Hunter invece si.

Richard si sollevo a fatica dal fango e rimase a osservare a bocca aperta il suo primo combattimento con aste di legno dalla punta ferrata.

Il monaco era bravo. Era piu grosso di Hunter e, Richard sospettava, piu forte. D’altra parte, Hunter era piu veloce.

I randelli schioccavano e battevano nella bruma.

Il bastone del monaco entro subito in contatto con il diaframma di Hunter, che barcollo nel fango. Lui le ando vicino — troppo vicino, tanto da accorgersi che era stata una finta quando il bastone di lei si abbatte, forte e preciso, dietro le sue ginocchia, e le gambe non lo ressero piu.

«Basta!» grido una voce dal ponte.

Hunter fece un passo indietro. Si mise accanto a Richard e Porta.

Il grosso monaco si alzo dal fango. Gli sanguinava il labbro. Fece un inchino profondo a Hunter, poi torno a guardia del ponte.

«Chi sono, fratello Fosco?» grido la voce.

«Lady Porta, figlia di Lord Portico, della casata degli Arch; Hunter, sua guardia del corpo, e Richard Mayhew Bagnato, loro compagno» rispose fratello Fosco nonostante le labbra ammaccate. «Mi ha battuto in un combattimento leale, fratello Caliginoso.»

«Lascia che vengano» disse la voce.

Hunter guidava il gruppetto sul ponte. Alla sommita li aspettava un altro monaco: fratello Caliginoso. Era piu giovane e piu minuto del primo monaco che avevano incontrato, ma vestiva nello stesso modo. La sua pelle era di un bruno ricco e intenso.

C’erano altre figure vestite di nero, al limite dell’invisibile, maggiormente immerse nella nebbia gialla. Altri Frati Neri, suppose Richard.

Il secondo monaco fisso i tre per un attimo, quindi disse:

«Giro la testa e potete andare dove volete.

La giro di nuovo e fino a marcire qui resterete.

Non ho faccia, ma se il mio comportamento e cattivo o buono

dipende dai miei denti irregolari — chi sono?»

Porta fece un passo avanti. Si inumidi le labbra e socchiuse gli occhi. «Giro la testa…» disse, dubbiosa, tra se. «Denti irregolari… andare dove…» Poi sul suo volto si stampo un sorriso. Alzo gli occhi verso fratello Caliginoso e disse, «Una chiave. La risposta e, una chiave.»

«Risposta saggia» commento fratello Caliginoso. «Il secondo passo e fatto. Ne resta ancora uno.»

Un uomo molto vecchio usci dalla nebbia gialla e si diresse verso di loro con circospezione, tenendosi stretto al parapetto di pietra del ponte con la mano nodosa. Giunto accanto a fratello Caliginoso, si fermo. Aveva gli occhi color bianco latte, spessi di cataratta. A Richard piacque a prima vista.

«Quanti sono?» chiese all’uomo piu giovane con voce profonda e rassicurante.

«Tre, padre Abate.»

«E uno di loro ha sconfitto il primo custode?»

«Si, padre Abate.»

«E un altro ha risposto correttamente al secondo custode?»

«Si, padre Abate.»

«Allora ne resta uno per affrontare la Prova della Chiave. Fa’ che lui o lei avanzi.»

«Oh, no!» disse Porta.

«Lasciate che io prenda il suo posto. L’affrontero io la prova» intervenne Hunter.

Fratello Caliginoso scosse il capo. «Non possiamo permetterlo.»

Da bambino Richard era stato portato in gita scolastica a visitare un castello vicino a casa. Con tutta la classe aveva salito i numerosi scalini che portavano al punto piu alto, una torre parzialmente in rovina. Si erano ammassati tutti insieme sulla cima, mentre l’insegnante mostrava loro la bellezza del paesaggio che si estendeva all’intorno.

Anche a quell’eta Richard non era molto portato per l’altezza. Aveva afferrato il corrimano di sicurezza e strizzato gli occhi, cercando di non guardare.

L’insegnante aveva detto che il salto dalla cima della torre ai piedi della collina che dominava era di oltre novanta metri. E aveva aggiunto che una monetina lasciata cadere dalla cima della torre avrebbe avuto la forza di penetrare il cranio di una persona ai piedi della collina.

Quella notte Richard, sdraiato nel suo letto, aveva immaginato la monetina che cadeva con la potenza di una pallottola o di un fulmine. Sempre con l’aspetto di monetina, ma di una monetina cosi pericolosamente omicida, quando veniva lasciata cadere…

Una prova.

La monetina cadde per Richard. Era proprio una monetina di quel genere.

«Aspettate un secondo» disse. «Ricapitoliamo. Hmmm: prova. Qualcuno ha una prova che l’aspetta. Qualcuno che non ha avuto un piccolo scontro nel fango e non si e messo a giocare a ’Indovinala grillo!’…»

Stava farfugliando. Poteva sentire la sua voce farfugliare, ma proprio non gli importava.

«Questa vostra prova,» domando all’Abate «quanto e provante? Cioe, si tratta di un tipo di prova come la prova di andare a trovare una vecchia parente con un gran brutto carattere o di una prova piu simile alla prova di infilare la mano nell’acqua bollente per vedere in quanto tempo si stacca la pelle?»

«Da questa parte, adesso» disse l’Abate.

«Lui non vi serve» disse Porta. «Prendete una di noi.»

«In tre siete venuti e tre sono gli esami da superare. Ognuno di voi affronta un esame: e giusto cosi» rispose l’Abate. «Se passera la prova, tornera da voi.»

Una brezza leggera attenuo la nebbia. Come Richard aveva intuito, le figure scure erano altri Frati Neri. Ogni frate reggeva una balestra. E ogni balestra era puntata contro Richard, Hunter o Porta. Serrarono i ranghi e Richard si ritrovo separato da Hunter e da Porta.

«Cerchiamo una chiave…» comincio Richard.

«Si» disse l’Abate.

«E per un angelo» spiego Richard.

«Si» disse l’Abate. Tese una mano e trovo fratello Caliginoso pronto a dargli il braccio.

Richard abbasso la voce. «Vede, non si puo dire di no a un angelo, soprattutto un religioso come lei… Perche non saltiamo la parte della prova? Se lei potesse consegnarmela, io poi agli altri direi che la prova l’abbiamo fatta.»

L’Abate si incammino lungo la parte in discesa del ponte. C’era una porta, aperta in fondo. Richard lo segui. A volte non hai alternative.

«Quando fu fondato il nostro ordine ci venne affidata la chiave. Si tratta di una delle piu sante e piu potenti sacre reliquie. Il nostro compito e di tramandarla, ma solo a chi supera la prova e si dimostra degno.»

Percorsero lunghi corridoi stretti e tortuosi, con Richard che lasciava dietro di se tracce di fanghiglia.

«Se fallisco la prova, non possiamo avere la chiave, vero?»

«Vero, figliolo.»

Richard ci penso un momento. «E potrei tornare un’altra volta per fare un secondo tentativo?»

Fratello Caliginoso tossi.

«No davvero, figliolo» rispose l’Abate. «Se cio dovesse accadere, con ogni probabilita non saresti piu molto…» esito, poi disse «… interessato. Ma non ti crucciare, magari sei tu quello che conquista la chiave, eh?»

Il tono rassicurante nella sua voce aveva un che di agghiacciante, e riusciva a spaventarlo molto piu di qualunque tentativo diretto.

«Mi ucciderete?»

L’Abate guardava avanti, con occhi di un azzurro lattiginoso, e rispose con un lieve accenno di biasimo. «Siamo uomini santi» disse. «No, e la prova a ucciderti.»

Scesero una rampa di scale e entrarono in una stanza dal soffitto basso, simile a una cripta, con le pareti decorate in maniera bizzarra.

«Adesso» disse l’Abate «sorridi!»

Si udi il sibilo elettronico del flash di una macchina fotografica che per un attimo acceco Richard. Quando riacquisto l’uso della vista, fratello Caliginoso aveva gia abbassato una Polaroid vecchia e malconcia e stava estraendo la fotografia.

Il frate attese che fosse sviluppata, poi la fisso al muro con una puntina.

«Questo e il muro di coloro che hanno fallito» sospiro l’Abate. «Vogliamo essere certi che nessuno venga dimenticato. Portiamo anche questo peso: la memoria.»

Richard fisso i volti. Alcune Polaroid; venti o trenta altre fotografie, alcune stampe seppiate e dagherrotipi; quindi seguivano disegni a matita, acquarelli e miniature. Correvano lungo tutto un muro. I frati ci si dedicavano da molto, molto tempo.

Porta rabbrividi. «Sono cosi stupida» borbotto. «Avrei dovuto pensarci. Siamo in tre. Non sarei mai dovuta venire subito qui.» La testa di Hunter si muoveva da una parte all’altra. Aveva preso nota della posizione di ogni frate, di ogni balestra; aveva calcolato le probabilita di far arrivare Porta dall’altra parte del ponte, prima incolume, poi con qualche lesione di poco conto, e infine con una ferita grave a lei stessa ma solo una piccola a Porta. Ora stava ricalcolando. «E cosa avresti fatto di diverso se avessi saputo?» chiese.

«Tanto per cominciare, non l’avrei portato qui» rispose Porta. «Avrei cercato il Marchese.»

Hunter piego la testa da un lato. «Ti fidi di lui?» domando, diretta, e Porta sapeva che si riferiva a de Carabas, non a Richard.

«Si» disse Porta. «Piu o meno mi fido.»

Porta aveva compiuto cinque anni solo due giorni prima. Quella volta il mercato si teneva nei giardini di Kew, e suo padre l’aveva portata con se come regalo di compleanno. Era il suo primo mercato.

Erano nella casa delle farfalle, circondati da ali dai colori sgargianti, cose iridescenti e impalpabili che l’avevano incantata e affascinata, quando suo padre si era accovacciato accanto a lei.

«Porta?» disse. «Voltati piano e guarda laggiu, vicino alla porta.

Si era voltata e aveva guardato. Un uomo di pelle scura che indossava un ampio soprabito, i lunghi capelli neri legati a coda di cavallo, era in piedi nei pressi della porta e parlava con due gemelli dalla pelle dorata, un ragazzo e una ragazza. La giovane donna stava piangendo, nella maniera in cui piangono i grandi, trattenendo le lacrime il piu possibile e odiando il momento in cui, non riuscendo a frenarsi, diventano allo stesso tempo brutti e buffi a vedere.

Porta torno a occuparsi delle farfalle.

«L’hai visto?» le chiese il padre.

Annui.

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