— Dagli un taglio. Non mi stai dicendo un accidente. Mi stai dando solo del gran fumo. Quinn pensa che Ricciardi stia facendo un lavoro decente, e irritato per i tuoi appunti, e quando ti chiede dei dati di chiarificazione, tu ti stringi nelle spalle e dici che e un’intuizione. E poi…

— Le mie intuizioni hanno sempre…

— Aspetta. Questa faccenda della Louisiana. Cristo, Lew, Thibodaux e l’antitesi di tutto quello che Quinn ha cercato di impersonare. Perche diavolo il sindaco dovrebbe sorbirsi un viaggio fino a Baton Rouge per abbracciare un bigotto preistorico e approvare il progetto per la costruzione di una diga inutile, impopolare ed ecologicamente rischiosa? In questo Quinn ha tutto da perdere e niente di plausibile da guadagnare, a meno che tu non pensi che la cosa lo aiutera ottenere i voti dei contadini del sud nel 2004, e se tu pensi che i voti di quei poveri cristi possano essere di importanza vitale per le nostre possibilita, che il Signore ci aiuti, allora. Dunque?

— Non posso spiegartelo.

— Non puoi spiegarlo? Non puoi spiegarlo? Dai al sindaco un’istruzione specifica come questa o come quella di Ricciardi, qualcosa che ovviamente e il frutto di una complicata elaborazione mentale, e mi vieni a dire che non sai perche? Se non lo sai tu, come facciamo a saperlo noi? Dove va a finire la base razionale delle nostre azioni? Vuoi che il sindaco si metta a vagare come un sonnambulo, un morto resuscitato, facendo tutto quello che tu gli dici e non sapendo perche? Siamo seri, ragazzo! Un’intuizione e un’intuizione, d’accordo, ma noi ti abbiamo ingaggiato per fare delle previsioni razionali e comprensibili, non per fare l’indovino.

Dopo una lunga pausa incerta, dissi con calma: — Haig, ultimamente ho avuto un sacco di problemi personali e non ho quasi piu energie. Adesso non voglio mettermi a discutere con te. Ti chiedo solo di accettare questi appunti e la mia parola che c’e della logica nelle cose che propongo.

— Non posso.

— Ti prego.

— Senti, capisco che il fallimento del tuo matrimonio ti abbia sconvolto, Lew, ma e proprio per questo che sono costretto a respingere i tuoi consigli di oggi. Sono mesi ormai che non fai altro che darci indicazioni poco sensate; a volte le giustifichi in modo logico, a volte non ci riesci; ogni tanto ci dai delle ragioni sfacciatamente assurde, eppure Quinn non ha mai smesso un attimo di fare quello che gli chiedevi, molto spesso anche contro le proprie idee. Devo ammettere che finora tutto si e, sorprendentemente, svolto nel migliore dei modi. Ma adesso… — alzo lo sguardo e i suoi occhi forarono i miei. — Francamente, Lew, cominciamo a nutrire seri dubbi sulla tua stabilita mentale. Non sappiamo se dovremmo ancora fidarci ciecamente dei tuoi suggerimenti come in passato.

— Cristo! Pensi che la rottura con Sundara abbia fatto a pezzi il mio equilibrio mentale?

— Penso che te ne abbia tolto un bel po’ — ribatte Haig, piu gentilmente. — Tu stesso hai detto di non avere piu molte energie. Francamente, Lew, pensiamo che tu sia sotto stress, pensiamo che tu sia affaticato, stanco, okay, che tu abbia preteso troppo da te stesso e che potresti prenderti un periodo di riposo. Noi pensiamo…

— “Noi” chi?

— Quinn, Lombroso e io.

— Cosa ha avuto da dire su di me Lombroso?

— Che ha cercato, senza riuscirci, di farti prendere una vacanza fin dall’agosto scorso.

— Cos’altro?

Mardikian sembro stupito.

— Cosa vuoi dire con cos’altro? Cosa pensi che abbia detto? Cristo, Lew, mi sembri diventato terribilmente paranoico tutto a un tratto. Bob e tuo amico, ricordi? E dalla tua parte. Ti aveva consigliato di andare nel tal posto a caccia e tu non gli hai dato retta. E preoccupato per te. Ma adesso dobbiamo usare il metodo forte. Pensiamo che tu abbia bisogno di riposo, Lew, e vogliamo che tu te lo conceda. City Hall non andra in pezzi se te ne stai lontano per un paio di settimane.

— D’accordo. Prendero una vacanza. Ma prima voglio un favore.

— Avanti.

— Quella faccenda di Thibodaux e quella di Ricciardi. Voglio che tu convinca Quinn a seguire i miei consigli.

— Se mi dai una giustificazione plausibile.

— Non posso, Haig — stavo sudando. — Non posso dirti niente di convincente. Ma e importante che il sindaco segua queste indicazioni.

— Perche?

— Lo e. Molto importante.

— Per te o per Quinn?

Era un colpo basso e colpi nel segno.

“Per me” pensai “per Carvajal, per l’intera impalcatura di fiducia e sicurezza che mi ero costruito.” Era dunque arrivato, alla fine, il momento della verita? Avevo passato a Quinn delle istruzioni che si sarebbe rifiutato di seguire? E poi cosa sarebbe successo? Solo l’idea di cio che sarebbe seguito a quella decisione negativa mi dava le vertigini. Mi sentivo male.

— Importante per tutti. Ti prego. Te lo chiedo come favore. Finora non gli ho mai dato un cattivo consiglio, vero?

— E contrario a questa faccenda. Vuole sapere qualcosa del contesto generale in cui questi suggerimenti rientrano.

Quasi in preda al panico, lo pregai: — Non mi spingere troppo, Haig. Non ce la faccio quasi piu. Ma non sono pazzo. Stanco, forse, si, ma non pazzo, e gli appunti che ti ho dato questa mattina hanno un senso, avranno un senso, tutto sara chiaro fra tre mesi, o cinque o sei. Guardami. Guardami negli occhi. Mi prendero quella vacanza. Mi fa piacere che siate tutti in ansia per me. Ma voglio questo unico favore da te, Haig. Dirai a Quinn di seguire le mie indicazioni? Fallo per me. In nome di tutti gli anni in cui siamo stati insieme. Credimi, questi appunti non vengono dal diavolo.

Mi fermai. Stavo farneticando, lo sapevo, e piu parlavo e meno era probabile che Haig mi prendesse sul serio. Mi considerava gia un lunatico instabile e pericoloso? C’erano gli uomini in camice bianco ad aspettarmi in corridoio? Quante probabilita c’erano, in realta, che qualcuno prendesse sul serio le mie indicazioni di quel giorno? Sentivo i pilastri crollare, il cielo cadere.

Poi, incredibilmente, Mardikian disse, con un caldo sorriso: — E va bene, Lew. E una follia, ma lo faro. Solo per questa volta, pero. Tu, intanto, te ne vai alle Hawaii o in qualche altro posto e te ne stai sdraiato sulla spiaggia per un paio di settimane. Io parlero a Quinn e lo convincero a esonerare Ricciardi e ad andare in Louisiana. Penso che sia un consiglio da pazzi, ma ti terro la parte.

Lascio la scrivania e mi si avvicino, torreggiando su di me, poi di colpo, un po’ goffamente, mi strinse contro di se.

— Mi preoccupi, ragazzo — brontolo.

34

Mi presi una vacanza. Ma non sulle spiagge delle Hawaii troppo affollate, troppo movimentate, troppo lontane, e neppure nella riserva di caccia in Canada, perche in quei posti c’era gia la neve alla fine dell’autunno; andai invece in California, la dorata California di Carlos Socorro, in quel posto fantastico che e Big Sur, dove un altro amico di Lombroso possedeva un cottage isolato in sequoia, su un acro di terreno in cima a una scogliera che dominava l’oceano. Per dieci giorni agitati, vissi in rustica solitudine, con i declivi boscosi delle Santa Lucia Mountains, buie e misteriose e coperte di felci, alle spalle, e la vasta insenatura del Pacifico davanti, centocinquanta metri sotto di me. Era, mi avevano assicurato, il periodo migliore dell’anno a Big Sur, la stagione idilliaca che separa le foschie dell’estate dalle piogge invernali, e lo era veramente, con calde giornate di sole e fresche notti stellate e, ogni sera, un incredibile tramonto color porpora e oro. Passeggiavo nei boschi silenziosi di sequoie, nuotavo nei freschi e rapidi ruscelli di montagna, strisciavo giu per le rocce coperte di cascate di piante grasse dalle foglie lucenti fino alla spiaggia e alle onde turbolente. Osservavo i cormorani e i gabbiani intenti al pasto serale e, un mattino, vidi una buffa lontra di mare che nuotava a pancia all’aria a cinquanta metri dalla riva, mangiando un granchio.

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