nuda pareggiasse il conto fra me e le sorelle Madden, che la faccenda non avesse piu un’importanza determinante.

Pensando a queste cose, oggi, mentre strappavo le erbacce nel campo di capsico dei frati, col sedere nudo scaldato dal sole sempre piu alto, mi sono reso conto che nelle profondita della mia memoria aleggiavano anche altre cose: episodi antichi, scuri e sgradevoli e semidimenticati, che non avevo nessuna voglia di riportare a galla. Tutta un’arruffata matassa di ricordi. Io nudo, altre volte, con altre persone… Giochi da ragazzi, alcuni non poi tanto innocenti… Immagini indesiderate hanno preso a sgorgare con fragore dal mio passato, come una piena di primavera.

Me ne stavo immobile, travolto da ondate di paura. Muscoli serrati uno contro l’altro, corpo lucido di sudore. E mi e accaduta una cosa davvero indecente. Ho avvertito un ben noto pulsare, giu in basso ho sentito che il coso cominciava a farsi duro e ad alzarsi. Ho guardato, e… si, si, eccolo che veniva su bello duro.

Avrei voluto morire. Avrei voluto gettarmi a capofitto nel suolo. Era proprio come quella volta che Sissy Madden ci aveva visti e io avevo dovuto tornarmene nudo al ruscello mentre Karl e Jim si erano gia rimessi addosso i panni e avevo sperimentato dal vero quello che si prova a trovarsi nudi e pieni di vergogna in mezzo ad altre persone vestite.

E adesso mi era successo ancora: Ned ed Eli e Timothy e i frati avevano calzoni tutti quanti, e io invece ero nudo, e non me n’era importato un accidente finche di colpo mi era capitato quello e ora mi sentivo esposto alla vista di chiunque come se la mia immagine fosse stata trasmessa per televisione. Mi avrebbero fissato tutti, osservando la mia erezione e chiedendosi che cosa mi avesse eccitato, quali pensieri lubrichi mi fossero passati per la mente.

Dove potevo nascondermi? Come potevo coprirmi? Qualcuno mi stava gia guardando?

Veramente sembrava di no. Eli e i frati erano molto piu avanti lungo il filare. Timothy, che se la piglia sempre comoda, era rimasto molto indietro. L’unico vicino a me era Ned, un cinque metri dietro di me. Se rimanevo com’ero, dandogli le spalle, la mia vergogna era celata alla sua vista. Gia avvertivo un inizio di afflosciamento, in basso: ancora un minuto e sarei tornato normale, e avrei potuto risalire il filare fino al cespuglio dove avevo steso i calzoni. Si. Era giu, adesso. Tutto a posto. Mi sono girato.

Appena il mio sguardo ha incontrato il suo, Ned ha avuto un sussulto di colpevolezza. Praticamente ha fatto un salto. E diventato paonazzo. Ha abbassato gli occhi. E io ho capito. Non ho avuto bisogno di scrutargli il davanti dei calzoni in cerca del rigonfio, per sapere che cosa gli passava per la mente.

Da quindici o venti minuti era li a godersi le sue fantasie, osservando il mio corpo, contemplando le mie natiche, allungando di tanto in tanto un’occhiatina alle altre delizie. Mettendomi al centro dei suoi variopinti sogni da pederasta.

Be’, niente da meravigliarsi. Ned e davvero un finocchio. Ned mi desidera da sempre, anche se non ha mai osato fare profferte. E io ero li squadernato tutto quanto davanti a lui: una tentazione, una provocazione.

Tuttavia sono rimasto sbigottito per quello sguardo di desiderio, cosi scoperto, cosi evidente sul suo volto: mi ha scosso veramente. Essere desiderato in tal modo da un altro uomo! Essere l’oggetto delle sue brame! E Ned era rimasto cosi intontito e confuso, mentre gli passavo accanto per andare a riprendere i calzoni… Come se l’avessi sorpreso a guardia scoperta, con le sue vere intenzioni bene in vista.

E io, io, quali intenzioni avevo avuto? Le mie intenzioni si erano erette per quindici centimetri davanti a me.

Noi, qui, ci troviamo in qualcosa di molto profondo, profondo e orribile e complicato. Mi fa paura. Forse i germi dell’omosessualita, partendo da Ned, mi erano entrati in testa grazie a una specie di telepatia e vi stavano agitando antiche vergogne? E strano, no?, che mi diventasse duro proprio in quel momento.

Cristo! Credevo di conoscermi, ma continuo a scoprire che non so con sicurezza un accidenti di niente. Non so neppure chi sono. Che tipo di persona voglio essere. Un dilemma esistenziale: giusto, Eli? Giusto? Giusto. Scegliere il proprio destino. Il carattere si manifesta anche attraverso la sessualita, giusto?

Io non ci credo. Non voglio crederci. E tuttavia non sono sicuro. Il sole mi picchiava forte sulla schiena. Per un paio di minuti sono rimasto cosi duro, giu in basso, che mi faceva male. E Ned che ansimava dietro di me. E il passato che si agitava dentro di me. Dov’e Sissy Madden, adesso? Dov’e Jim? Dov’e Oliver? Dov’e Oliver? Oh, Cristo, credo che Oliver sia molto, molto malato.

31

Eli

Il nucleo dell’intero procedimento, ne sono convintissimo, e la meditazione. Riuscire a introflettersi. Bisogna farlo assolutamente, se si spera di conseguire qualcosa. Il resto — gli esercizi ginnici, il regime alimentare, i bagni, il lavoro nei campi — e soltanto una serie di tecniche per acquisire l’autodisciplina, per sollevare l’Io riottoso fino al grado di dominio dal quale dipende la vera longevita.

Naturalmente, se si vuole vivere a lungo e certo di giovamento fare molto esercizio, tenere in forma il corpo, evitare cibi nocivi eccetera eccetera. Ma credo che sia un errore dare troppa importanza a questi aspetti della normale vita quotidiana della Confraternita. Igiene e ginnastica possono essere utili per prolungare la vita media fino a ottant’anni o ottantacinque, ma e necessario qualcosa di piu trascendentale se si vuole vivere fino a ottocento o ottocentocinquanta (o ottomilacinquecento? o ottantacinquemila?). E necessario il completo dominio delle funzioni corporee, e la meditazione ne e la chiave.

In questa prima fase, i frati vogliono farci sviluppare la consapevolezza interiore. Per esempio, dobbiamo fissare il sole al tramonto e convogliare il suo calore e la sua energia in diverse parti del corpo: anzitutto il cuore, poi i testicoli, i polmoni, la milza, e cosi via. Io sostengo che la radiazione solare, di per se, non c’entra niente: si tratta solo di una metafora, di un simbolo. Quello che conta, invece, e di riuscire a metterci in contatto con cuore, testicoli, polmoni, milza, eccetera, in modo che, verificandosi un problema in un determinato organo, possiamo raggiungerlo con la mente e sistemare quello che va sistemato.

E anche tutta questa faccenda dei teschi, nei quali s’impernia cosi gran parte della meditazione: un’ulteriore metafora, intesa soltanto — ne sono sicuro — a fornirci un idoneo punto focale, in modo che possiamo balzare sull’immagine del teschio e usarla come pedana elastica per il nostro salto all’indietro. Probabilmente funzionerebbe altrettanto bene qualsiasi altro simbolo: un girasole, un grappolo di ghiande, un quadrifoglio. Una volta ricoperta dell’opportuna patina psichica (il mana), qualsiasi cosa puo andar bene. Vedi caso, la Confraternita ha scelto la simbologia del teschio. Il che (tra parentesi) va proprio a fagiolo, davvero: in un teschio c’e mistero, c’e fascino romantico, c’e qualcosa che fa riflettere.

E cosi noi fissiamo il piccolo ciondolo di giada a forma di teschio che Fra Antonio ha deposto davanti a se, e ci viene detto di eseguire varie assimilazioni metaforiche aventi a che fare col rapporto fra la morte e la vita; ma cio che in realta vogliono da noi e che impariamo a concentrare su un unico oggetto tutta la nostra energia mentale. Una volta padroni della concentrazione, potremo applicare la nostra nuova facolta ai compiti dell’autoriparazione perpetua. Questo, e il segreto. Droghe di longevita, cibi salutari, culto del tramonto, preghiera e simili cose sono soltanto marginali: la meditazione e tutto. E una specie di yoga, immagino: la mente che domina la materia; benche, se la Confraternita e antica come lascia capire Fra Miklos, sia piu esatto dire che lo yoga e un’emanazione della Casa dei Teschi.

Abbiamo un lungo cammino da percorrere. Queste sono ancora le fasi preliminari della serie di procedure d’allenamento che i Confratelli chiamano Iniziazione. Quanto ci attende, sospetto, e in maggior parte di genere psicologico o addirittura psicanalitico: un repulisti del bagaglio in eccesso giacente nell’anima. E questo procedimento comprende l’orribile faccenda del Nono Mistero.

Non so ancora se interpretare alla lettera o metaforicamente quel passaggio del Libro dei Teschi, ma in entrambi i casi sono sicuro che allude all’eliminazione degli elementi nocivi dal Ricettacolo: uccideremo un capro espiatorio, in realta o simbolicamente, e il secondo capro espiatorio, in realta o simbolicamente, e il risultato netto saranno due frati novelli privi dell’incongruo timore della morte nutrito dai due componenti difettosi.

Oltre a purificare il gruppo nel suo complesso, dobbiamo anche purificare individualmente il nostro animo. Ieri sera, dopo cena, Fra Javier mi ha fatto visita in camera mia (e presumo che abbia fatto visita anche agli altri tre); mi ha detto che devo prepararmi ai riti di confessione. Devo passare in rassegna tutta la mia vita, con particolare

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