dopo l’altra, fino a quando, dopo un’infinita di scale, giunge alla parte superiore dell’enorme sala.

Si inginocchia su una larga piattaforma di marmo rosa.

Si deterge rivoli di sudore caldo. Ansima. Tossisce. Affanna.

Scruta oltre il bordo e si meraviglia di fronte allo spettacolo grandioso delle macchine in funzione molto piu in basso.

Vede numerose rampe di scale e numerosi Clay che le risalgono. Agita una mano e urla frasi d’incoraggiamento. Un impeto di nuova energia lo pervade; si alza, percorre uno stretto passaggio nel punto piu alto di quella stanza enorme, e giunge sotto una botola che sembra implorare di essere sollevata. La solleva. Oltre la botola c’e una foschia verde, con una leggera sfumatura ambrata, opaca. Fa scivolare per prova una mano nella foschia, perfettamente preparato a sentirsi la carne divorata fino all’osso; ma no, sente solo un calore appiccicoso. Arrampicati, lo invita la botola. Sono fatta per te, fatta per te! Deciditi a entrare! Un dolce viaggio fluttuante. Entra. La foschia si richiude rapidamente intorno a lui come un pugno stretto. Vapori alla menta glaciale nei suoi occhi. Folate di viscido verde si avvolgono lascive intorno ai suoi genitali. Fluttua. Fluttua verso il basso, sempre piu in giu, discendendo come minimo la stessa distanza che aveva precedentemente salito, e ancora piu giu, in una galleria che si allunga sotto la sala delle macchine. La gravita e completamente annullata; mentre cade gira su se stesso e nuota, mette i piedi sopra la testa, si guarda i genitali assumere qualsiasi angolazione, e alla fine la sua discesa e terminata, Clay atterra facilmente a testa in su. Esce dalla foschia, che si allontana da lui con un risucchio umido e sonoro. Ci sono luci luminose, qui. Una citta sotterranea, una strada accanto all’altra, tutto luminoso, tutto fragrante. Fiamme bianco-lattee bruciano nell’aria, fredde, deliziose. Gallerie si allungano verso l’esterno nella distanza polverosa. E gia stato qui, prima. Questo e il mondo di gallerie eletto a residenza dell’umanita in un periodo in cui la superficie del mondo non era adatta alla vita. Durante il rito dell’Apertura della Terra, ricorda, e passato attraverso questo livello, rimanendoci solo per pochi istanti per poi scendere piu in basso. Adesso potra ispezionarlo piu a fondo. Continua ad avanzare.

Di colpo si sente riportato alla realta. Girando a una curva della galleria, scopre il corpo di un uomo-capra sul pavimento, con la pancia rivolta verso il cielo. La creatura e stata ferita a morte, e la pelle del busto strappata per rivelare la parte interna della cavita addominale. Gli organi sono stati asportati. Non c’e traccia di sangue: potrebbe essere addirittura un modellino meccanico dell’originale. Ma la puzza di capra aleggia intorno a lui, quell’odore inconfondibile di decomposizione. La morte e recente.

Lasciate ogni speranza, o voi che…

La parete splendente si apre e ne fuoriesce un uomo di metallo. E piu corto e piu largo di Clay: il suo corpo e un semplice cono di acciaio blu tornito, circondato presso la sommita da una fila di sensori… occhi, auricolari, rilevatori di temperatura e altri ancora, che lo circondano completamente. Arti di vario tipo spuntano da un anello al livello del petto. Non ci sono gambe; si muove su ruote nascoste. Clay ha gia visto robot di questo tipo in precedenza: sono i servitori del passato, abbandonati e dimenticati, che rimangono eternamente in attesa. — Sono amico dell’uomo — dichiara il robot con una voce gracchiante, che fuoriesce da un piccolo altoparlante a griglia. — Rispetto l’antico patto: io servo. Io eseguo gli ordini. — Clay non riconosce la lingua, ma comprende lo stesso le parole.

— Amico dell’uomo — sottolinea Clay, con scherno.

— Si. Miracolo dell’ingegneria moderna.

— Forse che gli amici dell’uomo distruggono gli uomini?

— Chiarire prego.

Clay indica il capro sbudellato. — Questo e un uomo. Chi l’ha conciato cosi?

— Quello non corrisponde ai parametri umani.

— Guarda piu da vicino. Conta i cromosomi. Analizza i geni. E un uomo, indipendentemente da quello che puoi pensarne tu. Geneticamente adattato, Dio sa perche, a questa forma ributtante. Chi l’ha ucciso?

— Siamo programmati per rimuovere tutti gli organismi potenzialmente ostili di ordine inferiore.

— Chi l’ha ucciso?

— I servitori — ammette umilmente il robot.

— Distruggere un uomo… Non era un granche, forse, ma era umano. Cosa fareste se uno Sfioratore venisse qui? Un Respiratore? Un Aspettatore?

— Interrogativo.

Clay comincia a spazientirsi. — Ascolta — dice — il mondo e pieno di esseri umani che non corrispondono all’immagine di 'umanita' corrente all’epoca in cui questo posto e stato costruito. Puo capitare che alcuni di loro finiscano qui. Non voglio che tu li uccida.

— Un cambiamento di programma?

— Un’espansione. Una ridefinizione di uomo. Come posso imprimervi l’ordine?

— Lo trasmettero alla centrale — promette il robot.

— Tutto a posto, allora: l’uomo viene da questo momento ridefinito come qualsiasi organismo che appartenga in qualche modo alla vera linea genetica che discende dall’Homo Sapiens, che e definito a sua volta come la specie che ha costruito queste gallerie. Si intende che i servitori del mondo-galleria non faranno alcun tentativo di molestare tali esseri se essi penetreranno in questa giurisdizione.

— Conflitto. Conflitto. Conflitto.

Luci rosse lampeggiano sulla superficie del robot.

— E allora? — chiede Clay.

— Abbiamo l’incarico di proteggere gli uomini. Ma abbiamo anche l’incarico di proteggere la citta. Se arrivano organismi umani ostili. Istruzioni? Definizioni?

Clay considera il problema. — Preverrete, in qualsiasi modo possibile, il danneggiamento del mondo-galleria da parte di intrusi. Ma avrete la cura di isolare e rigettare gli intrusi senza provocare loro danni fisici permanenti.

— Trasmesso. Accettato.

— Io sono Clay. Sono umano. Mi servirete.

— Il nostro antico compito — dice il robot.

Clay studia la creatura, affascinato dalla sua capacita di comunicare con lui. — Ti rendi conto — dice dopo un momento — che potresti essere il piu vecchio manufatto esistente prodotto dall’umanita? Voglio dire, praticamente sei un mio contemporaneo. E tutto il resto di quei tempi remoti e scomparso. Quando e stata costruita questa citta?

— Nel diciottesimo secolo.

— Non nel mio diciottesimo secolo, suppongo. Il diciottesimo secolo dopo cosa?

— Il diciottesimo secolo — ripete compiacente il robot. — Vuoi avere accesso alle Informazioni?

— Vuoi dire, una macchina per le risposte?

— Corretto.

— Potrebbe aiutarmi — dice Clay, provando per la prima volta una punta di autentica, selvaggia speranza. — Qualcosa che mi completi la storia. Che mi aiuti a ricostruire. Dov’e? Come faccio a fare le domande?

— Se vuoi seguirmi…

Il robot si volta e scende lungo un corridoio dalle pareti argentee. Clay gli trotterella dietro, vedendo mentre corre scorci tentatori di strani strumenti attraverso finestre nelle pareti. Il robot fa una pausa di fronte a una macchina grigia che sorge come una coppa da un pilastro. — Accedi pure alle Informazioni — dice, invitando Clay ad avvicinarsi con dolci luci lampeggianti. — Salve — saluta Clay. — Ascolta, sono stato catturato dal flusso del tempo, e voglio alcune informazioni. Sullo sviluppo della civilta, sul corso della storia. Provengo dal ventesimo secolo dopo Cristo, ma non sono riuscito a ricollegare questa data con qualsiasi altra epoca, nemmeno quella in cui e stato costruito il mondo-galleria, e forse potrai aiutarmi a ricavare un quadro organico della situazione. Anche se non sai nulla degli eventi successivi alla civilta del mondo-galleria, potrai se non altro dirmi cosa e successo tra il mio periodo e il tuo. Si? Mi senti? Sto aspettando. — Silenzio. — Forza, allora. Aspetto di sentirti.

Suoni metallici e cupi lamenti provengono dalla coppa grigia. Stridii e sibili. Alcune parole abbozzate, ben

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