incombenze pomeridiane, diventa l’ora di copulazione trascendentale.
E noi non riceviamo il minimo preavviso. Un bel giorno, rientrato dai campi e fatto il bagno, me ne sto stravaccato sul letto quando d’improvviso la porta si apre (in questo posto non si usa bussare) e entra Fra Leone, il frate medico, seguito da tre di quelle ragazze biancovestite. Io sono completamente nudo, ma non ritengo mio dovere nascondere genitali alla vista di questa gente che senza tanti complimenti fa irruzione nell’intimita altrui. E poco dopo mi rendero conto che non ho proprio bisogno di coprirmi. Anzi.
Le ragazze si sistemano contro una delle pareti. E la prima volta che mi si offre l’occasione di osservarle da vicino. Potrebbero essere sorelle: tutt’e tre basse, sottili, corporatura aggraziata, carnagione bruna, naso pronunciato, grandi e lucenti occhi scuri, labbra piene. Sotto un certo aspetto mi ricordano le ragazze delle pitture murali minoiche, benche potrebbero anche essere amerindie; in ogni caso sono decisamente esotiche. Capelli neri come la notte, seni voluminosi. Potrebbero avere dai venti ai quarant’anni. Se ne stanno immobili come statue.
Fra Leone pronuncia un discorsetto. E essenziale, dice, che i candidati imparino l’arte di dominare le passioni del sesso. Sprecare il fluido seminale equivale a morire un poco. Giusto, Fra Leone! E un vecchio motto elisabettiano: venire-morire. Non dobbiamo reprimere l’impulso sessuale, continua il frate, ma piuttosto dominarlo e volgerlo a nostro vantaggio. Di conseguenza, il coito e lodevole ma l’eiaculazione e da biasimare.
Rammento di aver gia trovato prima d’ora questa roba, e infine mi viene in mente dove: e taoismo puro, ecco che cosa. L’unione di
Fra Leone termina il suo breve prologo e dice qualcosa alle ragazze, in una lingua che non conosco (in seguito ho consultato Eli, ma neanche lui e riuscito a identificarla. Azteco o maya, suppone). Immediatamente le tunichette bianche spariscono, e davanti a me si ergono — a mia disposizione — tre montagne di
Fra Leone latra un rapido Ordine inintelligibile e la sacerdotessa piu vicina alla porta si sdraia prontamente sul freddo pavimento di pietra, ginocchia flesse e un pochino divaricate. Rivoltosi a me, Fra Leone si concede un lieve sorriso e muove la punta delle dita di una mano. Dacci sotto, ragazzo, sembra che voglia dire.
L’angelico Ned non sa che pesci pigliare. Boccheggia in cerca di parole. Tu non capisci, Fra Leone: l’amara verita e che io sono quello che si usa chiamare checca, foffo, finocchio, invertito, deviato, pederasta; non sono particolarmente attirato dalle femmine; il mio vizio, devo confessare, e la sodomia.
Ma non dico nulla di tutto questo, e Fra Leone mi fa segno di nuovo, meno gentilmente. Che diavolo, la verita e che io sono sempre stato bisessuale con tendenze omosessuali, e di tanto in tanto mi viene pur voglia di riempire il buco eterodosso.
Siccome sembra che la vita eterna dipenda proprio da questo, mi sottopongo al cimento.
Avanzo verso le cosce divaricate, e con sedicente atteggiamento virile affondo la spada nella donzella in attesa. E adesso? Conserva il
Benissimo. Ammirando ogni centimetro della mia prestazione, induco nella mia concubina spirituale gl’idonei fremiti e mugolii ma rimango distaccato, in disparte, completamente avulso dalle manovre del mio arnese.
Quando l’attimo divino e svanito, la mia soddisfatta compagna mi sfratta con un esperto e agile colpo d’anca e io vedo che la sacerdotessa numero due si sdraia sul pavimento e assume la posizione ricevente.
Benissimo. Lo stallone concedera ancora i suoi favori. Dentro. Fuori. Dentro. Fuori. Oohh…
Di nuovo il colpo d’anca, di nuovo il cambio di dama: un’altra
E cosi la nostra Iniziazione passa a una fase nuova e piu eterodossa. Le sacerdotesse esigono le nostre prestazioni ogni pomeriggio. Immagino che per stalloni come Timothy e Oliver sia una gratifica inaspettata, una delizia bella e buona; ma forse no. Cio che viene offerto qui non e una cosa semplice come le belle scopate sane alle quali loro due sono abituati, ma piuttosto un difficile e spossante esercizio di autodominio estremo che forse gli prosciuga via tutto il piacere dell’atto.
Comunque, questi sono affari loro. Il mio problema e un altro. Povero caro Ned, ha avuto piu contatti eterosessuali in questa sola settimana che negli ultimi cinque anni. Pero bisogna riconoscere che fa tutto quello che gli chiedono, e senza neanche un lamento.
Certo, pero, che e una faticaccia. Santa madre di Dio, neppure nel «viaggio» piu schifoso ho mai immaginato che la strada per l’immortalita fosse lastricata da un cosi gran numero di ventri femminili palpitanti!
33
Eli
Questa notte, nelle buie ore prima dell’alba, mi e venuta per la prima volta l’idea che dovrei offrirmi di adempiere alla clausola di suicidio contemplata nel Nono Mistero. E stato un fugace attimo di disperazione, svanito com’era apparso; ma merita un’analisi alla luce del giorno.
Evidentemente cio che mi rode e la faccenda del sesso. Il mio fallimento totale nel compito di padroneggiare le tecniche. Un fiasco dopo l’altro. Ma come faccio a trattenermi? Mi danno splendide donne, mi dicono di ararne due o tre di fila…
Oh,
Non una sola volta sono riuscito a trattenermi abbastanza a lungo da farmele tutt’e tre. Non credo che sia umanamente possibile: non per me, almeno. Gia, ma non e umanamente possibile neppure il tipo di longevita di cui si parla qui. Se si vuole sconfiggere la morte e necessario trascendere i valori umani: diventare letteralmente disumani, non umani. Ma se non riesco neanche a frenare gli aneliti del mio membro, come posso sperare di tenere sotto controllo il mio metabolismo, d’invertire il decadimento organico mediante lo sforzo mentale, di acquisire — come questi frati — il dominio del corpo fino a livello cellulare? Non posso. Vedo gia incombere su di me il fallimento.
Fra Leone e Fra Bernardo hanno detto che mi sottoporranno a un allenamento particolare, che mi mostreranno alcune tecniche utili al rilassamento sessuale: ma io non nutro molta fiducia in questi sistemi. Il problema e radicato troppo profondamente nella mia basilare «elita», che e troppo tardi per cambiare: ormai io sono quello che sono.
Mi metto li a montare quelle donzelle, quelle flessuose sacerdotesse azteche; e, pur avendo la testa piena d’istruzioni circa la necessita di trattenere il seme, il mio corpo parte al gran galoppo, si scatena, e io esplodo in un empito di passione. E la passione e esattamente cio che si deve dominare se si vuole sopravvivere a questa Iniziazione.
Fallendo questa prova, fallisco tutto: cado per strada, non posso piu raggiungere l’immortalita; meglio dunque che sopprima la mia inutile vita dato che qualcuno dovra pur farlo, e in tal modo liberi il cammino agli altri.
Cosi ho pensato stanotte, nelle buie ore prima dell’alba. E ho pensato anche che Timothy e un altro che certamente fallira, perche non e capace — o non ha voglia — di raggiungere la necessaria introflessione. Lui e prigioniero del suo stesso atteggiamento sprezzante; a tal punto disprezza la Confraternita e i suoi riti che riesce a