La voce si perse incoerente in un labirinto di forme verbali, mentre Duefiori correva per i tunnel deserti, seguito a ruota dal drago. Ma presto si appoggio, senza piu fiato, a un pilastro. Gli sembrava che fossero passati secoli da quando aveva mangiato l’ultima volta.

— Perche non voli? — gli disse Ninereeds dentro la testa. Il drago spiego le ali, le agito per saggiarne la capacita e si sollevo dal suolo. Duefiori lo guardo per un momento, poi corse ad arrampicarsi sul collo della bestia. Ben presto volavano a qualche centimetro da terra, lasciandosi dietro una scia di polvere volteggiante.

Duefiori si teneva aggrappato come meglio poteva a Ninereeds mentre la bestia superava un seguito di caverne e si librava lungo una scala a chiocciola che avrebbe potuto facilmente ospitare un esercito in ritirata. Arrivati in cima, emersero nella zona piu abitata, gli specchi all’angolo dei corridoi erano tersi e riflettevano una luce pallida.

— Sento l’odore di altri draghi.

Il battito delle ali divenne frenetico e Duefiori fu sbalzato all’indietro quando il dragone viro e sfreccio giu per un corridoio laterale come un rondone impazzito. Con un’altra svolta ad angolo acuto sboccarono dal tunnel nella parete laterale di una vasta caverna. Molto piu in basso si scorgevano delle rocce e dall’alto piovevano raggi di luce da grandi buchi vicini al tetto. A mano a mano che Ninereeds s’innalzava, battendo l’aria con le sue grandi ali, sul soffitto si notava anche una grande operosita. Duefiori scorgeva le sagome di bestie appollaiate e di uomini simili a minuscoli puntini che in qualche modo camminavano a testa all’ingiu.

— Questa e una uccelliera — disse il drago in tono soddisfatto.

In quel momento, sotto gli occhi di Duefiori, una delle sagome si stacco dal tetto e a poco a poco divento piu grande…

Scuotivento fissava il pallido viso di Lio!rt allontanarsi. 'E buffo' penso 'perche sto salendo’?

Poi comincio a precipitare nell’aria e si rese conto della situazione: stava piombando giu verso le rocce macchiate di guano.

Al pensiero, la testa gli girava. Le parole dell’Incantesimo scelsero proprio quel momento per emergere dai recessi della sua mente, come sempre in tempi di crisi. 'Perche non pronunciarci' sembravano incalzarlo. 'Cos’hai da perdere?'

Scuotivento agito una mano nella corrente d’aria sempre piu intensa.

— Ashonai — grido. La parola si formo davanti a lui in una fredda fiamma azzurra fluttuante nel vento.

Lui agito l’altra mano, ebbro di terrore e di magia.

— Ebiris — intono. Il suono si concretizzo in una parola arancione che rimase sospesa ondeggiando accanto alla sua compagna.

— Urshoring, Kvanti, Pythan, N’Gurad, Feringomalee. — Le parole sfavillavano intorno a lui nei colori dell’arcobaleno. Il mago getto indietro le mani e si preparo a pronunciare l’ottava e ultima parola, che sarebbe apparsa in corrusco ottarino e avrebbe sigillato l’incantesimo. Le rocce sottostanti erano dimenticate.

— … — comincio.

Gli manco il respiro e l’incantesimo si disperse e si spense. Un paio di braccia gli serrarono la vita e il mondo intero sembro sussultare, quando il drago si sollevo dalla sua lunga picchiata, con gli artigli che grattarono solo per un attimo la roccia piu alta sul rumoroso pavimento del Wyrmberg.

Due fiori rise trionfante. — L’ho preso!

Giunto in cima, il drago descrisse una curva leggiadra e con un pigro battito d’ali volo fuori da una delle aperture della caverna nell’aria del mattino

A mezzogiorno i draghi e i loro cavalieri formavano un largo circolo sulla vasta spianata verde del rigoglioso altopiano in cima al Wyrmberg, la montagna dall’equilibrio impossibile. Oltre a loro, c’era posto anche per numerosi servitori, schiavi e altri che s’industriavano a vivere li sul tetto del mondo. E tutti osservavano le figure raggruppate nel centro dell’arena erbosa.

Il gruppo conteneva diversi signori dei draghi e fra loro Lio!rt e suo fratello Liartes. Il primo stava ancora massaggiandosi le gambe, con una smorfia di dolore. Liessa e Hrun. insieme ad alcuni seguaci della donna, si tenevano leggermente in disparte. Tra le due fazioni stava colui che deteneva la carica ereditaria di Custode della Tradizione del Wyrmberg.

— Come sapete — comincio in tono incerto — il non del tutto defunto Signore del Wyrmberg, Greicha Primo, ha decretato che non ci sara successione finche uno dei suoi figli non stima che lui o lei, secondo il caso, e abbastanza potente da sfidare e sconfiggere gli altri in combattimento mortale.

— Si, si, lo sappiamo. Va avanti — disse una voce sottile e petulante che si fece udire nell’aria accanto a lui.

Il Custode della Tradizione degluti. Non si era mai rassegnato all’incapacita del suo ex padrone di spirare completamente. 'E morto o no quello stupido vecchio?' si chiese.

— Non e certo — prosegui con voce tremula — se e possibile lanciare una sfida per procura…

— Lo e, lo e — affermo aspra la voce disincarnata di Greicha. — Dimostra intelligenza. Non ci mettere tutto il giorno.

— Io vi sfido — esclamo Hrun con uno sguardo torvo ai fratelli — tutti e due allo stesso tempo.

Lio!rt e Liartes si scambiarono un’occhiata.

— Ti batterai contro noi due insieme? — chiese Liartes, un uomo alto e robusto con lunghi capelli neri.

— Gia.

— In questo modo le probabilita sono impari, no?

— Gia. Io solo conto come voi due.

Lio!rt gli diede un’occhiataccia. — Tu, barbaro arrogante…

— Basta cosi! — ringhio Hrun. — Io…

Il Custode della Tradizione lo freno con un gesto della mano dalle grosse vene azzurre. — E proibito battersi sul Terreno Mortifero — disse e si fermo a riflettere sul senso delle sue parole. Alla fine si arrese. — Comunque, sapete cio che intendo — aggiunse: — La scelta delle armi spetta ai miei signori Lio!rt e Liartes, che sono stati sfidati.

— Draghi — dissero insieme i due. Liessa sbuffo sprezzante.

— I draghi si possono usare come mezzo di offesa e dunque essi sono delle armi — dichiaro Lio!rt. — Se non siete d’accordo, possiamo batterci in groppa a loro.

— Gia — disse suo fratello, con un cenno della testa rivolto a Hrun.

Il Custode della Tradizione si senti toccare il petto da un dito spettrale.

— Non startene li a bocca aperta — disse con la voce d’oltretomba di Greicha. — Sbrigati, vuoi?

Hrun indietreggio e scosse la testa. — Oh, no. Una volta mi e bastata. Preferirei morire che combattere su una di quelle cose.

— Muori, allora — disse il Custode, nel tono piu gentile che gli fu possibile.

Lio!rt e Liartes gia si avviavano verso i loro servitori che li attendevano con le cavalcature. Hrun si volto a guardare Liessa. Lei alzo le spalle.

— Non posso nemmeno avere una spada? — la supplico lui. — Nemmeno un coltello?

— No — rispose la donna. — Non mi aspettavo questo. — Sembro d’un tratto farsi piu piccola, senza piu il suo atteggiamento insolente. — Mi dispiace.

— Ti dispiace?

— Si. Mi dispiace.

— Gia. Mi pareva che avessi detto che ti dispiace.

— Non mi guardare a quel modo! Posso immaginare per te il miglior drago da cavalcare…

— No!

Il Custode della Tradizione si asciugo il naso su un fazzoletto, tenne sollevato per un momento il quadratino di seta, poi lo lascio cadere.

Hrun si volto di scatto nell’udire un rombo di ali. Il drago di Lio!rt si era gia alzato in aria e volteggiava verso di loro. Si abbasso sul campo e sputo una lingua di fuoco che traccio una striscia nera e bruciacchiata nell’erba in direzione di Hrun.

Lui spinse via Liessa all’ultimo minuto e si tuffo per cercare scampo, con un dolore acuto dove la fiamma gli aveva sfiorato il braccio. Rotolo a terra e si rimise in piedi, volgendo gli occhi frenetico in cerca dell’altro drago.

Questi arrivo da un lato e lui fu costretto a fare un salto in aria per sfuggire alla fiammata. Mentre passava, la coda del drago diede una sferzata e lo colse sulla fronte. Hrun si drizzo e scosse la testa per mandare via le stelle che gli danzavano davanti agli occhi. La bruciatura sulla schiena gli faceva un male atroce.

Lio!rt si preparo a lanciare un secondo attacco, ma piu lentamente questa volta, data l’inaspettata agilita dell’omone. Il terreno era vicino ormai e scorse il barbaro immobile, col respiro affannoso e le braccia tremanti lungo i fianchi. Un facile bersaglio.

Mentre il suo drago si allontanava, Lio!rt giro la testa. Si aspettava di vedere una torcia umana.

Non c’era nulla. Lio!rt si rigiro, perplesso.

Si trovo davanti Hrun che si issava aggrappandosi con una mano alla spalla squamosa del drago mentre con l’altra cercava di spegnere il fuoco che gli bruciava i capelli. La mano del cavaliere corse al suo pugnale. Ma il dolore aveva reso piu acuti i riflessi sempre eccellenti di Hrun. Un colpo si abbatte come un maglio sul polso di Lio!rt e fece schizzare via il pugnale, e un altro prese l’uomo in pieno sul mento.

Gravato dal peso dei due uomini, il drago si era sollevato solo di pochi metri da terra. Fu una fortuna perche, nel momento stesso in cui Lio!rt perdeva conoscenza, la vita del drago si spegneva.

Liessa si avvicino di corsa per aiutare Hrun a rimettersi in piedi.

— Che e accaduto? Che e accaduto? — chiese lui con voce spessa, sbattendo le palpebre.

— E stato fantastico! — esclamo lei. — Il tuo volteggio a mezz’aria e tutto!

— Gia, ma che e accaduto’?

— E piuttosto difficile da spiegare…

Hrun guardo il cielo. Liartes, di gran lunga il piu prudente dei due fratelli, volteggiava in alto sulle loro teste.

— Be’, hai circa dieci secondi per provarci — le disse.

— I draghi…

— Si?

— Sono immaginari.

— Vuoi dire, come tutte queste immaginarie bruciature sul mio braccio?

— Si. No! — Scosse violentemente la testa. — Dovro spiegartelo piu tardi.

Вы читаете Il colore della magia
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату