monocromatico. Sembrava piu piccolo e grassoccio che nel suo dominio. I folti baffi cadenti in disordine, bisognosi di un taglio. Il mento sfuggente che per qualche ragione in quel luogo assumeva un’importanza maggiore. Tre metri di distanza. I loro occhi si incontrarono. Gomez si inumidi le labbra. Che strano vederlo sulla difensiva.

Macy disse: — Suppongo che abbiate deciso di credermi, alla fine.

— Abbiamo discusso il suo caso senza interruzione per tre giorni — disse Gomez con voce roca. — Ma devo avere dati di prima mano. E dal momento che non voleva venire da noi…

— Non potevo.

— Non poteva. — Gomez annui. Aggrotto la fronte. Non a Macy, ma a se stesso. Il suo disagio era evidente. Essere venuto fin li era un gesto molto inconsueto. Il dottore vanitoso che si copre il capo di cenere. Con voce aspra disse: — Non volevo rischiare di telefonarle. Nel caso fornisse al suo precedente ego il tempo per mettere in atto reazioni negative. La mia presenza qui sta causando delle ripercussioni?

— Non fino a questo momento.

— Se dovesse succedere, me lo dica subito, e io me ne vado. Non voglio metterla in pericolo.

— Non si preoccupi, Gomez, glielo diro immediatamente se sento qualcosa. — Controllo se Hamlin dava segni di vita. Tutto calmo. — Hamlin non si e fatto sentire da martedi sera.

— Ma e ancora li?

— Sicuro che c’e. Malgrado tutte le vostre assicurazioni che non poteva tornare.

— Tutti facciamo errori, Macy.

— Quello e stato un errore fottutamente grosso. Le avevo chiesto di farmi un EEG e lei ha detto di no, che avevo le allucinazioni, che erano tutte fantasie, che non c’era nessunissima possibilita che Hamlin fosse intatto e attivo. E poi ha detto…

— Va bene. Lasciamo perdere questo argomento. — Si asciugo la fronte sudata. — Quello che mi interessa adesso e trovare una terapia. Non dare la colpa a qualcuno. Quando e cominciato?

— Il giorno in cui sono uscito dal Centro, quando ho incontrato la ragazza, l’ex modella e amante di Hamlin, quella con cui ha parlato al telefono.

— La signorina Moore.

— Si. Le sono andato a sbattere addosso, letteralmente, per strada. Questo gliel’ho gia raccontato. Continuava a chiamarmi Nat, ignorando il distintivo… ricorda?

— Ricordo.

— L’ho rivista lunedi scorso. Ha detto che era nei guai e voleva che l’aiutassi. Io non volevo restare coinvolto e ho fatto per andarmene. Mi ha colpito con un pugno telepatico. Che l’ha svegliato definitivamente, completando il processo che era iniziato quando…

— Telepatia?

— ESP. Comunicazione fra menti. Mi capisce?

— Capisco. Questa ragazza e telepatica?

— E quello che sto cercando di dirle.

— Lei sapeva che era telepatica, che era una persona appartenente al passato di Hamlin, e che come tale non doveva vedere, e malgrado questo ha fatto in modo da incontrarla e…

— Io non sapevo che fosse telepatica. Finche non e stato troppo tardi. E in ogni caso non avrei avuto ragioni particolari di evitarla per questa ragione. Nessuno mi ha mai detto niente sulla telepatia, Gomez. Non sapevo neanche che esistessero i telepati, voglio dire quelli veri, che se ne vanno in giro per New York City.

Gomez chiuse gli occhi. — D’accordo. Comincio a capire. Quello che e successo e apparentemente un caso di ristabilimento indotto di personalita sotto stimolo telepatico. Fra tutte le puttanate… Una minima possibilita teorica, ma chi pensava di imbattersi in un vero caso di… Non esiste neppure una letteratura sul fottuto argomento… nessun test, nessun dato, nessun punto di riferimento…

— Un giorno potra scrivere su di me un meraviglioso articolo — disse Macy amaramente.

— Mi risparmi le stronzate. Crede che la cosa mi renda felice? — E in verita i lineamenti carnosi di Gomez mostravano un’angoscia genuina. — Okay, dunque la ragazza ha risvegliato Hamlin. E questo che conseguenze ha avuto? Mi fornisca la sintomatologia.

— Mi parla.

— A alta voce?

— Nella testa. Una voce silenziosa, ma si sente. Per due volte ha cercato di impadronirsi dei miei centri vocali. Ma riesce solo a pronunciare suoni senza senso, e l’ho scacciato. Una volta ha anche preso il controllo dei muscoli del lato destro della faccia. L’ho costretto a mollare. Due o tre volte mi ha dato una scossa fisica, mi ha tramortito. Lunedi scorso, mentre mi recavo al Centro Riab ha messo in scena un piccolo attacco di cuore, dicendo che me ne avrebbe procurato uno piu serio, se insistevo ad andare al Centro. Non e una maledetta allucinazione, Gomez. Ho avuto delle conversazioni con lui, lunghe conversazioni razionali. Ha delle idee molto ambiziose. Mi ha invitato a sloggiare, in maniera da riavere il suo corpo.

— Evidentemente non possiamo permetterlo.

— Evidentemente non c’e una sola fottuta cosa che voi possiate fare. Se vi permettessi di fare una qualsiasi mossa ostile contro di lui, mi ucciderebbe. E come se portassi dentro di me una bomba.

— E un bluff.

— Come fa a esserne cosi sicuro?

— Se il suo corpo muore, muore anche lui. Qualunque cosa sia non puo sopravvivere al decadimento delle cellule cerebrali.

— Non puo sopravvivere neppure a un altro trattamento al Centro Riab. Percio e disposto a fare qualsiasi cosa per impedirmi di andarci, compreso ammazzarci entrambi. Se vengo da voi, muore. Tanto vale farmi fare la stessa fine. O almeno minacciarlo, sapendo che mi convincera a non andare al Centro.

Gomez ci penso su. Non sembro arrivare ad alcuna conclusione immediata.

Macy disse: — Glielo dico io cosa succedera. Una di queste due cose: lui mi mettera fuori combattimento e si impadronira del corpo, oppure io trovero qualche sistema per farlo fuori e impedirgli di danneggiarmi.

— Sta scherzando con il fuoco, Macy. Venga al Centro. Conosco Hamlin meglio di lei: non portera fino in fondo la sua minaccia, non fara niente di definitivo che possa danneggiarla. Ucciderla significherebbe il disfacimento e la rovina del suo io fisico, l’ultima vestigia legittima di Nat Hamlin al mondo. Non lo fara. E sempre stato orgoglioso del suo corpo.

— Balle. Non mi piace fare scommesse. Ha detto di stare lontani da voi, e lo faro.

— Non possiamo permetterle di andare in giro con l’ego di un pericoloso criminale che controlla parzialmente il suo cervello — disse Gomez.

— E cosa vuole fare allora? Farmi arrestare? Mi ucciderebbe. Gli credo quando lo dice. Vuole correre il rischio? Non e in ballo la sua vita, Gomez. Si e gia sbagliato una volta.

Contrazioni delle punte dei baffi. La lingua che si muoveva di continuo fra le labbra e i denti. Gomez sulle spine. Macy che lo guardava dall’altra parte della scrivania. Sentiva il cuore battergli forte. Era Hamlin che si risvegliava? O soltanto l’eccitazione, l’adrenalina?

Alla fine Gomez disse: — Dovremo metterla sotto sorveglianza, Macy. I problemi legali, la presenza di un criminale potenzialmente pericoloso dentro di lei. Ma ci terremo a distanza. Non la metteremo in pericolo.

— Come farete a sapere se mi state mettendo in pericolo?

— Un segnale — suggeri Gomez. — Aspetti. — Aggrotto la fronte. — Diciamo che quando Hamlin la minaccia, lei batte la mano destra sulla spalla sinistra. Cosi.

— Cosi.

— Questo ci avvertira di stare lontani, per non provocarlo. E quando vorra che ci allontaniamo del tutto, cioe quando pensa di essere in grande pericolo, batta anche la mano sinistra sulla spalla destra. Cosi.

— Cosi. — Che idiozie. — Cosa ne dice di una parola d’ordine, anche?

— Sto cercando di aiutarla, Macy. Non faccia lo spiritoso.

— C’e qualcos’altro che vuole dirmi, o posso tornare al mio lavoro?

— Un altro segnale, se non le spiace.

— Quello per chiedere il permesso di andare a cagare?

— Quello per dirci che Hamlin e addormentato e che possiamo venire a prenderla con sicurezza. E d’accordo che una situazione del genere potrebbe presentarsi? Bene, allora. Quella sarebbe l’occasione buona per prenderla in

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