sedere se non state attento”?

— Come potete farmi una domanda di questo genere?

— Ve ne siete stato li senza dirmi niente, lasciando che la mia carriera venisse distrutta?

— Pensateci un momento con calma. Sapevo che sareste stato licenziato, d’accordo. Proprio come so che Sudakis dara le dimissioni. Ma cosa ci posso fare? Per me il rostro allontanamento e gia accaduto, non dimenticatelo. Non poteva essere prevenuto.

— Cristo! Di nuovo la conservazione della realta?

— Certo. Sinceramente, Lew, pensate che vi metterei in guardia contro qualcosa che voi potreste pensare di cambiare? Sarebbe inutile e sciocco. Noi non possiamo cambiare le cose, vero?

— E vero — dissi con amarezza. — Ci scostiamo e da persone educate lasciamo che succedano. Anzi, se e il caso, contribuiamo a farle succedere. Anche se questo significa la distruzione di una carriera, anche se significa il fallimento del tentativo di ristabilire le sorti politiche di questo povero paese malgovernato cercando di fare eleggere un uomo che… oh, Dio. Carvajal, voi mi avete appositamente portato a questo, non e vero? E non ve ne frega niente. Non e cosi, forse? Non ve ne frega niente di niente!

— Ci sono cose ben peggiori che perdere un lavoro, Lew.

— Ma tutto quello che stavo cercando di costruire, tutto quello che stavo tentando di plasmare… come faccio adesso, in nome di Dio, ad aiutare Quinn? Cosa faro? Voi mi avete rovinato!

— Quello che e successo e quello che doveva succedere.

— Maledizione a voi e alla vostra rassegnazione!

— Pensavo che anche voi foste giunto a condividere questa accettazione.

— Non condivido niente. Dovevo essere fuori di me quando vi ho dato retta, Carvajal. Per causa vostra ho perso Sundara, ho perso il mio posto a fianco di Quinn, ho perso la salute e la ragione, insomma ho perso tutto quello che contava qualcosa nella mia vita, e per cosa? Per cosa? Per una schifosa sbirciata nel futuro che puo essere stata niente altro che un capogiro provocato dalla fatica? Per una testa piena di morbose filosofie fatalistiche e strambe teorie sul flusso del tempo? Cristo! Cristo! Vorrei non avere mai sentito il vostro nome! Sapete cosa siete, Carvajal? Una specie di vampiro, una sanguisuga, mi succhiate energia e vitalita, usandomi per puntellarvi mentre scivolate verso la fine della vostra vita inutile, sterile, immotivata, senza scopo.

Carvajal non sembro affatto scosso. — Mi dispiace vedervi cosi turbato, Lew — fu il suo unico commento.

— Cos’altro mi nascondete? Avanti, datemele tutte in una volta le cattive notizie. Scivolero sul ghiaccio a Natale e mi rompero la schiena? Faro fuori tutti i miei risparmi e saro crivellato da colpi di pistola mentre rapino una banca? E poi? Diventero tossicomane? Avanti, su, ditemi tutto quello che mi aspetta!

— Vi prego, Lew.

— Ditemelo!

— Adesso dovreste cercare di calmarvi.

— Ditemelo!

— Non vi sto nascondendo nulla. Avrete un inverno tranquillo. Sara un periodo di transizione, di meditazione e di rinnovamento spirituale, privo di qualsiasi avvenimento esterno di una certa importanza. Poi… poi non posso dirvi altro, Lew. Sapete bene che non posso “vedere” oltre la prossima primavera.

Queste ultime parole mi colpirono come un pugno nello stomaco. Certo. Ma certo! Carvajal sarebbe morto.

Un uomo che non fa niente per impedire la propria morte non si da certo pensiero di intervenire mentre qualcun altro, anche se e suo amico, va tranquillamente incontro alla catastrofe. Potrebbe persino dargli una spinta giu per la discesa se pensasse che e necessario. Ero stato troppo ingenuo a pensare che Carvajal volesse fare qualcosa per proteggermi dal pericolo, dopo averlo “visto” arrivare. Quell’uomo mi era dannoso. E mi stava portando alla rovina.

— Qualsiasi patto sia stato stabilito tra noi due non ha piu valore. Ho paura di voi. Non voglio piu aver niente a che fare con voi, Carvajal. Non mi vedrete piu.

Non apri bocca. Forse, dentro di se, stava ridendo. Anzi, stava sicuramente ridendo.

Il suo silenzio piego la forza melodrammatica del mio sermone finale.

— Addio — dissi, sentendomi ridicolo e teatrale.

36

L’inverno stava inchiodando la citta. Ci sono degli anni in cui la neve non arriva fino a gennaio o febbraio, ma quell’anno ci fu un Giorno del Ringraziamento carico di neve, e nelle prime settimane di dicembre le tormente si susseguirono, l’una dopo l’altra, tanto che si penso che la vita a New York sarebbe stata paralizzata da una nuova era glaciale. La citta era dotata di dispositivi di sgombero nuovissimi e costosissimi, di cavi incandescenti sepolti sotto il livello stradale, di autocarri con cisterne di scioglimento, di un esercito di pale, prese d’acqua e ruspe, ma nessun marchingegno riusciva ad avere ragione di una stagione che faceva cadere dieci centimetri di neve mercoledi, altri dodici venerdi, quindici lunedi e mezzo metro sabato. Di tanto in tanto, tra due nevicate, avevamo un periodo di disgelo che scioglieva e faceva affluire ai condotti la parte piu alta dei cumuli di neve, ma poi tornava il gelo, un gelo mortale, e cio che si era squagliato diventava nuovamente ghiaccio tagliente. Nella citta congelata tutte le attivita si arrestarono. Dominava uno strano silenzio. Me ne stavo chiuso in casa, come tutti quelli che non avevano una ragione urgente che li spingesse fuori. Il 1999, l’intero XX secolo, sembravano volersi accomiatare gelidamente, in punta di piedi.

Con questo tempo orrendo, avevo perso tutti i contatti, tranne che con Bob Lombroso. Il mio amico finanziere mi telefono, cinque o sei giorni dopo il licenziamento, per esprimere il suo rincrescimento.

— Ma perche — chiese — hai deciso di dire tutto a Mardikian?

— Ho pensato di non avere altra scelta. Lui e Quinn non mi prendevano piu sul serio.

— E credevi che ti avrebbero preso sul serio sapendo che ti vanti di leggere nel futuro?

— Ho rischiato e ho perso.

— Per essere un uomo che ha sempre avuto un fantastico sesto senso, permetti che ti dica che hai affrontato la situazione in un modo decisamente stupido.

— Lo so, lo so. Devo aver pensato che Mardikian avesse una mentalita piu elastica. E forse ho sopravvalutato anche Quinn.

— Haig non sarebbe arrivato dov’e adesso, con una mentalita elastica. Quanto al sindaco, lui punta in alto e non vuole correre dei rischi superflui.

— Io sono un rischio necessario, Bob. Posso aiutarlo.

— Se pensi di poterlo persuadere a riprenderti, te lo puoi scordare. Quinn ha il terrore di te.

— Terrore?

— Be’, forse e una parola un po’ forte. Ma lo fai sentire a disagio. Sospetta che tu riesca davvero a fare cio che pretendi. Penso che sia questo a spaventarlo.

— Di avere, cioe, licenziato un autentico indovino?

— No, cio che teme e che i profeti possano esistere sul serio. Ha detto — e questo e estremamente confidenziale, Lew; la cosa potrebbe danneggiarmi se lui sapesse che te ne ho parlato — ha detto che l’idea che ci siano delle persone che possono vedere nel futuro lo opprime come una mano stretta intorno alla gola. Che lo fa diventare isterico, che limita le sue scelte, che gli chiude intorno l’orizzonte. Sono frasi sue. Non sopporta il concetto di determinismo; crede di essere un uomo che sara sempre il plasmatore del proprio futuro, e prova una specie di terrore esistenziale quando si trova di fronte a qualcuno che sostiene che il futuro e un disco fisso, un libro che si puo aprire e leggere. Perche questo lo trasforma in una specie di marionetta con uno schema prestabilito. Ci vuole parecchio a far diventare isterico Paul Quinn, ma penso che tu ci sia riuscito. Cio che lo preoccupa in particolare e il fatto di averti assunto, di averti fatto entrare nella cerchia ristretta dei suoi collaboratori, di averti tenuto vicino per tanti anni senza rendersi conto di che pericolo rappresentavi per lui.

— Non sono mai stato un pericolo per lui, Bob.

— Lui la pensa diversamente.

— Si sbaglia. Prima di tutto, il futuro non e stato per me un libro aperto per tutti gli anni che sono stato con

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