— Avete paura di avvertire Quinn delle dimissioni di Sudakis?

— Si.

— Cosa pensate che vi potrebbe succedere?

— Mi trovero in una posizione imbarazzante. Mi si chiedera di dare una giustificazione a qualcosa che per me non ha senso. Dovro continuare a ripetere che e un’intuizione, solo un’intuizione, ma se Sudakis nega di avere intenzione di dimettersi, perdero la mia influenza su Quinn. Puo anche darsi che perda il mio posto. E questo che volete?

— Non ho nessun desiderio di alcun genere.

— Senza contare che Quinn non permettera che Sudakis si dimetta.

— Ne siete sicuro?

— Sicurissimo. Ne ha troppo bisogno. Non accettera le sue dimissioni. Qualunque cosa possa dire, Sudakis conservera il proprio posto, e allora cosa succede al mantenimento della realta?

— Sudakis non conservera il suo posto — ripete Carvajal, indifferente.

Me ne andai e cominciai a riflettere.

Le obiezioni che avevo mosso a Carvajal sembravano logiche, ragionevoli, plausibili e inconfutabili. Non ero disposto a espormi tanto subito dopo il mio ritorno, mentre Mardikian era ancora scettico sul mio equilibrio mentale. D’altra parte, se qualche fatto imprevedibile avesse costretto Sudakis a dimettersi, io avrei trascurato il mio dovere non avvertendo il sindaco. In una citta sempre sull’orlo del caos, anche una confusione di pochi giorni nei quadri dirigenziali del Dipartimento di Polizia poteva portare all’anarchia nelle strade, e la cosa di cui Quinn aveva certamente meno bisogno, come candidato potenziale alla presidenza, era un rigurgito, sia pur breve, del disordine che aveva devastato la citta prima dell’amministrazione repressiva di Gottfried e nel breve interregno del debole DiLaurenzio. Inoltre, non avevo mai rifiutato di ubbidire alle direttive di Carvajal, e non volevo sfidarlo ora. Poco alla volta, il concetto dell’immutabilita della realta era diventato parte di me; senza rendermene conto avevo accettato la filosofia di Carvajal a tal punto che avevo paura di intromettermi nel corso inevitabile degli eventi. Sentendomi come uno che si arrampica su una banchisa di ghiaccio diretta verso le Cascate del Niagara, decisi di passare l’indicazione a Quinn, con o senza paura.

Ma aspettai una settimana, sperando che la situazione si risolvesse in qualche modo da sola senza bisogno del mio intervento, poi meta di un’altra, cosi avrei potuto aspettare che finisse l’anno, ma sapevo perfettamente che mi stavo illudendo. Alla fine buttai giu l’appunto e lo portai a Mardikian.

— Non ho nessuna intenzione di far vedere questa roba a Quinn — mi annuncio due ore dopo.

— Devi farlo — ribattei senza molta convinzione.

— Lo sai cosa succedera se lo faccio? Vorra la tua testa, Lew. Ho dovuto fare i salti mortali per un giorno e mezzo per convincerlo sulla faccenda di Ricciardi e il viaggio in Louisiana, e le cose che Quinn ha detto su di te non erano molto lusinghiere, credimi. Ha paura che tu dia completamente i numeri.

— Tutti voi lo pensate. Be’, non e vero. Mi sono goduto una splendida vacanza in California e non mi sono mai sentito meglio in vita mia. Inoltre, per l’inizio del prossimo gennaio questa citta avra bisogno di un nuovo assessore alla polizia.

— No.

— No?

Mardikian brontolo tra i denti. Si mostrava tollerante, conciliante, ma era stufo di me e delle mie predizioni, lo sapevo.

— Dopo aver ricevuto il tuo appunto, ho telefonato a Sudakis e gli ho detto che circolano delle voci sulle sue presunte dimissioni. Non ho fatto nomi. Gli ho fatto credere di averlo saputo da uno dei ragazzi della stampa. Avresti dovuto vedere la sua faccia, Lew. Sembrava che gli avessi insultato la madre. Ha giurato su sessanta santi e cinquanta angeli che l’unica maniera per fargli lasciare il suo posto sarebbe licenziarlo. Di solito mi rendo conto quando uno cerca di fermi scemo e Sudakis era la persona piu sincera che abbia mai visto.

— Non importa, Haig, tra un mese o due dara le dimissioni.

— Come puo essere?

— Si verificheranno delle circostanze inaspettate.

— Cioe?

— Una cosa qualsiasi. Ragioni di salute. Uno scandalo improvviso nel Dipartimento. Una vantaggiosissima offerta di lavoro da San Francisco. Non so quale sara la ragione esatta. Ti sto solo dicendo…

— Lew, come e possibile che tu sappia cosa Sudakis fara a gennaio, se neppure lui lo sa?

— Lo so — insistetti.

— Come e possibile?

— E un’intuizione.

— Un’intuizione. Continui a ripetere sempre la stessa cosa. Il tuo lavoro ha a che fare con l’interpretazione degli orientamenti generali, non con previsioni di carattere individuale, eppure, ultimamente, non hai fatto altro che offrirci queste indicazioni isolate, queste trovate da mago con la sfera di cristallo, questi…

— Haig, ne ho sbagliata qualcuna?

— Non ne sono sicuro.

— Nessuna. Nemmeno una. Di molte non abbiamo ancora le prove definitive, ma non ne esiste una che sia stata contraddetta dagli sviluppi successivi, nessun consiglio si e rivelato poco saggio, nessun…

— E lo stesso, Lew. L’ultima volta ti dissi che noi non crediamo agli indovini. Non allontanarti da previsioni generiche su situazioni ben chiare, d’accordo?

— Sto solo cercando di fare l’interesse di Quinn.

— Certo. Ma penso che dovresti badare di piu al tuo.

— Che cosa vuoi dire?

— Che se il tuo lavoro non assume, diciamo, un carattere meno anticonvenzionale, il sindaco sara costretto a fare a meno dei tuoi servizi.

— Sciocchezze. Quinn ha bisogno di me, Haig.

— Lui comincia a pensare di no. Comincia a pensare che tu possa perfino rappresentare un danno.

— Allora non si rende conto di quanto ho fatto per lui. E almeno di mille chilometri piu vicino alla Casa Bianca di quanto non sarebbe stato senza di me. Ascolta, Haig, non mi importa se tu e Quinn pensate che sono pazzo, ma ricordati che a gennaio questa citta si svegliera senza un assessore alla polizia, e questo stesso pomeriggio il sindaco dovrebbe iniziare a cercare un sostituto. Percio voglio che tu glielo dica.

— Non lo faro. Per il tuo bene.

— Non essere ostinato.

— Ostinato? Ostinato? Sto cercando di salvarti la testa!

— Che male ci sarebbe se Quinn cominciasse a cercare in segreto un altro assessore? Se Sudakis non si dimette, Quinn lascera perdere e nessuno ne sapra niente. Non posso permettermi di sbagliare una volta? Puo darsi che abbia ragione Sudakis, ma se anche non fosse cosi, non sarebbe una tragedia, no? E una semplice informazione, forse utile, quella che sto offrendo, qualcosa di molto importante se vera, e…

— Nessuno dice che tu debba essere sempre nel giusto al 100%, e naturalmente non avremmo nessuna difficolta a cercare, con discrezione, in caso di bisogno, un nuovo assessore. Le difficolta semmai riguardano te, e questo sto cercando di evitarti. Senti, Quinn mi ha detto esplicitamente che se ti presenti ancora una volta con una delle tue profezie da magia nera, ti trasferisce al Dipartimento della Sanita o peggio, e lo fara, Lew, lo fara. Puo darsi che tu abbia avuto un colpo di fortuna pazzesco, tirando fuori una notizia sensazionale come questa, ma…

— Non e fortuna, Haig — ribattei tranquillamente.

— Cosa?

— Non uso affatto i metodi stocastici. Non opero per congetture. Io “vedo”; proprio cosi, riesco a vedere nel futuro e a udire conversazioni, leggere titoli di giornali, osservare gli avvenimenti, posso ricavare qualsiasi tipo di dati dal futuro.

Era una bugia senza peso, attribuire a me i poteri di Carvajal. Da un punto di vista operativo, i risultati erano gli stessi e non aveva importanza chi fosse a “vedere”.

— E per questo che non sempre posso fornire dei dati che sostengano i miei appunti — continuai. — Guardo in gennaio, “vedo” Sudakis che da le dimissioni e questo e tutto. Non ne so il perche, non intravedo ancora il quadro generale di causa ed effetto, ma solo il fatto. E una cosa diversa dalle previsioni degli orientamenti e una cosa

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