— No! Cioe, no, non ora.

La scopa rallento. La bolla color dell’arcobaleno che la circondava svani con uno schiocco. Senza uno scossone, senza un fremito, la Nonnina si ritrovo a volare di nuovo a una velocita moderata.

Lei si era fatta una solida reputazione grazie al fatto di avere sempre una risposta a tutto. Portarla ad ammettere la propria ignoranza, perfino di fronte a se stessa, era un’impresa strabiliante. Ma era rosa dalla curiosita.

Alla fine si decise a chiedere: — Come hai fatto?

Dopo una pausa di riflessione, Esk rispose: — Non lo so. Semplicemente era necessario, e l’avevo in testa. Come quando ci ricordiamo una cosa che avevamo dimenticato.

— Si, ma come?

— Io… io non lo so. Avevo il quadro di come volevo che andassero le cose e, e… e come se fossi entrata in quel quadro.

La Nonnina aveva lo sguardo fisso nella notte. Non aveva mai sentito parlare di una magia simile, ma doveva essere terribilmente possente e probabilmente letale. Era entrata nel quadro! Certo, la magia cambiava in qualche modo il mondo. Per i maghi era quello il suo solo uso. A loro non andava a genio l’idea di lasciare il mondo com’era e cambiare la gente. Ma questa era un’altra faccenda, era piu concreta. Occorreva rifletterci. Seriamente.

Per la prima volta in vita sua la Nonnina si chiese se potesse esserci qualcosa d’importante in tutti quei libri che la gente oggigiorno teneva in gran conto. Lei, pero, era contraria ai libri per ragioni strettamente morali: infatti aveva sentito che molti erano scritti da persone morte e quindi era logico supporre che leggerli equivaleva alla negromanzia. Tra le molte cose di un universo infinitamente vario che la Nonnina disapprovava era parlare con i morti. I quali, a quanto si dice, hanno gia abbastanza guai per conto loro.

Ma, era incline a credere, non quanti ne aveva lei. Abbasso lo sguardo, confusa, e si chiese vagamente perche le stelle lucevano sotto di lei.

Per un attimo il suo cuore si arresto al pensiero che davvero fossero volate oltre il Bordo. Ma poi si rese conto che i migliaia di puntolini sotto di lei erano troppo gialli e palpitavano. Inoltre, chi aveva mai sentito di stelle disposte in un disegno cosi uniforme?

— E molto carino. E una citta? — domando Esk.

La Nonnina scruto il terreno. Se era una citta, allora era troppo grande. Ma ora che ci pensava, l’odore era quello di un sacco di gente.

Intorno a loro l’aria sapeva d’incenso e cereali e spezie e birra. Ma soprattutto l’odore era quello di un grande canale di scolo, di migliaia di persone e di un sistema fognario assai approssimativo.

Si riscosse dai suoi pensieri. Il nuovo giorno stava per nascere. Cerco una zona dove la luce delle torce era meno vivida e piu spaziata, cio che stava a indicare un quartiere povero e i poveri non hanno nulla contro le streghe. Manovro il manubrio puntandolo in basso.

Riusci ad arrivare a poco piu di un metro dal terreno prima che l’alba spuntasse per la seconda volta.

La porta era veramente grande e nera, quasi fosse fatta di solida tenebra.

Confuse nella folla che si accalcava nella piazza davanti all’Universita, la Nonnina ed Esk erano rimaste a fissarla. Finalmente la bambina osservo: — Non vedo come si fa per entrare.

— E la magia, suppongo — ribatte acida la Nonnina. — Questi sono i maghi. Chiunque altro avrebbe comprato un battente.

Agito la scopa in direzione dell’alta porta.

— Non mi meraviglierei se per entrare si dovesse pronunciare una qualche formula magica — aggiunse.

Si trovavano ad Ankh-Morpork gia da tre giorni e, con sua grande sorpresa, lei cominciava a provarci gusto. Avevano trovato un alloggio in un quartiere, Le Ombre, nella parte vecchia della citta. Li gli abitanti conducevano in gran parte una vita notturna e non s’impicciavano mai degli affari altrui. Infatti, la curiosita non solo uccideva il gatto, ma lo buttava nel fiume con un peso ai piedi. L’alloggio si trovava all’ultimo piano, vicino a quello di un rispettabile commerciante in oggetti rubati perche, come aveva sentito dire la Nonnina, un solido steccato vuole dire buoni vicini.

Le Ombre, in breve, erano la dimora di dei screditati e ladri non autorizzati, signore della notte e venditori ambulanti di merci esotiche, alchimisti della mente e guitti girovaghi. Insomma, il grasso sull’asse della civilta.

Eppure, sebbene gente del genere tenda ad apprezzare le pratiche magiche piu innocue, c’era una notevole penuria di streghe. La notizia dell’arrivo della Nonnina si era sparsa in poche ore nel quartiere e un flusso continuo di persone si avvicinava di soppiatto o per vie traverse o con passo deciso alla sua porta, in cerca di pozioni o amuleti o per farsi predire il futuro. Oltre a vari servizi personali e specializzati che le streghe tradizionalmente forniscono a coloro la cui vita e poco serena o tempestosa.

Al principio, la cosa l’aveva irritata, poi imbarazzata e quindi lusingata. I suoi clienti avevano soldi, il che era utile, ma pagavano anche in rispetto, una moneta piu che pregiata.

Per dirla in breve, la Nonnina stava perfino contemplando la possibilita di acquistare un alloggio un po’ piu grande, con un pezzetto di giardino, e di farsi venire le sue capre. L’odore della citta poteva costituire un problema, ma le capre avrebbero soltanto dovuto sopportarlo.

Lei e la bambina avevano visitato Ankh-Morpork, i suoi moli affollati, i suoi numerosi ponti, i suoi suk, le sue casbe, le sue strade affiancate solo da templi. La Nonnina li aveva contati con uno sguardo assorto. Gli dei domandano sempre ai seguaci di agire al contrario della loro vera natura e il 'fallout' umano che ne consegue procura un bel po’ di lavoro alle streghe.

Fino a quel momento i terrori della civilta non si erano materializzati, se si eccettua uno scippatore che aveva tentato di squagliarsela con la borsa della Nonnina. Con grande meraviglia dei passanti, la vecchia lo aveva richiamato e lui era tornato indietro, lottando con i piedi che avevano totalmente cessato di ubbidirgli. Nessuno vide bene come erano diventati gli occhi di lei mentre lo guardava in faccia o udi le parole che gli bisbigliava nell’orecchio tremebondo. Ma lui le restitui tutto il suo denaro, piu un sacco di altri soldi appartenenti ad altre vittime. E prima che lei lo lasciasse andare, le aveva promesso di radersi, di tenersi diritto e di diventare una persona migliore per il resto della sua vita. Prima di notte, la descrizione della Nonnina era stata fatta circolare a tutte le sedi locali della Corporazione dei Ladri, Tagliaborse, Scassinatori e Mestieri Affini [Una organizzazione molto rispettabile che rappresentava in effetti il maggior ente della citta per l’osservanza della legge. La ragione e la seguente: la Corporazione riceveva una quota annua corrispondente a un livello socialmente accettabile di furti, scippi e assassini. In cambio, provvedeva con metodi assai decisi e finali, a che il criminale non ufficiale fosse non soltanto eliminato ma accoltellato, strangolato, smembrato e lasciato in giro per la citta in un assortimento di sacchetti di carta. Una combinazione ritenuta economica e illuminata, eccetto che da quei malcontenti che venivano scippati o assassinati, e si rifiutavano di considerarlo loro dovere sociale. Tale sistema, pero, permetteva ai ladri della citta di pianificare una decente struttura lavorativa, con esami di ammissione e codici di condotta simili a quelli adottati dalle altre professioni. Alle quali, dato che in ogni caso la differenza non era poi cosi grande, in breve tempo arrivarono ad assomigliare.], insieme a severe istruzioni di starle alla larga a tutti i costi. Essendo i ladri essi stessi creature notturne, sanno riconoscere i guai quando se li trovano faccia a faccia.

La Nonnina aveva anche scritto all’Universita altre due lettere. Che non avevano ricevuto risposta.

— Preferivo la foresta — dichiaro Esk.

— Non saprei — le rispose la Nonnina. — Qui in realta e un po’ come la foresta. E comunque, sicuramente la gente di questa citta apprezza una strega.

— Sono molto cordiali — riconobbe la bambina. — Conosci la casa piu giu per la strada dove vive quella signora grassa con tutte quelle signorine che hai detto erano sue parenti?

— La signora Palm — rispose cauta la vecchia. — Una signora molto rispettabile.

— La gente va a visitarle tutta la notte. Li ho osservati. Mi sorprende che riescano a dormire un po’.

— Uhm — borbotto la Nonnina.

— E poi deve essere una croce per quella povera donna con tutte quelle figlie da sfamare. Credo che le persone dovrebbero avere piu riguardo.

— Be’, ora. Non sono sicura che…

Fu salvata dall’arrivo davanti alla porta dell’Universita di un grande carro dipinto a colori vivaci. Il conducente tiro le redini dei buoi a pochi centimetri dalla Nonnina, dicendole: — Scusami, mia buona donna, saresti cosi gentile da spostarti, per piacere?

La Nonnina si fece da parte, offesa da quella esibizione di cortesia e particolarmente sconvolta dall’essere considerata la buona donna di qualcuno. E il conducente scorse Esk.

Era Treatle. Le sorrise come un serpente preoccupato.

— Dico. E la signorina che pensa che le donne dovrebbero essere dei maghi, vero?

— Si — rispose Esk, senza badare al calcio che la Nonnina le aveva sferrato alla caviglia.

— Molto divertente. Sei venuta per unirti a noi, e cosi?

— Si — ripete Esk. E poi, siccome le pareva che Treatle se lo aspettasse, aggiunse: — Signore. Solo che non possiamo entrare.

— Noi? — chiese il mago e quindi diede un’occhiata alla Nonnina. — Oh, si, certo. Questa sarebbe tua zia?

— La mia nonnina. Solo che in realta non e la mia, ma una specie di nonnina di tutti.

La Nonnina fece un cenno di saluto assai freddo.

— Be’, non possiamo permetterlo. — La voce di Treatle era gioviale come un budino. — No, parola mia. La nostra first lady mago lasciata fuori della porta? Sarebbe una vergogna. Posso accompagnarvi?

La Nonnina afferro saldamente Esk per la spalla.

— Se per te fa lo stesso… — comincio. Ma Esk si svincolo dalla sua presa e corse verso il carro.

— Davvero puoi farmi entrare? — Gli occhi le brillavano.

— Naturale. Sono sicuro che i capi degli Ordini saranno felici di conoscerti. Anzi, sorpresi e sbalorditi — aggiunse con una risatina.

— Eskarina Smith… — disse la Nonnina e s’interruppe. Guardo Treatle. — Non so che cosa hai in mente, signor Mago, ma non mi piace. Esk, sai dove abitiamo. Fai la sciocca, se proprio devi, ma potresti almeno essere sciocca solo da te stessa.

Giro sui tacchi e si allontano di buon passo.

— Che donna notevole — commento Treatle in tono vago. — Vedo che hai ancora la tua scopa. Grandioso.

Lascio per un attimo le redini e fece un gesto complicato nell’aria con entrambe le mani.

I grandi battenti si aprirono e rivelarono un vasto cortile circondato da prati. Dietro c’era un grande edificio irregolare, o edifici. Difficile dirlo. Non sembrava tanto

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