le era accanto offrendole una sigaretta.

«Ha perduto un idolo, eh, Miss Adamson?»

Judy, come press-agent, dovette fare rapporto a Osborne, e Osborne fece rapporto al Ministero. Non giunse alcuna notizia di Harries, e la sua scomparsa non venne ufficialmente annunciata. La stampa era convinta che l’intera faccenda fosse o un errore o una grossa presa in giro. Dopo una serie di penosi incontri tra i ministri, il Ministero della Difesa fu in grado di assicurare al generale Vandenberg e ai suoi capi che nulla di simile sarebbe piu accaduto: se ne sarebbero assunti in pieno la responsabilita. Le ricerche di Harries furono intensificate e Fleming venne chiamato a rapporto a Londra.

In un primo tempo sembro probabile che Fleming stesse proteggendo Bridger, ma fu presto appurato che in realta egli aveva raccontato a un giornalista di nome Jenkins tutta la storia, tra i fumi dell’alcool, nell’albergo Lion. Benche Bridger avesse rassegnato le sue dimissioni, doveva lavorare per altri tre mesi, e gli fu lasciato l’incarico di Bouldershaw Fell mentre Fleming era lontano. Il messaggio continuava ad arrivare e veniva stampato in codice di 0 e 1.

Fleming non sembrava nemmeno sfiorato dall’agitazione generale. Prese con se, nel treno che lo portava a Londra, tutti i fogli stampati e di ora in ora li studio tutti, facendo note e calcoli sui margini e sulle lettere e buste che per caso si trovava in tasca. Pareva che non si accorgesse d’altro. Si vestiva e mangiava automaticamente, beveva poco; la preoccupazione e l’agitazione lo bruciavano. Ignoro Judy e diede a malapena un’occhiata ai giornali.

Quando giunse al Ministero della Scienza, fu condotto nell’ufficio di Osborne, dove questi lo attendeva assieme a Reinhart e a un uomo di mezz’eta, riservato, dai capelli grigi e dagli impazienti occhi azzurri. Osborne si alzo e gli strinse la mano. «Il dottor Fleming.» Era molto formale.

«Salve,» saluto Fleming.

«Conosce il commodoro Watling, del reparto Sicurezza del Ministero della Difesa?»

L’uomo si inchino e lo guardo senza alcun calore. Fleming cambio atteggiamento e si rivolse con aria interrogativa a Reinhart.

«Salve, John,» disse Reinhart con voce acuta e misurata. Imbarazzato, comincio a guardarsi le mani.

«Si accomodi, dottor Fleming.»

Osborne indico una sedia che si trovava di fronte alle altre, ma Fleming indugio con lo sguardo su ciascuno di loro prima di sedersi, come se si stesse risvegliando in un posto sconosciuto.

«Cos’e? Una commissione d’inchiesta?»

Segui un breve silenzio. Watling si accese una sigaretta.

«Sapevo che c’erano delle misure di sicurezza attorno al vostro lavoro.»

«Che significa?»

«Che erano argomenti confidenziali.»

«Si.»

«Allora perche…»

«Non sono dalla parte degli scienziati che raccontano frottole.»

«Prendila con filosofia, John,» consiglio dolcemente Reinhart. Watling passo ad altro argomento.

«Ha visto i giornali?»

«Alcuni.»

«Mezzo mondo e convinto che degli ometti verdi con lunghe antenne si preparino ad atterrare nei nostri giardini.»

Fleming sorrise, sentendosi piu sicuro il terreno sotto i piedi.

«E lei?»

«Io sono a conoscenza dei fatti.»

«I fatti sono quelli stessi che ho comunicato alla stampa. I fatti strettamente scientifici. Come potevo pensare che sarebbero stati male interpretati?»

«Non e compito suo prendere l’iniziativa su simili cose, dottor Fleming.» Osborne, disinvolto, si era insediato dietro la propria scrivania, a fare da giudice. «Ecco perche e stato pregato di non interferire. L’ho messo in guardia io stesso.»

«E allora?» Fleming era gia annoiato.

«Abbiamo dovuto mandare un rapporto completo al Comitato organizzazione difesa,» disse Watling severamente. «E il primo ministro sta preparando una dichiarazione per le Nazioni Unite.»

«Tutto bene, allora.»

«Non ci piace trovarci in questa posizione, ma ci hanno forzato la mano e ora tocca a noi cancellare il panico.»

«Naturale.»

«Ed e stato lei a forzarci la mano.»

«Dovrei presentarmi a Canossa?» Fleming cominciava a essere arrabbiato quanto annoiato. «Quello che faccio delle mie scoperte e affar mio. Siamo ancora in un paese libero, no?»

«Ma tu fai parte di un gruppo, John,» obietto senza guardarlo il professor Reinhart. Osborne si piego verso di lui, sulla scrivania, con fare persuasivo.

«Quel che ci vuole, dottor Fleming, e una dichiarazione personale.»

«E a che servira?»

«Qualsiasi cosa e utile finche serve a tranquillizzare il pubblico.»

«Soprattutto se potete screditare l’informatore.»

«Non e una faccenda personale, John,» intervenne Reinhart.

«No? E allora perche sono qui?» Fleming fece scorrere lo sguardo su di loro, sprezzante.

«Quando avro fatto una dichiarazione per render noto che ho parlato in un momento di aberrazione mentale, be’, cosa accadra allora?»

«Temo che…» Reinhart si esaminava di nuovo le unghie.

«Temo che il professor Reinhart non abbia scelta,» mormoro Watling.

«Vogliono che tu lasci l’osservatorio,» spiego Reinhart.

Fleming si alzo e riflette un istante. I tre si aspettavano un’esplosione.

«Be’, e semplice, no?» disse infine, tranquillo.

«Non voglio perderti, John.» Reinhart ebbe un gesto di sconforto.

«No, certo che no. C’e un impedimento.»

«Oh?»

«E cioe che non potete andare avanti senza di me.»

Erano preparati a questo. C’era altra gente, sottolineo Osborne.

«Ma non ne sanno niente, vero?»

«Perche, lei ne sa qualcosa?»

Fleming annui, sorridendo. Watling si drizzo ancor piu sulla sedia.

«Vuol dire che l’ha decifrato?»

«Voglio dire che so di che si tratta.»

«E si aspetta che noi ci crediamo?»

Osborne ovviamente non ci credeva, cosi come non ci credeva Watling. Ma Reinhart non era tanto sicuro.

«Di che si tratta, John?»

«Resto all’osservatorio, allora?»

«Di che si tratta?»

Fleming sogghigno. «E un giochetto di costruzioni. E non e di origine umana. Posso dimostrarlo.»

Si mise a frugare nella sua cartella alla ricerca dei fogli.

3

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