conversazione nell’aeroporto cosi naturalmente che avevano deciso di sedere vicino nell’aeroplano, e lui aveva promesso di fare da cicerone a Jack Duefiori quando fossero tornati negli Stati Uniti. Si, era proprio cosi. E poi Jack si era sentito male e lui si era messo paura ed era arrivato li e aveva sorpreso il dirottatore. Naturalmente. Che diavolo mai era 'Hublandico'?

Il dottore Rjinswand si stropiccio la fronte. Bere qualcosa gli avrebbe fatto bene.

Nel mare della causalita si allargarono le increspature del paradosso.

Forse il punto piu importante che chiunque al di fuori della globalita del multiverso doveva tenere a mente, era il seguente: sebbene il mago e il turista fossero apparsi soltanto di recente in un aereo in volo, nello stesso preciso momento essi avevano viaggiato su quell’apparecchio ne! corso normale delle cose. E cioe: mentre era vero che essi erano appena apparsi in quel particolare insieme di dimensioni, era anche vero che ci erano vissuti da sempre. E a questo punto che il linguaggio normale si arrende, e va a bersi qualcosa.

Il punto e che si erano appena materializzati diversi quintilioni di atomi (tuttavia, cosi non era. Vedi piu sotto) in un universo dove non avrebbero dovuto trovarsi. Normalmente ne risulta una grossa esplosione ma, dato che gli universi sono molto elastici, quel particolare universo si era salvato srotolando istantaneamente la sua sequenza spazio-tempo fin quando gli atomi eccedenti potevano essere sistemati senza pericolo, riavvolgendola poi rapidamente fino a quel cerchio luminoso che, per mancanza di un termine migliore, i suoi abitanti erano soliti chiamare il Presente. Cio naturalmente aveva cambiato la storia: c’erano stati qualche guerra di meno, qualche dinosauro in piu e cosi via… Ma, nell’insieme, l’episodio era trascorso molto tranquillamente.

Fuori di quel particolare universo, tuttavia, le ripercussioni dell’improvvisa reazione ritardata rimbalzarono avanti e indietro sulla superficie della Somma delle Cose, piegando intere dimensioni e affondando galassie senza lasciare traccia.

Tutto questo, comunque, era totalmente estraneo al Dottor Rjinswand, trentatre anni, scapolo, nato in Svezia, cresciuto nel New Jersey, specialista dei fenomeni di ossidazione da scollamento di certi reattori nucleari. In ogni modo, probabilmente lui non ne avrebbe creduto una parola.

Duefiori era ancora senza conoscenza. La hostess, che aveva accompagnato Rjinswand al suo posto tra gli applausi degli altri passeggeri, era china ansiosamente su di lui.

— Abbiamo comunicato via radio — informo Rjinswand. — Un’ambulanza ri aspettera all’atterraggio. Sulla lista dei passeggeri figurate come un dottore…

— Non so cosa abbia — si affretto a rispondere Rjinswand. — Certo, sarebbe diverso se lui fosse un reattore Magnox. Si tratta di uno shock?

— Io non ho mai…

La sua frase termino in un tremendo fragore proveniente dal fondo dell’aereo. Alcuni passeggeri gridarono. Un improvviso soffio d’aria fece turbinare nella corsia giornali e riviste.

Qualcos’altro avanzava nel passaggio. Un oggetto grosso oblungo di legno cerchiato d’ottone. Aveva centinaia di gambette. Ed era cio che sembrava. Una cassa che si muoveva, del tipo che compare nelle storie di pirati, zeppa di oro e gioielli guadagnati illecitamente… Poi, cio che avrebbe dovuto essere il coperchio si spalanco d’improvviso.

Non c’erano gioielli. Ma c’era una quantita di grossi denti quadrati, bianchi come il sicomoro, e una lingua palpitante, rossa come il mogano.

Un vecchio bagaglio stava venendo a mangiarlo.

Rjinswand si strinse all’ignaro Duefiori per trovare conforto. Desidero fervidamente di trovarsi altrove…

Una repentina oscurita.

Un lampo brillante.

L’improvvisa partenza di diversi quintilioni di atomi da un universo dove non avevano alcun diritto di essere causo un violento squilibrio nell’armonia della Globalita che essa cerco freneticamente di ristabilire e, cosi facendo, cancello un certo numero di subrealta. Ondate enormi di magia allo stato puro ribollirono incontrollate intorno alle fondamenta stesse del multiverso e fuoriuscirono da ogni crepaccio nelle dimensioni fino allora pacifiche, causando nove, supernove, collisioni stellari, voli impazziti di oche e l’affondamento di continenti immaginari. Mondi lontani quanto l’altro termine del tempo videro brillanti tramonti di corrusco ottarino mentre volteggiavano nell’atmosfera particelle cariche di magia. Nell’alone cometario che circonda il favoloso Sistema Ghiacciato di Zeret una nobile cometa si spegneva mentre un principe fiammeggiava nel cielo.

Tutto questo, pero, ando perduto per Scuotivento: tenendo stretto alla vita l’inerte Duefiori, il mago precipitava verso il mare del Disco a parecchie centinaia di metri piu in basso. Neppure le convulsioni di tutte le dimensioni potevano infrangere la ferrea Legge della Conservazione dell’Energia, e il breve viaggio in aereo di Rjinswand era bastato per trasportarlo di parecchie centinaia di chilometri in linea orizzontale e di oltre duemila in linea verticale.

La parola 'aereo' risplendette e si spense nella mente di Scuotivento.

Era una nave quella laggiu?

Le fredde acque del Mare Circolare gli balzarono incontro e lo risucchiarono nel loro verde abbraccio soffocante. Un attimo dopo vi fu un altro tonfo e il bagagliaio, con ancora l’etichetta dalla potente scritta runica TWA, sprofondo anch’esso nel mare.

Piu tardi, lo usarono come zattera.

Vicino al Bordo

C’era voluto molto tempo per costruirlo. Adesso era quasi completo e gli schiavi toglievano a colpi di scalpello gli ultimi resti di argilla del manto.

La dove altri schiavi strofinavano alacremente i suoi fianchi di metallo con l’argento, cominciava gia a brillare nel sole con la serica lucentezza propria del bronzo nuovo. Era ancora caldo, anche dopo essere rimasto per una settimana a raffreddarsi nella fossa di colata. L’Arciastronomo di Krull fece un gesto con la mano e i portatori deposero il suo trono all’ombra dello scafo.

'Come un pesce' penso. 'Un grande pesce volante. E di quali mari?'

— E davvero magnifico — bisbiglio. — Una vera opera d’arte.

— E frutto di abile mestiere — disse l’uomo tarchiato al suo fianco. L’Arciastronomo si volto lentamente a fissare il suo volto impassibile. Non e difficile per un volto sembrare impassibile quando al posto degli occhi ci sono due globi d’oro. Che brillavano in modo sconcertante.

— Davvero un abile mestiere — sorrise l’astronomo. — Ritengo che non ci sia un artigiano piu abile di te in tutto il Disco. Occhiodoro. Ho ragione?

L’artigiano non rispose subito. Il suo corpo nudo (nudo, se non fosse stato per una cintura con gli arnesi, un pallottoliere da polso e una marcata abbronzatura) si irrigidi mentre ponderava sulle implicazioni di quella osservazione. I suoi occhi d’oro sembravano guardare in un altro mondo.

— La risposta e si e no — disse alla fine. Alcuni degli astronomi minori che si tenevano dietro il trono trattennero il fiato a quella mancanza di etichetta, ma l’Arciastronomo sembro non notarla.

— Continua — lo incoraggio.

— Io manco di certe capacita essenziali. Eppure sono Occhiodoro Manodargento Dactylos. Ho fatto i Guerrieri Metallici a guardia della Tomba di Pitchiu, ho disegnato i Bacini Luminosi del Grande Nef, ho costruito il Palazzo dei Sette Deserti. E tuttavia… — Si batte un dito su uno degli occhi, che risuono debolmente. — Quando ho costruito l’esercito di automi per Pitchiu, lui prima mi ha ricoperto d’oro e poi. per impedirmi di creare un’altra opera che rivaleggiasse con la sua, mi ha fatto cavare gli occhi.

— Saggio ma crudele da parte sua — affermo con simpatia l’Arciastronomo.

— Gia. Cosi ho imparato a udire la tempra dei metalli e a vedere con le mie dita. Ho imparato a distinguere i minerali al tatto e all’odorato. Mi sono fatto questi occhi, ma non sono riuscito a fare in modo che vedessero.

'Piu tardi sono stato chiamato a costruire il Palazzo dei Sette Deserti e, come risultato, l’Emiro mi ha ricoperto d’argento e poi mi ha fatto tagliare la mano destra, cosa che non mi ha del tutto colto di sorpresa'

— Un serio impedimento nel tuo mestiere — dichiaro l’Arciastronomo.

— Ho usato un po’ dell’argento per farmi questa nuova mano, servendomi della mia conoscenza senza pari delle leve e dei fulcri. Ed e stato sufficiente. Dopo avere creato il primo grande Bacino Luminoso, della capacita di cinquantamila ore-luce, i consessi tribali nel Nef mi hanno ricompensato con della seta bellissima e poi mi hanno azzoppato per impedirmi di scappare. Come risultato, ho dovuto faticare un bel po’ per usare la seta e delle canne di bambu per costruirmi una macchina volante con la quale lanciarmi dalla torre piu alta della mia prigione.

— E, dopo molte peripezie sei arrivato a Krull — disse l’Arciastronomo. — Impossibile non pensare che qualche altra occupazione, per esempio la coltivazione della lattuga, offrirebbe meno rischi di essere messo a morte a rate. Perche continui?

Occhidoro Dactylos si strinse nelle spalle. — Perche sono bravo in questo mestiere.

L’Arciastronomo guardo ancora il pesce di bronzo, che il sole di mezzogiorno faceva risplendere come un gongo. — Una tale bellezza — mormoro. — E unico. Via, Dactylos, ricordami quale ricompensa ti ho promesso.

— Mi hai chiesto di disegnare un pesce che nuotasse nei mari dello spazio che separano i mondi — intono il maestro artigiano. — In cambio di che… in cambio…

— Si? La mia memoria non e piu quella di una volta — sussurro l’altro, accarezzando il bronzo caldo al tatto.

— In cambio — riprese Dactylos, senza mostrare di sperarci troppo — tu mi avresti lasciato andare libero e senza mutilarmi. Non chiedo nessun tesoro.

— Ah si, adesso mi ricordo. — Il vecchio alzo una mano dalle vene bluastre e aggiunse: — Ho mentito.

Un sibilo lievissimo e l’uomo dagli occhi d’oro vacillo. Abbasso lo sguardo alla freccia che gli usciva dal petto e annui stancamente. Sulle labbra si allargo una goccia di sangue.

Nella piazza regnava il silenzio (salvo il ronzio di qualche mosca in attesa) mentre lui alzava, con molta lentezza, la mano d’argento e tastava la freccia.

— Una lavorazione grossolana — brontolo e cadde riverso.

L’Arciastronomo tocco il corpo con la punta del piede e sospiro. — Ci sara un breve periodo di lutto come si conviene per un mastro artigiano — disse. Osservo un tafano posarsi su uno degli occhi d’oro e volare via sconcertato… — Questo puo bastare — decreto, e ordino a due schiavi di portare via la salma.

— Sono pronti i chelonauti? — chiese.

Il capo controllore del lancio si precipito avanti. — Certo, Vostra preminenza.

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