quegli anni durante i quali mi ha trattato come un fenomeno da circo. «Duv, sporco fottuto, stattene fuori dalla mia testa oppure ti ammazzo! Voyeur. Ficcanaso. Stai alla larga, spione, stai alla larga.» Lei non aveva voluto che incontrassi il suo fidanzato. Temeva che gli dicessi dei suoi altri uomini, suppongo. «Mi piacerebbe, qualche giorno, trovarti morto nel canale, Duv, con tutti i miei segreti che imputridiscono dentro di te.» Tanto tempo fa. Forse adesso, Jude, noi ci amiamo l’un l’altro un pochino. Poco, poco. Pero c’e da dire che tu ami me piu di quanto io amo te.

— Non mi eccito piu — dice lei improvvisamente. — Tu lo sai, ero solita venire sempre, praticamente ogni volta. L’autentica Hot Pants Kid, io. Pero, circa cinque anni fa e successo qualcosa, all’incirca quando il mio matrimonio comincio a frantumarsi. Un corto circuito giu, qui dentro. Cominciai a venire ogni cinque volte, ogni dieci volte. Sentivo che la capacita di rispondere mi scappava via. Giacevo la aspettando che succedesse, e, naturalmente, questo fatto tutte le volte lo spegneva. Alla fine non riuscii piu a venire, proprio per niente. Anche adesso non ci riesco piu. Non piu negli ultimi tre anni. Sono stata a letto forse con un centinaio di uomini dopo il divorzio, concedendomi chissa quante volte, e neanche uno mi ha portata all’orgasmo, eppure alcuni di loro erano degli stalloni, dei tori veri e propri. Questa e una delle cose che Karl sta cercando di far funzionare in me. Per questo, Duv, io so che cosa si prova. Che cosa tu stai attraversando. Perdere il tuo migliore strumento per entrare in contatto con gli altri. Perdere gradatamente contatto con te stesso. Diventare un estraneo nella tua stessa mente. — Lei sorride. — E tu riesci a capire me? Le difficolta che io devo aver avuto a letto?

Resto li incerto, per un po’. Quello sguardo gelido nei suoi occhi la porta lontano. L’aggressivita. Il risentimento che prova. Anche quando tenta di riuscire amabile, non riesce a trattenersi dall’odiare. Com’e fragile la nostra relazione! Siamo chiusi a chiave in una specie di rapporto di matrimonio, Judith e io, un antico matrimonio andato in fumo, tenuto in piedi coi punteruoli. Che inferno, pero! — Si — le rispondo. — Ti capisco.

— Lo pensavo. Tu non hai mai smesso di sondarmi. — Adesso il suo sorriso e allegria intrisa a odio. Lei e contenta che io stia perdendolo. E sollevata. — Io resto sempre completamente aperta a te, Duv.

— Non dartene pensiero, non lo resterai piu molto a lungo. — Accidenti a te, cagna sadica! Accidenti a te bellissima rompiballe! E tu saresti tutto quello che io ho. — Che ne dici di prendere ancora un po’ di spaghetti, Jude? — Sorella. Sorella. Sorella.

14

Yahya Lumumba

Lettere, 2° A, Dottor Katz

10 novembre 1976

Il tema di 'Elettra' in Eschilo, Sofocle e Euripide

L’uso del motivo di Elettra da parte di Eschilo, Sofocle e Euripide e uno studio sul variare di metodi drammatici e modi di attacco. La trama e fondamentalmente la stessa nelle Coefore di Eschilo e nell’Elettra di Sofocle e di Euripide: Oreste, esiliato figlio dell’assassinato Agamennone, ritorna alla natia Micene, dove trova sua sorella Elettra. Lei lo persuade a vendicare l’assassinio di Agamennone ammazzando Clitennestra e Egisto, che hanno trucidato Agamennone al suo ritorno da Troia. Il modo in cui la trama viene trattata da ognuno dei drammaturghi varia moltissimo.

Eschilo, a differenza dei suoi piu tardi rivali prende anzitutto in considerazione gli aspetti etici e religiosi del delitto di Oreste. Caratterizzazione e motivazioni, nelle Coefore sono orientate soltanto a provocare scherno, come, di fatto, possiamo constatare quando Euripide, piu attaccato alle cose di questa terra, mette in ridicolo Eschilo nella sua Elettra, nella scena del riconoscimento. Nell’opera di Eschilo, Oreste ci appare accompagnato dal suo amico Pilade e fa un’offesa sacrificale sulla tomba di Agamennone: un ciuffo dei suoi capelli. I due si allontanano, e alla tomba arriva il lamento di Elettra. Notando la ciocca di capelli, ella si rende conto che sono «simili proprio a quelli dei figli di mio padre», e conclude che Oreste l’ha inviata alla tomba in segno di lutto. Allora riappare Oreste, e si fa riconoscere da Elettra. E questo improbabile sistema di identificazione che fu poi parodiato da Euripide.

Oreste rivela che l’oracolo di Apollo gli ha ordinato di vendicare la morte di Agamennone. In un lungo brano di poesia, Elettra rinforza il coraggio di Oreste, e lui esce di scena, per uccidere Clitennestra e Egisto. Riesce a entrare nel palazzo con l’inganno, presentandosi a sua madre Clitennestra con il pretesto di essere un messaggero della remotissima Focide, portatore della notizia della morte di Oreste. Una volta entrato, trucida Egisto, e poi, davanti a sua madre, l’accusa dell’assassinio di Agamennone e la uccide.

L’opera termina con Oreste, reso pazzo dal suo stesso delitto, che vede arrivare le Furie a perseguitarlo. Quindi cerca rifugio nel tempio di Apollo. L’opera seguente, mistica e allegorica, Le Eumenidi, ci mostra Oreste assolto dall’infamia.

Eschilo, in breve, non era eccessivamente interessato alla credibilita di quanto raccontava nella sua opera. Nella trilogia dell’Oresteia il suo scopo era teologico: analizzare le azioni degli dei quando scagliano la maledizione su una casa, una maledizione che germoglia da un assassinio e si conclude con un altro assassinio. La nota chiave della sua filosofia e, forse, il verso: «E solo Zeus che indica la perfetta via della conoscenza: Egli ha regolato tutto, gli umani devono apprendere la saggezza alla scuola del dolore». Eschilo rinuncia alla tecnica drammatica, o, almeno, la tiene in second’ordine, per incentrare tutta l’attenzione sugli aspetti religiosi e psicologici del matricidio.

Virtualmente, l’Elettra di Euripide e al polo opposto rispetto alla concezione di Eschilo; benche egli si serva della stessa trama, la elabora e la modifica per arrivare a un tessuto enormemente piu ricco. Elettra e Oreste spiccano in grande rilievo nell’opera di Euripide: Elettra una donna quasi pazza, bandita dalla corte, sposata a un contadino, che chiede insistentemente vendetta; Oreste un pusillanime, che a Micene si insinua da dietro le spalle, che vigliaccamente pugnala Egisto a tradimento, che attira Clitennestra al suo destino con un’astuzia. Euripide e interessato alla credibilita del dramma, mentre Eschilo non lo era affatto. Dopo la celebre parodia della scena del riconoscimento in Eschilo, Oreste si fa riconoscere da Elettra non da un ricciolo dei suoi capelli o dalle dimensioni dei suoi piedi, ma invece da…

Dio mio! Che merda! Merda merda merda. E noioso da morire. Non e un buon lavoro, proprio per niente. Potrebbe Yahya Lumumba aver scritto qualcuna di queste cagate? Falso dalla prima parola. Perche dovrebbe, Yahya Lumumba, smerdarsi con la tragedia greca? Perche dovrei farlo io? Ma chi e Ecuba per lui o lui per Ecuba, perche debba piangere per lei? Lo strappero e ricomincero di nuovo. Lo scrivero in slang, uomo. Gli imprimero un serrato ritmo negro. Dio mi aiuti a pensare negro. Ma e impossibile. E impossibile. E impossibile. Cristo, avrei voglia di rinunciarci. Credo che mi stia venendo un febbrone da cavallo. Un momento. Un po’ di paglia mi servirebbe non poco. Si. Andiamo su di giri e ritentiamo. Un po’ di boccacce. Mettici un po’ d’anima, vecchio mio. Cretino d’uri bianco ebreo bastardo, mettici dentro un po’ d’anima, mi senti? Okay, andiamo. C’era quella bestia di Agamennone, era un fregnone molto importante, pensa, era l’Uomo, eppure resto fregato lo stesso. La sua vecchia, Clitennestra, se la faceva con quel fottuto coglione di Egisto e un giorno lei dice, Baby, accoppiamo il vecchio Aggie, tu e io, e allora farai tu il re — vuoi fare il re? — lo farai, e poi ce la spassiamo. Aggie e lontano per assistere ai giochi, pero torna a casa per un po’ di riposo e prima che capisca cosa sta succedendo loro lo bucano ben bene, okay, l’accoppano come si deve, e questo e tutto per lui. Adesso c’e quella figa rotta di Elettra, attento, lei e la figlia di Aggie, e diventa nera quando quelli lo liquidano, cosi lei dice a suo fratello, si chiama Oreste, lei gli dice: ascolta, Oreste, ho bisogno che tu fai fuori quei due fottuti, mi serve che tu li sistemi a dovere. Ora, questa bestia di Oreste, lui, e stato fuori citta per un po’, non sa tutta la faccenda, pero…

Si, cosi va bene, uomo! Ci stai arrivando! Adesso va avanti a spiegare l’uso di Euripide del deus ex machina e le proprieta catartiche della tecnica realistica drammatica di Sofocle. Sicuro. Che stronzo che sei, Selig. Che stronzo.

15

Вы читаете Morire dentro
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату