e la schizofrenia. Un’altra possibilita e l’autoinganno, come quando si pretende di abbracciare entrambe le alternative ma non e vero. E la terza e la condizione di illuminazione conosciuta nel Passaggio come…

— Per favore, Sundara.

— Pensavo ti interessasse.

— No, penso proprio di no.

Mi studio per un lungo momento. Poi sorrise.

— Questa faccenda del divorzio e in qualche modo collegata con il tuo dono della precognizione, non e vero? In realta tu non vuoi il divorzio adesso, anche se in fondo non andiamo molto d’accordo, eppure pensi di dovere iniziare le pratiche, perche hai intuito che a un certo punto nel prossimo futuro divorzierai, e… non ho forse ragione, Lew? Avanti: dimmi la verita. Prometto che non mi arrabbio.

— Non sei molto lontana dalla verita.

— Lo pensavo. Bene, e adesso cosa facciamo?

— Cerchiamo di stabilire i termini della separazione — ripetei rabbiosamente. — Consulta un avvocato, Sundara.

— E se non lo faccio?

— Vuoi dire che ti opponi?

— Non l’ho mai detto. Semplicemente non mi va di trattare attraverso un avvocato. Sbrighiamocela tra noi, Lew. Da persone civili.

— Devo consultare Komurjian su questo. Questo modo puo essere civile, ma non furbo.

— Pensi che voglia ingannarti?

— Non penso piu niente.

Mi si avvicino. I suoi occhi brillavano; il suo corpo emanava una palpitante sensualita. Davanti a lei ero inerme.

Avrebbe potuto chiedermi tutto. Mi bacio sulla punta del naso e disse con voce roca e melodrammatica: — Se vuoi il divorzio, caro, puoi averlo. Qualunque cosa tu voglia, io non mi opporro. Voglio che tu sia felice. Ti amo, lo sai.

Sorrise malignamente. Oh, quella malizia cosi Transit!

— Qualunque cosa tu voglia — ripete.

33

Affittai un appartamento a Manhattan, tre camere ammobiliate in un vecchio, ma elegante grattacielo nella 63a Est vicino alla Seconda Avenue, che era un vecchio, gia elegante quartiere non del tutto decaduto. La nobile origine dell’edificio era visibile da una serie di dispositivi di sicurezza che risalivano agli anni tra il 1960 e il 1990. Andavano da serrature collegate con il posto di polizia piu vicino a occhi magici nascosti fino a moderne cellule fotoelettriche e schermi di velocita. I mobili erano semplici e senza uno stile preciso, in ottimo stato e funzionali, divani, sedie, tavoli, letto e scaffali cosi anonimi da sembrare invisibili. Anch’io mi sentii invisibile, dopo che ebbi completato il trasloco e gli operai e l’amministratore se ne furono andati lasciandomi solo nel mio nuovo soggiorno come un ambasciatore arrivato dal nulla per insediarsi nel limbo. Che cos’era questo posto e come era accaduto che io fossi li? Di chi erano queste sedie? Di chi le impronte sulle nude pareti azzurre?

Sundara mi aveva lasciato prendere qualche quadro e alcune sculture che disposi qua e la; mentre prima si integravano splendidamente con le armoniche strutture del nostro appartamento di Staten Island, qui sembravano goffi e innaturali, come dei pinguini in una radura africana. Non c’erano riflettori qui, niente abili disposizioni di solenoidi e reostati, niente basamenti moquettati; solo soffitti bassi, pareti sporche, finestre senza azzurranti. Tuttavia non provai autocompatimento, ma solamente confusione, un senso di vuoto e di spaesamento. Passai il primo giorno a disfare pacchi, a organizzare, a mettere a posto i miei “lares” e “penates”, lavorando lentamente e concludendo poco, fermandomi spesso per pensare a niente in particolare.

Dormii solo e, con sorpresa, dormii molto bene. Il mattino successivo telefonai a Carvajal e gli spiegai cosa era successo.

Fece un brontolio di assenso e mi chiese: — Avete una vista della Seconda Avenue dalla finestra della camera da letto?

— Si. E il soggiorno da sulla 63a Strada. Perche?

— Pareti azzurre?

— Si.

— Un divano scuro?

— Perche lo volete sapere?

— E solo un controllo. Per essere sicuro che abbiate trovato il posto giusto.

— Volete dire che ho trovato quello che avete “visto”?

— Esatto.

— Avevate forse qualche dubbio? Non credete piu a cio che “vedete”?

— Niente affatto. E voi?

— Vi credo, vi credo. Di che colore e il lavabo del bagno?

— Non so. Non ci ho mai badato. Ma il frigorifero e marrone chiaro.

— Esatto. Sono impressionato.

— Lo spero. Siete pronto a prendere degli appunti?

Trovai un notes.

— Dite pure.

— Martedi, 21 ottobre. Quinn, la settimana prossima, andra in Louisiana dove si incontrera con il governatore Thibodaux. Dopo, Quinn fa una dichiarazione ufficiale con cui esprime al governatore la sua solidarieta per il Progetto Plaquemines. Quando torna a New York esonera l’assessore all’Urbanistica Ricciardi e nomina al suo posto Charles Lewisohn. E poi…

Presi nota di tutto, scuotendo la testa come al solito; sentivo gia Quinn brontolare: “Cosa diavolo rappresenta Thibodaux per me? Perche dovrei interessarmi della Diga Plaquemines? Senza contare che ho sempre pensato che le dighe fossero dei residui antidiluviani. E Ricciardi ha sempre fatto un lavoro abbastanza pulito, considerando la sua intelligenza limitata; gli italiani non si offenderanno se gli rifilo un calcio nel sedere di questo genere?”. Eccetera, eccetera. In questi ultimi tempi, mi era capitato sempre piu frequentemente di portare a Quinn degli appunti bizzarri, inspiegabili e assurdi, perche adesso le notizie di Carvajal uscivano dal futuro immediato e si trattava di indicazioni su come Quinn avrebbe dovuto manovrare e manipolare; Quinn seguiva tutti i miei suggerimenti, ma a volte era difficile convincerlo a fare cio che gli chiedevo. Uno di questi giorni avrebbe bocciato decisamente una mia idea e non avrebbe voluto sentire ragione; allora cosa sarebbe successo all’inalterabile futuro di Carvajal?

Il giorno seguente arrivai a City Hall alla solita ora e alle nove e mezzo avevo il solito elenco di appunti pronto per essere mandato al sindaco. Lo inoltrai. Poco dopo le dieci, il mio citofono ronzo e una voce mi avverti che il vicesindaco Mardikian desiderava vedermi.

Guai in vista. Lo capii di intuito mentre scendevo nell’ingresso e lo lessi sul viso di Mardikian quando entrai nel suo ufficio. Sembrava a disagio, nervoso, sfasato, teso. I suoi occhi brillavano troppo e si masticava l’angolo di un labbro. I fogli con i miei nuovi appunti erano sparpagliati sulla scrivania.

Mi parlo, quasi senza guardarmi: — Lew, che cosa diavolo e questa porcheria di Ricciardi?

— E consigliabile rimuoverlo dal suo lavoro attuale.

— Lo so che e consigliabile. Ce l’hai appena consigliato. Ma perche?

— Lo impongono delle condizioni che si riveleranno alla distanza — dissi, tentando di bluffare. — Ora come ora non posso darti ragioni concrete e convincenti, ma la mia sensazione e che non e saggio mantenere in quel posto una persona che si identifica cosi strettamente con la comunita italo-americana. Lewisohn e un personaggio neutrale, non abrasivo, che ci fara comodo in quel posto il prossimo anno quando ci sara l’elezione per la carica di sindaco, e…

— Piantala, Lew.

— Cosa?

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