come formiche sulle divisioni interne (queste, pero, risultano quasi invisibili); si prova l’impressione che una brusca ondata dalla Baia di Hudson potrebbe sfasciare la torre in un attimo. Solo quando ci si avvicina, quando si scopre come quei pavimenti invisibili siano piu alti di un uomo, quando si nota quanto sia massiccia, in realta, la superficie esterna della torre, quando la mente corre al peso inimmaginabile esercitato dal colosso sul terreno ghiacciato, solo allora si cessa di pensare al tremolio dei raggi solari e si comprende che Simeon Krug sta erigendo la piu immane struttura mai costruita dall’uomo.

9

Krug lo comprendeva, anche se quella considerazione non gli dava nessun particolare senso di trionfo. La torre era destinata a essere cosi grande non perche lo richiedesse il suo orgoglio, ma perche lo richiedevano le equazioni generatrici del fascio tachionico. Per spingersi al di la della barriera della luce occorreva potenza; per avere grandi potenze occorrevano grandi dimensioni.

— Vedete — disse Krug — non mi interessano i monumenti. Monumenti ne ho. Mi interessa il contatto.

Quel pomeriggio si era portato alla torre otto persone: Vargas, Spaulding, Manuel e cinque degli amici perdigiorno di Manuel. Gli amici di Manuel, pensando di fargli cosa grata, continuavano a ripetere che la torre, nelle ere future, sarebbe stata venerata per la sua grandiosita. Quel tipo di complimenti dava fastidio a Krug.

Nulla da eccepire quando Niccolo Vargas affermava che la torre era la prima cattedrale dell’Era galattica. Quelle parole avevano un significato simbolico; era un modo di dire che la torre era importante perche segnava l’inizio di una nuova fase nell’esistenza dell’uomo. Ma lodare la torre solo perche era grande? Che razza di complimento era? Chi se ne frega di una cosa grande? La gente piccina vuole tutto grande.

Ma gli riusciva difficile trovare le parole esatte per spiegare la torre.

— Manuel, diglielo tu — disse. — Spiegaglielo. La torre, si, non e solo un grosso mucchio di vetro. Che sia grossa non ha importanza. Tu capisci i motivi. Tu hai le parole.

Manuel disse: — Il principale problema della costruzione consiste nell’inviare un messaggio che viaggi a velocita superiore a quella della luce. Siamo costretti a farlo perche il professor Vargas ha scoperto che la civilta galattica con cui intendiamo comunicare e distante… quanto?… trecento anni luce; vale a dire che, se inviassimo un normale messaggio radio, esso li raggiungerebbe nel ventiseiesimo secolo, e non riceveremmo la risposta fino al 2850 o giu di li: mio padre non puo aspettare tutto quel tempo per sapere cosa vogliono dirci. Mio padre e impaziente.

Dunque, per avere qualcosa che viaggi piu veloce della luce, dobbiamo ricorrere a certe particelle chiamate tachioni; sui tachioni posso dirvi poco: viaggiano molto svelti e ci vuole una spinta del diavolo per dargli la velocita giusta; per questo occorre costruire una torre di trasmissione che solo per inciso viene alta 1500 metri, perche…

Krug scoteva la testa con ira mentre il figlio continuava a recitare la lezione. Nella voce di Manuel c’era un tono di leggerezza, di canzonatura, che gli dava fastidio. Ma perche quel ragazzo non riusciva mai a prendere nulla sul serio? Perche non si lasciava affascinare dalla romantica meraviglia della torre, di tutto il progetto? Perche quella derisione nella voce? Perche non andava al cuore dell’impresa, al suo vero significato?

Quel significato, per Krug, era spaventosamente chiaro. Se solo fosse riuscito a portare le parole dal cervello alla bocca…

Perche sai, voleva dirgli, un miliardo d’anni fa non c’era l’uomo, di nessun tipo. C’era solo un pesce. Un affare viscido e scaglioso, con le branchie e gli occhietti rotondi. Viveva nell’oceano, e l’oceano era come una prigione, e l’aria, su in alto, era il tetto. Quel tetto non si passa, dicevano tutti, se lo passi muori. E c’era quel certo pesce: lo passo e mori. E quell’altro pesce: anche lui lo passo, e mori. Ma quell’altro pesce ancora, quando lo passo, gli bruciava il cervello, gli ardevano le branchie, e l’aria Io annegava, e il sole era una fiammata che gli incendiava gli occhi, e lui rimase sul fango ad aspettare la morte, e non mori. Striscio indietro fino all’acqua, rientro dentro e disse a tutti: Ehi, lassu c’e tutto un mondo nuovo diverso dal nostro! E ritorno su, e ci rimase un paio di giorni e poi mori. E gli altri pesci cominciarono a parlare di quel mondo nuovo diverso. E strisciarono su, raggiunsero il fango della riva. E ci rimasero. E impararono ad alzarsi sulle zampe, a vivere con negli occhi il barbaglio del sole. E diventarono lucertole, e dinosauri e tutto il resto, e andarono in lungo e in largo per milioni di anni, e si rizzarono sulle gambe di dietro, e usarono quelle davanti per prendere in mano le cose, e diventarono scimmie, e le scimmie si fecero piu furbe e diventarono uomini. E sempre, per tutti quei milioni di anni, qualcuno di loro continuava a cercare nuovi mondi. Tu gli dici: Dai, torniamocene nell’oceano, riprendiamo a fare i pesci perche e piu comodo. E puo darsi che gli altri, meta degli altri o forse piu, sarebbero disposti a farlo, ma trovi sempre qualcuno che ti rimbecca: Non dire fesserie. Non possiamo piu tornare a fare i pesci: adesso siamo uomini. E indietro non si torna mai. Si continua ad arrampicarsi, a salire. Si scopre il fuoco, e l’ascia, e la ruota, e si fanno i carri e le case e i vestiti, e poi le barche, le automobili, i treni. E perche si arrampicano? Cosa cercano? Non lo sanno neppure loro. Alcuni di loro cercano Dio, e alcuni cercano il potere, e alcuni cercano e basta. Dicono: Devi continuare ad andare avanti, altrimenti muori. E allora li vedi che camminano sulla luna, e vanno sui pianeti, e sempre ci sono degli altri che dicono: Si stava bene nell’oceano, era cosi facile nell’oceano; cosa facciamo qui, perche non torniamo indietro? E allora qualcuno deve rimbeccarli: No, indietro non si va; si va solo avanti, perche e cosi che fanno gli uomini. E gli uomini si stabiliscono su Marte e Ganimede e Titano e Callisto e Plutone e tutto il resto, ma la cosa che cercano, qualunque cosa sia, non la trovano li, e allora vogliono nuovi mondi, e vanno anche sulle stelle, almeno quelle piu vicine; mandano le sonde, e sono sonde che gridano forte: Ehi, guardami, e stato l’uomo a farmi, e stato l’uomo a mandarmi! E nessuno risponde. E la gente, la gente che non sarebbe mai voluta uscire dall’oceano, dice: Va bene, va bene, adesso basta, fermiamoci qui; ormai non ha piu senso cercare. Sappiamo cosa siamo. Siamo uomini, siamo grandi, siamo importanti, siamo tutto, ed e ora di finirla di spingerci avanti, perche non c’e nessun bisogno di spingere. Sediamoci a guardare il tramonto, e facciamoci servire il pranzo dagli androidi. E cosi ci sediamo, magari ci arrugginiamo anche un po’. E allora arriva una voce dal cielo, e dice: 2-4-1, 2-5-1, 3-1. Chissa chi e? Puo darsi che sia Dio, che ci dice di salire a cercarLo. Puo darsi che sia il diavolo, che ci dice che pidocchi che siamo. Chissa. Possiamo far finta di non avere sentito. Possiamo sederci al tramonto e farci una risata. Oppure possiamo rispondere. Possiamo dire: Ascolta, siamo noi, qui e l’uomo che parla, abbiamo fatto questo e questo, e adesso spiegaci chi sei tu e che cosa hai fatto. E io credo che sia nostro dovere rispondere. Quando sei in una prigione, devi cercare di uscire. Se vedi una porta, devi aprirla. Se senti una voce devi rispondere. Ecco com’e fatto l’uomo. Ed ecco perche io costruisco la torre. Dobbiamo rispondere. Dobbiamo dire che siamo qui. Dobbiamo cercare di raggiungerli, perche siamo rimasti soli per troppo tempo, e la solitudine ci ha messo in testa un mucchio d’idee sballate sul nostro posto, sul nostro scopo. Dobbiamo continuare a muoverci, uscire dall’oceano, arrampicarci sulla riva, e sempre piu avanti, perche quando finiremo di muoverci, quando volteremo la schiena a qualcosa che ci sta davanti, sara allora che cominceranno a spuntarci di nuovo le branchie. La capisci, adesso, la ragione della torre? Credi che sia perche Krug vuole alzare una cosa enorme per far vedere a tutti quant’e grande? Krug non e affatto grande: e solo ricco. L’Uomo e grande. L’Uomo costruisce questa torre. L’Uomo dira ciao a NGC 7293!

Quelle parole c’erano, dentro Krug: c’erano sempre state. Ma gli era cosi difficile tirarle fuori…

Intanto, Vargas diceva: — Forse potrei chiarire meglio le cose. Alcuni secoli fa si dimostro matematicamente che, quando la velocita di una particella materiale si avvicina a quella della luce, la massa di quella particella si avvicina all’infinito. Dunque: la velocita della luce e la velocita limite per la materia, perche si presume che se potessimo accelerare un singolo elettrone fino alla velocita della luce, la sua massa si espanderebbe fino a occupare tutto l’universo. Nulla viaggia alla velocita della luce, salvo la luce stessa e le altre radiazioni. Le nostre sonde stellari si sono sempre mosse a velocita minori di quella della luce, perche noi non possiamo portarle al di la della velocita limite. Per quanto posso prevedere io, sara sempre cosi, e non ci metteremo mai meno di cinque anni per raggiungere una stella. Ma la velocita della luce e un limite solo per le particelle dotate di massa reale. Abbiamo la prova matematica dell’esistenza di una classe di particelle completamente diversa, particelle di massa immaginaria, capaci di viaggiare a velocita quasi infinite: vale a dire i tachioni, entita per le quali la velocita della luce e il limite assoluto di velocita minima. Se potessimo trasformarci in fasci di tachioni, e poi riassumere la nostra forma reale una volta giunti a destinazione (un trasmat interstellare, per darvi l’idea), avremmo il vero viaggio piu veloce della luce. Beninteso, questa e solo un’ipotesi, non una

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