Trehearne ne prese una e si mise a sedere. Per un poco fumo in silenzio, perduto nei ricordi. Infine disse: «E accaduto tutto davvero no?»

Edri fece un cenno di assenso.

«So che deve esser accaduto, ma non riesco a crederlo.» Trehearne scosse il capo. «Di tutto, l’incredibile… Che cosa facevate laggiu, Edri? Come potete andare e venire dalla Terra senza che nessuno lo sappia? Che cosa sono i Vardda, oltre che una razza diversa?»

«Trafficanti. Mercanti. La razza piu dotata di senso commerciale della Galassia.» Edri tolse il tovagliolo da un vassoio posato su un tavolino accanto alla cuccetta. «Vi ho portato la colazione. Avanti, mangiate mentre io vi parlo. Il nostro andare e venire e molto semplice. Atterriamo a intervalli irregolari qua e la nei luoghi deserti che la Terra possiede in un certo numero. Sbrighiamo i nostri affari e dopo qualche tempo ci vengono a riprendere. Come vi ho spiegato prima, siamo estremamente cauti e il fatto che a stento qualunque abitante della Terra crederebbe alla verita se gli fosse rivelata, e per noi un mezzo di difesa. Naturalmente, trafficando in segreto a questo modo, c’e un limite alle nostre possibilita d’acquisto e le merci d’esportazione della Terra — gli articoli genuini e non le imitazioni — hanno, necessariamente, prezzi altissimi. Sareste meravigliato se sapeste il valore che i profumi francesi, il whisky scozzese e i film americani hanno su pianeti di cui non avete mai sentito parlare.»

«Trafficate con tutti in segreto?»

«Buon Dio, no! Con la maggior parte dei mondi, anche con i molto primitivi, possiamo trattare apertamente. Puo darsi che non ci abbiano in simpatia, ma traggono dal nostro commercio enormi benefici.»

«Allora perche non avviene lo stesso per la Terra?»

«Ecco» disse Edri «non voglio offendere la vostra sensibilita di nativo del luogo, ma la Terra e un pianeta assai strano. Oh, non e il solo. Ce ne sono un certo numero, sparsi qua e la, e noi evitiamo di avere apertamente rapporti con essi. Vedete, Trehearne, la maggior parte dei mondi si evolve o rimane poco evoluta, dal punto di vista della civilta, ognuno con una certa omogeneita. Non intendo dire che si tratti di mondi assolutamente pacifici, perche non e cosi, ma, a lungo andare, le loro popolazioni hanno un comportamento piu prevedibile, piu costante che quelle di mondi sul tipo della Terra, sviluppatisi senza alcun ordine. Capite quel che voglio dire: da una parte la forza atomica, dall’altra l’aratro di legno e il fucile ad aria compressa. Un abisso troppo profondo che crea complicazioni in tutti i sensi. Ora, una societa primitiva considera la guerra come uno sport e ne trae un genuino piacere. Una societa di alto livello culturale la considera come un fatto superato e antiquato quale sarebbe cacciare per procurarsi il cibo. Tutti sanno a che punto sono. Ma quando vi trovate di fronte a un mondo con grandi masse di popolazione frammiste, ciascuna delle quali si trova in un differente stadio di evoluzione culturale, ed e soggetta a un costante assalto di stimoli che non e in grado di assimilare, allora avvertite la presenza di un miscuglio che tende a esplodere in tutte le direzioni. Noi abbiamo il sano desiderio di non saltare in aria e, inoltre, e impossibile stabilire un commercio vantaggioso con un mondo costantemente dilaniato dalle guerre. Cosi vi pare che abbia risposto alla vostra domanda?»

«Ho capito» rispose amaramente Trehearne «che i Vardda non hanno grande stima della Terra.»

«E un bel mondo. Un giorno si plachera. Nessuno puo combattere per sempre. O ritorneranno allo stato barbaro o matureranno.»

Trehearne poso la forchetta sul piatto vuoto e guardo Edri, quasi con rabbia.

«I Vardda non combattono?» chiese. «Da quel che ho capito si tratta di una forma di imperialismo commerciale. Allora ci devono essere lotte, battaglie per la conquista dei mercati e dei monopoli. Senza di esse non si creo mai nessun impero.»

«Nessun altro impero» disse Edri pianamente «fu creato senza competizione. Penso che non afferriate ancora la questione. Noi abbiamo un monopolio assoluto, completo, indistruttibile sui voli interstellari. Solo le astronavi dei Vardda volano da una stella all’altra e solo i Vardda possono pilotarle. Sapete perche, ne avete fatto l’esperienza in voi stesso. Noi non dobbiamo lottare.»

Trehearne emise un lungo fischio sordo. «E noi pensavamo di avere monopoli sulla Terra! Ma non vedo perche, se voi avete potuto mutare, altri non lo potrebbero. Come riuscite a tenerli sottomessi?»

«Non teniamo sottomesso nessuno. Non dominiamo, non influenziamo, non interferiamo in nessun altro mondo se non nel nostro. Abbiamo imparato tempo fa che non ne valeva la pena. Quanto alla mutazione e impossibile ottenerla. Il segreto del processo ando perduto con Orthis, un migliaio di anni fa.» Si alzo di scatto dalla sedia, dove era rimasto seduto tutto quel tempo e indico alcuni indumenti appesi nell’armadio. «Penso vi andranno bene. Vestitevi e vi portero in giro.»

Trehearne getto un’occhiata perplessa agli abiti, una tunica di seta verde scuro, pantaloni scuri, una cintura adorna di qualche gioiello e dei sandali. Edri sogghigno.

«Vi abituerete. E vi parra di essere meno strano che con questo ridicolo tweed.»

Trehearne si strinse nelle spalle e li indosso. Dovette ammetterne subito la comodita. C’era uno specchio infisso nell’armadio e vi si esamino attentamente. Fu sorpreso nel notare come appariva diverso nel costume dei Vardda. L’ultima traccia della Terra era scomparsa.

Guardandosi ancora nello specchio, disse: «Edri…»

«Si?»

«Ora sono un Vardda. Ve l’ho provato. Che cosa possono farmi, a Llirdis?»

«Desidererei potervelo dire. In pratica siete un vero Vardda, c’e in voi un atavismo puro. Ma legalmente e un’altra cosa. Quella norma fondamentale della legge vardda cui si riferiva Kerrel e il divieto ad accogliere tra noi discendenti non vardda di qualsiasi specie. Conservare puro il sangue dei Vardda non e solo orgoglio di razza, e una necessita economica e un tabu inviolabile. La soluzione di questo imbroglio spettera al Consiglio ed e mio avviso dimenticare la faccenda fino ad allora. Venite, vi daro modo di pensare a qualcos’altro.»

Trehearne fu contento di muoversi. Quel senso di smarrimento, di stanchezza, di incubo, si insinuava di nuovo in lui, ed accoglieva con sollievo ogni diversivo. Uscirono nel corridoio ed egli segui Edri. Si accorse allora di una profonda vibrazione di energia interna che animava l’astronave, una specie di calabrone ronzante che sembrava sfidare l’intero universo a fermarlo. Gli rombava nelle orecchie, nel sangue e nei nervi tesi, e l’eccitazione che aveva provato quando per la prima volta aveva visto l’astronave gli si rinnovo piu intensa ancora. Questo era l’obiettivo supremo. Per tutta la vita si era trastullato con giochi da bambini, ma qui, sotto i suoi piedi, e tutto intorno a lui c’era il piu alto sogno degli uomini.

«Qual e la forza motrice? Quale il principio? E come riuscite a raggiungere una velocita superiore a quella della luce? Le velocita-limite, la contrazione, la massa…»

Edri si mise a ridere. «Una cosa per volta, prego. Si tratta di domande di cosi poco conto! Ci sono voluti secoli per sviluppare una tecnica in grado di rispondervi e voi volete che vi spieghi tutto in poche parole. Bene; in poche parole posso dire tutto quello che ne so. Io sono un bevitore di professione e non uno scienziato. Comunque un mezzo realmente funzionale, navighi nell’acqua, nell’aria o nello spazio, deve derivare la sua forza motrice dalla reazione contro l’elemento in cui si muove. E cosi proprio ora i potenti generatori atomici a poppa emettono dei raggi di quinta grandezza che reagiscono contro la struttura stessa dello spazio. E lo spazio per non essere disintegrato, necessariamente ci proietta in avanti. Molto semplice, credo, una volta che si abbia imparato a conoscere il trucco.»

Trehearne assenti con un brontolio.

«Quanto alle velocita-limite» continuo Edri «anche gli scienziati vardda credevano in esse finche capito loro di imbattersi nei cosmotroni. Un giorno una particella su cui stavano compiendo degli esperimenti li sconvolse profondamente, acquistando una velocita molto maggiore di quella della luce, e fu cosi che scoprirono i raggi di quinta grandezza. Scoprirono pure, come i vostri scienziati scopriranno, che gli assoluti teorici che uno studioso stabilisce secondo le proprie limitate cognizioni si rivelano illusori quando il campo di tali cognizioni si allarga. Potrei spiegarvi tutte queste cose se conoscessi meglio la meccanica continua!»

«Non potrei comprendere comunque» disse Trehearne «cosi fa lo stesso.»

Avevano raggiunto l’estremita del corridoio. Vi si apriva una stretta scala a chiocciola. Edri si scosto e incito Trehearne a salire. Egli si avvio reagendo lungo il percorso contro un altro attacco di convulsioni; non si puo assimilare tutto, abituarsi a tutto cosi d’un tratto, la singolarita, la separazione completa da tutto cio che e stato, quel piombare a capofitto in orizzonti stranieri, in spazi ignoti, senza che il panico vi afferri se soltanto ci pensate. La scala immetteva in un ampio osservatorio a cupola di quarzo massiccio. Non sapeva che cosa si fosse aspettato di trovare, ma ne era deluso. Non vi era nulla da vedere se non un’oscurita solcata da serpeggianti linee luminose.

«Quelle sono stelle» disse Edri che era salito dietro a lui. «O piuttosto, le immagini di radiazione delle stelle. Alla velocita attuale stiamo superando le linee di energia luminosa che hanno lasciato dietro di se. Scie stellari le chiamiamo…»

Giro un interruttore e la cupola di quarzo massiccio si soffuse di un pallido chiarore latteo. Edri esamino un quadrante e lo regolo.

«Osservate la cupola» disse. «Ha uno spessore triplo, di una speciale composizione molecolare, ogni strato situato a un differente angolo obliquo. Ho immesso una corrente elettronica ad alta frequenza nella maglia di sottilissimi fili fra i tre strati e le piu complicate e interessanti reazioni stanno ora compiendosi nella struttura molecolare della quarzite.»

Trehearne osservo. Il cuore gli batteva furiosamente.

«Guardate» disse Edri «gli impulsi luminosi delle scie stellari vengono intercettati, fissati, diffusi e infine riflessi da una lente interna.»

Trehearne osservo e osservando dimentico Edri e l’astronave e se stesso. Dimentico la Terra, il passato, il futuro. Dimentico quasi di respirare.

La voce di Edri gli giunse piana. «Potrete vedere cio spesso, Trehearne, ma non sara piu come la prima volta.»

Trehearne udi appena. L’astronave era svanita intorno a lui, lasciandolo sospeso sui profondi abissi che si stendono tra le isole stellari a guardare sbigottito nella solitudine oscura e splendida dello spazio.

Attraverso la magia di quella cupola di quarzo vide i grandi soli avanzare in fiamme e tuoni lungo la curva dell’infinito. Alcuni erano come cacciatori solitali, altri si accompagnavano alle stelle. Vide la loro cosmica parata di vita e di morte, i giovani soli divampanti di uno splendore biancoazzurro, i soli d’oro, i vecchi soli rossi, i soli spenti neri di ceneri funerarie. Vide le galassie lontanissime, i fuochi roteanti delle nebulose, i meravigliosi terribili mondi della Via Lattea fluttuanti all’estremo confine della creazione. E mentre guardava, ogni pensiero, ogni sentimento lo abbandonava ed egli era simile a un neonato abbagliato dalla luce.

Alcune stelle, gli pareva di riconoscerle: Algol che pulsava come un cuore sanguinante, la gloria dardeggiante di Sirio. Orione avanzava gigantesco tra gli abissi dello spazio, la cintura splendente di soli, qualche astro spento sulla fronte e i piedi che quasi toccavano le remote Iadi, Aldebaran ardeva di cupo splendore.

Aldebaran. Un altro sole. Altri mondi, altri popoli, altri costumi. Egli vi era diretto, uno straniero.

Un profondo tremore lo scosse. Il tempo passava, ma egli non se ne accorgeva. Era un uomo perduto, sprofondato, immerso nell’infinito. Edri lo osservava con una specie di tristezza nello sguardo. Dopo un po’ giro di nuovo l’interruttore, la cupola si oscuro e nella penombra rimasero visibili solo le saettanti strisce di luce. Trehearne sospiro, ma rimase immobile. Edri sorrise e lo scosse. Trehearne si giro lentamente e quando Edri si avvio giu per la scala, lo segui, pur non sapendo dove andassero e perche.

Il corridoio era vuoto. Edri si fermo e aspetto finche gli occhi di Trehearne si fissarono su di lui con un barlume di coscienza. «Sto» disse «per venir meno a una consuetudine di tutta la mia vita e dire qualcosa di importante. Mi ascoltate?»

Trehearne fece un cenno di assenso.

«Voi trascorrerete gran parte del tempo con gli altri, cioe inevitabilmente anche con Shairn. State lontano da lei, Trehearne. Non importa se l’amate o l’odiate, state lontano da lei.»

Trehearne sorrise. La sua mente era un turbinio di stelle e i suoi occhi erano abbagliati dallo splendore delle nebulose.

«Shairn non mi sembra il tipo con cui si possa avere un rapporto fisso.»

«Questo e il guaio. Kerrel se la porto con se in questo viaggio per porre fine al flirt che stava intrecciando con qualcun altro a Llirdis. Egli ne ha dovute sopportare tante da lei, e non e affatto il tipo: la gente non sa che cosa pensare.»

«Perche?»

«Bene, Kerrel e un agente del Consiglio, altamente rispettato, ha una grande autorita e cosi via, ma noi Vardda calcoliamo la nostra ricchezza in astronavi e Kerrel e povero. Shairn ne ha ereditate trenta, la quarta flotta dello spazio. In altre parole, egli ha piu da perdere che Shairn.»

«Se la puo tenere» disse Trehearne. «Lei e le sue astronavi.»

«Voi non la conoscete. Io la conosco. E posso dirvi che tenersi lontano da lei non e un’impresa facile solo quando ella non lo voglia.»

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