occhi, una volta spalancati, rimasero immobili, incuranti delle fluttuazioni della luce quando passava qualcuno accanto al nostro tavolo. Il viso mostrava una tensione tremenda. Il respiro era lento, rauco e regolare. Sedeva perfettamente immobile; sembrava assente. Passo, forse, un minuto; a me sembro insopportabilmente lungo. Poi la sua fissita si frantumo come un ghiacciolo che cade a terra. Si rilasso e le spalle s’incurvarono in avanti; il colore torno alle guance in un riflusso rapido di sangue; gli occhi gli si bagnarono e ritornarono tristi; prese con mano tremante il bicchiere pieno d’acqua e ne bevve il contenuto.

Alla fine chiese: — Quanto e durato?

— Solo pochi attimi. E sembrato molto piu lungo di quanto non sia stato in realta.

— Per me e durato mezz’ora. Come minimo.

— Cosa avete “visto”?

Scosse le spalle.

— Niente che non abbia gia “visto”. Le stesse scene ritornano, sapete, cinque, dieci, venti volte. Come nel ricordo. Ma il ricordo altera le cose. Invece, le cose che io “vedo” non cambiano mai.

— Volete parlarne?

— Non e niente — ribatte, sbrigativo. — Qualcosa che accadra la primavera prossima. C’eravate anche voi. Passeremo molto tempo insieme, noi due, nei mesi prossimi.

— Che cosa stavo facendo?

— Guardando.

— Guardando chi?

— Me.

Sorrise, e fu un sorriso scheletrico, un terribile, pallido sorriso, un sorriso simile a quello che avevo visto quel primo giorno nell’ufficio di Lombroso. L’imprevedibile ottimismo di venti minuti prima l’aveva abbandonato. Rimpiansi di avergli chiesto una dimostrazione; era come se avessi chiesto a un moribondo di ballare la giga. Dopo un momento di silenzio imbarazzato, pero, sembro riprendersi. Tiro una spavalda boccata dal suo sigaro, fini di bere lo sherry, si rimise a sedere eretto.

— Va meglio. A volte e davvero spossante. Che ne direste di chiedere il menu, eh?

— Siete sicuro di star bene?

— Sicurissimo.

— Mi dispiace di avervi chiesto…

— Non vi date pensiero. Non e stato poi cosi brutto come deve esservi sembrato.

— Era spaventoso cio che avete visto?

— Spaventoso? No, no. Ve l’ho detto, non era niente che non avessi gia visto prima. Ne parleremo uno di questi giorni — chiamo il cameriere. — Penso sia ora di pranzare.

Il mio menu non aveva i prezzi, un segno di classe. La lista dei piatti era incredibile: bistecca di salmone affumicato, aragosta del Maine, lombo di manzo arrosto, filetto di sogliola, un elenco intero di cibi introvabili, che non avevano niente a che fare con le disgustose schifezze di soia mangiate il giorno prima o le confezioni di alghe marine. Non avendo idea di quali fossero i prezzi, ordinai allegramente insalata di molluschi di mare e lombo di manzo. Carvajal scelse un cocktail di gamberi e salmone; non volle vino ma mi spinse a prenderne una mezza bottiglia. Anche sulla lista dei vini non c’erano prezzi; optai per un Latour ’91, che costava probabilmente venticinque dollari.

Carvajal mi stava osservando attentamente. Era piu che mai un enigma. Sicuramente voleva qualcosa da me; certamente voleva che io facessi qualcosa. Sembrava quasi che mi stesse corteggiando, in quel suo modo lontano, silenzioso, segreto. Ma non faceva cenni di nessun tipo. Mi sentivo come uno che gioca a poker bendato contro un avversario che gli vede le carte.

La dimostrazione che avevo ottenuto da lui era stata una parentesi cosi inquietante nella nostra conversazione che ebbi timore a ritornare subito sull’argomento e per un certo tempo parlammo amabilmente del vino, del cibo, della Borsa, di economia nazionale, politica e altri argomenti non impegnativi.

Inevitabilmente arrivammo a Paul Quinn e l’aria sembro diventare piu pesante. Carvajal mi chiese: — Quinn sta facendo un buon lavoro, vero?

— Mi sembra di si.

— Dev’essere il sindaco piu popolare che la citta abbia avuto. E affascinante, vero? E ha un’energia incredibile. Troppa, a volte, no? Spesso sembra impaziente, riluttante a passare attraverso i soliti canali politici per ottenere quello che vuole.

— Credo che abbiate ragione. E certamente un tipo impetuoso. Errori di gioventu. Non ha ancora quarant’anni, non dimenticatelo.

— Dovrebbe prenderla con piu calma. A volte la sua impazienza lo rende tirannico. Anche Gottfried era violento e tiranno e sapete cosa gli e successo.

— Gottfried era un dittatore senza vie di mezzo. Ha tentato di trasformare New York in uno stato militare e… — mi bloccai, spaventato. — Un momento! Volete dire che Quinn corre il pericolo di essere assassinato?

— Non piu di qualunque altro personaggio politico importante.

— Avete “visto” qualcosa che…

— No, niente.

— Devo saperlo. Se siete in possesso di qualche informazione riguardante un attentato alla vita del sindaco, dovete dirmelo. Devo saperlo.

Carvajal sembro divertito.

— Mi avete frainteso. Quinn, che io sappia, non e in pericolo di vita, e se pensate che volessi dire qualcosa del genere, ho scelto male le parole, evidentemente. Cio che intendevo e che la tattica di Gottfried procura dei nemici. Se non fosse stato ucciso, avrebbe potuto, solo potuto, avere dei problemi per la rielezione. Ultimamente anche Quinn si e fatto dei nemici. Prevaricando continuamente il City Council, irrita certi gruppi elettorali.

— I negri, lo so, ma…

— Non solo i negri. Anche gli ebrei sono alquanto irritati con lui.

— Non ne ero al corrente. I sondaggi non…

— Non ancora. Questo malcontento comincera ad affiorare tra qualche mese. La sua presa di posizione sulla faccenda dell’istruzione religiosa nelle scuole, per esempio, gli ha gia alienato apparentemente molte simpatie nei distretti ebrei. E i suoi commenti su Israele all’inaugurazione della nuova Banca del Kuwait in Lexington Avenue…

— Quell’inaugurazione avra luogo fra tre settimane — feci notare.

Carvajal scoppio a ridere.

— Davvero? Oh, ho di nuovo fatto confusione! Ho sentito il suo discorso in televisione; cosi mi sembrava, almeno, ma forse…

— No, non in televisione; l’avete “visto”.

— Senza dubbio, senza dubbio.

— Cosa dira su Israele?

— Qualche battuta di cattivo gusto. Ma gli ebrei sono molto sensibili a certe osservazioni scherzose, e la reazione non e stata — non sara — favorevole. A loro non piace la sua aggressivita. Presto cominceranno a pensare che Quinn non ha le idee giuste su Israele. E si faranno sentire.

— Quando?

— In autunno. Il “Times” pubblichera un articolo in prima pagina sulla perdita dell’elettorato ebreo.

— No. Mandero Lombroso a inaugurare la Banca del Kuwait al posto di Quinn. Questo chiudera la bocca a Quinn e ricordera a tutti che abbiamo proprio un ebreo al gradino piu alto dell’amministrazione municipale.

— Oh, no, non potete farlo.

— Perche no?

— Perche Quinn parlera comunque. L’ho “visto” la.

— E se lo spedissi in Alaska quella settimana?

— Vi prego, Lew, credetemi: Quinn non puo essere in nessun luogo al di fuori dell’edificio della Banca del Kuwait il giorno dell’inaugurazione. Impossibile.

— E altrettanto impossibile, immagino, che eviti di dire delle spiritosaggini su Israele, anche se gli viene detto di non farlo?

— Si.

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