E centimetro dopo centimetro, strisciando e trascinando, con la sua voce porto Richard lungo la passerella, quindi, alla fine della passerella, lo sollevo semplicemente di peso prendendolo sotto le ascelle e lo poso sulla terra ferma.

«Grazie» le disse. Non riusciva a pensare a nient’altro da dire a Hunter che avesse un valore tale da compensare quanto aveva appena fatto per lui. Lo ripete. «Grazie.» Poi, rivolto a tutte e tre, aggiunse, «Mi dispiace.»

Porta lo guardo. «Va tutto bene» disse. «Sei in salvo adesso.»

Richard guardo la sinuosa strada a spirale sotto il mondo, che scendeva, scendeva; poi guardo Hunter, Porta e Lamia, e scoppio a ridere fino alle lacrime.

Alla fine Porta gli domando, «Cosa c’e di tanto divertente?»

«’In salvo’!» disse lui.

Porta lo fisso, poi anche lei sorrise.

«Allora, adesso dove andiamo?» chiese Richard.

«Giu» rispose Lamia.

Cominciarono a discendere Down Street. Hunter era alla testa del gruppo, con accanto Porta. Richard, che camminava vicino a Lamia, ne respirava il profumo di mughetto e caprifoglio e ne apprezzava la compagnia.

«Sono davvero contento che tu sia venuta con noi» le disse. «Dato che sei una guida. Spero che non ti porti sfortuna.»

Lei lo fisso con gli occhi color digitale. «Perche dovrebbe portarmi sfortuna?»

«Sai chi sono i parla-coi-ratti?»

«Certo.»

«C’era una ragazza parla-coi-ratti di nome Anestesia. Lei… be’, siamo diventati un po’ amici e lei mi stava guidando in un posto. Ma poi e stata portata via. Sul Ponte della Notte. Continuo a chiedermi cosa puo esserle successo.»

Gli sorrise con aria comprensiva. «Anche tra la mia gente circolano storie simili. Alcune potrebbero pure essere vere.»

«Me le devi raccontare» disse. Faceva freddo. Nell’aria gelida il suo respiro diventava fumo.

«Un giorno o l’altro» disse Lamia, il cui respiro non si trasformava in vapore. «E molto gentile da parte vostra farmi venire con voi.»

«E il minimo che possiamo fare.»

Davanti a loro Porta e Hunter svoltarono seguendo una curva e le persero di vista.

«Guarda,» disse Richard «ci stando distanziando. E meglio che ci affrettiamo.»

«Lasciamole andare» disse dolcemente Lamia. «Poi le raggiungiamo.»

Richard provava la strana sensazione di quando, da adolescenti, si va al cinema con una ragazza. O meglio, era come quando si torna a casa dopo, e si indugia dietro a un cartellone pubblicitario o accanto a un muro per carpire un bacio, un frettoloso annaspare di pelle e un groviglio di lingue, per poi mettersi a correre per raggiungere i tuoi compagni e le sue amiche.

Lamia gli fece scorrere un dito gelido lungo la guancia.

«Sei cosi caldo» gli disse con ammirazione. «Deve essere meraviglioso avere tanto calore.»

Richard tento di apparire modesto. «In realta, non e una cosa a cui penso molto» ammise.

Sopra di loro, lontano, udi il suono metallico della porta dell’ascensore che sbatteva.

Lamia lo guardava, con aria dolce e supplichevole. «Mi daresti un po’ del tuo calore, Richard?» chiese. «Sono cosi fredda.»

Richard era in dubbio se baciarla oppure no. «Cosa? Io…»

Lei pareva delusa. «Non ti piaccio?» domando. Lui sperava follemente di non avere urtato i suoi sentimenti.

«Certo che mi piaci» si senti dire. «Sei molto carina.»

«E tu non lo stai usando tutto, il tuo calore, vero?» sottolineo, in modo assolutamente ragionevole.

«Suppongo di no…»

«E hai detto che mi avresti pagata per farvi da guida. E questo e quello che voglio come compenso. Calore. Posso averne un po’?»

Tutto quello che voleva. Tutto. Il caprifoglio e il mughetto lo avvolsero, e i suoi occhi non videro altro che una pelle pallida e scure labbra color prugna, e capelli color dell’ebano. Annui.

Da qualche parte dentro di lui qualcosa stava gridando, ma qualunque cosa fosse, poteva aspettare.

Lamia gli mise le mani intorno al viso e lo attiro dolcemente a se. Poi lo bacio, un bacio lungo e languido. Inizialmente Richard rimase un po’ scioccato per il gelo delle labbra e il freddo della lingua, quindi si lascio andare.

Dopo qualche tempo, lei si ritrasse.

Richard sentiva di avere del ghiaccio sulle labbra. Barcollo all’indietro contro il muro. Cerco di sbattere le palpebre, ma i suoi occhi erano come congelati e restarono aperti.

Lei lo guardo e sorrise deliziata. Ora aveva la pelle rosea e rossa, e le labbra scarlatte. Nell’aria gelida, il suo respiro produceva vapore. Si passo la lingua sulle labbra, una calda lingua rosa su labbra vermiglie. Il mondo di Richard comincio a oscurarsi. Gli parve di scorgere un’ombra scura al limite estremo della sua visione periferica.

«Ancora» disse Lamia. E si allungo verso di lui.

Aveva visto la Velluto tirare a se Richard per il primo bacio, visto la brina e il ghiaccio ricoprirgli la pelle. L’aveva vista allontanarlo con aria felice.

Quindi le era arrivato accanto e, mentre si muoveva per finire quello che aveva cominciato, allungo una mano e l’afferro, con forza, per il collo, sollevandola da terra.

«Ridagliela» le disse all’orecchio con voce stridula. «Ridagli la sua vita.» La Velluto reagi come un gattino caduto nella vasca da bagno, dimenandosi, soffiando, sputando e graffiando, ma era inutile. La teneva saldamente per la gola.

«Non puoi costringermi» disse, con un tono davvero poco musicale.

Lui aumento la pressione. «Restituiscigli la vita» spiego brusco, «o ti spezzo il collo.»

Trasali, e lui la spinse verso Richard.

Lamia prese la mano di Richard e gli respiro nel naso e nella bocca. Dalla bocca di lei usci del vapore che rotolo lentamente in quella di lui. Il ghiaccio sulla pelle cominciava a sciogliersi, la brina sui capelli a sparire.

Le strinse ancora il collo. «Tutta, Lamia.»

Lei sibilo, molto a malincuore, e apri di nuovo la bocca. Un ultimo sbuffo di vapore si sposto dalla sua bocca a quella di Richard e scomparve.

Richard sbatte le palpebre.

«Cosa mi hai fatto?» chiese.

«Ti stava bevendo la vita» rispose il Marchese de Carabas, in un rauco sospiro. «Ti prendeva il calore, trasformandoti in una cosa gelida come lei…»

Il volto di Lamia si contorse, come quello di un bambino piccolo a cui e stato tolto il giocattolo preferito. Gli occhi viola lampeggiavano. «Ne ho piu bisogno io di lui!» piagnucolo.

«Pensavo di piacerti» disse stupidamente Richard.

Il Marchese sollevo Lamia con una sola mano e ne porto il viso accanto al suo. «Prova ad avvicinarti ancora a lui, tu o qualunque altra Bambina Velluto, e verro alla vostra caverna di giorno, mentre dormite, a bruciare tutto. Capito?»

Annui.

La lascio andare e lei cadde sul pavimento. Poi si rimise in piedi, in tutta la sua altezza, che in realta non era esagerata, piego la testa all’indietro e sputo con forza in faccia al Marchese.

Lamia sollevo sul davanti il lungo abito di velluto e corse via, verso l’alto.

Uno sputo nero, freddo come il ghiaccio, scivolava sulla guancia del Marchese, che se lo tolse.

«Stava per uccidermi» disse Richard.

«Non subito» spiego il Marchese. «Alla fine saresti morto, certo, ma solo quando avesse finito di mangiarti la vita.»

Richard fisso il Marchese. Sembrava si sentisse poco bene. Non aveva il solito trench, al suo posto indossava una vecchia coperta con cui si era avvolto le spalle a mo’ di poncho, con qualcosa -Richard non capiva di cosa si trattasse — legato sotto. Era a piedi nudi. Per quella che Richard interpreto come bizzarra affettazione modaiola, avvolto intorno alla gola portava un alto pezzo di stoffa scolorita.

«La stavamo cercando» disse Richard.

«E adesso mi avete trovato» gracido seccamente il Marchese.

«Ci aspettavamo di vederla al mercato.»

«Si, be’… Qualcuno pensava che fossi morto e sono stato costretto a non farmi notare.»

«Perche… perche qualcuno pensava che fosse morto?»

Il Marchese guardo Richard con occhi che avevano visto troppo ed erano andati troppo oltre. «Perche mi avevano ucciso» disse. «Andiamo, non possono essere tanto lontane.»

Richard guardo al di la del ciglio del sentiero, al di la del pozzo centrale. Dall’altra parte poteva vedere Porta e Hunter, a un livello inferiore rispetto a lui. Si guardavano intorno — probabilmente lo cercavano. Le chiamo, urlando e agitando le braccia, ma il suono non veniva trasmesso.

Il Marchese appoggio la mano sul braccio di Richard. «Guarda» disse. Indicava il livello al di sotto di Porta e Hunter. Qualcosa si muoveva. Richard socchiuse gli occhi: riusciva a scorgere due figure, appostate nell’ombra.

«Croup e Vandemar» disse il Marchese. «E una trappola.»

«Cosa facciamo?»

«Corri!» disse il Marchese. «Avvertile. Io non posso correre… Vai, dannazione!»

E Richard corse. Corse piu forte che poteva, piu in fretta che poteva, lungo la strada di pietra che scendeva sotto il mondo. Senti un improvviso dolore lancinante al petto: una fitta. Ma prosegui, e continuo a correre.

Svolto un angolo e le vide.

«Hunter! Porta!» rantolo, affannato. «Fermatevi! Attente!»

Porta si giro.

Mister Croup e mister Vandemar uscirono da dietro una colonna. Mister Vandemar strattono con violenza le braccia di Porta e con un’unica mossa gliele lego dietro la schiena con una striscia di nylon.

Mister Croup teneva in mano qualcosa di lungo e sottile in una sacca di tela marrone, simile a quella che il padre di Richard usava per trasportare le canne da pesca.

Hunter era rimasta ferma, a bocca aperta.

«Hunter! Presto.»

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