Si spinge avanti, senza esitare, adesso, cercando semplicemente di passare accanto a loro e correre; forse riuscira ancora a trovare Hanmer, probabilmente riuscira ad allontanarsi da quel posto. Per un momento sembra che lo lasceranno passare, ma quando raggiunge il confine del gruppo uno di loro improvvisamente lo prende per un braccio e lo ributta in mezzo. Se lo passano dall’uno all’altro, lungo tutto il cerchio. E abbracciato da uno, un altro, un altro… Una stretta veloce, nulla di particolarmente affettuoso, piu un gesto di derisione che di amore. Adesso e realmente consapevole del loro potere fisico: e come una bambola di pezza nelle loro mani. Il loro odore gli infiamma il cranio. Si irrigidisce, poi perde ogni controllo. Cade. Non nota neanche piu il freddo. Gli sembra abbastanza naturale rimanere sdraiato nudo sul ghiaccio. L’aurora scema, e la notte trionfa. I Distruttori ridono, fanno una goffa danza, ululano alla luna assente. La mattina potrebbe non arrivare mai.
18
Al mattino hanno raggiunto il confine opposto del Ghiaccio. Marciando con i Distruttori intorno a lui, Clay si e riparato dal freddo grazie alla spessa parete di pelliccia di quegli esseri. I suoi passi hanno acquistato nuova energia, e ora si tiene baldanzosamente eretto. Le deboli luci dell’aurora sono venute e scomparse continuamente, per tutta la notte. Lui si trova nella condizione rilassata che segue all’esaurimento piu assoluto. Hanno incontrato molti altri Distruttori, che si spostano disinvoltamente in gruppi compatti nella loro traversata del biancore. Legati ai loro sentieri erranti, vincolati dai loro inespressi doveri, questi Distruttori si muovono con uno sguardo deciso che non ha mai visto nelle altre creature di questo mondo. I membri di un gruppo salutano quelli di un altro con grugniti ferini che tuttavia non sono ostili nell’intenzione. A parte cio, non viene scambiato nulla che possa ricordare anche lontanamente una parola. Ne e possibile entrare nella mente di questi strani esseri, anche se Clay e sicuro che i loro intelletti sono forti e freddi. Lo trattano con una specie di interesse divertito e ironico: chiaramente sono attratti da lui, ma e proprio il piacere della sua compagnia quello che desiderano, oppure, in ultima analisi, il gusto della sua carne? Sa che devono provare disprezzo per lui: pallida bestia implume, di forma quasi-umana, cosi debole, cosi semplice… Lo portano a lungo con loro, invitandolo con piccole spinte a non indugiare e stuzzicandolo quando si ferma. Finche arriva il giorno.
Alle prime luci scopre il grande compito dei Distruttori. Molti di loro sono all’opera lungo il confine tra il Ghiaccio e il distretto confinante. Alcuni stanno diligentemente tagliando alberi e sradicando piante; eseguono questo compito con le braccia, le spalle e il petto, e i loro corpi sembrano duramente provati da questa fatica. Altri raccolgono i detriti lasciati dalla prima squadra e li ammassano in pile ordinate. Altri ancora inceneriscono periodicamente i rifiuti, apparentemente per mezzo di intense fiammate provocate dalla concentrazione. Una squadra diversa, che si sposta e agisce un po’ dappertutto, spezza le piantine con le nude zanne, strappando il viluppo di radici e fusti e fili d’erba e fiori secchi che intessono il suolo rendendolo compatto e resistente. Infine arriva un quartetto di Distruttori, con le braccia levate, gli occhi chiusi, che lentamente esce dal Ghiaccio. Si muovono con grandissimi sforzi, come se stessero spingendo una sbarra metallica che all’altezza del petto ostacolasse la loro avanzata: ma a ogni passo che riescono a guadagnare, l’area del Ghiaccio subisce una piccola espansione. Una linea di gelo si diffonde sulla zona confinante, tra i campi ghiacciati e il terreno appena smosso. Il ghiaccio, sulle prime, e solo una pellicola bianca e luminosa sulla superficie della terra; ma rapidamente assume concretezza, ispessendosi e conquistando nuove porzioni di suolo. I quattro Distruttori, spingendosi faticosamente avanti nei terreni fertili, allargano il bordo dei ghiacci. Ormai, il ghiaccio e spesso quindici centimetri all’estremita interna del punto da cui hanno cominciato la loro faticosa avanzata, e si assottiglia fino alla linea di demarcazione che si trova immediatamente sotto i loro tacchi.
— Avete intenzione di congelare l’intero pianeta? — e la domanda di Clay.
C’e una risata generale, ma nessuno risponde. La linea del ghiaccio avanza di un altro mezzo centimetro. Un po’ piu avanti, un albero cade, urlando. I Distruttori saranno all’opera ovunque sul bordo del ghiacciaio, in azione per espanderne il dominio? Quanto tempo ci vorra prima che il mondo ne sia completamente coperto?
— Naturalmente — gli dice finalmente un Distruttore — perdiamo anche terreno. Il sole ci risospinge indietro. I nostri nemici ci restringono il perimetro gelato. In certi giorni non facciamo nulla tranne che riparare i danni subiti il giorno precedente, e spesso passa un’intera settimana senza il minimo progresso in avanti.
— Ma perche
Ancora risate. Nessuna risposta. Hanno realmente parlato, i Distruttori? Non ha visto nessun labbro tremare. Non ha visto nessuna bocca in movimento.
Gira intorno al bordo del ghiaccio, accompagnato sempre da parecchi Distruttori, che non lo lasciano mai solo. Si sente come se gli venisse mostrata una fattoria modello particolarmente produttiva. I Distruttori mostrano un chiaro orgoglio nel loro lavoro. — Guardaci, vedi come siamo delicati! Tieniti i tuoi pigri Sfioratori, tieniti i tuoi passivi Respiratori, tieniti gli Aspettatori con le loro radici, tieniti i voraci Mangiatori: noi non siamo come loro, non siamo sognatori! Osserva il nostro zelo mentre consumiamo la foresta. Nota la passione con la quale estendiamo il ghiaccio! Siamo gli operai della terra; siamo creatori. E il ghiaccio cresce. E la dolce estate si restringe.
— C’erano sei Sfioratori — dice Clay. — Ero con loro e li ho persi nella nebbia. Sapete dove potrebbero essere? — Poi aggiunge: — Potete dirmi perche mi state tenendo qui? Sarei molto piu felice in zone piu calde. — E: — Non volete parlarmi? Dal momento che mi capite, perche non vi prendete la briga di rispondermi?
Al calar della notte lo riportano nel cuore del Ghiaccio.
Ancora una volta l’arcano bagliore d’aurora. Ancora una volta il verde e il rosso e il giallo si diffondono, i sibili, gli altri rumori. Il lamento profondo nel terreno. Osserva una festa dei Distruttori mentre sta seduto, stringendosi per ripararsi dal freddo. Hanno catturato uno degli animali con cinque tronchi e l’hanno portato prigioniero nel loro campo; ha una massa elefantina e una forma quasi sferica, con lunghi peli neri, ispidi e lucenti, e un numero incerto di piccole gambe tozze. I Distruttori lo circondano. Ognuno alza il braccio sinistro; gli artigli escono luccicando sinistramente. I bagliori d’aurora dardeggiano ancora piu fieramente e discende il fuoco, giocando sugli artigli gialli splendenti con sobria lucentezza. Improvvisamente quel flusso concentrato di energia trova il suo fulcro, precipitandosi verso la bestia prigioniera. I peli della creatura si rizzano, rivelando grossi occhi grigi, una pelle tesa e purpurea, una bocca dalle labbra carnose. I cinque tronchi sono rigidi ed eretti ed emettono grida lamentose di dolore. L’animale cade e rimane immobile. I Distruttori saltellano. Hanno la nostalgia dei vecchi carnivori per un mondo di rapacita universale, e mordono e lacerano e strappano la carne con una furia superflua. Uno di loro, dando prova di macabro umorismo, porta a Clay quella che probabilmente e considerata una delicatezza raffinata: alcune interiora delle dimensioni di un pugno, con l’aspetto verde iridescente di un’ala d’insetto. Clay le guarda dubbioso. Non ha mangiato cibo solido fin dal suo risveglio, e anche se avesse ancora bisogno di cibo, esiterebbe di fronte alla carne cruda e quasi palpitante. Tuttavia, questa non appare affatto sgradevole: e calda nelle sue mani, e non e solo calore animale, ma forse il riflesso del tepore luminoso provocato dall’aurora. Il Distruttore che gliel’ha offerta mima l’atto del mangiare; e ride, e si batte le cosce corte per la soddisfazione. Clay si irrigidisce. L’istinto gli dice di guardarsi dalla generosita dei servitori dell’Errore. Forse quella carne lo trasformera in un Distruttore? Lo avvelenera? Gli produrra allucinazioni? Scuote la testa. Fa per restituire il pezzetto di cibo al Distruttore, ma ne riceve un tale tremendo sguardo di minaccia che interrompe il gesto sul sorgere, e porta la carne alle labbra. Mordicchia. Mette in bocca un pezzettino di carne. Il gusto e straordinario: ricco, pungente, un sapore naturale che lascia in bocca una sensazione gradevolissima. Sorride. Il Distruttore sorride, quasi benevolo. Clay prende un altro boccone.
Adesso ne sente l’effetto. Un gusto metallico in bocca; una striscia di metallo rovente che preme contro la sua fronte; una fiamma infuocata che scaturisce dai suoi pori. Inghiotte la carne. Dove sono i Distruttori? Sdraiati nella neve, sazi, rilassati. Non li teme piu. Bestie pacifiche e sgraziate. Scimmie assassine, passo falso dell’evoluzione. Traggono spinta creativa dal favorire l’avanzata del ghiaccio. — Costruite! — grida loro. — Guarite! Riparate!
— Idiota — mormora un Distruttore.
— Sovversivo.
— Agitatore.
— Cerca guai.
— Pazzo.