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Di nuovo a casa, a meta mattina. La testa dolorante. Non il piu piccolo segno di Hamlin lungo la via del ritorno. L’appartamento sembrava avesse subito una strana trasformazione durante le due ore di assenza: in precedenza era un luogo neutro, del tutto privo di connotazioni emotive; adesso una cella aliena e sinistra, stretta e repellente.
Il nuovo carattere oscuro dell’appartamento lo lascio stupefatto. Le sue misteriose risonanze autunnali. Le ombre, dove prima non c’erano state ombre. Niente era veramente cambiato in esso. Lissa non aveva spostato i mobili ne pitturato le pareti di un colore diverso. E tuttavia. Tuttavia, come appariva spaventoso adesso! Quanto si sentiva fuori posto in esso. La camera da letto a forma di L, il soffitto basso, il letto stretto contro una parete sottile; i lampadari antiquati appesi al soffitto, la tinta di un verde bilioso, stampe a buon mercato di Picasso, macchiate, una finestra stretta che mostrava macchie di luce solare e due striminziti alberi dall’altra parte della strada… che spettacolo tetro, squallido, deprimente! Davvero della gente viveva in posti come quello? Un bagno minuscolo con piastrelle rosa. Neanche una doccia ultrasonica, solo vasca lavandino e water arcaici. Una microscopica cucina-sala da pranzo, con tavolo, frigorifero, schermo telefonico, unita di smaltimento, forno, tutto incastrato. Almeno c’era un piccolo pulitore a ultrasuoni per i piatti sporchi. Un salottino, con un divano in plastica rossa, qualche libro, cassette, una video unita.
Una prigione per l’anima. Il nostro secolo impoverito: questo e quanto di meglio possiamo permetterci per gli esseri umani, dopo tante orge di spreco e distruzione. Durante le ultime due settimane quell’appartamento era stato il suo rifugio, il suo porto, il suo eremitaggio; se pensava a esso (cosa di cui dubitava), lo faceva con un certo affetto. Perche adesso lo disgustava? Dopo un momento, credette di capire. La sensibilita di Hamlin adesso si sovrapponeva alla sua. Le sofisticate percezioni dello scultore che filtravano al livello di Macy, nella mente divisa fra i due. Il disprezzo di Hamlin dell’appartamento condizionava la visione di Macy. Per Hamlin le proporzioni erano sbagliate, l’ambientazione squallida, la tessitura psicologica ripugnante, i colori orrendi. Macy ebbe un brivido. Visualizzo Hamlin come una specie di ascesso nel suo cervello, una pustola, inaccessibile e distruttiva.
Lissa era ancora a letto. Questo lo disturbo. L’etica protestante: dormire fino a tardi equivale a ripudiare la vita.
Ma non era addormentata. Si stiro pigramente, si sedette, strofinandosi gli occhi con le nocche. Uno sbadiglio. — Tutto a posto? — chiese.
— No.
— Cosa e successo?
Le racconto dell’episodio alla stazione di Greenwich. Lui che si contorceva sulle piastrelle blu e bianche dell’atrio, con il fuoco nel petto. Hamlin che allegramente pizzicava l’arpa del suo sistema nervoso autonomo. Lissa ascolto con occhi spalancati, la faccia seria, e alla fine disse: — Cosa intendi fare?
— Non ne ho la piu pallida idea.
— Ma e spaventoso. Averlo dentro di te come un parassita. Un granchio nascosto nella testa. Come un cancro al cervello. Senti, forse se io chiamassi il Centro Riab…
Una contrazione di avvertimento da parte di Hamlin, in profondita.
— No — disse Macy.
— Potrei raccontare loro cosa e successo. Forse e gia capitato altre volte. Forse conoscono qualche sistema per affrontarlo.
— Nell’istante in cui provassero a fare qualcosa — disse lui — Hamlin bloccherebbe il mio cuore. Lo so.
— Forse c’e qualche medicina che puo stordirlo… Potrei fartela bere, in qualche maniera…
— Lui ci sta ascoltando, Lissa. Non credi che sia costantemente in guardia? Forse non ha neanche bisogno di dormire. Non possiamo correre rischi.
— Ma come fai ad andare avanti con qualcun altro dentro la tua testa, che cerca di prendere il controllo?
Macy ci penso. — Cosa ti fa credere che stia cercando di prendere il controllo?
— Non e evidente? Rivuole indietro il suo corpo. Cerchera di tagliarti fuori, un blocco di nervi alla volta, finche di te non restera niente. Ti buttera fuori, e cosi tornera a essere Nat Hamlin.
— Ha detto che voleva solo condividere il corpo con me — mormoro Macy.
— E credi che gli bastera? Perche dovrebbe?
— Ma Nat Hamlin e un criminale. Legalmente non esiste neppure piu. Se cercasse di tornare in vita…
— Oh, continuerebbe a usare l’identita di Macy — disse Lissa. — Solo che ricomincerebbe a scolpire, in un altro paese magari. Cercherebbe i suoi vecchi amici. Sarebbe il vecchio Hamlin, solo che il suo passaporto direbbe Macy, e… — Si arresto. — Cercherebbe i suoi vecchi amici — ripete. Parve esaminare l’idea da vari punti di vista. — Vecchi amici come me.
— Si. Tu. — In un tono che lui stesso trovo spiacevole, ma che Macy trovo impossibile cambiare, disse: — Potrebbe perfino sposarti. Come aveva intenzione di fare una volta.
— Sua moglie e ancora viva, ne sono sicura.
— Quel matrimonio e stato legalmente dissolto quando e stato condannato alla riabilitazione — disse Macy. — E una cosa automatica. Tagliano tutti i legami. Ufficialmente non sarebbe Hamlin, anche se prendesse il controllo di questo corpo. Sarebbe Macy, e Macy e scapolo. Proprio cosi, Lissa. — Quella nota di crudelta nella sua voce, ancora. — Finalmente potresti essere sua moglie. Quello che hai sempre desiderato.
Lei scosse la testa. — Non lo voglio piu.
— Hai detto che l’amavi.
— Una volta l’amavo. Ma ti ho detto che e tutto finito adesso. Le cose che ha fatto. I crimini. Gli stupri.
— La prima volta che ci siamo incontrati — disse pesantemente Macy — quando ancora insistevi a chiamarmi Nat, hai detto chiaro e tondo che mi amavi ancora. Il vecchio io.
— Tu non capisci — disse lei. — Mi sentivo cosi sola. Cosi
— Hai visto il mio distintivo Riab, e hai fatto finta di niente.
— Non l’ho neppure visto.
— Devi averlo cancellato deliberatamente. Lo sapevi che Nat Hamlin era stato condannato alla riabilitazione.
— Smettila di gridare.
— Scusa. Non posso farne a meno. Sono teso, Lissa. Senti, tu hai visto qualcuno per la strada, e hai creduto che fosse Nat Hamlin e l’hai salutato, ma che bisogno c’era di dirgli anche che lo amavi ancora?
— Non ero sincera.
— L’hai detto.
— Cos’altro potevo fare? — La sua voce era diventata acuta. — Dirti: Ciao, assomigli proprio a Nat Hamlin, quello di cui ero innamorata, e naturalmente non l’amo piu, e in ogni modo lui e stato cancellato, ma dal momento che gli assomigli tanto mi innamorero anche di te, percio andiamo a casa e spassiamocela un po’. Come potevo dire una cosa del genere? Ma non potevo lasciarti andar via senza dirti qualcosa. Stavo cercando disperatamente di ritrovare il passato, di riportarlo indietro. Il passato in cui ero stata felice, prima che cominciasse l’inferno. E tu eri il mio unico legame con esso, Paul, e io ero agitata, e ho detto: Nat, Nat, e ho detto di essere innamorata…
— Esatto. Mi hai chiamato Nat e hai detto che eri ancora innamorata di…
— Perche mi stai facendo questo, Paul?
— Facendo cosa?
— Mi stai tormentando. Urli. Tutte queste domande.
— Sto cercando di capire a chi di noi due sei veramente fedele. Hamlin o me. Da quale parte starai quando la lotta per possedere questo corpo diventera davvero dura.
— Non stai affatto cercando di scoprire questo. Vuoi solo farmi del male.
— Perche dovrei…
— E come faccio a saperlo? Perche dai la colpa a me per averlo riportato in vita, forse. Perche lo odi per via