— Non ci credo. Sono sicuro che, se domani vado da lui e gli dico: “ehi, Paul, secondo i miei sondaggi sembra che gli ebrei stiano diventando un po’ inquieti; lascia perdere quella faccenda del Kuwait”, lui lascera perdere. O almeno moderera i commenti.

— Andra — ribatte tranquillamente Carvajal.

— Qualunque cosa dica o faccia io?

— Esatto.

Scossi la testa.

— Il futuro non e cosi inflessibile come dite voi. Noi possiamo modificare gli avvenimenti che devono ancora accadere. Parlero a Quinn di questa faccenda.

— Per favore, non fatelo.

— Perche no? — dissi duramente. — Perche avete bisogno che il futuro si avveri nella maniera giusta?

Sembro ferito.

Con gentilezza disse: — Perche io so che il futuro si avvera sempre nella maniera giusta.

— Gli interessi di Quinn sono i miei interessi. Se l’avete “visto” fare qualcosa che risulti dannoso a questi interessi, come potete pretendere che rimanga qui seduto e glielo lasci fare?

— Non c’e altra scelta.

— Non lo so ancora.

Carvajal sospiro.

— Se parlate di questa faccenda con il sindaco — disse gravemente — questa sara l’ultima volta che avrete accesso alle cose che vedo.

— E una minaccia? Un’affermazione che tende a far si che la vostra profezia si autoadempia? Sapete che voglio il vostro aiuto; cosi cercate di chiudermi la bocca con la vostra minaccia e cosi, naturalmente, la cerimonia si svolge come l’avete “vista”. Ma che vantaggio c’e a sapere da voi certe cose se poi non sono libero di agire su di loro? Perche non correte il rischio e mi date carta bianca? Siete cosi poco sicuro della validita delle vostre visioni da essere costretto ad agire in questo modo per garantirvi che si realizzino nel modo giusto?

— Molto bene — ribatte lui dolcemente, senza malizia. — Avete carta bianca. Fate come vi pare. Vedremo cosa succede.

Mi aveva in pugno. Una volta di piu mi aveva giocato, perche come avrei potuto rischiare di perdere accesso alla sua visione e come potevo prevedere quale sarebbe stata la sua reazione al mio tradimento?

Mi feci un appunto mentale per consigliare a Quinn di cominciare a riaggiustare i rapporti con gli ebrei della citta, facendo una capatina in qualche salumeria ebrea, andando qualche volta nelle sinagoghe il venerdi sera.

— Siete arrabbiato per quello che ho detto poco fa? — gli chiesi.

— Non mi arrabbio mai.

— Ferito, allora. Mi siete sembrato offeso quando ho detto che avete bisogno che il futuro si avveri nel modo giusto.

— Penso di si. Perche mi rendo conto di quanto poco mi avete capito, Lew, se pensate davvero che io soffra di qualche forma nevrotica che mi spinge a volere che le mie visioni si realizzino a tutti i costi. No, Lew. I disegni non possono essere cambiati, e se non li accettate, non ci puo essere nessuna vera affinita di pensiero tra noi, nessuna comunanza di visione. Cio che avete detto mi ha rattristato perche mi ha rivelato quanto siete ancora lontano da me. Ma no, non sono arrabbiato con voi.

Finimmo il pasto in completo silenzio e ce ne andammo senza aspettare il conto. Il circolo avrebbe pensato ad addebitarglielo.

Fuori, mentre ci stavamo lasciando, Carvajal disse ancora: — Un giorno, quando anche voi “vedrete”, capirete perche Quinn deve dire cio che io so che sta per dire all’inaugurazione della Banca del Kuwait.

— Quando anch’io “vedro”?

— Si.

— Ma io non ho questa dote.

— Tutti ce l’hanno. Pochissimi sanno usarla.

Mi diede una rapida stretta al braccio e spari tra la folla di Wall Street.

20

Non telefonai immediatamente a Paul Quinn, ma ci andai molto vicino. Non appena Carvajal fu lontano, mi ritrovai a pensare perche mai avrei dovuto esitare. L’accesso che Carvajal aveva alle cose future era dimostrabile e sicuro; mi aveva fornito informazioni importanti per la carriera di Quinn; e la mia responsabilita nei confronti di Quinn annullava qualsiasi altra considerazione. Inoltre, la teoria di Carvajal sul futuro inflessibile e immutabile mi sembrava ancora un’assurdita. Qualsiasi cosa non ancora verificatasi doveva essere soggetta a cambiamenti; io potevo cambiarla e l’avrei fatto nell’interesse di Quinn.

Ma non gli telefonai.

Carvajal mi aveva chiesto — ordinato, minacciato, avvertito — di lasciar perdere. Ma Quinn avrebbe potuto evitare l’inaugurazione se glielo avessi detto? Secondo Carvajal, era impossibile. D’altra parte, forse, Carvajal continuava a barare, e cio che aveva visto in realta era un futuro in cui Quinn non presenziava all’inaugurazione. In questo caso il copione prevedeva che io fossi l’autore del cambiamento, colui che avrebbe impedito a Quinn di rispettare quell’impegno, e cio significava che Carvajal aveva considerato il fatto che io avrei detto tutto a Quinn, contribuendo cosi al realizzarsi della sua visione. Non suonava molto plausibile, ma dovevo tener conto anche di questa possibilita. Ero perso in un labirinto di vicoli chiusi. Il mio senso di stocasticita non mi sorreggeva piu. Non sapevo cio che pensavo e credevo nei confronti del futuro e persino del presente, e anche il passato cominciava ad apparirmi incerto. Penso che quel pranzo con Carvajal abbia dato il via al mio graduale allontanamento da cio che una volta consideravo sanita di mente.

Riflettei un paio di giorni. Poi mi recai nel sontuoso ufficio di Bob Lombroso e gli raccontai tutta la faccenda.

— Ho un problema di tattica politica — esordii.

— Perche sei venuto da me invece che da Haig Mardikian? E lui lo stratega.

— Perche il mio problema riguarda l’occultamento di un’informazione confidenziale su Quinn. So qualcosa che Quinn avrebbe forse piacere di conoscere, e non posso dirglielo. Mardikian e un tale galoppino di Quinn che potrebbe tirarmi fuori tutta la storia con la promessa di non dire niente e poi spifferargli tutto.

— Anch’io sono un galoppino di Quinn. E anche tu.

— Si, e vero. Ma tu non tradiresti il segreto di un amico nell’interesse di Quinn.

— E pensi che Haig lo farebbe?

— Forse.

— Haig si arrabbierebbe se sapesse che la pensi cosi.

— Sono sicuro che non gli dirai niente. Lo so.

Lombroso non replico, si limito a rimanere seduto sullo splendido sfondo della sua collezione di tesori medioevali, affondando le dita nella spessa barba nera e studiandomi con occhi penetranti. Ci fu un lungo e inquietante silenzio. Eppure sentii di avere avuto ragione venendo da Lombroso invece che da Mardikian. Di tutti gli uomini di Quinn, Lombroso era il piu ragionevole, il piu fidato, un uomo di equilibrio e di buon senso, quadrato e incorruttibile, estremamente imparziale. Se l’avessi giudicato male sarei stato finito.

Alla fine chiesi: — Affare fatto, allora? Non ripeterai una sola parola di quello che ti diro?

— Dipende.

— Da che cosa?

— Dipende se sono d’accordo con te che e meglio nascondere quello che vuoi nascondere.

— Te lo dico e poi decidi?

— Si.

— Niente da fare, Bob.

— Questo significa che non ti fidi neanche di me, giusto?

Ci pensai su un momento. Il mio intuito diceva: “Avanti, digli tutto”. La prudenza diceva che esisteva almeno una possibilita che lui andasse a spifferare tutto a Quinn.

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