totalmente differente, piu assurda, molto meno plausibile, ma piu sicura, sicura al 100%! Io posso “vedere” cio che succedera.

Mardikian rimase in silenzio a lungo.

Alla fine disse, con voce roca e soffocata: — Lew, dici sul serio?

— Serissimo.

— Se vado a chiamare Quinn, gli ripeterai esattamente quello che mi hai appena detto? Esattamente?

— Si.

— Aspetta qui.

Aspettai. Cercai di non pensare a niente. Mantenendo la mente vuota, lasciando fluire la corrente stocastica: avevo agito stupidamente, avevo calcato troppo la mano? Non mi sembrava. Pensavo che fosse giunto il momento di rivelare qualcosa di quello che stavo davvero facendo. Per essere piu credibile, avevo tralasciato il ruolo avuto da Carvajal in tutta la faccenda, ma per il resto non avevo nascosto niente e mi sentivo estremamente rilassato, invaso da una calda ondata di sollievo, ora che finalmente mi ero tolto la maschera.

Dopo circa un quarto d’ora Mardikian ritorno. Il sindaco era con lui. Fecero alcuni passi nell’ufficio e si fermarono vicino alla porta, l’uno a fianco dell’altro, formando una coppia stranamente malassortita: Mardikian bruno e altissimo, Quinn biondo, basso, robusto. Avevano un’aria terribilmente solenne.

Mardikian ordino: — Ripeti al sindaco quello che hai detto a me, Lew.

Allegramente, ripetei la mia confessione, usando, per quanto mi era possibile, le stesse parole. Quinn ascolto senza cambiare espressione. Quando finii, mi chiese: — Da quanto tempo lavori per me, Lew?

— Dall’inizio del ’96.

— Quasi quattro anni. E da quando tiri fuori le tue previsioni direttamente dal futuro?

— Non da molto tempo. Solo dalla primavera scorsa. Ti ricordi quando ti spinsi a far approvare dal City Council quel progetto di legge sul coagulamento del petrolio, poco prima che saltassero in aria quelle petroliere al largo del Texas e della California? Fu in quel periodo. Quella non era solo una congettura. Poi, ci furono altre cose, quei consigli che a volte ti sembravano assurdi…

— Come in una sfera di cristallo — fece Quinn con aria pensierosa.

— Si, proprio. Ti ricordi il giorno in cui mi parlasti della tua decisione di presentarti per le elezioni del 2004, Paul, ti ricordi cosa mi dicesti? “Tu sarai gli occhi che guarderanno nel futuro per me.” Allora non sapevi ancora quanto avevi ragione!

— Pensavo che un paio di settimane di riposo ti avrebbero aiutato a rimetterti. Ma adesso vedo che il problema e molto piu profondo.

— Cosa?

— Per quattro anni sei stato un buon amico e un collaboratore prezioso. Non intendo sottovalutare il valore dell’aiuto che mi hai dato. Forse attingevi le tue idee da analisi intuitive degli orientamenti, o forse dai computer, o forse da uno spirito che ti sussurrava preziose informazioni a un orecchio ma, comunque, mi davi consigli utili. Adesso, pero, non posso rischiare di tenerti nel mio staff dopo quello che hai detto. Se cominciano a circolare delle voci che le decisioni piu importanti di Paul Quinn vengono prese da un guru, da un profeta, da un Rasputin chiaroveggente, che io non sono altro che un burattino che sgambetta nell’oscurita, sono un uomo rovinato, finito. Ti metteremo in congedo illimitato a cominciare da oggi, e tu percepirai il tuo stipendio fino alla fine dell’anno fiscale, d’accordo? Cosi avrai piu di sette mesi per rimettere in piedi il tuo vecchio studio di consulenze, prima che tu sia cancellato dal libro-paga municipale. Con il divorzio e tutto il resto, non ti trovi, probabilmente, in condizioni finanziarie floride e io non voglio danneggiarti. Facciamo un patto: io non rilascero nessuna dichiarazione pubblica sulla ragione delle tue dimissioni e tu non darai pubblicita alla presunta origine dei consigli che mi davi. Ti sembra abbastanza corretto?

— Mi stai cacciando via? — balbettai.

— Mi dispiace, Lew.

— Posso farti diventare presidente, Paul.

— Temo che dovro farcela da solo.

— Tu pensi che sia matto, non e vero?

— E una parola un po’ forte.

— Pero lo pensi, vero? Pensi di avere accettato i consigli di un pazzo pericoloso e non fa differenza che i consigli del pazzo si siano sempre rivelati giusti, perche adesso devi liberartene; eh, certo, sarebbe molto brutto che la gente cominciasse a pensare che hai tenuto uno stregone nel tuo staff, e cosi…

— Ti prego, Lew. Non rendermi la cosa piu difficile.

Attraverso la stanza e afferro la mia mano debole e fredda con una stretta vigorosa. Il suo viso era vicinissimo al mio.

Eccoci di nuovo: il celebre “Trattamento Quinn” ancora una volta, l’ultima volta. In fretta disse: — Credimi, mi mancherai. Come amico e come collaboratore. Puo darsi che stia facendo un grosso errore. Ed e doloroso fare un passo di questo genere. Ma hai ragione: non posso correre il rischio, Lew. Non posso proprio correre il rischio.

35

Dopo colazione sgomberai la mia scrivania e andai a casa, cioe a quello che chiamavo casa, e per tutto il pomeriggio non feci altro che andare avanti e indietro per le squallide stanze semivuote, tentando di capire cosa mi era successo. Licenziato? Si, licenziato.

Mi ero tolto la maschera e a loro non era piaciuto quello che avevano visto. Avevo cessato di far finta di usare la scienza e ammesso di essere uno stregone; avevo rivelato a Mardikian la verita e adesso non sarei piu entrato a City Hall per sedere tra i potenti, ne avrei piu modellato e guidato il destino del carismatico Paul Quinn, e quando, tra cinque anni, avrebbe prestato giuramento a Washington, avrei assistito alla scena in televisione, io, l’uomo dimenticato da tutti, l’uomo sfuggito, il lebbroso dell’amministrazione municipale. Mi sentivo cosi miserabile da non riuscire neanche a piangere. Senza moglie, senza lavoro, senza scopo. Vagai per ore nell’appartamento cupo, e, stanco anche di questo, rimasi, immobile e indolente, davanti a una finestra per piu di un’ora, a osservare il cielo farsi di piombo, a vedere i fiocchi inaspettati della prima neve, e la notte stendersi su Manhattan.

Poi alla disperazione subentro la rabbia e, infuriato telefonai a Carvajal.

— Quinn sa delle dimissioni di Sudakis. Ho dato l’informazione a Mardikian che l’ha passata al sindaco.

— Ebbene?

— Mi hanno buttato fuori. Pensano che sia pazzo. Mardikian ha parlato con Sudakis che ha negato di volersene andare, e poi ha affermato che lui e il sindaco erano preoccupati per le mie assurde predizioni da indovino e che dovevo tornare al normale lavoro di congetture e previsioni; cosi gli ho detto tutto. Non ho fatto il vostro nome, ho detto che io “vedo” nel futuro, che proprio dal futuro avevo tratto informazioni come quelle riguardanti la faccenda di Thibodaux e le dimissioni di Sudakis e Mardikian ha voluto che ripetessi tutto in presenza di Quinn e Quinn ha detto che era troppo pericoloso continuare a tenere un matto come me nel suo staff. Oh, ha usato delle parole piu gentili! Risulto in congedo fino al 30 giugno, poi saro cancellato dal libro paga municipale.

— Capisco.

Nient’altro. Non sembrava irritato ne mostrava di provare commiserazione.

— Voi sapevate che sarebbe successo.

— Davvero?

— Per forza. Non cercate di prendermi in giro, Carvajal. Sapevate che sarei stato cacciato via se avessi riferito al sindaco che Sudakis si sarebbe dimesso?

Carvajal non disse niente.

— Lo sapevate o no?

Stavo urlando.

— Lo sapevo.

— Lo sapevate, naturalmente, lo sapevate! Voi sapete tutto. Pero non me l’avete detto.

— Non me lo avete chiesto — ribatte con aria innocente.

— Non mi e venuto in mente. Chissa perche, non mi e venuto in mente. Non potevate avvertirmi? Non potevate dirmi: “Tenete la bocca chiusa, siete in guai peggiori di quanto pensiate, sarete buttato fuori a calci nel

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