Fleming prese fiato e continuo con piu calma. «Se volete che un calcolatore vi dia dei risultati decenti, deve essere in grado di accogliere un programma di circa cinquemila gruppi di istruzioni. Se volete che giochi a scacchi, e potete farlo giocare a scacchi — io ho giocato a scacchi con dei calcolatori, — dovete riempirlo con circa quindicimila istruzioni. Per manipolare questo materiale,» accenno ai fogli davanti a Vandenberg, «avete bisogno di un calcolatore che possa contenere un miliardo, o, piu precisamente, decine di miliardi di cifre, prima ancora che possa cominciare a lavorare sui dati.»

Finalmente l’uditorio gli aveva concesso la sua piena attenzione: questa era l’apparizione fugace di un cervello che potevano rispettare.

«E certo questione di mettere insieme abbastanza unita,» disse Osborne.

Fleming scosse il capo.

«Non e questione di dimensioni. E necessaria una nuova concezione. Non c’e nessun apparecchio sulla Terra…» Cerco un esempio, e gli altri attesero che ne trovasse uno. «Il nostro calcolatore piu recente lavora ancora in microsecondi. Questa e una macchina che deve lavorare in micromillisecondi, altrimenti saremo tutti dei vecchietti prima che abbia finito di esaminare questa enorme quantita di dati. E ci vorrebbe una memoria, probabilmente una memoria a bassa temperatura, che avesse al minimo la capacita del cervello umano, ma con un controllo molto piu efficiente.»

«E provato?» chiese Ratcliff.

«Ma cosa crede? Dobbiamo prima trovare i mezzi per dimostrarlo. Quale che sia l’intelligenza che ci ha mandato questo messaggio, e molto avanti rispetto a noi. Non sappiamo perche abbiano mandato questo messaggio e a chi, ma e qualcosa che noi non saremmo stati in grado di fare mai. Noi siamo soltanto degli homo sapiens che percorrono faticosamente il loro cammino. Se vogliamo interpretarlo…» Fece una pausa. «Se…»

«Questa e una teoria, no?»

«E un’analisi.»

Sua Eccellenza fece ancora una volta appello a Reinhart.

«Pensa che possa venir dimostrato?»

«Posso dimostrarlo,» disse Fleming.

«Chiedevo al professore.»

«Posso dimostrarlo, costruendo un calcolatore in grado di elaborare questi dati,» insiste Fleming, per nulla scoraggiato. «Ecco quel che si deve fare.»

«Le pare realistico?»

«E quanto chiede il messaggio.»

Sua Eccellenza cominciava a perdere la pazienza. Tamburellava le dita quadrate sul tavolo.

«Professore?»

Reinhart prese in considerazione non tanto quel che credeva, ma cio che doveva dire.

«Ci vorrebbe molto tempo.»

«Ma e veramente necessario farlo?»

«Forse.»

«Avrei bisogno, per lavorarci, del miglior calcolatore disponibile,» disse Fleming, come se tutto fosse gia stato stabilito. «E della mia squadra attuale, al completo.»

Osborne pareva preoccupatissimo. La soluzione era ancora molto confusa, per chiunque sapesse come vanno di solito queste cose, e il ministro cominciava a dimostrare che si stava irritando.

«Possiamo mettere a sua disposizione i calcolatori delle universita,» disse, come se parlasse di questioni di routine quotidiana. La pazienza di Fleming a un certo punto tocco il limite massimo.

«Crede davvero che di questi tempi le universita abbiano le attrezzature migliori?» Punto un dito verso Vandenberg. «Chieda ai suoi colleghi dell’esercito dove sono in questo paese le uniche macchine calcolatrici decenti.»

Ci fu un attimo di gelido silenzio. Tutti fissavano il generale americano.

«Avrei avuto bisogno di un preavviso per rispondere a questa domanda.»

«Non ne ha bisogno, perche saro io a dirlo. Al centro missilistico di Thorness.»

«E impegnato nei lavori per la difesa.»

«Certo,» commento Fleming sprezzante.

Vandenberg non rispose. Quel giovane rappresentava un problema di pertinenza del ministro. L’assemblea attendeva, mentre Ratcliff tamburellava con le dita sulla cartella di cuoio bulinato e Osborne, senza molte speranze, calcolava il punteggio. Il suo capo era certo impressionato, ma non convinto. Fleming, come tutti gli uomini sinceri, non era un buon avvocato. Aveva avuto le sue possibilita, e piu o meno le aveva sprecate tutte. Se il ministro non ne avesse fatto nulla, tutta la faccenda si sarebbe risolta in uno sfoggio di teoria accademica. Se avesse deciso d’agire, avrebbe dovuto negoziare con l’esercito, avrebbe dovuto convincere non solo il ministro della Difesa, ma anche la Commissione alleata di Vandenberg, del fatto che il giuoco valeva la candela. Ratcliff prendeva tempo. Gli piaceva che la gente dovesse aspettarlo.

«Potremmo farne richiesta,» disse infine. «Sarebbe una faccenda che riguarda il Consiglio.»

Per un po’ di tempo, dopo la riunione, la squadra non ebbe nulla da fare. Prudentemente, Reinhart e Osborne portavano avanti passo passo i negoziati, ma Fleming non poteva proseguire in tal modo. Bridger sbrigava il lavoro che gli restava. Christine sedeva tranquilla nel suo ufficio a controllare e ricontrollare il lavoro gia svolto. Ma Fleming si allontano da tutto e prese con se Judy.

«Non serve a niente stare a gingillarsi mentre quelli prendono una decisione,» e se la trascinava dietro perche lo aiutasse a distrarsi. Non che le facesse la corte. Solo gli piaceva averla con se ed era una compagnia affettuosa e decisamente piacevole. Il motivo principale del suo scontento, andava scoprendo Judy, era che non poteva sopportare la pomposita e gli artifici. Quando affrontavano l’argomento del suo lavoro, talvolta era amaro e violento, ma quando si lasciava il lavoro alle spalle questi argomenti diventavano soltanto un bersaglio per il suo particolare umorismo, mordente e pepato.

«L’Inghilterra sta lentamente scivolando verso occidente,» disse una volta che lei lo interrogo sulla situazione generale, e lo disse con un sogghigno. Quando la ragazza cerco di giustificarsi per il suo scatto a Bouldershaw Fell, si limito a darle una pacca sul didietro.

«Perdona e dimentica, questo e il mio motto,» disse, e le offri da bere. Per fargli piacere lei sopportava un mucchio di cose: lui amava la musica moderna, che lei non capiva; amava correre in macchina, cosa che la spaventava; e cosa che la spaventava ancor piu, gli piaceva andare a vedere i film western. Era terribilmente stanco, eppure era senza pace. Passavano da un cinema a un concerto, da un concerto a una lunga corsa in auto, dall’auto a una potente bevuta e, alla fine, lui era sfinito ma almeno pareva felice, anche se lei non lo era. Capiva che stava vivendo sotto una maschera.

Andavano di rado nel piccolo ufficio dell’istituto, e quando erano la Fleming corteggiava Christine. Certo Judy non poteva fargliene una colpa. Per altre cose non si occupava affatto di lei: era una ragazza incredibilmente carina e la cosa finiva li. Lei, come confido a Bridger, era «innamorata del suo cervello.» Ma pareva che non gradisse particolarmente essere brancicata e pizzicata. Continuava, tranquilla, a occuparsi del suo lavoro. Pero gli faceva qualche domanda a proposito di Thorness.

«C’e mai stato, dottor Fleming?»

«Una volta.»

«Com’e?»

«Distaccato e bellissimo, come lei. E anche potente, inanimato e privo di immaginazione, a differenza di lei.»

Era sottinteso che se fosse stato permesso a Fleming di recarsi lassu, lei l’avrebbe seguito. Watling aveva esaminato i suoi precedenti e li aveva trovati impeccabili. Padre e madre Flemstad erano fuggiti dalla Lituania quando gli eserciti russi l’avevano invasa, e Christine era nata e cresciuta in Inghilterra. I suoi genitori, prima di morire, erano stati naturalizzati inglesi, e Christine era stata sottoposta a ogni possibile controllo.

L’attivita di Dennis Bridger pareva assai piu interessante. Man mano che si avvicinava il giorno della partenza, riceveva un numero sempre maggiore di interurbane assolutamente inspiegabili, che sembravano preoccuparlo molto sebbene non ne parlasse mai. Un mattino, che era solo nell’ufficio con Judy, sembrava piu spaventato del solito. Quando il telefono squillo, le strappo letteralmente il ricevitore di mano. Era chiaro che

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