, curiose stonature si sviluppano nella sua soddisfazione. Il suo collega Aspettatore, per esempio, irradia spesso una pigra e inquietante tonalita di dubbio che stride stranamente con la visione filosofica dell’Aspettatore stesso. Talvolta il fiume cresce e spinge nuvole di particene scintillanti nel luogo in cui Clay e radicato nel terreno; questi flussi bloccano contemporaneamente le sue percezioni sensoriali e lo lasciano indiscutibilmente preoccupato dall’importanza delle percezioni. Anche se e capace di trascendere queste difficolta, e turbato da un’incertezza fondamentale che e in conflitto non solo con la sua consapevolezza della non-esistenza di scopi, ma con la consapevolezza altresi della non-esistenza di conflitti. Sorpassa a fatica questo punto oscuro senza tentare di affrontarlo. Il tempo passa atemporalmente, diffondendosi in una serie di conchiglie grigie concentriche autodivorantisi. Non sa piu se vive nel crepuscolo o all’alba del mondo. Non ritorna a una concezione lineare degli eventi fino al giorno in cui una certa combinazione di strutture e densita si presenta sull’isola in cui si e stabilito, e riesce a penetrare nel suo isolamento.

Percepisce una morbidezza all’interno della durezza. Percepisce un ovale all’interno di un rettangolo. Percepisce un suono all’interno del silenzio.

Sente una voce acuta dire: — I tuoi amici ti cercano. Vuoi tornare da loro?

Clay permette a questo schema astratto di fenomeni coincidenti di assumere l’illusione della realta. Adesso percepisce l’amico risorto, lo sferoide. Osserva la rosea creatura gelatinosa inserita nelle sbarre di metallo splendente della sua gabbia. Dice: — Come posso capire quello che dici?

— Nessuna barriera e eterna — dice lo sferoide. — Adesso sono in sintonia con la lingua corrente.

— Perche sei qui?

— Per aiutarti. In me c’e un debito di gratitudine, perche sei stato tu a riportarmi alla vita.

— Nego questo debito. La vita e la morte sono condizioni indistinguibili. Eri semplicemente confuso, io ti ho illuminato.

— Sia come sia, vuoi rimanere radicato nel terreno fino alla fine del tempo?

— Vago come piu mi piace senza bisogno di lasciare questo spazio.

— Non vorrei offenderti — dice lo sferoide. — Ma temo che tu non sia piu padrone di te stesso. Penso che tu abbia bisogno di essere salvato. Rimani nella sabbia di tua spontanea volonta?

— Lascia che ti spieghi il libero arbitrio — dice Clay.

Parla a lungo. Mentre parla, lo sferoide gli si avvicina. Clay ha appena completato un’esauriente spiegazione della natura interiore dell’apparente linearita delle circostanze quando lo sferoide estende un anello brillante di radiazioni dorate che penetra nel terreno tutt’intorno a lui. E circondato da questo cono di energia. Nella profondita della sabbia umida esso preme contro le punte delle sue radici. I punti estremi del suo corpo si appiattiscono sulla base inferiore del cono. Smettendo di parlare, chiede: — Che cosa stai facendo? — Lo sferoide risponde paziente: — Ti sto salvando. — Clay non desidera affatto essere salvato. — Violazione della mia integrita fisica — dichiara. — Comportamento arbitrario e antisociale. Contraddice la natura essenzialmente non violenta di questo periodo di storia umana. Violenza contro la mia anima per agire sulla mia personalita contro i miei desideri. Io protesto. Non hai alcun diritto. Nel nome del debito che hai con me. Voglio essere lasciato come sono. Interrompi subito. Lasciami. Perche non mi lasci solo? Questa sfera di forza. La costrizione come arma dell’uomo contro l’entropia. Vai… Via… — Ma nessuna di queste frasi induce lo sferoide a desistere dalla sua impresa. Il cono d’energia ruota rapidamente. L’aria crepita e si illumina per via della ionizzazione. Clay perde il controllo di se. Chiede aiuto all’Aspettatore, che non interviene minimamente. Clay sta emergendo. C’e un suono, come lo scoppio di un sacchetto, e balza dalla sabbia. Giace sulla spiaggia, una gigantesca carota pensante, e agita debolmente le radici, ruotando gli enormi occhi tutt’intorno. — Mi hai frainteso — dice allo sferoide. — Non avevo la minima intenzione di essere estratto. Ho accettato con decisione la condizione passiva. Questa e un’intrusione. Provo il piu fiero risentimento. Sono incapace di portare avanti le mie ricerche. Grama ricompensa per il favore che t’ho fatto! Insisto per tornare dov’ero: e un dovere morale. — Lo sferoide, ronzando intensamente, estende pseudopodi di carne rosa per colpire la fronte pelosa e febbrile di Clay. Una nuvola blu gli si crea intorno. Piccoli tentacoli di fumo grigio gli penetrano nei pori. — Imperdonabile — dice Clay. — Termine involontario della metamorfosi. Puro fascismo biologico. — Lo sferoide piange. Clay sta cambiando, adesso. Sente l’impulso e l’urgenza. Quale forma assumero? Antenne rosse, tentacoli purpurei? Struttura oblunga di carne flaccida? Gobbe verdi che spuntano da un cranio con la cresta? Si stiracchia. Si siede. E di nuovo biforcato. Gambe: e un soffice insieme di organi nel mezzo. E stato risessualizzato. Mani. Dita. Orecchie. Labbra. Un giardino epiteliale. Un gorgoglio dentro di lui: microflora nascosta sottoposta al movimento ritmico della vita che risorge. La battaglia dei globuli bianchi. E nuovamente se stesso.

La gratitudine esce da lui in un fluido oleoso. Lo sferoide l’ha salvato dalla propria passivita. Si alza rapido in piedi. Danza sulla sabbia fangosa. Felice abbraccia la gabbia dell’altro essere, e ne riceve parecchie miti scosse, che gli danno i brividi. — Sarei rimasto qui fino alla fine del tempo — dice Clay. — Un vegetale. — L’Aspettatore sepolto esprime la sua disapprovazione per la superficialita di Clay. — Naturalmente — aggiunge Clay — ho acquisito notevoli informazioni sulla realta e sull’illusione. — Si acciglia e, prendendo pensosamente a calci la sabbia, cerca di fare qualche esempio allo sferoide, ma adesso non ha piu nessuna intuizione. La cosa lo intristisce. E tutto scomparso, allora, quel torrente meraviglioso di filosofia, quell’ammasso di dati aurei? La sua consapevolezza dell’illusione non era altro che pura illusione? Per un momento si sente tentato di ripiantarsi nella sabbia e mettere ancora una volta radici, per riacquistare per un momento quella sorgente di elusiva saggezza. Ma non lo fa. Sa quanto sia ristretta la strada della fuga. Prova un intenso calore e affetto, quasi attrazione sessuale, per il suo salvatore. L’umanita innata di tutte le creature umane li collega, ne e sicuro. Lo sferoide e mio fratello e io non devo rifiutarlo. Ma l’Aspettatore aggiunge, tristemente: — Anch’io sono umano — e Clay sprofonda nella colpa, rendendosi conto della sua attuale crudelta. — Mi dispiace — mormora. — Devo fare una scelta. La saggezza non e sufficiente. E essenziale anche l’esperienza. In ogni modo… — (un tentativo di consolazione) — …potrei tornare. Dopo aver visto di piu. Non ti lascio per sempre. — L’Aspettatore risponde: — Non ha molta importanza. Tu sei in transito. Fai quello che preferisci: la tua volonta e libera. — Il paradosso manda in crisi Clay. Quasi ricade nel fiume dissolutore. Fermandosi sulle ginocchia a poche decine di centimetri dall’acqua, risale preoccupato la spiaggia per un po’ e si sdraia, angosciato, allarmato. Il cielo si oscura. Il sole scompare. Infila il pene nella sabbia umida. Lo accarezza con le dita. Prende una boccata di sabbia e mastica le particelle che sono sotto i suoi denti. Pezzettini di duro quarzo, di silicio, di calcio, i detriti di eta che si sono succedute su questa spiaggia, frammenti di citta, autostrade, vecchi satelliti spaziali, rocce lunari, tutti amorosamente mescolati e modellati dal mare sospiroso e poi depositati qui… Vuole recepire tutto. L’ombra esile dello sferoide cade su di lui. — Andiamo? — chiede. Clay sobbalza, nel sentirlo. — Di dove ti viene quella voce? — s’informa. — Non sembri avere una bocca. Non hai nessun tipo di orifizio. Come diavolo fate a essere umani, senza orifizi? — Lo sferoide risponde gentilmente: — Hanmer spera che tu ritorni. Ti. Serifice. Ninameen. Angelon. Bril.

— Serifice e morta — dice Clay, alzandosi, spazzolandosi la sabbia di dosso. — Ma vorrei rivedere gli altri. In realta non volevo abbandonarli. Andiamo.

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