«No. Ma qualche volta avevo collaborato con lei a dei servizi. Era in gamba. Si dava da fare.»

«Ora ha chiuso, purtroppo.» Karim la fissava, serio in volto. «Sei sicura di sentirti bene?»

Andie si scanso i capelli dal viso. «Si, grazie, tutto a posto. Un poco scossa, nient’altro.» Gli strinse una mano. «Devo andare.»

«Bene. Ci vediamo.» Rimase a osservarla allontanarsi per il corridoio.

Era in anticipo. In ufficio ancora nessuno. Andie si lascio andare nella sua poltroncina. Quell’ultimo incontro con Jackie Renstrow le incombeva vivido in mente. Dio, quant’era stata fastidiosa. Un’ottima giornalista, pero. Nonostante la sua irritante ostinazione, Andie aveva provato per lei stima e rispetto.

Una ragazza dal volto sottile, capelli neri, in completo azzurro scuro, fece capolino dalla porta. «Signorina Greenberg? C’e il senatore Jeffers?»

«Non ancora. Desidera?»

La giovane si fece avanti esitante, stringendo in mano un videotaccuino. «Sono Nora Rodgers. Ufficio Generale Contabilita, sezione R. Dalla morte della senatrice Jacobsen siamo noi a occuparci delle verifiche contabili sul vostro ufficio.»

«E allora?»

«Ecco, avrei alcune domande da rivolgere al senatore Jeffers. Le sue eccedenze di bilancio nel corrente trimestre sono alte. Molto alte.»

«Potrei dare un’occhiata?»

«Veramente non sarebbe consentito.»

«Sono certa che al senatore Jeffers non rincrescerebbe.» Sorridendo, Andie allungo una mano per farsi consegnare il miniterminale. Sorriso che svani con estrema rapidita non appena i suoi occhi si posarono sulle risultanze della revisione.

Le cifre erano astronomiche. Quasi quadruplicate rispetto a quanto aveva speso la Jacobsen nel medesimo periodo dell’anno precedente.

«Impossibile», mormoro Andie. «Negli ultimi tempi non ho seguito personalmente la situazione contabile, lui pero mi aveva assicurato che era tutto in ordine. Eravamo andati un po’ fuori, lo so, ma questo non e concepibile. Dovete aver commesso un errore di calcolo.»

«Ho ricontrollato tre volte.»

«Be’, ricontrolli di nuovo, prima di far perdere tempo al senatore Jeffers», esclamo in tono acceso, e riconsegno bruscamente il miniterm.

«Vedro di mettermi in contatto col senatore piu tardi», sospiro Nora Rodgers, e batte in ritirata, eclissandosi oltre la porta.

Andie la guardo andar via con un senso di sollievo. Quelle cifre dovevano essere sbagliate. Per forza.

La mattinata incominciava proprio male, penso. Prima la Renstrow. E adesso questo.

Finalmente arrivo Jeffers, pimpante come al solito.

«Stephen, ti debbo parlare.»

Lui mimo un’elaborata, beffarda riverenza. «Qui da te o la da me?»

Mosse senza esitare verso il suo studio, con Jeffers alle calcagna.

«Allora, che c’e?»

«Jackie Renstrow e morta.»

«Quella cronista del Post?» Jeffers deposito la videovaligetta sulla scrivania e si mise a sedere. «Dio mio, e quando?»

«Non lo so. Hanno ritrovato il suo corpo nel Potomac.»

Per qualche istante Jeffers tenne gli occhi fissi al pavimento, la bocca atteggiata a una piega severa. Infine risollevo lo sguardo verso Andie.

«Trasmettiamo un messaggio di condoglianze alla famiglia.»

«Va bene.»

«C’e altro?»

Stavolta tocco ad Andie chinare gli occhi a terra.

«Si. E stata qui una ragazza, un revisore dell’Ufficio Generale Contabilita…»

«L’Ufficio Generale Contabilita?»

Lo fronteggio apertamente, le mani puntate su fianchi. «Stephen, le cifre del primo trimestre sono raccapriccianti. Non possiamo assolutamente spendere tutti quei soldi. Secondo i loro calcoli, abbiamo gia fatto fuori due terzi del nostro bilancio per l’intero anno fiscale.»

Il volto di Jeffers si contorse in un’espressione di collera.

«Ma e ridicolo!» esclamo seccamente. «Hanno sbagliato!»

«Mi pareva che tu mi avessi detto di aver controllato la situazione contabile…»

«Sicuro. E siamo in regola.»

«Forse faresti meglio a chiamare i revisori…»

«E tu faresti molto meglio a smetterla immediatamente con questo piagnisteo!» ribatte Jeffers in tono duro. «Te l’ho gia detto e ripetuto, che la contabilita non e piu affar tuo.»

«Ma…»

«Non c’e ma che tenga.»

Si alzo di scatto in piedi, gesticolando verso la porta.

«E ti invito fermamente a occuparti, una buona volta, dei compiti che ti sono stati affidati!» Il tono non ammetteva repliche, e il gesto di congedo era fin troppo esplicito.

«Benissimo. Non so dirti quanto mi rincresce di essermi presa a cuore le sorti dell’ufficio.» Furibonda e amareggiata, gli volse le spalle e si diresse all’uscita.

«Andie?»

Il tono di lui s’era fatto all’improvviso assai piu calmo, quasi carezzevole. Andie si fermo, girandosi a guardarlo.

«Che c’e?»

«Ti chiedo scusa», le disse, sorridendo affettuosamente. «Stai facendo un lavoro magnifico. Non sovraccaricarti con inutili preoccupazioni. Ai rompiscatole della ragioneria ci penso io.»

Anche la collera di Andie si ando rapidamente stemperando. Benissimo, penso, lasciamo che la gatta del bilancio se la peli da se, visto che pare tanto sicuro del fatto suo.

«Scuse accettate.»

Jeffers tiro un sospiro di sollievo.

«Credo proprio che abbiamo tutti e due urgente bisogno di quella vacanza.»

Andie sorrise. «Evviva la sincerita.»

«Ti spiacerebbe, uscendo, mandarmi dentro Ben?»

«Sicuro. Se c’e.»

«Andie?»

Si arresto sulla soglia. «Si?»

«Fra due settimane a Thera… alla faccia dei ragionieri!» promise, facendole l’occhiolino.

20

Il gelido vento decembrino sputacchiava raffiche di neve contro le pareti celesti del bungalow, faceva tremare le finestre. Dentro, gli erubescenti cristalli varioconduttivi dei termodiffusori lavoravano a pieno regime, riempiendo l’ambiente di un’ingannevole estate.

Il canto della comunanza sgorgava possente dai fonodinamici a parete, fluida architettura di toni profondi che permeava la sala del suo potere rasserenante. Comodamente seduto al suo posto, Michael si cullava appagato nei piacevoli postumi della condivisione. Vedeva Jena, dalla parte opposta del grande tavolo, fissarlo scura in volto, ma neppure lei era in grado di strapparlo alla tranquillita di quei momenti. Le sorrise, e distolse lo sguardo.

Rieletto senza difficolta Custode del Libro, Halden presiedeva di nuovo l’assemblea. Con voce intensa, sonora, chiese l’attenzione dei presenti.

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